Banche, stress da attesa
                     Sale la tensione per i test agli istituti di credito. Draghi: «Italia al sicuro».
L'ora della verità scatta alle 18 del 15 luglio a mercati   chiusi quando l'Eba, l'Autorità Europea di Vigilanza, ha   previsto di diffondere i risultati finali degli stress test su 91   banche del vecchio continente.
  
L'OTTIMISMO DI DRAGHI. Test che, come ha   già anticipato più volte il governatore della Banca   d'Italia Mario Draghi, le italiane supereranno agevolmente   mentre dovrebbero fallirlo una decina di istituti tedeschi e   spagnoli.
  L'operazione, che mira a 
verificare la resistenza delle banche in   condizioni prolungate di difficoltà macroeconomiche ed è più   dura di quella realizzata un anno fa, cade in un momento di   particolare virulenza della crisi del debito sovrano che, per   riflesso, colpisce pesantemente gli istituti di credito.
  Senza risolvere i problemi della Grecia e degli altri Paesi,   hanno notato gli analisti più critici, gli stress test non   restituiranno la fiducia verso il comparto bancario, visto   inoltre che nel test non è prevista l'ipotesi di default di   uno Stato europeo.
  
L'APPREZZAMENTO DI BERNANKE. Anche gli   istituti italiani stanno scontando in questi giorni la crescita   del rischio Paese e le critiche dei mercati sulla gestione   politica dei conti pubblici, pur avendo una capitalizzazione   adeguata e una solidità riconosciuta da più parti. L'ultima   in ordine di tempo è arrivata dal 
presidente della Fed Ben Bernanke.
   Grazie all'invito esplicito di Draghi al Forex dello scorso   febbraio, le banche italiane sono arrivate ben patrimonializzate   all'appuntamento degli stress test. Quattro su cinque dei   grandi istituti (Intesa Sanpaolo, Mps, Ubi e Banco Popolare)   coinvolti nelle verifiche, con la notevole assenza di Unicredit,   hanno deliberato da inizio anno aumenti di capitale seguiti da   una serie di istituti medio-piccoli quali, per esempio, Banca   Etruria e Banca Marche, mentre Bpm lo farà entro novembre.
  
NIENTE TITOLI SPAZZATURA. Come ha riconosciuto   lo stesso Draghi, il sistema bancario è a metà del cammino   avendo già aumentato il patrimonio di 20 miliardi sui 40   richiesti da Basilea entro la fine del periodo di transizione. I   portafogli inoltre sono esenti da titoli spazzatura,   l'esposizione verso i paesi Pigs - Portogallo, Irlanda,   Grecia, Spagna - è molto limitata rispetto alle rivali stranieri   e le sofferenze stanno diminuendo mentre la crescita dei tassi   ridà fiato ai ricavi.
  
A RISCHIO GRECIA E SPAGNA. Per questo la soglia   del 5% di Core Tier1 prevista dagli stress test, che alcuni hanno   criticato perché troppo basso vista l'evoluzione degli   eventi, sarà agevolmente superata dalle banche italiane.
  Diverso il discorso per una decina di istituti stranieri,   specialmente in Spagna e Germania, che non supereranno con ogni   probabilità l'esame dell'Eba. Per questi i ministri   europei hanno stabilito che dovranno scattare immediati piani di   ricapitalizzazioni dando la precedenza a risorse private, mentre   l'intervento di quelle pubbliche, per le quali i piani sono   già stati predisposti, è previsto solo in un secondo momento. 
Venerdì, 15 Luglio 2011