###Eurozona: l'affondo di Trichet, senza coraggio politico non reggera' - LETTERA DA BRUXELLES
di Antonio Pollio Salimbeni
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 03 giu - E' tempo di
trarre una conseguente lezione politica della crisi greca e
degli altri due paesi sotto perfusione europea e del Fondo
monetario internazionale, Irlanda e Portogallo: con
l'attuale profilo politico-istituzionale l'Eurozona non puo'
reggere a lungo. Con un presidente che e' poco piu' che un
portavoce degli altri 16 ministri delle finanze. Senza uno
staff degno di questo nome. Soprattutto, senza poteri
effettivi a parte quello di rappresentanza e di definire
l'agenda dei lavori. La moneta c'e' e adesso alla moneta e'
stato affiancato un complesso marchingegno con il quale si
cerca di vincolare piu' strettamente i governi alle decisioni
comuni sulle politiche di bilancio da un lato, prevenire
l'accumularsi di squilibri macro-economici dall'altro. E' la
cosiddetta 'nuova governance' economica che ha un'ambizione:
garantire una supervisione delle politiche economiche e di
bilancio a livello europeo evitando che la situazione vada
fuori controllo e di dover elargire prestiti uno dopo
l'altro quando c'e' un rischio di 'default'. E' esattamente
cio' che e' accaduto dalla primavera dello scorso anno (aprile
2010 Grecia, novembre 2010 Irlanda, maggio 2011 Portogallo,
giugno 2011 di nuovo la Grecia).
Della nuova 'governance' fa parte anche il meccanismo di
intervento anti-crisi, che raccoglie soldi sul mercato
emettendo bond con tripla A, presta materialmente i soldi ai
paesi in difficolta' a tassi ridotti rispetto a quelli di
mercato. Adesso si chiama Efsf, European financial stability
facility, da meta' 2013 si chiamera' Esm, European stability
mechanism con due novita': capacita' effettiva di prestito da
440 a 500 miliardi di euro, la sua entrata in funzione
comportera' che tutti i bond emessi dagli stati a partire da
luglio 2013 avranno una clausola di azione collettiva per
facilitare accordi sulla ristrutturazione del debito. Anche
questo un tabu' caduto. Si aggiunga, infine, il 'castello'
della supervisione finanziaria con le nuove autorita' europee
per Borse, banche, assicurazioni e quella che si occupa dei
rischi sistemici guidata di diritto dal presidente Bce (oggi
Jean-Claude Trichet domani Mario Draghi): la prima prova e'
fra un paio di settimane, nel momento in cui saranno resi
noti i risultati dello stress test bancario.
Che cosa manca a questo complesso sistema, perfetto sulla
carta ma che potrebbe risultare piuttosto aggrovigliato, con
procedure che potranno facilmente accavallarsi o risultare
ridondanti e di conseguenza "illeggibili" (l'avvertenza di
questo rischio e' dell'economista Jean Pisani-Ferry,
direttore del 'think tank' europeo Bruegel)? La risposta in
due parole l'ha fornita il presidente della Bce Trichet: un
ministero delle Finanze dell'Eurozona. Da anni si dibatte
sulla "solitudine" del banchiere centrale e da anni lo
stesso Trichet ricorda come non sia colpa della Bce se gli
stati non hanno fornito una 'gamba politica' all'Unione
monetaria. Anzi, i governi hanno agito controvento, facendo
di tutto per indebolire il patto di stabilita' (con la prima
riforma del 2005) salvo poi pentirsi dopo la crisi
finanziaria (la Germania). L'idea di Trichet, una vera sfida
per la politica europea, e' questa: un ministero delle
Finanze europee che esercita responsabilita' dirette nella
sorveglianza sulle politiche di bilancio e di competitivita',
nel commissariamento dei paesi sottoposti a vigilanza
speciale, nel settore finanziario integrato, nella
rappresentanza internazionale dell'Eurozona.
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(RADIOCOR) 03-06-11 17:08:52 (0254) 3 NNNN