JOACKIN
joakin
nnovazioni mediche al servizio di scelte etico religiose
5 aprile 2010
A cura di Massimiliano Basile
La storia dimostra che la conoscenza e l’innovazione vanno di pari passo con cambiamenti di pensiero e abitudini.
In campo sanitario per esempio, sebbene il salasso venisse spesso raccomandato dai medici, veniva applicato dai barbieri. Questa suddivisione del lavoro condusse alla distinzione tra medici e chirurghi. Il palo a strisce bianche e rosse degli esercizi di barbiere, ancora oggi in uso in alcuni Paesi, deriva da questa pratica: il rosso rappresenta il sangue prelevato, il bianco rappresenta la pinza emostatica utilizzata e il palo stesso rappresenta il bastone stretto nella mano del paziente per dilatare le vene. Il salasso veniva usato per ‘trattare’ un’ampia gamma di malattie, divenendo un trattamento standard per quasi ogni disturbo ed era praticato sia come profilassi che come terapia.
William Harvey ha confutato la base della pratica nel 1628, e l’introduzione della medicina scientifica ha consentito a Pierre Charles Alexandre Louis di dimostrare all’inizio dell’ ‘800 che la flebotomia era completamente inefficace nel trattamento della polmonite e di varie malattie febbrili. Ciononostante, nel 1840 un professore inglese dell’Ordine Reale dei Medici avrebbe ancora affermato che “il salasso è un rimedio che, quando impiegato giudiziosamente, è quasi impossibile averne un’opinione troppo alta” e Louis venne perseguitato dal sanguinario Broussais, che poteva raccomandare fino a cinquanta sanguisughe per volta. Oggigiorno è assodata l’inefficacia del salasso per la maggior parte delle malattie.
L’introduzione del microscopio acromatico nella prima metà del sec. XIX permise lo sviluppo della teoria cellulare che R. Virchow applicò alla patologia: l’essenza della malattia veniva quindi individuata nell’alterazione delle cellule costitutive dell’organismo. Nel 1860 la dimostrazione data da L.Pasteur che i germi erano causa delle fermentazioni e di alcune infezioni e non il contrario aprì la strada alla ricerca degli agenti patogeni di tutte le infezioni. Con la sistematica applicazione dell’antisepsi, introdotta da J. Lister, che diminuì fortemente la mortalità ospedaliera e quella conseguente a interventi chirurgici. La chirurgia riuscì così a compiere passi decisivi anche grazie alla successiva introduzione della sterilizzazione. Gli sviluppi della fisiologia e della chimica biologica nel sec. XX hanno permesso l’estensione delle vaccinazioni e della cura mediante sieri, nonché la ricerca di sostanze capaci di colpire i germi dentro l’organismo stesso. I risultati terapeutici furono enormi e innalzarono notevolmente l’età media in numerosi Paesi. Dall’inizio del sec. XX l’analisi radiologica e quella chimica divennero strumenti fondamentali della medicina.
Con la scoperta degli ormoni e delle vitamine si rilevò la causa di altre importanti malattie come il diabete, la pellagra, lo scorbuto.
Nel 2010 nuove tecniche e attrezzature chirurgiche hanno aiutato medici e pazienti, come la chiurgia mini-invasiva (endoscopica), l’elettrocauterio (per limitare le perdite ematiche cauterizzando, bruciando con il calore o con agenti chimici per chiudere una ferita), la macchina per il recupero intraoperatorio del sangue (il sangue perso viene recuperato da un’apposita macchina sotto il controllo dell’anestesista; nel frattempo le perdite ematiche vengono rimpiazzate con infusioni di liquidi appositi per mantenere una volemia (il volume della massa ematica) nella norma: studi di reologia, la scienza che studia lo scorrimento della materia per azione di sollecitazioni, ha messo in evidenza come il mantenimento di un’adeguata volemia permetta di tollerare anche bassi valori di emoglobina nel sangue, in quanto garantisce comunque un’idonea perfusione), tecniche preoperatorie come la emodiluizione (rimozione del sangue e nella contemporanea infusione di soluzioni acellulate per mantenere il volume intravascolare), la predonazione di sangue autologo (l’autotrasfusione mediante predeposito). Molte altre scoperte e tecnologie applicate alla salute sono ancora in via di sperimentazione.
Questo breve passaggio storico e tecnico si rivela necessario per capire come il progresso ha consentito l’allungamento della vita media dell’uomo, una migliore gestione delle patologie e delle emergenze e il rispetto della volontà del paziente, in relazioni a terapie e metodologie convenzionali e aspetti etico-morali. Se consideriamo i progressi avvenuti negli ultimi trent’anni, siamo costretti a riconoscere che tecniche e metodologie si sono evolute, consentendo la gestione non solo di interventi in elezione, ma anche nella distribuzione di tali presidi e conoscenza per affrontare le emergenze.
I Testimoni di Geova, con il loro rifiuto alle emotrasfusioni, hanno indotto la classe medica negli ultimi decenni a sperimentare e protocollare nuove metodiche, che hanno dato ampio risalto all’efficacia delle alternative alle emotrasfusioni, con decorsi ospedalieri ridotti e interventi con una notevole percentuale di successo. Tutto questo a beneficio di tutta la comunità scientifica e di tutti le persone.
Inoltre il “Comitato Sanitario” dei Testimoni di Geova svolge una azione di ascolto e coordinamento fra paziente e classe medica, coinvolgendo chirurghi e anestesisti in convegni e seminari, appositamente organizzati per informare, in relazione ad innovazioni tecnologiche e pratiche per la loro professione e professionalità. Lo stretto rapporto di collaborazione con i medici permette agli stessi di acquisire pazienti privati, e ai pazienti di avere una selezione dei “migliori specialisti” nelle proprie discipline. Ecco perchè la specializzazione di chirurghi selezionati e dislocati su tutto il territorio nazionale a volte obbliga i pazienti a spostamenti presso strutture adatte e attrezzate alla loro patologia. Questo aspetto identifica maggiormente quanto pesa per i Testimoni di Geova la responsabilità di cure specifiche, di medici esperti e preparati, di strutture adatte ad accogliere le loro esigenze, in quanto amano la vita e desiderano conservarla nel rispetto delle loro scelte etiche.
In aggiunta a questo i Testimoni di Geova sono conosciuti per il forte senso di aggregazione e amore fraterno, che li spinge a visitare i loro amici, per essere di conforto e incoraggiamento. Anche questo sostiene e aiuta i malati ad affrontare meglio il decorso post-operatorio.
La scelta etico-religiosa deve essere supportata da alternative adatte a sostenere la vita. Questa è la mission di chi crede che la libertà da condizionamenti è possibile con il contributo di tutti. A questo proposito rivolgo un sentito ringraziamento alle numerose strutture ospedaliere, a medici chirurghi e anestesisti, oltre al personale di supporto come infermieri e altri, che collaborano ogni giorno per consentire il rispetto delle scelte in campo terapeutico oggi possibili ed attuabili.
Inoltre credo che un esame obiettivo dell’argomento debba lasciare spazio a ragionamenti costruttivi che possano aprire un dialogo con chi, per ragioni personali, non condivide queste scelte, senza cadere nella critica e nel giudizio ma affrontando con ragionevolezza e razionalità questi argomenti, che ricadono non su un gruppo religioso ma sul singolo individuo.
Fonte: MondoRaro, an independent free magazine from UK | IT and Worldwide News | Magazine di attualità per la comunità italiana all'estero.
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5 aprile 2010

La storia dimostra che la conoscenza e l’innovazione vanno di pari passo con cambiamenti di pensiero e abitudini.
In campo sanitario per esempio, sebbene il salasso venisse spesso raccomandato dai medici, veniva applicato dai barbieri. Questa suddivisione del lavoro condusse alla distinzione tra medici e chirurghi. Il palo a strisce bianche e rosse degli esercizi di barbiere, ancora oggi in uso in alcuni Paesi, deriva da questa pratica: il rosso rappresenta il sangue prelevato, il bianco rappresenta la pinza emostatica utilizzata e il palo stesso rappresenta il bastone stretto nella mano del paziente per dilatare le vene. Il salasso veniva usato per ‘trattare’ un’ampia gamma di malattie, divenendo un trattamento standard per quasi ogni disturbo ed era praticato sia come profilassi che come terapia.
William Harvey ha confutato la base della pratica nel 1628, e l’introduzione della medicina scientifica ha consentito a Pierre Charles Alexandre Louis di dimostrare all’inizio dell’ ‘800 che la flebotomia era completamente inefficace nel trattamento della polmonite e di varie malattie febbrili. Ciononostante, nel 1840 un professore inglese dell’Ordine Reale dei Medici avrebbe ancora affermato che “il salasso è un rimedio che, quando impiegato giudiziosamente, è quasi impossibile averne un’opinione troppo alta” e Louis venne perseguitato dal sanguinario Broussais, che poteva raccomandare fino a cinquanta sanguisughe per volta. Oggigiorno è assodata l’inefficacia del salasso per la maggior parte delle malattie.
L’introduzione del microscopio acromatico nella prima metà del sec. XIX permise lo sviluppo della teoria cellulare che R. Virchow applicò alla patologia: l’essenza della malattia veniva quindi individuata nell’alterazione delle cellule costitutive dell’organismo. Nel 1860 la dimostrazione data da L.Pasteur che i germi erano causa delle fermentazioni e di alcune infezioni e non il contrario aprì la strada alla ricerca degli agenti patogeni di tutte le infezioni. Con la sistematica applicazione dell’antisepsi, introdotta da J. Lister, che diminuì fortemente la mortalità ospedaliera e quella conseguente a interventi chirurgici. La chirurgia riuscì così a compiere passi decisivi anche grazie alla successiva introduzione della sterilizzazione. Gli sviluppi della fisiologia e della chimica biologica nel sec. XX hanno permesso l’estensione delle vaccinazioni e della cura mediante sieri, nonché la ricerca di sostanze capaci di colpire i germi dentro l’organismo stesso. I risultati terapeutici furono enormi e innalzarono notevolmente l’età media in numerosi Paesi. Dall’inizio del sec. XX l’analisi radiologica e quella chimica divennero strumenti fondamentali della medicina.
Con la scoperta degli ormoni e delle vitamine si rilevò la causa di altre importanti malattie come il diabete, la pellagra, lo scorbuto.
Nel 2010 nuove tecniche e attrezzature chirurgiche hanno aiutato medici e pazienti, come la chiurgia mini-invasiva (endoscopica), l’elettrocauterio (per limitare le perdite ematiche cauterizzando, bruciando con il calore o con agenti chimici per chiudere una ferita), la macchina per il recupero intraoperatorio del sangue (il sangue perso viene recuperato da un’apposita macchina sotto il controllo dell’anestesista; nel frattempo le perdite ematiche vengono rimpiazzate con infusioni di liquidi appositi per mantenere una volemia (il volume della massa ematica) nella norma: studi di reologia, la scienza che studia lo scorrimento della materia per azione di sollecitazioni, ha messo in evidenza come il mantenimento di un’adeguata volemia permetta di tollerare anche bassi valori di emoglobina nel sangue, in quanto garantisce comunque un’idonea perfusione), tecniche preoperatorie come la emodiluizione (rimozione del sangue e nella contemporanea infusione di soluzioni acellulate per mantenere il volume intravascolare), la predonazione di sangue autologo (l’autotrasfusione mediante predeposito). Molte altre scoperte e tecnologie applicate alla salute sono ancora in via di sperimentazione.
Questo breve passaggio storico e tecnico si rivela necessario per capire come il progresso ha consentito l’allungamento della vita media dell’uomo, una migliore gestione delle patologie e delle emergenze e il rispetto della volontà del paziente, in relazioni a terapie e metodologie convenzionali e aspetti etico-morali. Se consideriamo i progressi avvenuti negli ultimi trent’anni, siamo costretti a riconoscere che tecniche e metodologie si sono evolute, consentendo la gestione non solo di interventi in elezione, ma anche nella distribuzione di tali presidi e conoscenza per affrontare le emergenze.
I Testimoni di Geova, con il loro rifiuto alle emotrasfusioni, hanno indotto la classe medica negli ultimi decenni a sperimentare e protocollare nuove metodiche, che hanno dato ampio risalto all’efficacia delle alternative alle emotrasfusioni, con decorsi ospedalieri ridotti e interventi con una notevole percentuale di successo. Tutto questo a beneficio di tutta la comunità scientifica e di tutti le persone.
Inoltre il “Comitato Sanitario” dei Testimoni di Geova svolge una azione di ascolto e coordinamento fra paziente e classe medica, coinvolgendo chirurghi e anestesisti in convegni e seminari, appositamente organizzati per informare, in relazione ad innovazioni tecnologiche e pratiche per la loro professione e professionalità. Lo stretto rapporto di collaborazione con i medici permette agli stessi di acquisire pazienti privati, e ai pazienti di avere una selezione dei “migliori specialisti” nelle proprie discipline. Ecco perchè la specializzazione di chirurghi selezionati e dislocati su tutto il territorio nazionale a volte obbliga i pazienti a spostamenti presso strutture adatte e attrezzate alla loro patologia. Questo aspetto identifica maggiormente quanto pesa per i Testimoni di Geova la responsabilità di cure specifiche, di medici esperti e preparati, di strutture adatte ad accogliere le loro esigenze, in quanto amano la vita e desiderano conservarla nel rispetto delle loro scelte etiche.
In aggiunta a questo i Testimoni di Geova sono conosciuti per il forte senso di aggregazione e amore fraterno, che li spinge a visitare i loro amici, per essere di conforto e incoraggiamento. Anche questo sostiene e aiuta i malati ad affrontare meglio il decorso post-operatorio.
La scelta etico-religiosa deve essere supportata da alternative adatte a sostenere la vita. Questa è la mission di chi crede che la libertà da condizionamenti è possibile con il contributo di tutti. A questo proposito rivolgo un sentito ringraziamento alle numerose strutture ospedaliere, a medici chirurghi e anestesisti, oltre al personale di supporto come infermieri e altri, che collaborano ogni giorno per consentire il rispetto delle scelte in campo terapeutico oggi possibili ed attuabili.
Inoltre credo che un esame obiettivo dell’argomento debba lasciare spazio a ragionamenti costruttivi che possano aprire un dialogo con chi, per ragioni personali, non condivide queste scelte, senza cadere nella critica e nel giudizio ma affrontando con ragionevolezza e razionalità questi argomenti, che ricadono non su un gruppo religioso ma sul singolo individuo.
Fonte: MondoRaro, an independent free magazine from UK | IT and Worldwide News | Magazine di attualità per la comunità italiana all'estero.
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