perchè sanremo è sanremo

cmq SanRemo da sempre fa la scaletta lei
dei lavori, i personaggi sono solo strumenti.
Alcuni si adeguano al menopeggio pur di far passare qualcosina.
L'unica cosa decente l'hanno riservata a notte inoltrata con Chiara Francini
 
nel.mio fanta Sanremo avrei voluto vedere il Benigni vecchi stampo palleggiare la Ferragni come fece con la Carrà.
Sarebbe stato un bel.modo per ricordare la Raffaella.
Invece tocca sempre assistere alla mediocrità

Fa scena vedere sui socia i musicisti indignati per la musica sintetica. Buongiorno! Avrebbero dovuto indignarsi già nel 73 quando nacque il clavinet.

Però come la tutte le cose la differenza la fa il manico e non tutti gli orchestrali saprebbero fare musica sintetica come questo qua.

 
nel.mio fanta Sanremo avrei voluto vedere il Benigni vecchi stampo palleggiare la Ferragni come fece con la Carrà.
Sarebbe stato un bel.modo per ricordare la Raffaella.
Invece tocca sempre assistere alla mediocrità

Fa scena vedere sui socia i musicisti indignati per la musica sintetica. Buongiorno! Avrebbero dovuto indignarsi già nel 73 quando nacque il clavinet.

Però come la tutte le cose la differenza la fa il manico e non tutti gli orchestrali saprebbero fare musica sintetica come questo qua.

Per palleggiare c’era l’Egonu :d:
 
Che esagerata!!! :confused:
Il monologo di Chiara Francini non è intenso e sincero. È divisivo, rafforza uno sguardo cinico e senza sfumature.
E poi quando la pianteranno di dire "figliare"?

Già inizia con una sorta di noi contro voi. Una visione di queste donne che vogliono avere o hanno figli abbastanza grottesca e antipatica, che certo non dà un senso di unione e vicinanza. Termini come figliare, gli uomini con la panza, i neonati orrendi, insomma contrappone un "bello" (lei, i successi etc) a una realtà di vite piccole e distrutte. Molto semplicistico e anche parecchio triste. Poi il discorso delle donne incinte (anzi, ha detto "la gente incinta" :-x ) che sono violente e che pretendono solo gioia intorno. Ma quando mai? E lei che non sa che dire all'amica... Io di solito applico un principio semplice che chiamo di empatia: se una persona alla quale voglio bene mi dà una notizia che la rende felice sono felice per lei, se mi dà una notizia che la rattrista sono triste
Non è necessario, come afferma lei, aver provato qualcosa per capire, per sentire. Altrimenti torniamo al fatto che chi ha o non ha figli non può capire. E invece no, si può capire l'altra, si può sentire l'altra. E da qui dovrebbe partire un senso di battaglia comune e condivisa.
Ancora, il suo dialogo con questo bambino immaginario con il discorso sull'odio che anche ho trovato indigesto. È vero che la maternità comporta spesso un conflitto tra il figlio immaginario e quello reale ma è un conflitto che può anche far crescere. Come tutti i conflitti tra l'immagininario e il reale, che si applica anche al partner, agli affetti.
La verità è che ciò che è vero, contraddittorio e dissacrante sulla maternità non lo vive solo chi non ha figli, ma anche chi li ha. È un problema di tutte e sarebbe bello viverlo in maniera più unitaria e profonda.
E magari su un palco come quello parlare anche delle difficoltà che impone la società, non solo i propri conflitti irrisolti, che spesso è la discriminante che porta a scegliere se avere o meno figli e che, quelli si, potrebbero essere cambiati collettivamente.
 

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