MILANO (MF-DJ)--"La tendenza, in atto da diverso tempo nell'industria dell'auto, a
delocalizzare le attivita' industriali, che viene spesso usata come misura di difesa" contro la guerra dei prezzi, "credo sia una
strategia molto pericolosa".
Lo ha affermato l'amministratore delegato di Fiat/Chrysler, Sergio Marchionne, aggiungendo che chi segue la tendenza della delocalizzazione deve essere consapevoli "degli effetti che provoca sul territorio d'origine, in termini di perdita di posti di lavoro, di competenze e di stabilita' economica", sapere che "sta
minando risorse molto preziose e molto difficili da ricreare, una volta scomparse".
"Tutti quanti dovremmo, invece, ricordare
l'obbligo morale che e' collegato al fare impresa, e il dovere che abbiamo di contribuire al disegno di crescita dei nostri Paesi. Questo e' l'impegno che abbiamo preso con la Fiat, in Italia, e con Chrysler negli Stati Uniti. Un impegno che vuol dire rispettare la storia delle nostre due aziende e delle comunita' che le hanno viste nascere e ne hanno accompagnato lo sviluppo", ha sostenuto Marchionne.
"Il successo economico e finanziario - aveva esordito Marchionne - puo' reggere la prova della coscienza e la sfida del futuro solo se e' radicato in una
sana etica di business. Il settore dell'auto e' una delle piu' importanti fonti di reddito e di occupazione in tutti i Paesi avanzati, apporta un contributo fondamentale al PIL e al benessere sociale delle popolazioni. Tenere a mente questo aspetto significa, in primo luogo, sentire la responsabilita', anche morale, delle scelte che si fanno. Significa intendere l'espansione internazionale come una precisa strategia di business, andando anche a produrre localmente in alcuni grandi mercati, dove e' indispensabile essere presenti per risultare efficaci".

non so perchè, ma leggere questo qui, ricordare quello che minaccia e attua da anni e collegare il tutto al chirurgo della barzelletta di 99 dell' altro giorno è stato un tutt' uno

