Per cortesia ripristinate il 3d di mototopo

Non ho voluto offendere la Turchia, semplicemente è un mondo per me
distante anni luce dal mio mondo. Che il "mio mondo" sia sbagliato?
Puo' darsi, ma nella luce universale l' Islam lo vedo come una religione
oppressiva, non certo propedeutica a nuove illuminazioni e scoperte.
 
se la banca sta creando valore effettivo dalla stampa di banconote e queste sono per " legge avariata " rese valevoli e legali a tutti gli effetti , considerando l'assurdo ma reale tangibile differenziale tra costi di stampaggio delle banconote ed effettivo valore numerale scritturale delle banconote , è corretto , che quella banca , coproprietaria assieme ad altre banche nell'spa bankitalia della valuta cartamoneta circolante metta solamente all'attivo il controvalore prestato , ricordiamo che è attivo perchè la banca o chi per lei ha creato all'uopo della circostanza sul momento quelle banconote e non ha essa utilizzato banconote sue accantonate precedentemente alla circostanza del prestito ! essa banca è pienamente tutelata e possibilitata a tutti gli effetti dalla legge vigente , in caso di non onorabilità dell'effettivo mutuatario nella circostanza del non pagamento di più rate del debito , di rimuovere dai documenti siti in catasto e ufficio tavolare la proprietà del legittimo mutuatario con la propria istituzione del nome della banca .. alla luce di ciò , avendo ben 2 denominatori di riscossione , uno è l'impegno nella firma contrattuale dove il mutuatario prende impegno legale ad onorare il debito richiesto fino all'estinzione dello stesso , l'altro denominatore è la legge che da la possibilità , in caso di insolvenza del debitore , di subentrare nella proprietà ai fini di venderla per ritornare con il capitale prestato .. ed è su questo punto che la banca commette illecito .. lo scoperto di 390 euro di nudi costi per stampare i 130.000 euro sono il falso , ma non nel bilancio , ma nell'effettiva veridicità tra costi di produzione e ricavi effettivi dal prestito del capitale che essa banca farà .. ehh caro andgui che scherzosamente mi manca di rispetto .. fossero tutte le persone addormentate come me , ahh , magari lo fossero ..

" h!!ps://www.youtube.com/watch?v=A2egg8CGbrU&list=PL2lSfEk4huv1hcI4VDitfNbQyJw4i0IVh "

MPS ha 40 miliardi di NPL.
Spiega al piccolo azionista che non deve avere preoccupazioni, i bilanci sono sicuramente truccati, perché, con un costo irrisorio di stampa, avendo MPS in combutta con Banca d'Italia e in barba alla BCE stampato 40 miliardi di banconote, oltre 39 miliardi nascosti da qualche parte ci devono essere.

Il guaio è che i 40 miliardi sono a bilancio mi pare con una valutazione superiore al 40% del nominale, mentre sul mercato valgono circa il 20%, per cui MPS dovrà chiedere agli azionisti 8 miliardi per avere un bilancio equilibrato.

andgui.
 
Theo Waigel: se uscite dall’Euro, la Germania crollerà!
Di Ticino Live , il 16 luglio 2016 9 Comment
da it.sputniknews.com
Theo Waigel è stato per dieci anni Ministro delle Finanze di Helmut Kohl. Il 21 giugno scorso ha rilasciato un’intervista a T-Online. Questo è un estratto significativo delle sue dichiarazioni.
Nota. Nell’intervista Waigel fa riferimento in primis all’Italia, ma le sue considerazioni restano valide anche in relazione ad altri paesi dell’UE.
* * *
Intervistatore: “I sondaggi sull’uscita dalla UE mostrano che se si chiedesse ai francesi e ad altri, vincerebbe chi vuole uscire, con uno scarto minimo. Secondo lei da dove viene questa disaffezione per l’UE?”
Theo Waigel: “Al grado di sviluppo della globalizzazione e dei mercati aperti cui siamo arrivati — che non è più reversibile —, ci sono forze che si oppongono, sostenendo la necessità di ritornare ai confini e alle regolamentazioni nazionali, che prima funzionavano bene, per tornare ad appropriarsi delle proprie capacità decisionali”.
“E che cosa gli si può rispondere?”
Theo Waigel: Gli si può rispondere in modo del tutto chiaro quali svantaggi ne scaturirebbero. Se la Germania oggi uscisse dall’unione monetaria, allora avremmo immediatamente, il giorno dopo, un apprezzamento tra il 20% e il 30% del marco tedesco — che tornerebbe nuovamente in circolazione —. Chiunque si può immaginare che cosa significherebbe per il nostro export, per il nostro mercato del lavoro, o per il nostro bilancio federale. L’euro conviene alla Germania, ecco perché ci restiamo dentro. Va da sé che se il marco diventasse sconveniente, la lira diventerebbe conveniente per i mercati, per gli investitori e per i consumatori. Queste cose i commentatori nazionali non ve lo dicono. Queste notizie ai telegiornali non passano. Per chi lavora la stampa italiana? Per chi lavora la politica italiana? Per l’Italia o per Berlino? Se lavorasse per gli italiani, interviste come queste sarebbero in prima pagina su tutti i quotidiani, in luogo dello spettro dell’inflazione, e la gente inizierebbe a trarne le conclusioni. In Germania, invece, non si fanno problemi a dirlo con chiarezza. Anche perché hanno interessi opposti. Ci fu anche un pezzo dello Spiegel Online, che io riportai puntualmente sul blog, datato 13 giugno 2012 (ben 4 anni fa), che lo disse con altrettanta chiarezza:

Con un’uscita dall’Euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo. La nostra invece inizierebbe proprio allora. Una gran parte del settore bancario europeo si troverebbe a collassare immediatamente. Il debito pubblico tedesco aumenterebbe massicciamente perché si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e investire ancora centinaia di miliardi per le perdite dovute al sistema dei pagamenti target 2 intraeuropei. E chi crede che non vi saranno allora dei rifiuti tra i paesi europei, non s’immagina neanche cosa possa accadere durante una crisi economica così profonda.
Un’uscita dall’euro da parte dell’Italia danneggerebbe probabilmente molto più noi che non l’Italia stessa e questo indebolisce indubbiamente la posizione della Germania nelle trattative.
Non riesco ad immaginarmi che in Germania a parte alcuni professori di economia statali e in pensione qualcuno possa avere un Interesse a un crollo dell’euro».
© flickr.com/ Metropolico.org



L’articolo Theo Waigel: se uscite dall’Euro, la Germania crollerà! sembra essere il primo su Ticinolive.
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Art in the Age of Disclosure
CLEARSTREAM LAVA PIÙ BIANCO

Pubblicato da redazione in Disclosure, Titoli di testa 27 giugno 2014 Commenti disabilitati su CLEARSTREAM LAVA PIÙ BIANCO 626 Visite


Come ripulire il flusso: la lavanderia della finanza.
Già nel nome stesso Clear-Stream ce lo dicono di cosa si tratta: una lavanderia, dove si rende tutto il flusso più chiaro.

Così chiaro che fino a poco tempo fa non si sapeva neppure cosa facesse in realtà la cosiddetta “camera di compensazione” come si autodefiniscono strutture bancarie di questo tipo (così pure Euroclear)

Beh, leggiamo questo articolo molto… chiaro di Lorenzo Acerra – che ringraziamo – e sapremo qualcosa di più di questo “inavvertibile” moloch finanziario sommerso in grado di muovere gli ingranaggi della Storia.

Jervé



Clearstream secondo Denis Robert
Nel libro “Soldi. Il libro nero della finanza internazionale“ (traduzione di Marco Saba, Nuovi Mondi Edizioni 2004), Denis Robert narra la scoperta di Clearstream, un’organizzazione privata fondata in Lussemburgo che aveva conti correnti per poche migliaia di potenti del mondo, con il ruolo di banca e di camera di compensazione interbancaria internazionale, I conti creati su Clearstream hanno la caratteristica di fatto che non possono essere monitorati a livello nazionale (fiscalmente, contabilmente e come eventi sottoposti alle leggi vigenti). La stessa compensazione è una valuta a sè stante: business a costo zero.

Grazie all’aiuto di Marco Saba abbiamo visto che non può essere vero il discorso filosofico che nessuno si accredita all’attivo il valore nominale della moneta che viene stampata dai popoli! Infatti la creazione di questa massa monetaria non viene seguita dalla distruzione, e poiché colui che ha prestato restituisce, e poiché la banca commerciale ha un pareggio di contabilità (grazie ad una voce di passivo emessa nei bilanci contabili nello stesso momento della creazione), avremo che questi soldi rientrati non li reclama nessuno. Se questi soldi che chi ha preso in prestito restituisce non li distruggiamo e non li bruciamo al loro rientro, questi soldi a chi li stanno dando? Come per tante altre circostanze dove un business o un sopruso creano un vantaggio o un super-potere, entra in gioco la Clearstream-Connection: i volti sotto gli occhi di tutti e quelli che devono pagare le tasse simulano una perdita nei bilanci contabili e cedono quelli che sarebbero stati i loro privilegi al personaggio oscuro che tiene i conti su Clearstream.

Nel libro del 2001 Denis Robert si è interrogato se per caso, anche grazie all’aiuto di un un insider e di alcuni tabulati e microchips, non si potessero scoprire abusi e crimini finanziari. Nelle successive opere il giornalista si è posto soprattutto la domanda se il fatto di mettere sotto controllo questa camera oscura della finanza che è Clearstream non possa essere utile a cambiare il corso degli eventi del mondo.

Il libro citato risulta esaurito e fuori catalogo nell’estate 2014. Comunque era anche un po’ vecchiotto (stampato in Francia nel 2001).

Quindi l’ho recentemente riassunto in un video di 20 minuti su youtube, con un’enfasi su tutti gli sviluppi successivi fino al 2011:


Questo video, questo articolo e quello precedente (Cleastream: il signoraggio bancario in nero e poi riclicato) hanno richiesto da parte mia un’impegno non da poco, nato dalla motivazione che parlare della globalizzazione e della volatilizzazione della ricchezza solo in termini puramente filosofici non basta. Se una nazione ribelle ai soprusi della globalizzazione non si vuole semplicemente chiudere in sè stessa, si deve come prima cosa interrogare su quali camere di compensazione sta usando. Gheddafi ne voleva costruire una per i popoli africani che non li costringesse al debito perpetuo (UMA, Unione Monetaria Africana, mai decollata). L’Iran ne ha creata un’altra alternativa (Asian Clearing Union, nata nel 1974), che ha 5 o 6 aderenti. Chavez ha iniziato il SUCRE, cioè una camera di compensazione interna dei paesi del Sud America. Altre notizie sul fronte delle camere di compensazione?

Ma non è finita! Pure Germania e Cina, per superare il problema del costo delle masse monetarie hanno istituito una camera di compensazione diretta che si chiama Renminbi-Clearing. È stata pianificata tra la banca centrale cinese e la Deutsch Bundesbank (banca centrale tedesca). L’accordo è stato raggiunto in occasione della visita del presidente della Cina Xi Jinping in Germania tra il 28 e il 30 marzo 2014. È notizia invece del 31 marzo 2014 che la Cina con piacere ha accettato di Putin di creare una centrale di Clearing con la Russia.

Il discorso è questo per quasi tutti gli stati del mondo: siccome avere una grossa massa monetaria costa, perché tutta la massa monetaria è emessa a debito, e non dallo stato, chi si serve di una camera di compensazione fa affari senza dover allargare la propria base monetaria per i grossi affari, quindi senza essere gravato da debiti per far carburare l’economia! Questo l’avevano capito già gli antichi e lo sfruttavano bene bene (vedi: (www.anticorpi.info/2014/05/storia-della-moneta-prestito-sistema.html ).

La camera di compensazione è pensata per agire molto e minimizzare la necessità di scambi e di contante.

Dunque in un modo o nell’altro bisogna iniziare a parlare di quella che abbiamo in Europa, Clearstream, le cui regole attuali forniscono ai potenti del mondo una leva di archimede per il perpetrarsi dei soprusi e delle distorsioni sugli eventi del mondo. Partecipano solo i potenti, ma diventano vittime tutti i mercati e tutti i popoli. Ma vediamo alcuni esempi ben documentati dalle fonti di Denis Robert, e soprattutto esempi a prova di querela (il francese ha superato brillantemente questa sfida: 312 procedimenti giudiziari, 62 dei quali hanno seguito l’intero corso, con Denis Robert che è passato relativamente indenne a tutto quello che aveva detto e scritto):

1.
La vicenda degli ostaggi americani trattenuti in Iran all’inizio degli anni ’80. Reagan ha sempre affermato che non fu pagato alcun riscatto per la loro liberazione. Ed aveva ragione: il denaro fu pagato allo scopo di tenere prigionieri per ulteriori tre mesi gli americani dell’ambasciata, fino ad elezioni presidenziali avvenute. Una loro liberazione anticipata avrebbe favorito la rielezione di Carter a scapito di Reagan (e il suo vice Bush). Gli americani saranno liberati il 18 gennaio 1981, dopo 444 giorni di detenzione, due giorni dopo l’ordine di versamento ricevuto da un impiegato di Clearstream, Ernest Backes. Quest’ultimo si ricorda molto bene di quell’ordine perché per effettuare il trasferimento c’era bisogno di soprassedere al regolamento interno. Due suoi superiori erano assenti, così dovette rivolgersi al presidente del consiglio amministrativo della sua azienda, un certo Edmond Israel. Queste e altre deviazioni dai regolamenti e dalle leggi lussemburghesi costarono poi il posto a Lussi, che nel 2002 dovette rassegnare le dimissioni.

2.
I tre libri di Denis Robert su Clearstream, i due documentari, i tre fumetti di FRANCE-info e tutti i suoi interventi in Tv, presso i giudici e presso la commissione parlamentare d’inchiesta attingono a tabulati, microchip e informazioni forniti da ben tre “gole profonde” (cioè Ernest Backes, Régis Hempel e Florian Bourges). In particolare nel suo libro del 2001 Robert si sofferma su Roberto Calvi, Michele Sindona, lo IOR, il Vaticano, lo scandalo Iran-contra, la BCCI, Gladio, la mafia, il riciclaggio, l’ONU, le organizzazioni non governative, la Bilderberg e la Trilaterale, l’Opus Dei, Saddam Hussein, massoneria, P2, ecc…

Albino Luciani, poche ore prima di essere trovato morto, disse: “Voglio che siano interrotti tutti i nostri rapporti con il Banco Ambrosiano, e ciò deve avvenire nell’immediato futuro”. Disse questo rivolto al segretario di Stato Jean Villot, e poi aggiunse: “Ci sono altri cambiamenti all’interno dello IOR che devono esser operati immediatamente. Marcinkus, Mennini, De Strobel e Monsignor De Bonis devono essere sostituti… subito! ”. Questo perché già nel 1978 persino la Banca d’Italia aveva commissionato un dossier che confermava alcuni dettagli delle accuse della gestione del Vaticano sul Banco Ambrosiano.

Visto che i trasferimenti in questione avvennero attraverso Clearstream ci viene da pensare che Ernest Backes potesse essere la gola profonda già allora. Tra le tante attività del Banco Ambrosiano, un miliardo e trecento milioni di dollari erano stati investiti nel finanziamento dei regimi militari di Argentina, Uruguay e Paraguay, nell’acquisto di missili Exocet per la guerra nelle isole Falkland, per pagare tangenti ai politici e nei fondi neri pronti ad ogni evenienza.

3.
All’inizio degli anni ’80, dietro la richiesta di Calvi, Sindona e di varie banche tedesche, Cedel-Clearstream passò alla fase della creazione di un sistema di conti “non pubblicati”, ovvero “conti invisibili” che non appaiono nelle liste ufficiali. Un dirigente che s’impuntò di non concedere tutte le autorizzazioni all’apertura dei conti invisibili richiesti era Gèrard Soisson. Soisson venne fuori con l’idea che almeno la Cedel accettasse di farsi controllare da un Ente Pubblico. Indovinate che fine a fatto? Gèrard Soisson è morto il 28 luglio 1983 durante una vacanza in Corsica. Il certificato medico non precisa l’origine del decesso. Si parla di “morte naturale”. Eppure Gèrard Soisson era un quarantenne sano, sportivo, cintura nera di karatè.

Ma muore improvvisamente dopo aver fatto jogging mentre beve un bicchiere d’acqua al bar dell’albergo. Può capitare. Ciò che non si capisce però è perché subito dopo la morte il corpo di Gèrard Soisson sia stato stranamente eviscerato (certo è che, una volta tolte le viscere ad un corpo, diventa difficile trovare tracce di avvelenamento). Dopo la sua morte il capo di Soisson, Ernest Backes, è stato licenziato e da allora più del 50% dei conti sono diventati “non ufficiali” o “non pubblicati” (“UNPUBLISHED PARTICIPANT”)

4.
Una riforma di Clearstream verso la trasparenza è stata auspicata di recente da Montebourg e Peillon, due parlamentari francesi a capo della Commissione parlamentare che ha indagato su Clearstream. Essi hanno pure parlato della necessità che non si lascino operare società di Clearing come Clearstream senza che ci sia un ente pubblico che monitori le transazioni e gli afflussi di capitale. Montebourg (2008): “..questi ex-impiegati di Clearstream hanno pienamente comprovato che l’opacità è un problema reale…

A partire dai testimoni che abbiamo ricevuto, a partire dagli elementi di prova raccolti, siamo stati indotti a scrivere nella relazione parlamentare che questa camera di compensazione che al momento è privata, dovrà essere nazionalizzata.. o in ogni caso dovrà essere messa sotto il controllo degli stati europei, in un modo organizzato da loro stessi, secondo regole prudenziali definite… riguardo alla compensazione inter-bancaria.”
Giornalista di LaTeleLibre: “Che cosa resta da fare allora? ”

Montebourg: “TUTTO resta da fare! Perché niente è cambiato! i meccanismi sono ancora lì. “
Ora siamo nel 2014, per così dire siamo diventati coscienti della situazione, perché abbiamo finalmente molte informazioni su Clearstream, cosa ci impedisce allora di rendere più trasparente il motore della tesoreria degli attivi accentrati che compaiono sui conti delle camere di compensazione?
Detto in parole più chiare, perché non poniamo Clearstream sotto il controllo di un organismo pubblico?

5.
Spessissimo ci sono eventi che passano sotto gli occhi, alcuni dei quali passano anche alla storia, ma ignorando la natura di Clearstream non si ha proprio la possibilità di vedere la struttura che li ha generati o favoriti. Per esempio il 1 gennaio 2013 la finanza internazionale escluse la città papale del Vaticano dalla camera di compensazione internazionale Swift, proprio come era stato fatto con l’Iran ( Cleastream: il signoraggio bancario in nero e poi riclicato ). I turisti, i pellegrini non potevano più utilizzare le loro carte di credito e ancor meno utilizzare i distributori di biglietti. Ma soprattutto, lo IOR (vedi elenco Clearstream del 2001) aveva 21 conti non-pubblicati per dei suoi clienti di elite! Tutto tornò alla normalità 39 giorni dopo, con la sostituzione di Papa Ratzinger con il nuovo Papa dell’ordine dei gesuiti, Papa Francesco.

Danni stimati del black-out di 39 giorni? Inestimabili, se si considera che lo Swift è una stampella essenziale per la camera di compensazione Clearstream, nella quale i possessori dei conti IOR hanno avuto la possibilità di depositare valori centinaia di volte più elevati dei 6 miliardi di euro di attivo che compaiono nei rendiconti della banca IOR che sono sotto gli occhi di tutti.

6.
Tutto questo per dire che Clearstream permette di trasportare elettronicamente titoli e valori per i propri clienti, permette di detenere ricchezza, alle quali fornisce opacità e sicurezza. Sicurezza al di sopra dei governi, sicurezza dai prelievi fiscali, sicurezza di fare le cose sotto gli occhi di tutti i potenti ma lontano da occhi indiscreti.

7.
Altro esempio discusso a lungo è che Clearstream abbia continuato ad accettare ordini di trasferimento per una banca russa notoriamente coinvolta in attività criminali, anche svariati mesi dopo che la banca era collassata portando perdite agli azionisti.

(Clearstream: Explosive Revelation$ | The Komisar Scoop)
Dice Backes: “Dalle microfiches di cui sono in possesso risulta che dopo il fallimento di Menatep, Clearstream ancora autorizzò trasferimenti dai conti di Menatep, ed erano trasferimenti di cash e non di titoli, quindi assolutamente fuori dall’ordinario e contrari allo statuto di Clearstream.”

Alla fine, su questa vicenda la coppia Denis Robert e Ernest Backes vinsero tutte le cause contro la Menatep e l’allora presidente di Clearstream, Andrè Lussi, accettò di dimettersi (seppure con una buonuscita di 8 milioni di euro!). Era stato Lussi che il 15 maggio 1997 aveva visitato a Mosca il presidente della Banca Menatep invitandolo ad aprire un conto su Cedel- Clearstream. Alla fine fu aperto un conto non-pubblicato (il numero 81738). Non avendo Menatep nessun conto pubblicato, questo violava le regole stesse che Clearstream dice di essersi data.

8.
Un’ altra regola della prima ora, resa obbligatoria dalla legislatura lussemburghese, sulla quale Clearstream però ha dovuto soprassedere più volte, è quella di poter servire utenti che non fossero banche. Secondo rivelazioni uscite sulla stampa tedesca, la multinazionale Siemens ha (o aveva) fondi in nero dedicati alla corruzione di ufficiali e politici, nell’ordine di 1.3 miliardi di euro. Questo argomento è stato affrontato dalla Commissione parlamentare francese su Clearstream del 2001, dove sono stati rivelati i conti non pubblicati tenuti da Clearstream per la Siemens (http://thekomisarscoop.com/wp-content/uploads/2007/08/clearstream-list-of-siemens-accounts-2001.jpg).

9.
Il problema di Clearstream è che uno non può fare controlli su quello che non sa e non ha sotto gli occhi.
Però sia il parlamento belga nel 2004 che la Commissione Europea nel 2002 hanno deciso di rigettare la proposta di alcuni parlamentari d’istituire una Commissione parlamentare per indagare su Clearstream, motivando ciò con il discorso che il Lussemburgo ha sempre “trasposto ed applicato correttamente la direttiva relativa allo sbiancamento dei capitali”.
Ora questo perlomeno appare assai strano nel quadro della persecuzione giudiziaria che lo stesso Lussemburgo ha praticato dal 2001 al 2008 nei confronti di Denis Robert, appensantendolo con una decina di procedimenti giudiziari che però hanno portato alla sua assoluzione.
 

10.
Ricapitoliamo: delle cose ben precise sono successe sulle scrivanie di Clearstream in Lussemburgo. Strano che il Lussemburgo come stato se la prenda con il messaggero, Denis Robert, e non contro i veri responsabili!
Fatto sta per esempio che Ernest Backes movimentò denaro del Banco Ambrosiano verso il sud america e verso i paradisi fiscali, poco prima della bancarotta del Banco ambrosiano.
Dice Ernest Backes in un’intervista con “In These Times” a Neuchâtel (2002): “Nessuno nemmeno sapeva che c’era una sede del Banco Ambrosiano a Lima. Fummo io e Soissons ad instradare gli ordini di pagamento a quella e altre sedi offshore.” ( Clearstream: Explosive Revelation$ | The Komisar Scoop )

Shockato da questo discorso e dalla morte sospetta del collega Soissons, dopo aver lasciato la camera di compensazione Backes trovò lavoro nella Borsa del Lussemburgo e poi manager di una cooperativa di macellai. Ma iniziò a raccogliere informazioni e microchips della camera di compensazione grazie a degli amici fedeli ancora impiegati che avevano grossa fiducia in lui.

11.
La pubblicazione del libro di Denis Robert incoraggiò vari altri personaggi a rivelare come Cedel/Clearstream aveva facilitato corruzione. Per esempio Joël Bûcher, ex direttore generale del ramo di Taiwan della banca Société Générale. Nell’ambito di una discussione molto sentita dai mass-media francesi Bûcher ha testimoniato che nei primi anni ’90 Cedel fu usata per veicolare molte centinaia di milioni di dollari in tangenti per facilitare il contratto della vendita di sei fregate da guerra francesi a Taiwan.

Bûcher disse alle autorità di Taipei che un terzo delle tangenti andarono a generali e politici Taiwanesi, mentre il resto furono intascate da ufficiali francesi. La giustizia di Taiwan condannò 13 ufficiali militari e 15 venditori di armi a pene tra I diciotto mesi e l’ergastolo per corruzione e uso improprio di segreti militari.

Il vero scandalo, fa notare Lucy Komisar, una giornalista sempre presente su questioni che riguardano Clearstream, è che l’azienda francese Thompson ha pagato oltre un miliardo di dollari in tangenti connesse a quella vendita di sei fregate a Taiwan e sia il vecchio governo socialista che i governi conservatori hanno rifiutato di dare ai magistrati incaricati dell’inchiesta i documenti della dogana nascondendoli dietro il segreto militare (French Finance Minister not “sufficiently aware” of frigates case | The Komisar Scoop)

12.
Creando Clearstream, le banche dei potenti hanno materializzato un livello dove controllarsi tra di loro, hanno creato un livello dove fare i loro comodi, incluse le azioni di distorsione su personaggi chiave della politica e sulle economie di qualunque luogo della terra. Non c’è modo che i governi o le magistrature maneggino con agilità il programma informatico usato da Clearstream (che è stato ispezionato solo in un’occasione e solo per poche ore, da Régis Hempel) e quindi non c’è modo di comprendere o limitare cosa sta succedendo. Infatti tra le altre cose, queste camere di compensazione permettono di riciclare i proventi del signoraggio primario delle banche centrali oltre che il signoraggio secondario delle altre banche tradizionali (vedi: Cleastream: il signoraggio bancario in nero e poi riclicato e Il signoraggio primario e secondario. L'illicietà dei tributi. ).

13.
Nessuno prima delle rivelazioni di Denis Robert e Ernest Backes (2001) aveva mai discusso l’esistenza delle centrali di compensazioni come Clearstream ed Euroclear (negli Stati Uniti la DTC e il CHIPS), che operano come una sorta di “notaio internazionale”. Nessuno quindi aveva mai potuto sapere del modo in cui sono organizzate al momento, che è compatibile con il loro assorbire buona parte del denaro sporco del mondo e rimetterlo in ballo, ovvero farlo accettare dalle economie di tutto il mondo.

Denis Robert annuncia il suo successo. È il 4 febbraio 2011: “Diffamazione, parti civili, etc. etc.., banche russe e banche lussemborghesi, su quel fronte ho sempre vinto in tribunale. Frontalmente contro Clearstream (una ventina di cause) ho anche vinto, soprattutto ora con questo risultato della Corte di Cassazione che mi assolve e aggiunge che ho fatto un giornalismo serio e di grande utilità sociale. A volte no, avevo perso in primo appello, per affermazioni fatte nel corso di articoli di giornale. Ma ora con questa Corte di Cassazione posso andare in appello anche per le poche cause di diffamazione perse.

Con questa sentenza della Corte di Cassazione ora si può, certo io, ma soprattutto gli altri giornalisti, mettere il dito nei misfatti di questi strumenti bancari, come spiegato nei miei libri, Rischi di diffamazioni ora non ce ne sono più.

Prima di dare ulteriori informazioni in un ulteriore articolo, volgiamo rapidamente lo sguardo al libro di Robert del 2001, “Soldi. Il libro nero della finanza internazionale“:

– Tutte le operazioni tra gli attori del mercato finanziario (i venditori, i compratori, i banchieri) si svolgono ormai tramite un sistema elettronico fondato “sulla fiducia reciproca degli attori”, spiega Backes.

Diremo dunque che il denaro è smaterializzato. Il problema di tutti coloro che possiedono delle ricchezze è sempre quello di investirle, di convertirle in titoli: in Sicav, Sicam, in azioni, in obbligazioni. Anche questi titoli sono smaterializzati. Esistono sempre meno in supporto cartaceo. Milioni di titoli sempre più virtuali, cioè non aventi nessuna esistenza fisica- sono scambiati ogni giorno grazie alle società di clearing.

[..] Mi ci è voluto del tempo ad accettare l’idea che veramente Ernest Backes poteva essere l’uomo che mi avrebbe permesso di guardare dietro lo specchio della Borsa, nel back office del villaggio finanziario. Se, nel linguaggio finanziario, la borsa è il luogo degli scontri (front office), il clearing è quello del coordinamento (back office).


Questo mangiatore di insalata di cento chili che spesso annega i suoi racconti sotto tonnellate di particolari di cui nessuno sa i significati, possiede un tesoro, una chiave di accesso ai piccoli e ai grandi segreti del Global Village, quell’universo di cifre, di tic e di codici, dove essere informati prima degli altri è il primo segno del potere. Ernest Backes, pensionato lussemburghese che maneggia frequentemente nei suoi dossier le vicende mafiose italiane e le attività di misteriose società segrete come la Bilderberg o la Trilaterale, che tira fuori dalla tasca un influentissimo venditore d’armi chiamato Henry che si suppone tutti conoscano, che connette troppo velocemente i fatti, le persone e gli avvenimenti che, per noi, non hanno nessun rapporto, non è un buon insegnante. Piuttosto è una persona non contenibile.

Ernest trae la sua forza e le sue convinzioni dalle sue ricerche. Ha capito, ad un certo punto della sua vita professionale, che lavorava sul punto cieco delle transazioni finanziarie internazionali. Ha afferrato ciò che succedeva. Ha visto ciò che nessuno intorno a lui vedeva. Deve essere un sentimento molto particolare.

La società di clearing è il luogo dell’accelerazione e della registrazione delle transazioni. Anche dell’occultamento.

Torniamo indietro di qualche decennio. Se un agente assicurativo di Chicago voleva vendere una parte del capitale della sua società ad un armatore greco, come faceva? Andava a trovare il proprio banchiere, supponiamo presso la Bank of New York, e gli affidava la missione di vendere i titoli. Quest’ultimo prendeva l’aereo per Atene, dove entrava in contatto con il banchiere dell’armatore, supponiamo presso la filiale greca dell’ABN Amro Bank. Innanzitutto il clearing ha consentito di guadagnare tempo, dunque denaro.

Non c’è più bisogno di spostarsi. Oramai un organismo centrale garantisce la realtà dello scambio. Il principio di base è semplice: raggruppiamoci tra banchieri di diversi paesi, e creiamo un luogo di fiducia dove sarà registrato e avallato lo scambio bancario. A differenza di una Borsa, che comprende le diverse parti di una transazione, la società di clearing è un’infrastruttura apparentemente passiva. I titoli non cambiano posto, cambia soltanto il nome del proprietario. La società di clearing s’incarica di registrare e avallare la modifica”.

Lorenzo Acerra
 
Mentre la finanza internazionale attraversa una crisi generalizzata a seguito delle disfunzioni relative ai mutui del mercato immobiliare americano (agosto 2007), il presidente francese Sarkozy ha indirizzato una lettera all’attuale presidente del G8 Angela Merkel (1), lamentandosi delle mancanze del sistema finanziario mondiale e dell’assenza di trasparenza dei mercati. In questo capitolo cerchiamo di chiarire come funzionano gli scambi finanziari internazionali descrivendo le strutture che li permettono e che gestiscono la circolazione degli attivi finanziari assicurando la liquidità dei mercati. Queste strutture vengono denominate “camere internazionali di compensazione”. E’ in occasione degli accordi economici tra la Francia e la Libia – che sono seguiti alla liberazione da parte della Libia delle infermiere bulgare quest’estate e che hanno suscitato una controversia a livello europeo (2) – che ci si chiede se queste camere di compensazione non potrebbero rivelarsi utili nelle indagini che sta svolgendo la Commissione d’inchiesta parlamentare francese sulla modalità con cui questi accordi con la Libia si siano realmente svolti. In pratica, se fosse stato pagato un riscatto questo risulterebbe proprio dai movimenti contabili di queste camere di compensazione.

Da qualche decina d’anni, le transazioni finanziarie sono facilitate da questi organismi centralizzati che possono essere nazionali – come in Italia il Monte Titoli (3) - oppure internazionali, come in Europa Euroclear Bank, Clearstream International, SWIFT (4), in Svizzera la SegaInterSettle o, negli Stati Uniti, il CHIPS (5) e la DTC (6).


Negli anni dal 2001 in avanti, con l’uscita di vari libri d’indagine firmati dal giornalista investigativo francese Denis Robert (7) sulla Banca Clearstream, che precedentemente si chiamava CEDEL e che fa parte del gruppo tedesco Deutsche Börse, in Francia sono scoppiati vari scandali tutti legati al fatto che queste società di compensazione sono opache e che mantengono dei conti, cosiddetti “non pubblicati”, attraverso i quali è possibile perdere le tracce di importanti movimenti di denaro. L’argomento è stato poi approfondito in un capitolo di un mio precedente lavoro (8).

Queste camere di compensazione - in inglese: International Central Securities Depositories, ICSD – nel caso di Euroclear e Clearstream – cumulano la funzione di stanze di compensazione con quella di vere e proprie banche.

Il ruolo di queste organizzazioni private è quello di permettere la circolazione dei valori finanziari autorizzando transazioni in tempo quasi-reale tra i clienti del sistema che sono le banche tradizionali, le istituzioni finanziarie, le banche centrali ed alcune multinazionali (9). Queste transazioni – o “regolamenti” – riguardano cifre importanti, normalmente dell’ordine di varie centinaia di milioni di euro. I titoli o valori mobiliari che sono stati smaterializzati attraverso l’informatica - ovvero vengono registrati come cifre digitali in dei computer – vengono scambiati attraverso comunicazioni digitali ed attraverso un gioco di scritture contabili, sui conti dei clienti di queste istituzioni. Tutte le transazioni vengono memorizzate e ritrascritte nei conti della società di compensazione che svolge la funzione di agente dei “regolamenti”. Le carte-valori vengono depositate nelle casseforti di queste organizzazioni – quando non sono emesse esclusivamente in modo digitale – ed in questo caso la camera di compensazione assolve la funzione di “deposito titoli”. Per quanto riguarda Clearstream, si parla di cifre di diversi trilioni di euro (dodici zeri), circa 23 volte il prodotto interno lordo di un paese come la Francia. Quindi, qualsiasi transazione internazionale che si realizza tra banche che hanno aperto un conto presso questi organismi, viene da essi svolti facendo pagare delle spese per il servizio. Un organismo come Clearstream International SA permette ai suoi clienti di svolgere tre tipi differenti di compensazioni o regolamenti:

- i regolamenti interni: riguardano delle transazioni con contropartite o clienti all’interno del sistema Clearstream;

- i regolamenti detti di “Bridge” (Ponte): si tratta di transazioni con contropartite presso la collegata Euroclear attraverso l’uso di un ponte elettronico tra il sistema Clearstream e quello Euroclear;

- i regolamenti esterni: per delle transazioni con contropartite all’esterno delle due camere internazionali di compensazione (o ICSD) che sono appunto Euroclear Bank e Clearstream.



Schema di funzionamento del sistema basato sul ponte elettronico BRIDGE


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Le due camere di compensazione sono quindi strettamente legate e permettono ai loro clienti di passare da un sistema all’altro attraverso un ponte di collegamento elettronico che inizialmente funzionava di notte, dal 1993, ma che poi ha cominciato a funzionare anche di giorno, nel 2004, avendo visto crescere il traffico ed è poi notevolmente aumentato, dall’inizio del 2007, nel tentativo di “liquidificare” il mercato. Le banche clienti possono così scambiare dei titoli e concludere delle transazioni anonime utilizzando le banche “corrispondenti” Euroclear e Clearstream. Conservando le tracce di tutte le transazioni effettuate all’interno dei loro sistemi, queste istituzioni internazionali potrebbero, se volessero o fossero costrette, collaborare efficacemente con le istituzioni che indagano sui movimenti di denaro legati al terrorismo ed alla criminalità.

Nel 2004, due senatori belgi, Isabelle Durant e Jean Cornil, avevano proposto una legge per creare una commissione d’inchiesta nazionale incaricata di indagare sull’utilizzazione dei conti presso “delle società di compensazione e d’istradamento finanziario” a fini di frode, evasione fiscale e/o riciclaggio di denaro. Questa proposta di legge non ha avuto seguito poiché la commissione europea ha stimato che il Lussemburgo ha “trasposto ed applicato correttamente la direttiva relativa allo sbiancamento dei capitali”. Ora questo perlomeno appare assai strano nel quadro della persecuzione giudiziaria che lo stesso Lussemburgo sta praticando da anni nei confronti di Denis Robert, colpevole solo di aver portato alla luce che, ad esempio, attraverso Clearstream fu pagato un riscatto anglo-americano per mantenere prigionieri gli ostaggi dell’Ambasciata americana a Teheran, rapiti dall’Iran, allo scopo di farli rilasciare solo dopo e non prima dell’elezione di Reagan e Bush alla Casa Bianca (nel gennaio 1980). Le cause tentate per imbavagliare Robert, quasi tutte poi perse, hanno solo lo scopo di distruggere finanziariamente una persona che ha osato sfiorare da vicino la piramide dei creatori di denaro dal nulla. Queste camere di compensazione infatti permettono proprio di riciclare i proventi del signoraggio primario delle banche centrali oltre al signoraggio secondario delle altre banche tradizionali. Ma non basta: permettendo la compensazione mobiliare, permettono alle banche centrali, che usano per lo più conti “coperti”, di effettuare quelle cosiddette Operazioni di Mercato Aperto (10) che altro non sono che un sistema per trasferire ricchezza agli amici degli amici. Ma Denis Robert a denunciare questo ancora non ci è arrivato…

Continuiamo la nostra esplorazione di queste centrali private di traffico di capitali internazionali. Descriviamo ora altre due di queste istituzioni: la DTC (Depository Trust Company) e il sistema SWIFT.

La DTC è una filiale della DTCC (Depository Trust and Clearing Corporation) con sede a New York, è assimilata ad una camera di compensazione nazionale ma di fatto si tratta di una camera internazionale a causa dell’entità e del valore dei suoi depositi: ha un volume di attivi in valuta estera di più di due trilioni di dollari, viene al primo posto seguita nell’ordine da Euroclear e da Clearstream ed è connessa a queste ultime attraverso il sistema “Bridge”.

Il sistema SWIFT, che ha base a Bruxelles, è una rete interbancaria che permette il trasferimento di valute e che permette di effettuare operazioni su titoli e divise grazie ad un servizio di messaggeria istantanea tra gli operatori del sistema, principalmente le grandi banche e le grandi istituzioni finanziarie mondiali.



I trasferimenti finanziari attraverso la tecnica delle banche di corrispondenza, il “correspondent banking”

Nel marzo 2001, il senatore democratico americano Carl Levin citava in un rapporto sul riciclaggio di denaro, la poca collaborazione da parte delle grandi banche americane - che fanno parte delle banche più grandi del mondo – nella lotta contro i crimini finanziari e metteva in luce come la tecnica delle banche di corrispondenza avesse un ruolo cruciale in questo genere di delitti. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, sono state prese delle misure per lottare contro il finanziamento delle reti terroriste: in ambito statunitense attraverso il Patriot Act (11) ed in ambito OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) attraverso il Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale (GAFI), aggiungendo 9 raccomandazioni alle 40 già esistenti, di cui una interessa particolarmente i grandi organismi di trasferimenti finanziari descritti in questo capitolo e riguarda i trasferimenti elettronici (12). La tecnica del correspondent banking è “moneta corrente” negli ambienti finanziari e questa tecnica è ampiamente riconosciuta e diffusa (13).

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La banca “A” apre un conto a suo nome nella banca corrispondente “B” per effettuare delle operazioni finanziarie per conto dei suoi clienti, che saranno coperte da un doppio segreto bancario, a nome della banca “B” scelta e che potrà permettere un accesso indiretto ai clienti a degli organismi di transazioni assicurate come le camere internazionali di compensazione (ICSD), o a degli altri sistemi di transazione. Le ICSD come Clearstream International lavorano in modo significativo con delle istituzioni con base nei paradisi fiscali (14). La tecnica del correspondent banking può così favorire l’entrata di società o d’istituzioni finanziare che le fanno da schermo, nei circuiti della finanza mondiale.



Le transazioni a livello di ICSD e di banche di corrispondenza interne a questi sistemi

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Le banche clienti delle ICSD possono fare da banche o da istituzioni di corrispondenza con delle parti terze e dare loro la possibilità di accedere alle operazioni effettuate in seno a questi sistemi. La DTC, i sistemi Euroclear e Clearstream, il sistema SWIFT possono così essere utilizzati da delle parti e controparti “anonime” per quanto riguarda i registri interni o le banche dati delle transazioni di questi organismi. In che misura sono state applicate le raccomandazioni per la lotta al finanziamento del terrorismo nel quadro di queste tecniche interbancarie? Dato il carattere di raccomandazione delle misure di trasparenza enunciato dalle istituzioni come il GAFI, la loro applicazione al livello delle ICSD – dato che la diffusione geografica della clientela non può garantire una armonizzazione del comportamento di trasparenza – sembra non potersi concretizzare, lasciando così un vuoto normativo, giuridico e finanziario, che intacca l’ottimizzazione della sicurezza delle transazioni a livello internazionale.



Le banche corrispondenti in seno alle ICSD

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Inoltre, la presenza di banche all’interno stesso delle istituzioni che assicurano le compensazioni e i regolamenti dei conti - come è il caso di Euroclear Bank per il sistema Euroclear, di Clearstream Banking nel caso di Clearstream International – permette di utilizzare il ricavato delle operazioni del correspondent banking all’interno di questi organismi stessi. La complessità nel tracciare questi trasferimenti legata a questi livelli intermedi nelle transazioni, rappresenta una difficoltà ulteriore al raggiungimento della trasparenza dei sistemi finanziari. L’insieme degli attivi scambiati al livello delle ICSD partecipa anch’essa a questo stato di cose. (15)



Dal correspondent banking al correspondent clearing

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La realizzazione di una politica di efficienza e di liquidità dei mercati si è materializzata, negli ultimi anni, attraverso l’istallazione di un ponte elettronico che collega le tre grandi camere di compensazione mondiali che sono la DTC (Depository Trust Company), Euroclear Bank e Clearstream International. La presenza di banche in seno ai due grandi sistemi europei, accoppiata a questo sistema di ponte di collegamento (BRIDGE) permette, infine, l’utilizzazione di questi organismi secondo una tecnica di correspondent clearing. In pratica, le banche clienti dei due ICSD possono utilizzare le banche interne a ICSD come delle banche di corrispondenza passando così da un sistema di compensazione (clearing) all’altro beneficiando così di un ulteriore schermo bancario a fini legali o illegali. In questo contesto si pongono varie questioni a chi osserva il sistema dall’esterno: quali sono le condizioni contrattuali che le banche ICSD offrono ai loro clienti e sono queste differenti da quelle che pongono le altre banche? Queste banche sono aperte a chi non è cliente delle ICSD? Infine, queste banche sono anche clienti a tutti gli effetti delle altre ICSD concorrenti?

Dalla risposta a queste domande dipende una parte considerevole delle esigenze di trasparenza che sono richieste nel quadro di una mondializzazione finanziaria, perché non si tratta qui solo di un malfunzionamento del sistema finanziario mondiale, ma della sua stessa organizzazione, legalizzazione e della definizione del suo ruolo istituzionale.



Note:



1) Angela Merkel venne premiata col premio della fondazione Edmond Israel nel 2006. Gli altri otto che ricevettero il premio annuale furono: Helmut Kohl, Jacques Santer, Javier Solana, Guy Verhofstadt, Jean-Luc Dehaene, Jean-Claude Juncker, Árpád Göncz e Wim Duisenberg.

Angela Merkel to receive Edmond Israel Foundation’s Vision for Europe Award - Clearstream.com, 6 Novembre 2006

La rivista Forbes ha indicato la Merkel come la donna più potente del mondo nel 2007:
E' la Merkel la donna più potente del mondo - Corriere della Sera, 31 agosto 2007


2) Libia: Cecilia Sarkozy non testimonierà su infermiere bulgare - Corriere del Ticino, 23 agosto 2007
http://www.cdt.ch/interna.asp?idarticolo=tio344866&idtipo=2


3) http://www.montetitoli.it


4) Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication


5) Clearing House Interbank Payments System


6) Depository Trust Company


7) Sito internet di Denis Robert:
http://www.ladominationdumonde.blogspot.com

In italiano è stato tradotto solo il suo primo libro, Révélation$: “Soldi – il libro nero della finanza internazionale”, di D. Robert e E. Backes, ed. Nuovi Mondi Media, 2004


8) Bankenstein, di Marco Saba, ed. Nexus, 2006


9) Tra i conti che vennero trovati da Denis Robert nei listati di Clearstream ce n’era anche uno del Ministero del Tesoro italiano con sede a Milano. Si trattava del conto numero C2510. Altre decine di conti italiani erano direttamente intestati a persone (nomi e cognomi)


10) In inglese: Open Market Operations, O.M.O.


11) Patriot Act, capitolo 3 Sottotitolo B — Emendamenti alla legge sulla segretezza bancaria e migliorie collegate.

Le misure prese a livello della lotta contro il lavaggio di denaro, a seguito degli attentati del 9-11, sono state parecchio criticate. Alcuni elementi riguardo ad anomali movimenti di borsa collegati agli attentati e segnalati dalla Commissione d'inchiesta sono stati ignorati da varie polizie internazionali, compresa la Guardia di Finanza, sotto la scusa del segreto bancario, della extraterritorialità o semplicemente per "decisioni relative all'inquirente". Se si fossero tracciati a ritroso questi movimenti di borsa, si sarebbe potuto risalire, molto probabilmente, alle "menti raffinatissime" (per usare una definizione di Giovanni Falcone) che si nascondevano dietro agli esecutori degli attentati. Vedi: "Bankenstein", citato sopra, capitolo sulla Deutsche Bank (2006).

Vedi anche:

SEC SECRET PROBE OF STOCK DEALINGS BEFORE 9/11 - TBRNews.org
http://tbrnews.org/Archives/a048.htm

Sibel Edmonds, ex traduttrice del FBI, sotto la tutela del Privilegio del Segreto di Stato ha testimoniato:
"Le mie traduzioni delle intercettazioni dell'11 settembre riguardavano anche il lavaggio di denaro (dei terroristi), informazioni precise e con data certa.... Se si fossero fatte davvero le indagini, avremmo assistito in questo paese (Stati Uniti) a delle rivelazioni criminali di alto livello... e credetemi, faranno di tutto per nascondere tutto ciò."

The Pakistan Connection, Guardian Unlimited, 22 luglio 2004


12) VII. Wire transfers
Countries should take measures to require financial institutions, including money remitters, to include accurate and meaningful originator information (name, address and account number) on funds transfers and related messages that are sent, and the information should remain with the transfer or related message through the payment chain.


13) Indirect access to Euroclear and Clearstream Banking is available to other institutions which clear through or maintain a custodial relationship with an account holder of either system.
http://www.secinfo.com/dsvrt.4fd26.htm
 
Che cojoni, siamo sempre stati governati dai mascalzoni e cionononsante il mondo, almeno fin quì,
è andato avanti.
 
Ferruccio Pinotti, "Finanza Armata" (inedito?), Rizzoli

"Il dramma di un figlio che vuole sapere la verità sulla morte del padre. Nessuno ha mai chiarito perché Calvi è stato "condannato". E perchè in oltre vent'anni non è stata raggiunta la verità. Chi l'ha impedito? Il libro di Pinotti parte da qui: dalla testimonianza e dal racconto sofferto di Carlo. Affrontando spese altissime e con l'aiuto di investigatori privati, il figlio ha condotto indagini in tutto il mondo, raccogliendo materiale ritenuto prezioso dagli inquirenti e che per la prima volta viene messo a disposizione del pubblico. Carlo racconta senza remore i risultati della sua ricerca della verità con importanti rivelazioni sui nuovi "poteri forti" e l'ascesa dell'Opus Dei."
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Pezzi tratti dalla "bozza" pre-Ricucci:

"Ho incontrato anche Marco Saba, dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata di Ginevra, che mi ha introdotto nei complicati meccanismi delle società di clearing, ovvero le camere di compensazione delle transazioni finanziarie internazionali che consentono di effettuare operazioni in maniera rapidissima e assolutamente riservata. Come in un pozzo senza fondo, tutto è avvolto in una oscurità impenetrabile. Un capitolo importante, anch’esso suggeritomi dal figlio del banchiere dell’Ambrosiano. Si tratta della vicenda Cedel, delle rivelazioni fatte da Ernest Backes, un tecnico dell’alta finanza tedesco, e dal giornalista francese Denis Robert. Li ho contattati entrambi. Il primo, che attualmente vive a Neuchâtel, in Svizzera, mi ha rivelato di esser stato contattato dagli inquirenti che stanno lavorando al nuovo processo Calvi. Robert, invece, mi ha confermato di persona la sua profonda convinzione dell’importanza del capitolo Cedel per risolvere i misteri relativi alla morte di Calvi."

"E’ Carlo Calvi a darmi la traccia da seguire. «Dovrebbe informarsi in merito alle scoperte fatte da Ernest Backes e Denis Robert. Non se ne sa ancora nulla, in Italia.»
Il suo suggerimento è come al solito anodino, stringato. Grazie a Marco Saba, un ricercatore dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata di Ginevra che ho incontrato sulla via del ritorno dal Canada, sono riuscito a ricostruire questa vicenda, mai affrontata da chi si è occupato del caso Calvi-Ambrosiano.
Roberto Calvi, nella fase tra la sua nomina a direttore centrale capo nel 1970 e a direttore generale nel 1975, sente il desiderio di spingersi oltre le scelte di Canesi sul fronte strategico delle alleanze estere. E fa in modo che la Kredietbank del Lussemburgo lo accolga nel suo consiglio d'amministrazione. Nell’istituto fiammingo lavorava all’epoca un brillante banchiere di nome Gérard Soisson. E in quello stesso periodo Soisson, insieme a un tecnico dell’alta finanza, il tedesco Ernest Backes, è tra i principali ideatori del primo sistema di clearing internazionale, ovvero la camera di compensazione delle transazioni finanziarie denominata Cedel (Centrale di consegna di valori mobiliari), una società privata che dal 1999 diventerà Clearstream, il “fiume pulito”, un nome che suona ironico per una società che si occupa di movimenti di capitali. Intorno a questo sistema completamente privato Calvi e Soisson stringono i loro rapporti. Il banchiere milanese coglie subito le potenzialità di questo nuovo sistema di transazioni. E l’Ambrosiano diviene uno degli azionisti-correntisti chiave di Cedel. Ma Calvi comprende anche che il Lussemburgo diventerà presto una delle capitali mondiali dei flussi finanziari coperti, e per questo cerca un’ulteriore legittimazione tra i ristretti circoli del potere finanziario del luogo. Roberto Calvi viene ammesso in una delle principali logge massoniche lussemburghesi, alla quale apparteneva anche uno dei quadri superiori di Cedel, il segretario generale René Schmitter.

I legami tra Calvi e Soisson si rinsaldano, in maniera ovviamente non fortuita. Le relazioni di fiducia tra i dirigenti delle principali banche che operano in Cedel e i quadri della società sono fondamentali. Esse costituiscono la materia prima sulla quale si fabbrica quotidianamente il clearing. Soisson era un uomo discreto, e manteneva il totale segreto sulla natura dei suoi rapporti con i banchieri più influenti del pianeta. Apprezzava Calvi, era leale nei suoi confronti.
«I due – ha raccontato Ernest Backes – sembravano parenti: l'italiano gli aveva offerto un regalo che Soisson teneva sulla sua scrivania: tre scimmiette in metallo: una si copriva la bocca, l'altra gli orecchi e la terza gli occhi.»
Nel corso degli anni Settanta, Cedel diviene uno dei principali canali finanziari per le operazioni compiute dall’Ambrosiano a favore e per conto dello Ior, ma anche su molti altri fronti pericolosi, come la rete delle società panamensi e le operazioni in Sudamerica. Calvi, attraverso il sistema Cedel, ottiene un doppio risultato: da un lato la segretezza e l’irreperibilità delle sue acrobatiche movimentazioni di capitale (solo alcuni conti erano accessibili dalle autorità pubbliche, gli altri erano denominati “non pubblicati” ed erano occultati attraverso una contabilità parallela); dall’altro la possibilità di mantenere una prova che certi trasferimenti di denaro lui li aveva compiuti, magari per conto del Vaticano o di altri potenti gruppi imprenditoriali. Un formidabile strumento di ricatto potenziale. In Cedel, infatti, restava e resta una traccia contabile di tutti i valori transitati. In caso di difficoltà, e grazie al suo fedele amico Gérard Soisson, Calvi era perciò in grado di recuperare una prova documentale dei movimenti da lui realizzati in favore o per conto di terzi.
Nel 1980, quando ormai il sistema di clearing era perfettamente avviato, René Schmitter e Gérard Soisson organizzarono una delle riunioni mensili del consiglio d'amministrazione di Cedel a Roma, negli uffici dell'Istituto per le Opere di Religione. Ernest Backes racconta: «Avevo suggerito a Soisson di raccomandare a Marcinkus di aprire un conto diretto con Cedel per lo Ior e di evitare così i giri attraverso tutte le banche che apparivano nelle transazioni. Quando Soisson tornò dalla riunione ebbi l'impressione che non avesse osato esprimere questa proposta».
Due anni dopo questa riunione, Soisson disse a Backes che aveva visto delle cose bizzarre in Vaticano: «Soisson sapeva leggere le transazioni meglio di me, che non vedevo altro che il lato tecnico. Io facevo delle battute sul Papa, intorno agli estratti che leggevo in Cedel. Ma lui sapeva che le istruzioni ordinate da Calvi su dei sottoconti della finanza vaticana, con l'avallo della Santa Sede, erano più che rischiose. Si sentiva che il trucco sarebbe stato prima o poi scoperto».

"Per approfondire la questione, da Neuchâtel mi sono spostato a Ginevra, dove ha sede l’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata con il quale collabora Marco Saba, il ricercatore che mi ha aiutato a comprendere le connessioni tra Cedel-Clearstream e il caso Ambrosiano. Mi incontro con Marco in un ufficio a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria e dalla sede del Credito Svizzero. Ho deciso di contattarlo perché avevo letto dei riferimenti a una sua inchiesta sul mondo bancario e in particolare sulla finanza "coperta". Gli chiedo cosa ne pensa, a distanza di vent'anni, della questione dell'Ambrosiano e di Roberto Calvi. «Mi sono interessato della vicenda dell'Ambrosiano per vari motivi, tra cui il fatto di aver conosciuto alcuni dei personaggi che furono coinvolti. Nel 1999, durante una ricerca per conto di una Ong italiana, l'Osservatorio Etico Ambientale, mi ero accorto di quanto il mondo finanziario fosse in grado di condizionare non solo la politica internazionale ma anche la ricerca all'interno della stessa comunità scientifica. Durante una analisi retrospettiva dei vari fatti clamorosi accaduti negli ultimi vent'anni, della serie di fallimenti di banche e istituzioni finanziarie, mi ero accorto che esisteva un filo conduttore.»
Saba propone una metafora.
«Per usare un’immagine forte si può dire che esista quasi un governo parallelo, nell’alta finanza. Per governo parallelo intendo il potere forte, quello del denaro, cui tutti gli altri sono vassalli. Sono sempre stato abbastanza puntiglioso e pignolo, nelle mie ricerche, perché quello che stavo scoprendo aveva dell'incredibile. Il mondo della finanza spende somme folli per la propaganda, al fine di nascondere se stesso: un serpente che si morde la coda. Il problema è che la gente comune non sa, o non vuole sapere queste cose. Si possono creare figure di banchieri d’assalto o di speculatori, come Calvi e Soros, senza che nessuno se ne accorga, per fini precisi. Il problema è che personaggi come Calvi, i cosiddetti “burattinai”, alla fine si rivelano persone manovrate, dei semplici maggiordomi. Dei bersagli sui quali convogliare i disagi dell’opinione pubblica, per distrarre l'attenzione dai veri responsabili di certe crisi finanziarie ricorrenti.»
Ho il timore che stiamo uscendo dal seminato e chiedo al mio interlocutore di tornare alla vicenda dell'Ambrosiano.
«Per inquadrare la fattispecie dell'Ambrosiano bisogna capire che l'intero sistema bancario attuale vive in un universo parallelo rispetto alla democrazia, al potere apparente. Poiché nel caso dell'Ambrosiano dobbiamo confrontarci con la criminalità, non possiamo prescindere dal fatto che essa è un elemento presente nel sistema bancario occidentale. Le porto un dato eclatante. Secondo alcuni studi econometrici ogni cittadino europeo, a causa delle rendite accumulate nel corso dei secoli dal sistema bancario, “avanzerebbe” dal sistema stesso 1 milione e 200 mila euro di rendite da capitale. Le pare poco? I fenomeni di emigrazione cui stiamo assistendo sono dovuti al fatto che l’appropriazione delle rendite da capitale, in alcuni Paesi, è di proporzioni ancora più allarmanti. Tipico è il caso dell'Albania.» Ma allora, i giudici dove hanno sbagliato nelle indagini sul caso Calvi-Ambrosiano? Cosa potrebbe fare un magistrato che si trovasse al posto dei giudici Monteleone e Tescaroli?
«Mi piace ricordare una frase del generale Dalla Chiesa, non a caso morto anche lui ammazzato: "Cherchez l'argent". I giudici italiani, quelli di Milano, non hanno mai acquisito la perizia generale contabile della Touche & Ross sul Banco Ambrosiano. L'hanno dichiarato fallito "sulla fiducia". Potenti gruppi hanno rilevato i gioielli del Banco Ambrosiano a prezzo simbolico. La signora Margaret Thatcher ha messo sotto segreto di Stato la perizia contabile generale sulle attività estere del Banco Ambrosiano. Brian Smouha, il revisore dei conti della Touche & Ross che curò la liquidazione, segretata, dell'Ambrosiano è lo stesso che poi ha gestito la liquidazione della Bcci. Nelle storie dei crimini bancari ricorrono sempre le stesse persone, talvolta gli stessi indirizzi degli uffici. La domanda chiave sull'Ambrosiano è perché la Midland Bank revocò il fido al Banco poco prima della morte del banchiere? Hanno forse pensato che la banca conveniva rilevarla dal fallimento piuttosto che salvarla? Queste sono alcune delle domande a cui nessuno ha interesse a dare una risposta. Perché i giudici non vanno a verificare cosa c’era nella valigetta di Calvi, che ancora oggi un noto banchiere si tiene amorevolmente stretta? Se avesse voluto andare a Zurigo, Roberto Calvi ci sarebbe andato subito. Ma era a Londra che si giocava il grande gioco.»
E quella partita, come sappiamo, il banchiere dell’Ambrosiano la perse.
Editoria e finanza

La vicenda Rizzoli-Corriere della Sera

Se quello della rete off shore, dei movimenti occulti di capitali, delle contiguità pericolose con ambienti che praticavano attività di riciclaggio è un filone centrale nella vicenda Calvi-Ambrosiano, altrettanto importante è il capitolo che riguarda l’editoria. Lo stesso Roberto Calvi, più volte, aveva attribuito l’origine dei suoi problemi all’ingresso nel mondo della carta stampata..."
[...]

"Il dipartimento di Stato USA, il 15 giugno 2004, ha desecretato centinaia di pagine di documenti sul caso dell’ex agente del Sismi (e consulente di Roberto Calvi) Francesco Pazienza, a seguito di un FOIA (Freedom of Information Act) effettuato da un membro dell'Osservatorio sulla Criminalità Organizzata di Ginevra, il ricercatore Marco Saba. Il mandato di estradizione di Pazienza dagli Usa (dove venne arrestato) all’Italia, venne all'epoca segretato dal ministro Mino Martinazzoli. Attualmente Pazienza è detenuto nel carcere di Livorno, in ragione però di una condanna legata a operazioni di «depistaggio» sulla strage di Bologna. L’ex agente, che ha nell’estate 2004 dato vita anche a uno sciopero della fame, sostiene da anni che la sua carcerazione è in realtà legata ai segreti del caso Calvi-Ambrosiano. In tutti questi anni non è ancora stato desegretato nemmeno il rapporto contabile finale sul Banco Ambrosiano (estero) che all'epoca venne segretato da Margareth Thatcher."

[...]

Backes è stato altresì tra i creatori, tra la fine degli anni ’60 e per tutti gli anni ’70, delle «camere di compensazione», ovvero dei sistemi di «clearing» che hanno innovato profondamente le transazioni. Backes ha svelato alcuni dei suoi segreti al giornalista investigativo francese Denis Robert, nel libro-denuncia Révélation$, Les Arènes, 2001.

Note:
Ernest Backes, Denis Robert, Révélation$, Les Areènes, 2001, p. 31
[Uscito in italia col titolo: Soldi - il libro nero della finanza internazionale - Nuovimondimedia 2004]
Ibidem, p. 40
Backes e Robert, op. cit., p.40
Ibidem, p. 40-47
Backes e Robert, op. cit. p. 47
Backes e Robert, op. cit.p. 8
Backes e Robert, op. cit., p.16
Fernando Imposimato, Un Juge en Italie, Éditions de Fallois, Paris, 2000
Backes e Robert, op. cit., p. 41.
In These Times, 15 marzo 2002
Backes e Robert, op. cit., p.43
cfr. Denis Robert, La Boite Noire, Les Arènes, Paris, 2002
Backes e Robert, op. cit., p. 47
E’ quella che
 
Cercherò di riassumere: la società di compensazione CEDEL (poi Clearstream Bank) nacque con un meccanismo di riciclaggio inventato da Roberto Calvi e realizzato da Gerard Soisson, come tecnico informatico. Entrambi trovarono la morte anche se oggi si indaga solo su quella di Calvi. L'idea geniale di Calvi si basava sul sistema della riserva frazionaria. Cioè, quando devo compensare conti tra due istituzioni bancarie, posso limitarmi ad avere la riserva frazionale sulla differenza FINALE dello scompenso. Cioè, se riesco a cancellare la traccia delle transazioni (manomettendo le registrazioni nella cassa di compensazione), posso registrare molto di meno. Esempio: la Banca Bassotti è esposta con la Finanziaria IFIL per un miliardo. La IFIL deve alla Banca Bassotti un miliardo e cento. Differenza: CENTO. Se nascondo le transazioni sottostanti, posso impegnare riserva frazionaria sufficiente SOLO a garantire i CENTO. Ma se devo dichiarare le transazioni effettive, un miliardo PIU' un miliardo e cento, devo avere riserve frazionarie sufficienti per garantire un totale di 2,1 miliardi!
Roberto Calvi, dopo aver regalato una statuina in argento delle QUATTRO scimmiette (una si tappava la bocca, una gli occhi, una gli orecchi ed una il naso) a Gerard Soisson, venne suicidato sotto un ponte della City a Londra.
Gerard Soisson morì improvvisamente quarantenne in un Club Med in Corsica, durante le vacanze, ed il suo cadavere, eviscerato, venne inviato per aereo nel Lussemburgo. Clearstream ebbe anche il cattivo gusto di revocare telefonicamente l'assicurazione sulla vita di fronte alla vedova piangente.
Ma il diavolo veramente con i coperchi è un disastro.
Da allora, sono usciti dei libri che spiegano, poco per volta, come in una tortura medievale, il marcio del sistema.
Questo articolo vuole semplicemente accennare all'ultimo scandalo che sta travolgendo la Francia, il suo presidente ed il primo ministro.
Uno scandalo che potrebbe avvenire anche qui, domani, se si sapessero i coinvolgimenti della Cassa Depositi e Prestiti di Roma (Renato Tarantola).
Oppure i conti neri dello IOR.
Oppure quelli della Banca d'Italia. Oppure se si indagasse sulle decine di conti Clearstream denominati "Italian tax"...
Ma per ora limitiamoci a cosa sta succedendo in Francia.
Gli scandali che circondano Jacques Chirac, presidente della Francia, offrono un esempio molto esplicito di che cosa sia l'inflazione. Sei anni fa, quando Chirac era sindaco di Parigi, si sospettava che egli si fosse appropriato di una valigeta contenente 300mila FR dollari in contanti (Nota: dollari FR: dollari della Federal Reserve, non "United States Notes"...).
Ora l'accusa è che Chirac abbia un conto segreto in Giappone, presso la SAWA bank, con 50 milioni di FR dollari. Chi lo sta accusando è un veterano dei servizi francesi, tale generale Philippe Rondot, che aveva a suo tempo organizzato l'arresto di "Carlos lo sciacallo", e che si era occupato di negoziare il rilascio di ostaggi dal Libano e dall'Iraq. Chirac ha ovviamente negato le accuse che si riferiscono a conti presso Clearstream Bank, nel paradiso fiscale del Lussemburgo. Ma quello che i giornali francesi omettono di dire è che, quando venne instaurata una apposita commissionme d'inchiesta governativa, il governo francese dovette cadere, tempo fa.
Riportiamo sotto il capitolo 10 tratto dal nostro libro BANKENSTEIN:

Capitolo 10 - Riciclaggio di denaro e clearing interbancario


“Tra le numerose transazioni molto confidenziali che Ernest ha dovuto trattare durante i tredici anni passati in Cedel, quella che l'ha maggiormente colpito riguarda gli ostaggi americani trattenuti in Iran all'inizio degli anni 80. La Casa Bianca dove Ronald Reagan era stato appena eletto, ha sempre negato di aver versato un riscatto in cambio della loro liberazione. Ma Ernest era al posto giusto per sapere che era falso. Lo stratagemma era indecifrabile a meno di trovarsi nel cuore del sistema, che era appunto il caso suo. Egli ricorda l'ordine urgente ricevuto all'inizio del 1981. Il 16 gennaio la Federal Reserve e la Bank of England (le banche centrali americana ed inglese) gli intimarono congiuntamente l'istruzione urgentissima di trasferire a banche non aderenti a Cedel, sette milioni di dollari in valori mobiliari: cinque milioni da prelevarsi dal conto della Chase Manhattan Bank e due milioni dal conto della Citibank. Gli venne spiegato allora che si trattava di trasferimenti legati alla sorte dei 55 ostaggi americani detenuti da 15 mesi nell'ambasciata americana di Teheran.”

Tratto da: “Révélation$”, di Denis Robert e Ernest Backes, ed. Les Arènes, Parigi 2001


Negli ultimissimi anni, è venuto alla ribalta lo scandalo della società lussemburghese Clearstream (ex Cedel). Il brano di cui sopra implica un'operazione di riciclaggio: il riscatto venne pagato in base ad un accordo stipulato a Parigi, secondo il quale gli ostaggi avrebbero dovuto essere rilasciati SOLO dopo l'elezione di Ronald Reagan a presidente degli Stati Uniti. Clearstream è una società europea di compensazione interbancaria, come ad esempio lo sono Euroclear e SWIFT. Negli USA, ad esempio, troviamo la società di compensazione CHIPS.

Si tratta di “camere di compensazione” o “società di clearing”, secondo la denominazione inglese. Queste servono sia come “trasportatori” di denaro o titoli (azioni, obbligazioni e bond), sia come “notai” che ne registrano le relative transazioni. Le registrazioni sono conservate con cura per risolvere eventuali casi di contestazione da parte dei clienti. Grazie alla potenza informatica di queste società di clearing, un portafoglio titoli può cambiare di mano, anche trenta volte al giorno, viaggiando – virtualmente - attraverso una dozzina di piazze finanziarie diverse. Presso queste società vi sono conti aperti ufficialmente da banche ed istituzioni finanziarie che periodicamente effettuano delle transazioni informatiche per aggiornare le relative posizioni Dare-Avere. Si è scoperto che, oltre ai conti delle istituzioni finanziarie, in Clearstream vi erano conti di privati e di società multinazionali. Inoltre molti conti, più del 50%, erano "non ufficiali" o "non pubblicati". Il 4 agosto 2000, Cedel ha aperto una filiale in Svizzera, a Ginevra, in Rue du Rhône 118, la "Cedel International, Luxembourg, succursale de Genève". L'oggetto sociale era: "Investimento delle liquidità eccedenti sui mercati finanziari internazionali e gestione del relativo portafoglio titoli". Nel suo consiglio d'amministrazione troviamo un italiano: Roberto Civalleri, residente a Scarnafigi, in provincia di Cuneo. Il presidente ed il vicepresidente sono invece americani: Robert R. Douglass e David Van Pelt. La società venne radiata, dalla camera di commercio di Ginevra, prima dell'uscita di questo libro: il 13 luglio 2003. In un articolo recentemente apparso su "La lettre du blanchiment", un banchiere francese ha chiaramente detto, a proposito del riciclaggio, dell'esistenza di un “triangolo delle Bermuda” della finanza internazionale (Clearstream, Euroclear e Swift).


l Euroclear. Emanazione di JP Morgan, serve principalmente per riciclare quanto sottratto alla comunità europea tramite il signoraggio: circa 6.134 miliardi di euro - M3 - al dicembre 2003. Il debito pubblico della UE era pari al 61% di tale cifra, ovvero 3.795 miliardi. Euroclear si è fusa con la camera francese di compensazione SICOVAM.

l Clearstream. Questa cooperativa bancaria, che prima si chiamava Cedel, venne creata nel 1971 per facilitare gli scambi internazionali di azioni ed obbligazioni. Ha 1700 dipendenti in sette paesi, tra cui gli Usa, l'Inghilterra e la Germania. Nel 2000 è stata acquistata per metà da Deutsche Boerse Clearing, la camera di compensazione tedesca. Clearstream, nel 2000, trattava circa 450 volte il bilancio del Belgio, qualcosa come 50 trilioni di euro all'anno, una cifra paragonabile a quanto trattato annualmente da Euroclear. Nelle sue casse, nel 2000, aveva depositati qualcosa come 9000 miliardi di euro. Ha un esercito di consulenti profumatamente pagati, in particolare troviamo vari responsabili politici del Lussemburgo. Recentemente ha ammesso errori contabili per un totale di 1,7 trilioni di euro (l'equivalente del debito pubblico del terzo mondo), senza che nessuno sollevasse obiezioni. Serve per riciclare - principalmente con titoli - quanto indebitamente ottenuto dalle banche col meccanismo della riserva frazionaria-inflazionista [Nota: Il valore convenzionale totale delle banconote denominate in Euro è di circa 425 miliardi (M1). Il valore totale degli Euro circolanti, compresa la moneta bancaria (M3), è circa 6.134 miliardi. Le riserve d’oro fino della Banca Centrale Europea sono 9.404 tonnellate. Il prezzo dell’oro fino è di 11,569 Euro per grammo, pari a 327,9764 Euro per oncia. Il valore delle riserve d’oro fino della Banca Centrale Europea è di 108,8 miliardi di Euro. Quindi, il valore della garanzia (riserve d’oro) è pari al 25,6% delle banconote denominate in Euro ed al 1,773% degli Euro in circolazione.] Clearstream, comunque, non disdegna le banche centrali. La Federal Reserve ha sette conti su Clearstream, di cui 5 non pubblicati. La Banca d'Italia vi ha aperto almeno un conto non pubblicato. Anche la Banca centrale dell'Iran vi possiede un conto non pubblicato.

l SWIFT. Si tratta di una società d'instradamento finanziario che trasporta gli ordini di trasferimento di contante tra settemila istituzioni finanziarie. Trasferisce 3.000 miliardi di euro al giorno con sei milioni di ordini trattati quotidianamente. Il sistema permette dei trasferimenti a cascata, in una serie di paradisi fiscali, in pochi secondi. Swift conserva gli archivi delle transazioni solo per pochi mesi: si tratta di una decisione arbitraria. Questo sistema, completamente cieco poiché le informazioni trattate vengono cifrate, viene costantemente attaccato dalle autorità che si occupano di lotta contro il riciclaggio. Anche presso Swift esistono dei conti non pubblicati. Swift rappresenta l'hub di ingresso e di uscita della liquidità riciclata.


Partendo dall'assunto per cui queste istituzioni, create dalle banche stesse, sarebbero le principali artefici del riciclaggio, illustro i due casi “Clearstream” ed “Euroclear” riportando parti dei rispettivi verbali della commissione parlamentare francese sul riciclaggio.


Audizione di Régis Hempel, ex dirigente della società Clearstream, davanti alla commissione parlamentare francese sul riciclaggio


Estratto del verbale della seduta di mercoledì 19 settembre 2001 - Presidente: Vincent Peillon - Relatore: Arnaud Montebourg


Presidente: Signor Hempel, La ringrazio della Sua presenza. Questo incontro era stato previsto varie volte ma abbiamo dovuto rimandarlo per ragioni che Le competono [...]. Vorrei che Lei ci dicesse per quale motivo abbiamo incontrato così tante difficoltà per incontrarla, mentre eravamo così impazienti data la portata delle Sue dichiarazioni, fatte nel quadro del lavoro effettuato da Denis Robert.


Régis Hempel: La spiegazione è semplice. Una inchiesta giudiziaria era stata aperta contro i dirigenti di Clearstream. Il giudice istruttore voleva inizialmente sentirmi in quel quadro. Come vi ho scritto, mi mettevo innanzitutto a disposizione della giustizia lussemburghese prima di spostarmi all'estero.


Presidente: [...] Potreste indicarci perché potete, ora, incontrarci? A che punto è arrivata quell'inchiesta? Come l'avete vissuta? So che ci sono state delle perquisizioni a Clearstream. Come sono andate le cose. in relazione alle Vostre accuse?


RH: E' più semplice cominciare dalla fine. Da Clearstream i dirigenti e tutta la direzione sono stati cambiati. Il Sig. Lussi se n'è andato. I dirigenti non ci sono più. E' stata fatta una perquisizione da Clearstream, dal giudice istruttore e da me. Sono andato io stesso con lui nelle stanze di Clearstream per vedere, prendere e mettere al sicuro i documenti, cosa che è stata fatta. Quando è finita, ho continuato a lavorare per la polizia giudiziaria, anche di sabato e domenica. Leggevo i documenti. Erano già dieci anni che ero fuori dal giro e bisognava che mi aggiornassi con l'aiuto dei documenti. Passavo le mattinate, e talvolta i pomeriggi, dalla polizia giudiziaria a leggere i documenti e a prendere delle note per poterli guidare su una lista "tracciabile". E' lì che c'è il problema, da Clearstream, nelle tracce. Ma non sapevo che, dopo la perquisizione da Clearstream, ero anch'io sotto osservazione della polizia giudiziaria. Ero sotto ascolto. Non lo sapevo, mentre lavoravo per la polizia giudiziaria. Ero perseguito poiché, diciamo così, avevo dei documenti. Avevo comunque preso accordi con il giudice per far sì che potessi consegnare dei documenti senza essere colto in fallo io stesso. Avevamo pensato tre casi di facciata. Li abbiamo in qualche modo "fabbricati". Lui doveva fare una perquisizione a casa mia, una perquisizione nel mio ufficio ed una là dove si trovavano effettivamente i documenti, in un altro posto di lavoro. Era della connivenza con me. Avevamo già firmato gli accordi il 17 maggio scorso, quando ci siamo incontrati per la prima volta.


Presidente: Per capire meglio, si tratta di documenti precedenti al 1993, quando ancora eravate in funzione presso Clearstream?


RH: Esatto. Ho indicato alla giustizia tre transazioni da indagare, e così sono andati da Cedel-Clearstream a fare la perquisizione. Preciso che ho fatto delle confessioni su quello che avevo fatto, ma secondo la legge era tutto caduto in prescrizione. Secondo la legge lussemburghese, tutto era prescritto: non si potevano attaccare i dirigenti. All'epoca, il giudice mi chiese di cercare da Clearstream delle tracce nei programmi [informatici] per avere una visione degli elementi perseguibili. Lavoravo quindi su tutti questi elementi per trovare una transazione, o due o tre, per dimostrare la strada. Non volevo far uscire il nome di un cliente perché questo ricadeva sotto il segreto bancario ed io avrei infranto la legge. Mi avrebbero arrestato! E' così semplice come lo dico. Ma non potevo dire che non conoscevo il sistema. In effetti, dirigevo la divisione informatica e tutto quello che accadeva in Cedel passava obbligatoriamente dalla mia divisione. Non potevo dire "non so...". Abbiamo quindi fatto uscire dei documenti. Ho chiamato i programmatori che avevo conosciuto, nel tempo, e ho chiesto loro di far uscire dei listati, i sorgenti dei programmi. Eravamo nell'ufficio dell'amministratore delegato, che era stato allontanato, ed abbiamo avuto accesso al contenuto del suo computer. Abbiamo messo in ordine i listati di cui avevo bisogno per cominciare le mie ricerche. Erano abbastanza voluminosi ed è su quelli che ho lavorato tutto il tempo. Senza esagerare, posso dire di aver già scoperto delle cose. In quel momento, mentre lavoravo, ero sotto osservazione. Era un lunedì mattina. Avevo un appuntamento con un alto funzionario belga, un ministro belga. Il poliziotto mi telefonò a casa, alle otto meno un quarto. Ero già andato in ufficio a preparare la mia valigetta per partire. Telefonò a mia moglie che gli disse che ero andato in Belgio. Allora hanno detto "Azione!", e mi hanno intercettato sull'autostrada per prendermi i documenti che credevano destinati al governo belga e che stavo portando in Belgio. Volevano appropriarsi dei documenti utilizzando le carte che non avevano nemmeno il diritto di utilizzare per fare la perquisizione, che avevano fatto assieme a me.


Presidente: Così avete la sensazione di aver fatto un accordo col giudice...


RH: Ho fatto un accordo, da buon cittadino lussemburghese.


Presidente: ...e siete stato tradito.


RH: Esattamente!
 
Presidente: Vi siete lamentato di quest'episodio?


RH: Non ho fatto una denuncia ma ho scritto a tutte le istanze per dire che era finita e che non mi sarei mosso né sotto minaccia né sotto ricatto. Ho fatto una deposizione ed ho subito un interrogatorio. Da allora, c'è stata la calma. In tutti i casi, vi dico la mia impressione: posso dire di essere stato strumentalizzato. Sapevano che conoscevo il sistema. L'ho costruito e sono uno dei pochi che può ritrovarci le cose. Adesso sono convinto che lo scopo era di screditarmi, di appropriarsi dei documenti e che la mia testimonianza ed il mio lavoro veniva annientato.


Presidente: Avete potuto lavorare qualche giorno, sui documenti?


RH: Sì.


Presidente: Avete potuto stabilire qualcosa su quei documenti?


RH: Ho avuto il tempo di stabilire alcune cose, ma mi hanno sequestrato tutto durante la perquisizione. Non ho fatto delle copie, innanzitutto per prudenza, ed in secondo luogo perché non potevo certo immaginare... Erano al sicuro, nel mio ufficio. Sia io che i poliziotti sapevamo dove erano. Sono stato preso alla sprovvista. Non avevo fatto copie. Hanno portato via tutto durante la perquisizione. Veramente tutto! Compresi tutti i computer di casa e dell'ufficio. Era abominevole. Non avevo più niente . [...]


Presidente: Dopo che Lei ha fatto delle accuse, nel film di Denis Robert, avete subito pressioni, Lei e la sua famiglia, da parte del sistema giudiziario o finanziario?


RH: Non sulla mia famiglia, ma su di me. Non erano minacce, ma dei "consigli di buoni amici"... Se avessi fatto un nome, sarebbe stato diverso... Ma visto che non parlavo, nessuno si è arrabbiato con me... [...]


Relatore: Si considera tradito dalla giustizia lussemburghese che, alla fine, si è rivoltata contro di Lei. Pensa che sia messa in dubbio la sua credibilità? [...]


RH: Non hanno fatto molte indagini. Bisogna che dica innanzitutto che questo sistema [informatico] è molto difficile da capire, e per i comuni mortali è quasi impossibile. E' molto tecnico. Tutti i poliziotti e gli altri che si erano occupati della faccenda, non ci hanno capito niente. Dipendevano da me. E' per questo che ci lavoravo, per fornire loro una specie di vade-mecum per ricercare sui microfilm o altrove, per guidarli. Non erano capaci di farlo. Dall'inizio non avevano a disposizione degli esperti. Una volta sola, il procuratore e la polizia giudiziaria [hanno organizzato una riunione] con l'audit del controllo bancario ed il suo segretario generale. Gli ho fornito spiegazioni. Il procuratore ed i poliziotti non ci capivano niente, cosa normale, non ci sono rimproveri da muovergli contro. Quelli del controllo bancario hanno seguito le mie spiegazioni. Hanno detto che la tal cosa o la talaltra erano possibili. Hanno confermato per iscritto alla polizia giudiziaria le spiegazioni che avevo fornito loro. Ho spiegato come funzionava il tutto, ma senza fare nomi! Tutto questo è stato consegnato per iscritto.


Relatore: Considerate quindi che le conclusioni dell'inchiesta sono soggette al discredito?


RH: Assolutamente! Non mi hanno permesso di fare il mio lavoro ed hanno cercato di screditarmi. Quando ho cominciato a trovare degli "imbrogli", era finita.


Relatore: Come spiega il comportamento dei magistrati?


RH: Bisogna conoscerli, i magistrati! Io li considero persone oneste e non bisogna denigrarli. Il libro Révélation$, lui stesso, ha provocato uno choc nel Lussemburgo. Ci sono tre forze: Euroclear a Bruxelles, la Deutsche Boerse [Clearing] in Germania e Clearstream. Si battevano per avere il clearing universale. Tutto questo oggi è provato. La cosa era pianificata dalla Deutsche Boerse per appropriarsi di Clearstream. Hanno utilizzato il libro ed il mio intervento per cercare di accaparrarselo. Hanno eliminato i dirigenti di Clearstream e ci hanno messo i loro uomini. Tutto questo oggi è provato! Esistono dei documenti della Deutsche Bank e Der Spiegel li ha pubblicati... Ci sono ora le prove che tutto era stato pianificato in anticipo. Come spiegare l'attitudine dei funzionari, mi domandate? [Conosco il nome di] due funzionari i Sigg. X e Y. Prima dell'istruttoria, sono andati a Francoforte presso la direzione di Deutsche Boerse. Era giovedì. Il venerdì sera hanno avviato l'istruttoria. Io lo so perché la polizia giudiziaria era da me, nel mio ufficio... ed abbiamo ricevuto l'informazione per telefono... Quando si ricostruisce la storia, si scopre che tutti erano un po' manipolati, me incluso [...].


Relatore: Volete dire che, nel Lussemburgo, la giustizia è subordinata agli interessi finanziari?


RH: Stiamo parlando di un quarto del budget nazionale!


Relatore: Sicuro! Se Lei considera che i magistrati sono onesti, tuttavia non sono indipendenti. E' la Sua posizione...


RH: Su questo sono tassativo.


Relatore: Avete conoscenza di interventi del Ministro della Giustizia, il Sig. Frieden?


RH: No. Solamente da parte di terze persone...


Relatore: Terze persone vi hanno fatto capire che il Ministro della Giustizia stesso era intervenuto?


RH: Ho saputo questo, ma non posso dire di saperlo direttamente.


Presidente: Partiamo dall'inizio prima di arrivare alla spiegazione del sistema al quale Lei ha collaborato e che ha costruito, un sistema di riciclaggio, come Lei lo definisce. Inizialmente, potrebbe precisare quale è stata la Sua funzione all'interno di Cedel all'epoca, le Sue responsabilità nell'organigramma e nel funzionamento? In quali condizioni si è separato da Cedel e che attività svolge oggi?


RH: Cedel, divenuta Clearstream, è stata fondata nel 1970. Io ci sono entrato nel 1972, quando è veramente iniziato il tutto, per mettere in opera, con altri, il sistema informatico. Cedel è stata costruita in una maniera completamente inversa rispetto alle società esistenti. Cedel-Clearstream è stata costruita intorno ad un concetto informatico al quale tutti si sono dovuti adattare. Era l'informatica che dirigeva tutto. Due o tre persone della squadra iniziale, sono ancora a Clearstream. Prima che io me ne andassi, ero vice-presidente di Cedel, con l'amministrazione delegato. Dirigevo l'informatica, il telex, lo SWIFT - i pagamenti - e la spedizione. Avevo la maggior parte di Cedel sotto di me, con il maggior numero di dipendenti.


Presidente: Da quando a quando?


RH: Ho cumulato tutte queste funzioni dal 1990 fino alla fine. All'inizio ne svolgevo solo una parte, ma poi me le hanno aggiunte. Swift è stato collegato totalmente all'informatica - raggiungendo automaticamente il mio reparto - mentre prima si usava il telex. Quasi metà delle persone erano sotto di me.


Presidente: Avendo delle responsabilità così importanti, in quale occasione e perché avete lasciato Cedel-Clearstream?


RH: Non l'ho lasciata! Mi ha licenziato l'amministratore delegato André Lussi, in condizioni dubbie, cosa che non nascondo. Sono un po' nazionalista... Ero nel Lussemburgo e, date le mie conoscenze in Cedel, sapevo che Lussi e tutta un'altra squadra stavano pianificando di spostarsi a Londra. Tutto era previsto per fare questo spostamento. La messa in moto di una nuova informatica a Londra implicava che Clearstream si sarebbe trovata [di fatto] a Londra. Se invece si fosse fatta qui [nel Lussemburgo], sarebbe rimasta qui. Essendo nell'informatica, ero in una posizione di forza ed ho cortocircuitato le cose affinché Clearstream restasse nel Lussemburgo. Non sono in molti a saperlo, quello che ho fatto. In seguito, divenne impossibile spostarla. A quel punto ero "cotto". Mi hanno inviato un giornalista ad intervistarmi. Era insomma una cosa montata.


Presidente: Potete essere più preciso su quest'episodio?


RH: Si tratta di David Cowan, che in seguito è stato assunto da Clearstream come giornalista di Lussi. All'epoca, era giornalista in non so più quale giornale inglese. Interrogava tutti in Cedel. Venne anche da me perché, in quel momento, ero rappresentante del personale. Il Signor Simmet, anche lui nominato nel libro, mi telefonò dicendomi: "L'ho controllato. E' una persona a posto... Puoi parlargli". E' stato l'unico errore che ho fatto nella mia vita: non ho "ricontrollato". Ho preso le parole di Simmet per vere e mi sono incastrato. Abbiamo discusso assieme come si fa con i giornalisti. Non ho parlato di cose che ricadevano sotto il segreto o quant'altro. Ma è stato sufficiente! Il giorno dopo l'ho capito: un usciere mi si è presentato con il licenziamento ad effetto immediato.


Presidente: E dopo questo giornalista è stato assunto?


RH: Si tratta di Cowan. Anche lui poi è stato licenziato [dopo l'apertura dell'inchiesta giudiziaria]. Per la cronaca, devo dire che tutti quelli che mi hanno messo in disgrazia, sono stati licenziati. La polizia giudiziaria ed il mondo bancario lasciano capire ovunque che io ho organizzato il libro. Avrei fatto parte dell'orchestra ed avrei condotto questo giochino per mettere in essere la mia vendetta. Ringrazio che mi si accordi cotanta intelligenza. Non dico che mi dispiace. In ogni caso, gli interessati dicono che ho organizzato io l'uscita del libro, in un modo o nell'altro.


Presidente: Arriviamo al punto che è molto complicato e tecnico, come avete detto. Avete parlato di riciclaggio effettuato attraverso il sistema di Clearstream. [...] Vorrei che Lei ci precisasse esattamente, e nel modo più semplice, qual'era questo sistema che era stato messo in opera e che permetteva il riciclaggio.


RH: Cercherò di riassumere. Ho impiegato venti ore a spiegare ad altri specialisti il modo del funzionamento, e solo allora hanno cominciato a capire. Riassumerò senza entrare troppo nei dettagli. Bisogna innanzitutto sapere che nel sistema Cedel, solo le banche sono clienti. Almeno inizialmente, poiché ora ci sguazzano un po' tutti [NdT: multinazionali, clienti privati e banche centrali...] Semplifico molto: quando una banca voleva far passare una transazione [occulta], parlava con un dirigente di Cedel, e noi, noi "correggevamo". Facevamo dell'hard-coding: nel programma, correggevamo l'istruzione che stava per passare. Prendiamo una istruzione di acquisto, una vendita, un movimento di fondi o di titoli. La facevamo sparire o la spostavamo su un altro conto. Era questo l'hard-coding: delle correzioni nel programma sorgente. Era per questo che avevo stampato in Cedel i programmi sorgenti. Potete informarvi, perché è l'aspetto più proibito dell'informatica. Facevamo il programma la mattina. Sapevamo che istruzioni sarebbero arrivate: "Se succede questo, tu fai così e così...". Erano delle eccezioni. In seguito, quando tutto era fatto, rimettevamo il programma precedente e toglievamo l'eccezione. Era come se non fosse successo niente.


Presidente: Sto cercando di capire. Questo aveva la funzione di di fare sì che la transazione chiesta a Cedel non apparisse nelle registrazioni sistematiche di tutte le transazioni.


RH: Esatto.


Presidente: Essendo preavvisati della transazione, bisognava eseguire una operazione informatica in modo tale che non fosse più possibile rintracciare l'operazione effettuata.


RH: Esatto.


Presidente: Questo accadeva per piccole o grandi transazioni?


RH: Per tutte! Noi, i programmatori ed io stesso, non ci facevamo caso. Lo avevamo fatto spesso all'inizio perché esistevano dei bachi e degli errori nei programmi. Non facevamo caso se erano 100 o 50 milioni di dollari! Ad un certo punto, si perde la nozione dei milioni di dollari. Per noi, 50 milioni erano come 50.000 dollari... Abbiamo passato transazioni enormi...


Presidente: Parliamo della persona che Le passava un ordine. Questa dissimulazione di transazioni avveniva ogni due mesi o era una pratica quotidiana?


RH: Forse non quotidiana, ma ogni due o tre giorni. In ogni caso, era frequente. Era il motivo per cui questa pratica non scandalizzava più nessuno, nel dipartimento informatico. Non ci facevamo nemmeno caso. Eliminavamo la transazione; la mettevamo in un altro conto titoli. Era una manipolazione, e ci accontentavamo di assicurarci che aveva funzionato. Punto e a capo!


Presidente: Queste transazioni particolari, poiché cancellate dal sistema informatico, erano legate in modo particolare a certe banche o società? O lo facevano tutti?


RH: Non era specifico di banche in particolare.


Presidente: Era dunque un sistema molto aperto.


RH: Era un sistema molto aperto. Per capire meglio, devo parlare anche dei conti non-pubblicati. E' un sistema che ha degenerato, ma all'inizio non era che un'eccezione del sistema bancario. I conti non pubblicati vennero inventati per la Banca Commerciale Italiana, che aveva un centinaio di banche, di filiali indipendenti. Essa non voleva un conto solo, ma che ognuno avesse il suo conto. La cosa era difficile, ma nessuna agenzia doveva sapere cosa faceva l'altra. Abbiamo messo in atto questo sistema dei conti non pubblicati per la Comit.


Presidente: [Per quanto riguarda le transazioni cancellate,] chi riceveva l'ordine? Era al Suo livello?


RH: Chi lo trasmetteva? Arrivava sempre dal servizio-operazioni o dal servizio-clienti, ma sempre da quelli che erano in contatto con i clienti. Noi ricevevamo dall'alto l'ordine di eseguire l'operazione. E non in forma scritta, ma per telefono!


Presidente: Era lavoro quotidiano! Lei dice: "dall'alto"! Ma Lei era già in alto. Chi è quindi che era in alto?


RH: E' un modo di dire, perché nella prassi l'informatica sta sempre in cantina. (Sorrisi) "Dall'alto" vuol dire da quelli che erano a contatto con i clienti, a qualunque livello.


Presidente: A qualunque livello! Questo vuol dire che tutti i quadri che erano in relazione con i clienti potrebbero, oggi, se fossero sinceri nelle loro dichiarazioni, confermare quello che Lei dice?


RH: Sì [...]


Presidente: Riprendiamo quello che significa una cancellazione delle traccie e della tracciabilità che faceva, Lei, nel sistema informatico.


RH: Ho confessato.


Presidente: Potrebbe spiegarci esattamente come funziona? Prendiamo una transazione, per esempio di vendita di titoli. Questo vuol dire che in un certo momento questa operazione sparisce dal sistema.


RH: Sparisce. Non c'è differenza nei saldi se si controllano i saldi. E' esattamente la stessa cifra.[...] Quando si controlla il saldo globale, è tutto a posto ed è solo quello che viene controllato.


Presidente: Avete dunque l'impressione che questa pratica, di cui si può pensare che si tratti di dissimulazione - e quindi di riciclaggio, come avete detto Voi stesso, varie volte - non era riservata ad alcune banche vicine ad alcune mafie. E' dunque una pratica corrente dei clienti di Clearstream e dunque del mondo bancario internazionale!


RH: Sì, del mondo bancario. Non ci ho fatto neanche molto caso. I conti cambiavano continuamente. Noi avevamo il numero del conto ma non sapevamo di chi si trattasse, perché quello non riguardava il nostro settore informatico. Per noi informatici era molto semplice: si trattava di una riga di programmazione.


Presidente: Per esempio, le grandi banche francesi che abbiamo visto essere clienti di Clearstream - Société Générale, Paribas, Crédit Lyonnais - utilizzavano questo sistema come tutte le altre banche?


RH: Non glielo posso dire altrimenti direi dei nomi (sorrisi).


Presidente: Da quello che ci dite, appare molto plausibile. Se tutti i livelli della gerarchia erano coinvolti in questo funzionamento - da quello che ci avete detto - ci saranno quindi quelli che l'hanno concepito. All'inizio qualcuno dice: "Metteremo questo in opera...". Voi che siete entrato in Cedel abbastanza presto, dovreste sapere chi ha concepito questo sistema.


RH: Diciamo che è un sistema che è degradato. All'inizio, creavamo e lanciavamo un nuovo sistema; avevamo parecchi "bachi". In quel periodo si trattava di creare Cedel e lavoravamo giorno e notte. Dovevamo effettuare molte manipolazioni per aggiornare le schede, perché tutto funzionasse. Durante gli anni, abbiamo creato tutta una serie di programmi e non li abbiamo mai distrutti. Ad un certo punto, il sistema perfezionato era lì! Anche se non era stato concepito per il riciclaggio. Ma ad un certo punto, il sistema ideale per farlo era lì. Non era stato pianificato, è successo per caso. Pianificato? No!


Presidente: In una politica commerciale, in situazione di concorrenza -Euroclear o altri - forse era un argomento commerciale in più, per Cedel, per proporre i propri servizi ai suoi clienti?


RH: Non so a quale livello questo servizio veniva proposto o doveva essere proposto. Ma era ad un livello molto alto. E' stata un'evoluzione nel tempo. Non posso fare che delle supposizioni poiché non ero nel settore commerciale, ma in quello esecutivo.


Presidente: Lei ci sta dicendo, in fondo, che ci siete arrivati quasi per caso a mettere in opera questo sistema che in seguito è divenuto un sistema ordinario. Ma ad un certo punto avreste dovuto accorgervene? Vorrei proprio sapere a che punto vi siete accorto che quello che stavate facendo al sistema informatico poteva servire per il riciclaggio. L'avete capito subito?
 

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