Parli di madri che ammazzano i figli, Conte?
Quando si parla di queste cose, occorre farlo con le dovute consapevolezze.
Quando una madre ammazza il figlio durante il parto o immediatamente dopo e che si trovi (la madre) in determinate condizioni di abbandono morale e materiale. In quel caso, non si tratta di un omicidio comune, ma si chiama "infanticidio" e viene trattato dal legislatore in modo diverso dagli altri omicidi.
La cosa più importante è che la matrice non è CULTURALE, ma ha riguardo allo stato sconvolto della mente di una persona (e difatti NON tutti gli omicidi di bambini avvenuti durante o appena dopo il parto, sono "infantiicidi". Occorrono queste condizioni di abbandono che sono parte della fattispecie. Parti costitutive della stessa.).
Lo specifico perché c'è parecchia ignoranza in giro e leggo etichettati come "infanticidi" anche una serie di omicidi che riguardano bambini di 5, 6 anni.
La matrice delle stragi di famiglia come questa di Motta Visconti, invece, è CULTURALE. Deriva da una cultura nella quale siamo immersi, la cultura per cui la donna che si è sposata e con la quale si è creata una famiglia, improvvisamente diventa un ostacolo che non permette all'uomo, con la sua presenza, di fare quello che egli vuole.
Mettiamoci una propaganda negativa verso il divorzio, l'incapacità di uomini come questo di assumersi delle responsabilità, tutto un contorno di "giustificazioni" più o meno evidenti che il linguaggio giornalistico usa nei confronti di chi si macchia di femminicidio ecc.
Ho letto commenti crudeli in rete, persone che addirittura davano la colpa all'altra, la donna che l'assassino amava ma che lo rifiutava. Gente che diceva che "almeno i figli" poteva risparmiarli, persone che dicevano: "D'altronde il divorzio costa..."

Questi commenti fanno veramente pensare.
Sulla responsabilità collettiva in casi di femminicidi/infanticidi o omicidi di bambini grandicelli da parte delle madri, non è nemmeno da chiedersi se esista o meno.
ESISTE.
Non sono io, certo, né Caronte. Non siamo colpevoli noi singoli.
I colpevoli sono gli e le assassini/e, ma occorre un serio esame di coscienza sulla realtà che abbiamo costruito, tutt*.
Fatta di solitudini, mercificazioni, individualismi, egoismi.