QUANDO DIO DISTRIBUIVA IL BEL CARATTERE, IO AVEVO GIA' LITIGATO CON TUTTA LA FILA

DANY1969

Forumer storico
:d:
Non mi rispecchia pienamente in quanto non sono così litigiosa :d:... ma è più facile che mi trovassi a fare la fila altrove :confused:... probabilmente dove distribuivano l'ansia :d::help:
Buona settimana a tutti :)
Oggi Vi porto in America... nel Grand Canyon :)

Immagine24.jpg
 
Buongiorno........io con il mondo. Ma va bene così.
L'importante è non farsi il sangue acido. Ed io sono uno di quelli
che si siede sulla riva....ed aspetta....prima o poi passano....
Poi un giorno passerò anch'io :devil:
 
Ho il dubbio che qualcuno lo consigli male...se ancora accetta consigli.
Caro mio, ormai devi renderti conto che quello è il target del partito.
Ma te lo devono dire in tanti ? Se continui su questa strada, sbatti.
Perchè c'è di mezzo quello che tu chiami "alleato"

Botta e risposta.
Silvio Berlusconi continua a esprimere perplessità sulla capacità di voto degli italiani e su quanti hanno fiducia nel governo.

Una scelta comunicativa ormai consolidata da settimane e una puntura di spillo indirizzata soprattutto agli elettori dei Cinquestelle.
Matteo Salvini, però, la fa propria e rispedisce al mittente questo rilievo accendendo una miccia polemica
e blindando nuovamente l'alleanza nazionale con i Cinquestelle.

«Eccolo quel coglione» dice il vicepremier in un comizio a Melfi
«a livello nazionale la mia parola, il mio impegno non solo con gli alleati, ma con gli italiani,
vale più di ogni sondaggio o insulto. Quello che facciamo bene, lo facciamo bene in due.
Con Berlusconi governiamo bene a livello locale, però se mi si da del coglione se sono al governo nazionale...»

«È chiaro che non sono permaloso, però ritengo che in questi nove mesi abbiamo fatto tanto per gli italiani
e continueremo a farlo nei prossimi anni, a livello locale governiamo meglio della sinistra
e sono convinto che in Basilicata vincerà il centrodestra».

Un concetto ripreso a Domenica Live: «Mi dispiace che qualcuno dica che gli italiani che sostengono la Lega
o il governo sono dei fessi, perché gli italiani non lo sono».
 
La volevano proclamare capitale d'Europa ma è rimasta soltanto un cimitero di carrette.

Povera Lampedusa! Occupata per anni dai migranti che cercavano di sbarcare
e dai giornalisti che li inseguivano, oggi Lampedusa è dimenticata dai ministri
che vogliono chiudere tutto e dagli ultras che vogliono accogliere tutti.

«E infatti la mia opinione è che si è esagerato tanto prima, quando questa isola era al centro di ogni dibattito,
ma credo che si stia esagerando anche adesso che ne è completamente uscita» dice Totò Martello
che di questa isola è il sindaco dal dicembre del 2018 da quando i lampedusani lo hanno preferito a Giusy Nicolini,
simbolo della sinistra di Matteo Renzi (la volle insieme ai grandi italiani per incontrare Barack Obama)
e troppo presto accantonata insieme a tutte le fantasie e gli oggetti della sua Leopolda.

Anche Martello è un uomo di sinistra, del Pd.

Da inizio anno a Lampedusa ci sono stati sette sbarchi, l'ultimo il 7 marzo.
Ad approdare, fino a oggi, sono stati circa 300 migranti immediatamente trasferiti in Sicilia.

Dal 2011 sono stati sospesi i pagamenti delle tasse.
Trattata come una zona terremotata, Lampedusa ha usufruito, giustamente, di questo vantaggio che però si è interrotto.

«Siamo due volte terremotati dato che questo vantaggio è stato sospeso».
Previsto nel decreto Milleproroghe, il nome dell'isola è stato cancellato e questa volta non si sa quale sia stata la manina.

«Stiamo aspettando che qualcuno ci dica cosa fare. Il paradosso è che chi finora ha beneficiato della sospensione,
si troverebbe costretto a pagare anche gli interessi sulle tasse sospese».

E poi ci sono le carrette che nessuno sa come e dove smaltire.

Una riposa in porto da ormai cinque anni. Martello ha chiesto all'ufficio dogane di poterla rottamare.
«Ma attendo ancora l'autorizzazione. Non è arrivata. Non è la sola».
 
C'è qualche lato oscuro ........
ps : vorrei far presente - dal sito Humanitas - che :
Fra i globuli bianchi, però, i linfociti vengono prodotti soprattutto a livello delle ghiandole linfatiche,
piccole strutture dalla forma sferica localizzate in diversi punti del corpo.
Alcuni esperti ritengono che il sistema emopoietico includa anche un altro elemento, il tessuto reticoloendoteliale, distribuito in tutto l'organismo.

Nel groviglio di ritardi e di misteri che circonda la morte di Imane Fadil una domanda si impone, tanto scomoda quanto inevitabile.
Riguarda il ruolo che nell'intera vicenda svolge la Procura della Repubblica di Milano:
che era perfettamente a conoscenza del calvario attraversato da quella che per i pm era a tutti gli effetti una supertestimone.

Poco dopo la metà di febbraio, in Procura arriva dalla clinica Humanitas,
dove la modella marocchina è ricoverata, la notizia che Imane sta male e che denuncia di essere stata avvelenata.
La segnalazione arriva alla polizia giudiziaria e viene girata al pm di turno.
Che potrebbe precipitarsi a Rozzano, all'Humanitas, acquisire la cartella clinica e soprattutto parlare con la donna.
Ma non accade nulla di tutto questo. E non è l'unica omissione inspiegabile.

L'1 marzo, alle 6,30 del mattino, Imane muore.
La Procura viene informata subito, tanto che poco dopo mezzogiorno vengono sequestrati la cartella clinica e il corpo della donna.
Il primo passo ovvio, immediato, è l'autopsia per cercare di capire le cause di un decesso inspiegabile.
Ma l'autopsia non viene effettuata. Per due intere settimane Imane Fadil rimane chiusa nella cella all'obitorio.
Giovedì scorso il suo legale va dal procuratore, Francesco Greco, chiedendo spiegazioni di questa apparente inattività.
L'indomani Greco annuncia alla stampa la morte della testimone e l'apertura dell'inchiesta. Finalmente viene disposta l'autopsia.

Il primo ritardo, il mancato interrogatorio di Imane Fadil, lascia un buco ormai incolmabile: nessun verbale riporterà mai la sua verità.
Ma conseguenze difficilmente riparabili rischia di averle anche il secondo ritardo, quello nell'esecuzione dell'esame medico legale.
Perché non stiamo parlando di una morte per ferita d'arma da fuoco, i cui segni rimangono stabili.
Le tracce dei metalli decadono progressivamente, i risultati che troveranno i medici in sede di autopsia
saranno sicuramente diversi da quelli che il centro antiveleni di Pavia individuò
e segnalò all'Humanitas l'1 marzo, il giorno stesso della morte della donna.
E questi ultimi sono sicuramente molto diversi dai valori iniziali, quelli che si sarebbero riscontrati
se l'esame fosse stato effettuato subito dopo il 29 gennaio, il giorno del ricovero di Imane.

Nessuna delle concentrazioni di metalli indicate nelle analisi di Pavia è neanche lontanamente vicina alla soglia di tossicità.
Un paziente che abbia subito un trapianto di anca anni fa, con le vecchie tecniche,
convive abitualmente con decine di microgrammi di cobalto per litro, mentre Imane era intorno allo 0,7.
Ma il problema è un altro: qual era la concentrazione il 29 gennaio? Non lo si saprà mai.
 
Ahahahahahah

L'unica crescita finora prodotta in Italia dai Cinquestelle è quella dei loro redditi.
Una conseguenza diretta è che anche il parco auto dei grillini,
con il salto di stipendio offerto dai contribuenti italiani, sta facendo progressi.

A partire giustamente da quello del titolare dei Trasporti, Danilo Toninelli.

Al TG2. Dopo aver sbandierato la scelta green del suo ministero che ha sostituito l'auto blu di Toninelli con una elettrica,
l'ex liquidatore sinistri di Soresina si è ritrovato di fronte alla prevedibile domanda della giornalista Maria Leitner:

«Ma lei che auto ha?».

Toninelli ha così raccontato, con un certo orgoglio, i progressi della sua famiglia in campo automobilistico.
Non solo ha appena comprato un nuovo impianto Gpl per la sua vecchia Golf del 2007,
ma già che il nuovo reddito lo consente ne ha comprata pure un'altra.

E non un'utilitaria o un'ibrida a basse emissioni, ma un bel Suv:
«Abbiamo appena comprato una Jeep Compass, che è bellissima».

«Ma...ehm...motorizzazione?» chiede la giornalista con un brivido per la gaffe che si sta concretizzando nell'abitacolo.

Risposta ferma di Toninelli: «Diesel».

«Ihhh, ministro! Qui finiamo su tutti i giornali» si allarma l'intervistatrice,
poiché il Suv diesel della Jeep acquistato da Toninelli potrebbe addirittura rientrare
nell'elenco delle auto che pagano l'ecotassa (dipende dall'allestimento, non specificato dal ministro)
introdotta proprio dal suo governo per penalizzare chi sceglie macchine meno ecologiche nei consumi.

«So che non rimedierò più a questo errore, però... ha emissioni non così impattanti...» si è arrampicato poi sugli specchi, anzi sul parabrezza.

Gaffe a parte, resta la soddisfazione per il salto di qualità in casa Toninelli.
Da impiegato a parlamentare al secondo mandato e pure ministro, con ottimo stipendio pubblico
e una marea di rimborsi a fine mese che prima nemmeno si sognava.

Normale, a questo punto, farsi anche l'auto nuova, da minimo 30mila euro, segno tangibile del nuovo status.
 
Quando tutti dicono le stesse cose bisogna iniziare a preoccuparsi.
Ed è da qualche giorno che tutti dicono le stesse cose.
Pensano le stesse cose. Postano le stesse cose. Filmano le stesse cose.
E quando questo accade, allora significa che il conformismo
- il vero male del secolo, altro che il riscaldamento globale - ha vinto l’ennesima battaglia.

Solo un gonzo si beve la storia della bambina cocciuta e sofferente della sindrome di Asperger che, sola soletta,
mette a soqquadro le coscienze delle genti e gli equilibri stantii e truffaldini della politica politicante.

E solo un babbeo non si accorge del formidabile marketing politico-mediatico -
perché noi scribacchini quando c’è da sdraiarsi di fronte al Pensiero Unico non siamo secondi a nessuno
- che sostiene tutte le spese dei viaggi internazionali della ragazza e che l’ha trasformata
in una virginea sacerdotessa del conformismo ecologista, una Bernadette del veganesimo integrale,
una Giovanna d’Arco della purezza primigenia del popolo incorrotto.

E così, abbiamo svelato l’arcano: la polpa del conformismo subdolo e avvolgente di questa operazione sta tutta qui.
In una riproposizione del sovranismo, del populismo, della disintermediazione,
questa volta però in salsa sinistrorsa e politicamente corretta.

Ma insomma, il mondo progressista ha passato gli anni a demonizzare la demagogia, l’incultura, il becerismo,
il cialtronismo delle nuove destre cafone e a difendere invece i competenti, i professionisti, le élite, i migliori
e adesso, visto che la partita sembra ormai persa - perché è questo, piaccia o non piaccia,
il vento della storia che sta spirando - si appropria degli stessi identici argomenti per presentarsi non più come un’alternativa,
ma come l’altra faccia della medaglia populista? A brigante, brigante e mezzo?

Ma scusate, quando Greta diffonde le sue massime anacreontiche contro il capitalismo,
la dittatura del denaro, i ricchi che sottraggono soldi ai poveri, le ingiustizie sociali che deturpano l’ambiente,
il lusso sfrenato e poi sul potere che invece appartiene solo e soltanto alla gente,
che differenza c’è con un comizio ululante di un Di Battista qualsiasi?

E, al netto del tema migranti, che differenza c’è con comizio ululante di un Salvini qualsiasi?

Queste sono tutte chiacchiere, tutte enunciazioni di alti principi, slogan da talk show
con le quali una sinistra allo sbando e terrorizzata dall’idea di venire travolta alle elezioni europee
cerca di cavalcare la tigre populista in salsa ecologica e anticapitalista. I populisti buoni, ma pensa un po’…

E in tutta questa brodaglia la famosa competenza, che sarebbe l’unica battaglia di civiltà
per salvare il pianeta dagli analfabeti, dai caproni e dai demagoghi da strapazzo,
altro che il buco dell’ozono, scompare completamente dall’agenda.

E assieme a lei, sparisce la politica.
Spariscono gli spazi rappresentativi classici, spariscono i codici, spariscono i Parlamenti,
commissariati da una tecnocrazia “gentista” che espropria i soggetti legittimamente eletti del potere delle decisioni,
che vengono prese fuori e prima e vengono poi salmodiate alle masse come verità del sacro pensiero del Dio Popolo Bue.

E il fatto che i Parlamenti siano in larga parte frequentati da mentecatti ai quali non affideresti manco la spesa dal fruttivendolo
non alleggerisce neppure di un’oncia il vulnus alla gerarchia democratica universalmente riconosciuta.

Perché qui siamo fuori da quell’alveo, visto che si delega in toto l’analisi e la soluzione di un problema immane
come quello della tutela del pianeta a una persona che, per ovvi motivi, non ne sa nulla e non sa dire altro che il mondo è diviso tra buoni e cattivi.

Cioè la ricetta standard delle peggiori ideologie e l’esatto contrario della buona politica.

E il fatto che sia già partita la proposta per assegnarle il Nobel per la pace la dice lunga
su quanto saranno farisei i tromboni di Stoccolma e su quanto la nostra civiltà sia arrivata definitivamente alla canna del gas.
 
azz.......perchè a me non arriva mai un bonifico ?

Il Cda del Teatro alla Scala, riunito oggi (lunedì 18 marzo, ndr), ha deciso di restituire i 3,1 milioni di euro all'Arabia Saudita.
Lo ha annunciato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che è presidente dello stesso consiglio di amministrazione.

"In data 4 marzo è arrivato un bonifico di 3 milioni è un secondo di 100mila euro da parte del principe Badr bin Abd Allah.
I bonifici non riportano causali, ma il problema è che sono stati fatti non rispettando le linee guida relative alle donazioni.
La Scala ha un codice affinché eventuali donazioni vengano accettati. Quindi ho proposto
e il Cda ha accettato che questi 3 milioni vengano restituiti immediatamente",

ha spiegato il sindaco al termine della riunione nella quale si è discussa l'ipotesi dell'ingresso dell'Arabia Saudita come socio fondatore.

Il Cda, ha poi precisato il sindaco rispondendo alle domande dei cronisti, ha approvato la decisione all'unanimità.
"Questo mette per adesso la parola fine o pausa all'ipotesi di ingresso di Riad come socio fondatore.
A oggi non sono state approvare altre forme di collaborazione. A oggi si torna al punto zero".
"Con questa operazione ributtiamo la palla nel campo dei sauditi. E cioè: potranno pensare
che non gradiamo la loro presenza e indirizzare l'interesse su altri teatri,
oppure capire che tutto questo problema consiglia di ricominciare daccapo e su basi diverse".

Infine, Sala ha parlato anche della posizione del sovrintendente Alexander Pereira che
"certamente rimane al suo posto, il mandato scadrà tra un anno, a oggi non è in discussione".

Era stato ieri il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a parlare per primo
della possibilità di un licenziamento del sovrintendente, colpevole a suo dire, di aver accettato un bonifico dal principe saudita senza informare il Cda.
 
Comunque, davanti a tale tipo di irregolarità, quello che si deve dimettere per primo,
è il Presidente del Consiglio d'Amministrazione.
 
Ogni 3 ore ne sparano una nuova.

"Cè l'opzione di un avvelenamento, ma nessuno si sente di escludere una possibile causa naturale della morte.
Quello che emerge è che all'Humanitas hanno tentato tutto il possibile, c'è anche l'ipotesi di una malattia rara che non è stata trovata"
 

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