Nel corso della seduta, protrattasi più del previsto e ben oltre il termine ufficiale fissato inizialmente per le 12 e 30, sarebbero volate parole grosse, citano fonti vicine alla Bce. Segno che lo scontro fra il falco tedesco e il presidente della Banca centrale europea è stato probabilmente molto duro e polemico, tanto che nel corso della tradizionale conferenza stampa al termine delle riunione è stato lo stesso Draghi a confermare indirettamente che l'unico voto d'astensione sulla dichiarazione d'intenti attorno alla possibile ripresa di acquisti di titoli di stato sovrani da parte della Bce è venuto proprio dal rappresentante tedesco. «Le riserve di Jens Weidmann, numero uno della Banca centrale tedesca contro gli acquisti di titoli di Stato sono ampiamente conosciute», ha dichiarato Draghi.
Potrebbe essere proprio questa l'inquietante conferma della durissima ammonizione diffusa dalla Bundesbank di Jens Weidmann alla vigilia della riunione del board della Bce. E cioè che contro la volontà della Germania e del suo rappresentante all'interno del board della Banca europea, non può essere presa nessuna decisione. «Noi della Bundesbank non siamo certo una Banca centrale qualunque, ma la maggiore banca centrale dell'Eurozona e contiamo quindi più di altri»,
-----------------------------
In tutto questo mi chiedo come mai i francesi tacciano. Ora, è noto che gli unici ad avere il ca.zzo duro con i tedeschi siamo Noi e che tutti gli altri paesi, i vicini, li temono oggi come ai tempi passati, ma dire che i francesi sono uguali a gli altri è troppo.
Non lo vedo un governatore della banca di Francia tacere davanti ad un krukko. Faccio fatica ad immaginare uno scontro tra Draghi e il pivello senza che il francese intervenga per metterlo in riga.
Sarà, ma credo che sia romanzata la cosa.