Per fede

nnovazioni mediche al servizio di scelte etico religiose

5 aprile 2010
A cura di Massimiliano Basile
La storia dimostra che la conoscenza e l’innovazione vanno di pari passo con cambiamenti di pensiero e abitudini.
In campo sanitario per esempio, sebbene il salasso venisse spesso raccomandato dai medici, veniva applicato dai barbieri. Questa suddivisione del lavoro condusse alla distinzione tra medici e chirurghi. Il palo a strisce bianche e rosse degli esercizi di barbiere, ancora oggi in uso in alcuni Paesi, deriva da questa pratica: il rosso rappresenta il sangue prelevato, il bianco rappresenta la pinza emostatica utilizzata e il palo stesso rappresenta il bastone stretto nella mano del paziente per dilatare le vene. Il salasso veniva usato per ‘trattare’ un’ampia gamma di malattie, divenendo un trattamento standard per quasi ogni disturbo ed era praticato sia come profilassi che come terapia.
William Harvey ha confutato la base della pratica nel 1628, e l’introduzione della medicina scientifica ha consentito a Pierre Charles Alexandre Louis di dimostrare all’inizio dell’ ‘800 che la flebotomia era completamente inefficace nel trattamento della polmonite e di varie malattie febbrili. Ciononostante, nel 1840 un professore inglese dell’Ordine Reale dei Medici avrebbe ancora affermato che “il salasso è un rimedio che, quando impiegato giudiziosamente, è quasi impossibile averne un’opinione troppo alta” e Louis venne perseguitato dal sanguinario Broussais, che poteva raccomandare fino a cinquanta sanguisughe per volta. Oggigiorno è assodata l’inefficacia del salasso per la maggior parte delle malattie.
L’introduzione del microscopio acromatico nella prima metà del sec. XIX permise lo sviluppo della teoria cellulare che R. Virchow applicò alla patologia: l’essenza della malattia veniva quindi individuata nell’alterazione delle cellule costitutive dell’organismo. Nel 1860 la dimostrazione data da L.Pasteur che i germi erano causa delle fermentazioni e di alcune infezioni e non il contrario aprì la strada alla ricerca degli agenti patogeni di tutte le infezioni. Con la sistematica applicazione dell’antisepsi, introdotta da J. Lister, che diminuì fortemente la mortalità ospedaliera e quella conseguente a interventi chirurgici. La chirurgia riuscì così a compiere passi decisivi anche grazie alla successiva introduzione della sterilizzazione. Gli sviluppi della fisiologia e della chimica biologica nel sec. XX hanno permesso l’estensione delle vaccinazioni e della cura mediante sieri, nonché la ricerca di sostanze capaci di colpire i germi dentro l’organismo stesso. I risultati terapeutici furono enormi e innalzarono notevolmente l’età media in numerosi Paesi. Dall’inizio del sec. XX l’analisi radiologica e quella chimica divennero strumenti fondamentali della medicina.
Con la scoperta degli ormoni e delle vitamine si rilevò la causa di altre importanti malattie come il diabete, la pellagra, lo scorbuto.
Nel 2010 nuove tecniche e attrezzature chirurgiche hanno aiutato medici e pazienti, come la chiurgia mini-invasiva (endoscopica), l’elettrocauterio (per limitare le perdite ematiche cauterizzando, bruciando con il calore o con agenti chimici per chiudere una ferita), la macchina per il recupero intraoperatorio del sangue (il sangue perso viene recuperato da un’apposita macchina sotto il controllo dell’anestesista; nel frattempo le perdite ematiche vengono rimpiazzate con infusioni di liquidi appositi per mantenere una volemia (il volume della massa ematica) nella norma: studi di reologia, la scienza che studia lo scorrimento della materia per azione di sollecitazioni, ha messo in evidenza come il mantenimento di un’adeguata volemia permetta di tollerare anche bassi valori di emoglobina nel sangue, in quanto garantisce comunque un’idonea perfusione), tecniche preoperatorie come la emodiluizione (rimozione del sangue e nella contemporanea infusione di soluzioni acellulate per mantenere il volume intravascolare), la predonazione di sangue autologo (l’autotrasfusione mediante predeposito). Molte altre scoperte e tecnologie applicate alla salute sono ancora in via di sperimentazione.
Questo breve passaggio storico e tecnico si rivela necessario per capire come il progresso ha consentito l’allungamento della vita media dell’uomo, una migliore gestione delle patologie e delle emergenze e il rispetto della volontà del paziente, in relazioni a terapie e metodologie convenzionali e aspetti etico-morali. Se consideriamo i progressi avvenuti negli ultimi trent’anni, siamo costretti a riconoscere che tecniche e metodologie si sono evolute, consentendo la gestione non solo di interventi in elezione, ma anche nella distribuzione di tali presidi e conoscenza per affrontare le emergenze.
I Testimoni di Geova, con il loro rifiuto alle emotrasfusioni, hanno indotto la classe medica negli ultimi decenni a sperimentare e protocollare nuove metodiche, che hanno dato ampio risalto all’efficacia delle alternative alle emotrasfusioni, con decorsi ospedalieri ridotti e interventi con una notevole percentuale di successo. Tutto questo a beneficio di tutta la comunità scientifica e di tutti le persone.
Inoltre il “Comitato Sanitario” dei Testimoni di Geova svolge una azione di ascolto e coordinamento fra paziente e classe medica, coinvolgendo chirurghi e anestesisti in convegni e seminari, appositamente organizzati per informare, in relazione ad innovazioni tecnologiche e pratiche per la loro professione e professionalità. Lo stretto rapporto di collaborazione con i medici permette agli stessi di acquisire pazienti privati, e ai pazienti di avere una selezione dei “migliori specialisti” nelle proprie discipline. Ecco perchè la specializzazione di chirurghi selezionati e dislocati su tutto il territorio nazionale a volte obbliga i pazienti a spostamenti presso strutture adatte e attrezzate alla loro patologia. Questo aspetto identifica maggiormente quanto pesa per i Testimoni di Geova la responsabilità di cure specifiche, di medici esperti e preparati, di strutture adatte ad accogliere le loro esigenze, in quanto amano la vita e desiderano conservarla nel rispetto delle loro scelte etiche.
In aggiunta a questo i Testimoni di Geova sono conosciuti per il forte senso di aggregazione e amore fraterno, che li spinge a visitare i loro amici, per essere di conforto e incoraggiamento. Anche questo sostiene e aiuta i malati ad affrontare meglio il decorso post-operatorio.
La scelta etico-religiosa deve essere supportata da alternative adatte a sostenere la vita. Questa è la mission di chi crede che la libertà da condizionamenti è possibile con il contributo di tutti. A questo proposito rivolgo un sentito ringraziamento alle numerose strutture ospedaliere, a medici chirurghi e anestesisti, oltre al personale di supporto come infermieri e altri, che collaborano ogni giorno per consentire il rispetto delle scelte in campo terapeutico oggi possibili ed attuabili.
Inoltre credo che un esame obiettivo dell’argomento debba lasciare spazio a ragionamenti costruttivi che possano aprire un dialogo con chi, per ragioni personali, non condivide queste scelte, senza cadere nella critica e nel giudizio ma affrontando con ragionevolezza e razionalità questi argomenti, che ricadono non su un gruppo religioso ma sul singolo individuo.
Fonte: MondoRaro, an independent free magazine from UK | IT and Worldwide News | Magazine di attualità per la comunità italiana all'estero.
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Insultò Testimoni di Geova: parroco condannato anche in Appello

22 gennaio 2010

La Corte d’Appello di Messina ha confermato la condanna a 500 euro di multa per un prete accusato di aver insultato due Testimoni di Geova.
Don Mario Oliva, parroco nella frazione San Basilio di Novara di Sicilia, dal 6 novembre 2004 al 18 febbraio 2005, avrebbe preso di mira Giovanni Rapaglià e Giuseppe Sturniolo, rispettivamente ministro di culto e predicatore dei Testimoni di Geova. Don Mario Oliva in alcune occasioni sarebbe salito sul campanile della chiesa e con un megafono avrebbe apostrofato i due. Successivamente li avrebbe affrontati faccia a faccia ripetendo le ingiurie accusandoli di fare “il lavaggio del cervello alla gente” e di “predicare a scopo di lucro”.
Nel processo di primo grado, il giudice monocratico di Barcellona aveva condannato don Mario per vilipendio e ingiurie. In secondo grado, nel corso della requisitoria, il procuratore generale, Vincenza Napoli, aveva modificato il reato di vilipendio in ingiuria.
 
Testimoni di Geova hanno indossato la tuta a Talcahuano e hanno aiutato nei lavori di ricostruzione della città



Chiesa ha eretto abitazioni per 180 famiglie del porto



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Hanno una meta importante e stanno facendo l'impossibile per compierla. Devono costruire 30 abitazioni in tutto e ripararne 150 perchè la comunità dei Testimoni di Geova di Talcahuano colpita dal terremoto e dal successivo tsunami abbia un luogo dignitoso dove passare l'inverno.

I volontari si organizzarono gruppi e si sparsero per il porto per dare una mano ai loro fratelli. Con pale, picconi e martelli fanno il lavoro completo di ricostruzione. Aiutano a demolire, puliscono il terreno, prendono le misure e completano le casette, le quali sono belle grandi perchè la più piccola misura 43 metri quadri, dispone di bagno, cucina ed è completamente tappezzata.

"Sono molto riconoscente per l'aiuto che mi hanno offerto. Siamo una famiglia di tre persone e siamo rimasti in strada dopo la tragedia, perchè la nostra casa è crollata. Siamo vissuti una settimana in tende e e ancora siamo fermi a questo punto. Ma andiamo avanti. E' piacevole vedere che la nostra gente ci ha sostenuto in ogni momento. Ci hanno rifornito di acqua, viveri, e ora questo. Rafforza la fede" affermò Juan Troncoso, beneficiato.

“A questa casa potrò fari tre camere e un “living”. Non avrò problemi con il freddo”, ha aggiunto.

Da tutte le parti

Gli "operai" della comunità raccontarono che dal 1 marzo stanno realizzando opere umanitarie e secondo le loro parole è stato gratificante apportare un granello di sabbia per alleviare la sofferenza di tanta gente.

José Miguel Valdés, uno dei coordinatori del campo sottolineò che ad oggi ci sono circa 150 giovani che collaborano. "In un fine settimana sono arrivati più di mille volontari. Hanno viaggiato da tutte le parti. Da Arica, Puerto Montt. Perfino da Argentina e Stati Uniti, veramente mi sento orgoglioso perchè abbiamo realizzato un'opera molto importante" indicò.

Rispetto alle case edificate, indicò che sono state fatte solo con tanto cuore. "Io sono tecnico in costruzioni e ho esperienza nel campo, ma gli altri non ne sanno molto. Hanno partecipato a lavori nei propri luoghi di culto, ma questo è differente, notò.

Aggiunse che la permanenza dei religiosi è indefinita, perchè rimangono molti lavori da svolgere. "Bisogna aiutare le persone che soffrono, e rafforzarle spiritualmente" ha detto.





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Un’impresa contratta solo testimoni di Geova in quanto “onesti”







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Si tratta di un deposito di materiali da costruzioni di Rosario. La metà dei suoi dipendenti professa questa fede. Adesso pongono questa condizione nelle loro ricerche perchè assicurano che sono “affidabili”.

Un deposito di materiali di Rosario ha pubblicato un annuncio per la ricerca di lavoratori, nel quale si esigeva che i richiedenti fossero solo Testimoni di Geova. Hanno già ricevuto 300 curriculum, e domani cominceranno a selezionare il personale.

L’incaricato della sede, Cristian Fernandez, commentò sebbene i proprietari non professino questa fede che ogni volta che occorre assumere qualche dipendente si dà priorità a questa condizione, per la buona esperienza con precedenti lavoratori.

Di fatto, otto delle 15 persone che lavorano nel locale professano questa fede. “La verità è che sono gente affidabile, onesta, e per il posto che cerchiamo abbiamo bisogno di qualcuno di estrema affidabilità” commentò l’incaricato, secondo quando pubblicato dal quotidiano La Capitale di Rosario.

“Ovviamente gente così si deve trovare da tutte le parti, solo che noi ci muoviamo a partire dal fatto che abbiamo avuto l’esperienza di aver già la metà dei dipendenti Testimoni di Geova” aggiunse.

Il primo testimone di Geova che ha lavorato sul posto fu Cristian Escobar, che oggi è uno dei sovrintendenti e commentò che “i proprietari confidano negli insegnamenti che uno riceve”.

In questo senso, spiegò che l’addestramento delle visite a domicilio che fa parte dei suoi obblighi religiosi gli offre strumenti da applicare nei suoi lavori quotidiani. “La gente è nervosa. Se non maltrattamenti, riceviamo indifferenza, ma salutiamo sempre con rispetto” narrò.





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L'Arca di Noè è esistita davvero: il relitto ritrovato dagli archeologi sull'Ararat







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Roma, 27 apr. - (Aki) - Un gruppo di 15 archeologi cinesi e turchi ha annunciato di aver ritrovato sul Monte Ararat, nell'est della Turchia, l'Arca di Noè. E' quanto scrive il sito del tabloid britannico 'The Sun', secondo il quale il gruppo ha spiegato di aver individuato i resti di una struttura in legno sull'Ararat e di aver sottoposto alcuni campioni al test del carbonio 14. Dall'esame sarebbe risultato che il reperto risale a circa 4.800 anni fa, epoca a cui daterebbe il diluvio universale raccontato dalla Bibbia, a cui Noè e la sua famiglia sopravvissero proprio grazie all'Arca.

"Non possiamo dire al 100 per cento che si tratta dell'Arca di Noè, ma pensiamo di poterlo dire al 99,9 per cento", ha detto Yeung Wing-cheung, di Hong Kong, uno degli esploratori che affermano di aver ritrovato il reperto, tutti membri di un'organizzazione internazionale dedita proprio alla ricerca dell'Arca.

La struttura sarebbe suddivista in vari compartimenti, alcuni dei quali pieni di fascine di legna e probabilmente destinati al trasporto di animali. Secondo i testi sacri, coppie di animali di diverse specie si salvarano perché imbarcate sull'Arca di Noè.

Il gruppo di archeologi ha spiegato di aver già invitato le autorità turche a richiedere all'Unesco che il sito sia inserito nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità e di proteggerlo fino a quando un'indagine archeologica più approfondita non possa esservi condotta. Non è la prima volta che esploratori o avventurieri provenienti da diverse parti del mondo affermano di aver ritrovato l'Arca di Noè sull'Ararat. Secondo la tradizione biblica, infatti, l'imbarcazione si fermò proprio sulla cima di quel monte quando le acque si ritirarono al termine del diluvio.


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(Articolo originale in inglese con video)



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'Noah's Ark' found in Turkey


THE remains of Noah's Ark have been discovered 13,000ft up a Turkish mountain, it has been claimed.


A group of Chinese and Turkish evangelical explorers say they have found wooden remains on Mount Ararat in eastern Turkey.

They claim carbon dating proves the relics are 4,800 years old — around the same time the ark was said to be afloat.

Yeung Wing-Cheung, from the Noah's Ark Ministries International research team, said: "It's not 100 per cent that it is Noah's Ark, but we think it is 99.9 per cent that this is it."


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He said the structure contained several compartments, some with wooden beams, that they believe were used to house animals.

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The group of evangelical archaeologists ruled out an established human settlement on the grounds none have ever been found above 11,000ft in the vicinity, Yeung said.

Local Turkish officials will ask the central government in Ankara to apply for UNESCO World Heritage status so the site can be protected while a major archaeological dig is conducted.

The biblical story says that God decided to flood the Earth after seeing how corrupt it was.

He then told Noah to build an ark and fill it with two of every animal species.

After the flood waters receded, the Bible says, the ark came to rest on a mountain.

Many believe that Mount Ararat, the highest point in the region, is where the ark and her inhabitants ran aground.

TheSun page link





fonte
 
In Eritrea, le minoranze religiose hanno poche possibilità
Migliaia di detenuti ancora un po 'a titolo gratuito

ASMARA (Eritrea) Internazionale Organizzazioni per i diritti umani stimano il numero dei Eritrea i membri di minoranze religiose imprigionato per oltre 3 000 Sotto essi sono 58 uomini, donne e bambini che sono testimoni di Geova. Oltre 9 mesi, 28 Giugno 2009 erano 23 i testimoni di Geova sono stati arrestati, compresi donne e bambini, tra cui anche un bambino di due anni. Tutti avevano pacificamente a un servizio in una chiesa home raccolta privata. Mariti e padri erano già da tempo erano stati preventivamente raccolti e portati in carcere. La più vecchia donna alcuni bambini sono stati in seguito rilasciati, ma due dei bambini - ora tre e quattro anni - sono ancora le loro madri Prison.
Almeno completare due Le famiglie sono in prigione. La maggior parte di coloro che a partire da luglio sono stati arrestati nel 2008 e nel gennaio 2009, era stato primo nel Stazioni di polizia n. 2 e n. 5 in Asmara e mantenuti in Campo di prigionia Meitir spostato, a circa 200 chilometri a nord della città. Voi sono stati arrestati a casa o al lavoro. Nel corso della Per tutto il tempo in quanto il loro arresto non è un atto d'accusa è stata sollevata né sono state avviate azioni legali. E 'lo stesso con gli altri tre testimoni, che ora il numero di oltre 15 anni senza accusa formale nella trascorso in carcere.
Testimoni di Geova in Eritrea sono cittadini rispettosi della legge che pagano le tasse e gli sforzi il governo sotto cui vivono sostegno. Nel 2002, il governo eritreo ha vietato tutte le minoranze religiose. Membri questi gruppi continuano ad essere perseguitati per volere delle autorità arbitrariamente detenuti, torturati e maltrattati. I Testimoni di Geova ha continuato è un trattamento particolarmente brutto da. Nel 1994 sono stati diritti civili fondamentali revocato perché hanno rifiutato di armi o prendere per fornire il servizio militare.
 
Azerbaigian – Ancora multe per la pacifica distribuzione di letteratura


Per l’immediata diffusione
12 maggio 2010

AGSTAFA, Azerbaigian – Tre donne sono state multate ciascuna con 200 Manat Azeri (circa 200 €) per aver distribuito letteratura religiosa educativa nella città di Agstafa, nella parte occidentale dell’Azerbaigian. Quando le donne in seguito hanno spiegato al presidente della corte che secondo la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo è consentito loro di esprimere le proprie convinzioni religiose, lui le ha messe al corrente che la Convenzione non può essere applicata.
Il 27 aprile 2010 Shafiga Mammadova, Salatin Iskandarova e Gulnaz Hasanova stavano ritornando a casa a Baku dopo aver partecipato ad una assemblea religiosa dei Testimoni di Geova nella vicina Georgia. Durante una sosta ad Agstafa, le donne hanno avuto delle conversazioni con persone diverse riguardo alle loro convinzioni religiose, fornendo a coloro che erano interessati copie di letteratura biblica sotto forma di piccoli volantini. Più tardi nel pomeriggio, le tre donne sono rimaste scioccate quando la polizia è giunta a casa di un amico del posto presso cui alloggiavano, ha confiscato la loro letteratura religiosa personale e le ha arrestate. Le donne sono state trattenute presso la stazione di polizia per circa sei ore, venendo rilasciate solo dopo la mezzanotte. Ritornando alla stazione di polizia il giorno successivo, le donne sono state condotte al Tribunale distrettuale di Agstafa, dove sono state condannate ciascuna a pagare una multa di 200 Manat Azeri (circa 200 €) per aver distribuito letteratura religiosa. E’ a questo punto che le donne hanno provato a far valere quelli che hanno appreso essere i loro diritti legali, ma ciò è stato loro negato.
All’inizio di quest’anno la Corte distrettuale di Khatai a Baku ha ingiunto a due Testimoni di Geova, Famil Nasirov e Amina Mammadova, il pagamento della stessa ammenda di 200 Manat Azeri in base all’articolo 300.0.2 del Codice sulle Violazioni Amministrative. Nel loro caso, la Corte d’appello di Baku aveva confermato la condanna del Tribunale distrettuale di Nasirov, pur riconoscendo che la letteratura in loro possesso era stata importata con il permesso del Comitato di Stato per i Lavori con le Associazioni religiose. La Corte dichiarò, tuttavia, che la letteratura doveva essere distribuita solo all’interno della comunità religiosa dei Testimoni di Geova. L’appello della Mammadova non è stato ancora esaminato.
Sebbene le autorità azere sostengano di promuovere la libertà di religione, la Legge sulla Libertà di Religione viene utilizzata dalle autorità stesse per violare, piuttosto che tutelare, i fondamentali diritti e libertà dei credenti. Finché il governo azero non terrà fede agli impegni assunti in vari consessi internazionali, i circa 1000 Testimoni di Geova dell’Azerbaigian temono di continuare ad essere condannati a pagare multe per l’utilizzo di letteratura stampata mentre professano la loro fede.
 
Raduno dei testimoni di Geova romeni ed italiani di Puglia e Basilicata
Taranto, 14/05/2010 (informazione.it – comunicati stampa) Domenica 16 maggio i Testimoni di Geova di lingua romena trasferitisi in Italia si riuniranno nella loro Sala delle Assemblee di Bitonto (BA) di via Ganga di Lupo contrada Patierno, per tenere la loro assemblea dal tema “Il tempo rimasto è ridotto”. Il programma inizierà alle ore 9,40 e terminerà alle ore 16,00 circa.
Il tema dell’assemblea fa riferimento all’avvertimento contenuto nel verso biblico di 1 Corinti 7:29. I testimoni di Geova credono che la Bibbia sia la Parola di Dio, e che sia prossimo il Suo intervento per eliminare le sofferenze e portare giustizia a livello globale. Le parole di Paolo servono di incoraggiamento per gli odierni cristiani, ma indicano anche che la loro vita dovrebbe essere imperniata sull’urgente opera di predicazione preannunciante i prossimi cambiamenti mondiali. Tutte le considerazioni saranno esaminate alla luce della Bibbia.
Per l’occasione saranno presenti circa 250 delegati provenienti dalla Puglia e Basilicata sia di lingua romena che di lingua italiana.
La nascita di queste comunità straniere è stata possibile grazie al fatto che un certo numero di Testimoni di Geova italiani hanno deciso di imparare (interamente a proprie spese) la lingua romena per aiutare gli immigrati provenienti dalla Romania. Alcuni di questi Testimoni hanno ormai imparato così bene la lingua che sono in grado di tenere regolarmente conferenze in lingua straniera durante le riunioni. Per favorire l’apprendimento di una lingua straniera o della LIS (lingua italiana dei segni) negli ultimi anni i Testimoni di Geova hanno organizzato nella zona, solo per la lingua romena, cinque corsi di lingua, col risultato che oltre 150 italiani hanno imparato queste lingue e ora frequentano le comunità straniere dei Testimoni di Geova. A livello nazionale dal 2000 ad oggi i Testimoni di Geova hanno organizzato più di 300 corsi in più di 20 lingue, inclusa la LIS.
In un periodo che vede il mondo sempre più diviso dall’odio razziale, etnico e religioso è emozionante osservare romeni e italiani seduti l’uno accanto all’altro in un’atmosfera di fratellanza tra tutti i presenti, a prescindere dalla loro nazionalità, razza, ceto o cultura: atmosfera che caratterizza tutti i grandi raduni dei Testimoni di Geova.
Fonte: COREE: PYONGYANG SOTTO ACCUSA "PRONTA ALLA GUERRA TOTALE" (agif)
 
Per l’immediata diffusione
14 maggio 2010

MOSCA – Il 12 Maggio 2010 gli avvocati dell’organizzazione religiosa locale dei Testimoni di Geova di Taganrog hanno presentato un appello di vigilanza presso la Presidenza della Corte Suprema della Federazione Russa nei confronti della sentenza che dichiara 34 pubblicazioni cristiane come estremiste e lo scioglimento della comunità religiosa.
L’8 dicembre 2009 la Corte Suprema della Federazione Russa aveva confermato la sentenza del Tribunale Regionale di Rostov dell’11 settembre 2009. Gli avvocati dell’organizzazione religiosa sono convinti che tale sentenza è conseguente a una errata applicazione della Legge Federale sull’Estremismo. Le pubblicazioni sono state dichiarate come estremiste solo perché i Testimoni di Geova credono che la loro religione sia quella giusta. Tuttavia la loro convinzione non è collegata in alcun modo a sentimenti ostili o aggressivi verso persone di altre religioni. Inoltre, secondo il parere degli esperti, la loro fiducia nella correttezza delle proprie dottrine non “va al di là di ciò che è comune a tutte le religioni del mondo, cosa che caratterizza più o meno tutte le confessioni religiose”.
Secondo gli avvocati Arli Chimirov e Victor Shipilov, la sentenza della Corte Suprema ha fatto un’errata applicazione della legge. Dal momento che svariate parti in causa con poteri forti stanno utilizzando questa sentenza per legittimare la persecuzione religiosa nei confronti dei Testimoni di Geova russi, gli avvocati chiedono che ne sia sospesa l’applicazione.
Secondo il co-presidente del Consiglio dell’Istituto per la Libertà di Coscienza, il dottor Sergey Buryanov, “il ritorno della Russia ai tempi della persecuzione religiosa di massa ha già creato gravi minacce alla sicurezza dell’individuo, della società e dello Stato”.
 
una bella esperienza incoraggiante!

faby

Valdir è nato in Portogallo. Quando lui era ancora piccolo, la sua famiglia si trasferì in Brasile. Quando aveva 12 anni suo padre morì. Un anno dopo, la madre decise di risposarsi. Valdir non accettò che qualcun altro prendesse il posto di suo padre. Ci furono diversi conflitti tra lui, il suo patrigno e sua madre. Dopo una vivace discussione, Valdir decise di andare via da casa. Poco tempo dopo, tutta la famiglia tornò in Portogallo.
Valdir aveva solo 13 anni quando andò via da casa.
Egli decise di fare il sacerdote. Cominciò gli studi in un seminario, e si laureò in teologia fino a diventare sacerdote.
Grazie al suo incarico, fu mandato al Vaticano per istruirsi ulteriormente e per lavorare. Durante quel periodo fu mandato in 80 diversi luoghi e imparò a parlare e a scrivere in 6 lingue diverse.
Egli lavorò con Paolo IV e Giovanni Paolo II. Ricevette anche visite private da loro e li conosceva personalmente. Ha anche avuto contatti con papa Benedetto XVI. Fu molto rispettato nelle chiese e fu mandato in diversi paesi per risolvere problemi relativi alle chiese.
Egli ha anche composto musica religiosa,e almeno due delle sue composizioni sono conosciute in tutto il mondo, e alcuni famosi sacerdoti brasiliani le cantano. Si sono venduti circa 2 milioni di esemplari.
A metà degli anni ´90 venne mandato a Sao Paulo, in Brasile. Poco dopo egli sarebbe stato consacrato (nominato come Vescovo).
Ma in quel periodo Valdir cominciò a essere deluso dal comportamento parziale della chiesa e dall´abuso di potere che esercitava, quindi non accettò l´incarico di Vescovo. Un anno dopo ricevette un messaggio dal Vaticano, che diceva che doveva accettare l´incarico di Vescovo, per poter così proseguire il suo cammino e poter quindi diventare Arcivescovo e infine Cardinale. Ma lui rifiutò di nuovo.
Gli fu anche detto che un sacerdote con così tanta educazione non poteva stare in una città così grande senza prendersi più responsabilità. Doveva spostarsi in una città più piccola. Egli scelse una regione molto cattolica vicino alla città Tatui.
Negli anni ´80 Valdir si trovava negli Stati Uniti, dove era stato mandato dalla chiesa per un anno. La sua missione era quella di studiare le religioni più influenti del paese. Quella fu la prima volta che egli ricevette informazioni sui Testimoni di Geova. Anche se non gradiva molto ciò che i Testimoni insegnavano, lui capì che solo loro compivano appieno il comando di predicare la Buona Notizia.
Dopo un po´ di tempo ricevette la visita di un fratello che predicava di casa in casa. Il fratello gli lasciò un paio di riviste. Valdir, dopo averle lette, le usò come materiale per il suo prossimo sermone, e menzionò anche la fonte da cui provenivano.
Alcuni degli ascoltatori reagirono negativamente allo scoprire che le informazioni ascoltate provenivano dai Testimoni di Geova, e andarono a dirlo alla sede della chiesa a Sao Paulo. Valdir ricevette una riprensione, ma non si lasciò intimidire, e continuò a farsi visitare dai Testimoni. Continuò anche a leggere le riviste e a usarle per i suoi sermoni.
Un pioniere, che aveva fatto la scuola di addestramento, cominciò a studiare con Valdir. Anche se ebbe molta opposizione (verbale, fisica, psichica) non si lasciò scoraggiare.
Valdir cominciò a non frequentare più la chiesa e frequentava regolarmente le adunanze di congregazione. I suoi vecchi amici diventarono nemici e cercarono pure di fargli del male. Cominciarono a mentire sul suo conto, per fare in modo che lui non trovasse lavoro. Cercarono addirittura di convincere un membro della congregazione a dire che Valdir aveva commesso un omicidio, ma il fratello si rifiutò e andò a dire a Valdir quello che stavano facendo.
Come proclamatore non battezzato, Valdir aveva una media di 70 ore/mese nella predicazione.
Nel luglio del 2005 espresse il suo desiderio di battezzarsi, ma gli venne consigliato di aspettare ancora un po´.
A gennaio del 2006 gli fu concesso di battezzarsi all'assemblea seguente, che si sarebbe tenuta a febbraio nella sala assemblee della casa Betel.
Quando fu dichiarato idoneo per il battesimo (un mese prima del battesimo) Valdir sentì che era necessario ristabilire la pace con i suoi familiari, che non aveva visto negli ultimi 31 anni. Egli pensò che un vero cristiano deve predicare la verità a tutti i suoi familiari.
Durante tutti questi anni lui aveva avuto la possibilità di mettersi in contatto con i suoi genitori, ma lui non si era avvalso di questa possibilità. Decise quindi di chiamare sua madre. Ma quando sentì la sua voce, non poté parlare, ma cominciò a piangere e dovette chiudere la chiamata.
Dopo un po´ di minuti chiamò di nuovo.

Ecco come si sviluppò il dialogo:
La madre: "Come stai, figlio mio?".
Valdir: "Grazie a Geova sto bene adesso".
La madre: "Che nome stai usando? Parli di Geova?".
Valdir: "Sì, non sono più sacerdote nella chiesa cattolica. Sono un Testimone di Geova e ho molto da raccontarti...".
La madre: "Figlio mio. Tutta la famiglia, inclusa io, il tuo patrigno e le tue sorelle siamo Testimoni di Geova da parecchi anni! È per quello che abbiamo cercato di ristabilire i contatti con te".

Durante alcuni minuti non riuscirono a parlare, ma si misero a piangere.
Valdir scoprì che uno dei suoi fratelli serve come anziano nella congregazione. Il suo patrigno, sua madre e uno dei suoi fratelli arrivarono per vederlo battezzarsi. Ancora non ha deciso se rimanere in Brasile o trasferirsi con la sua famiglia in Portogallo.
 

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