"La Bce si preoccupa dell'effetto virus perche' teme che possa succedere quello che e' successo alle banche mondiali dopo il fallimento di Lehman Brothers. Ma il vero Paese da guardare per capire la gravita' della crisi e' la Spagna"
Lo spiega in un'intervista rilasciata a Milano Finanza Robert Thomson, editor in chief di Dowjones Newswires (societa' del gruppo News Corp. che, assieme a Class E. controlla quest'agenzia) e managing editor del Wall Street Journal.
"In Spagna", prosegue il giornalista, "la disoccupazione e' al 21%, il mercato immobiliare e' fermo, e Cajas e banche sono sotto pressione. Ho incontrato Zapatero pochi giorni fa a San Pietroburgo e lui era molto fermo sul fatto che etichettare la situazione come un problema di tutto il Sud Europa e' un grande errore. I problemi che hanno i singoli Paesi dell'area sono di natura molto diversa".
Rispondendo poi a una domanda sul ruolo cruciale delle agenzie di rating, i cui giudizi possono influenzare pesantemente i listini, Thomson ha affermato che "ci si deve chiedere quale sia il loro ruolo. Sono anticipatrici di allarme? Sono un allarme a scoppio ritardato? Oppure non sono da considerare come tale? Non penso che sbaglino sempre, anche se in alcune occasioni hanno commesso errori grossolani come nel caso dei mortgage backed debt (obbligazioni che hanno come sottostante i mutui, ndr) negli Usa".
Sulla possibilita' che la Cina rallenti la sua corsa, Thomson ha infine spiegato che "potrebbe esserci un rallentamento lieve e oggi si guarda con qualche preoccupazione al mercato immobiliare cinese, che pero' e' molto poco omogeneo. Il governo cinese sta cercando di ridurre l'appeal speculativo nella parte alta del mercato immobiliare e allo stesso tempo continua a incentivare l'housing per i cinesi piu' poveri. Al cuore dell'economia cinese c'e' l'emancipazione del privato: hanno un'energia enorme che li porta a lavorare di piu', a investire, costruire una casa e migliorarla"