Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

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il CPCE è tirato... e stavolta anche l'OEX put/call ha seguito quando solitamente va in altra direzione..

ciao GIPONE:bow:

...di "roba" tirata ce ne ' finche vuoi:rolleyes::rolleyes:
l'unica e' che provi a chiamarli:-o e sentire quanto an ancora deciso di "tirarla" in lungo...cosi' ci mettiam daccordo e stiam sereni:D:D:D

mi stavo guardando il graficazzo dello spread btp-bund 10 y....mmm:rolleyes::rolleyes:....come' ben "comprato " da 235 a 250...che belle shadow:rolleyes:.....sembrerebbe pronto a una bella randellata all'insu':rolleyes:...mahhh:cool::D:-o:mumble:
 
Ultima modifica:
...ah...io non so niente:-o.....adesso vado a funghi..lo sai:D....messo solo per correttezza...visto che ho sfrantegato le balle per settimane...avevod etto che quando ci vedevo i primi segnali di inizio strambata avrei cmq segnalato...:-o...ecco...direi che ci stiam attrezzando per virare..(IMHO)..caliamo il fiocco....e CAZZIAMO la randa ( con NOG skipper..si capisce il perche'):D:D
io son dell'idea di seguire la strategia ben illustratami e concordata con il dott Rana....:bow:...per adesso sto ' leggero...mana mano che entrran altri segnali...;)....il mio target finale direi almeno area 15000 fine luglio..cosi' a spanne...fate vobis:-o:rolleyes::ciao:

...Mazze di tamburo?:mumble::D
 
Questa la trov interessante...una volta tanto. Il che fa il paio con il taglio dei tassi Corea e Australia.

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Attenzione alla fuga di capitale del Giappone se gli investitori perdono fiducia nello yen

Di seguito pubblichiamo il commento settimanale di Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas, sull'attuale situazione macroeconomica. Per l'esperto la salita dei rendimenti dei titoli di Stato giapponesi è legata a una possibile revisione al rialzo delle stime inflazionistiche da parte della Banca centrale giapponese. Se la buona notizia è rappresentata dalla capacità mostrata negli ultimi 10 anni dal Giappone di sostenere l'alto livello di debito, la cattiva è rappresentata dal rischio di una possibile fuga di capitali qualora gli investitori giapponesi perdessero fiducia nel valor e dello yen.

Il marcato calo del mercato dei bond giapponesi avvenuto la scorsa settimana ha sorpreso molti investitori. E' probabile stimare un'ulteriore pressione sui rendimenti dato che gli investitori ritengono sempre più credibile che la banca centrale giapponese possa rivedere al rialzo stime inflazionistiche. E non possiamo escludere un rialzo dei tassi come avvenuto nel 2003 quando il rendimento a 10 anni è passato da 0,43% a 1,60% nel giro di pochi mesi.

La buona notizia per gli altri paesi sviluppati é che il Giappone ha mostrato, negli ultimi 10 anni, la capacità di far fronte ad un alto livello di indebitamento, per lungo tempo, se i tassi sono bassi. La brutta notizia è che non possiamo sapere a priori come andrà a finire la vicenda. Il rischio principale per il Giappone è una possibile fuga di capitali qualora gli investitori giapponesi perdessero fiducia nel valore dello Yen. Ma finché questo non si verifica, i tassi nipponici resteranno bassi.

Il sell-off sui bond giapponesi mette, inoltre, in evidenza che lo scenario macroeconomico, caratterizzato da abbondante liquidità, è diventato più instabile. Ad esempio, il soft patch atteso negli US, in una fase con elevata liquidità, si dimostra abbastanza positivo per il mercato equity. Il rischio è che la locomotiva americana, nei prossimi mesi, rallenti più delle attese generando un rischio deflazionistico. Tale evento sottolineerebbe come la liquidità sia insufficiente per sostenere la crescita.

Quello che sta accadendo sui mercati finanziari è molto simile a quanto accaduto negli anni '30. Durate il periodo di riduzione del debito negli USA, a seguito della grande depressione, si é constatato una graduale riduzione dei rendimenti di tutte le asset classes (cash, corporate bond, e debito sovrano in particolare).

La generalizzata diminuzione degli yelds (e la crescita dei prezzi degli asset corrispondente) ebbe fine, solamente, quando il settore privato fu in gra do di indebitarsi nuovamente sul lungo termine dopo la seconda guerra mondiale. La compressione degli yields fu meno marcata per il mercato azionario a causa della maggiore volatilità. In particolare, quando l'economia americana ricadde in recessione nel 1937 il risk premium azionario crebbe significativamente.

In conclusione, le vicende degli anni '30 mostrano che, finché la locomotiva americana non registrerà segnali di cedimento, la liquidità continuerà a comprimere i rendimenti (o a incrementare i prezzi degli asset). Si tratta, in parte, di una caratteristica di una repressione finanziaria generalizzata a tutti gli asset. Ma la storia insegna anche che la liquidità senza crescita rappresenta un equilibrio precario.
 
10:59 - ***Fondi: raccolta I trim. balza a 20,2 mld, torna ai livelli inizio 2010
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Bene sia le gestioni collettive sia di portafoglio

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 21 mag - L'industria del
risparmio gestito chiude un primo trimestre 2013 brillante,
con una raccolta che balza a 20,22 miliardi di euro, dopo il
rosso di 4,9 miliardi degli ultimi tre mesi del 2012 e contro
i -3,2 miliardi dei primi tre mesi del 2012. Una raccolta
simile nel trimestre non si vedeva dai primi tre mesi del
2010, quando era stata di 22,9 miliardi su un patrimonio a
quota 992,7 miliardi. Secondo la mappa trimestrale elaborata
da Assogestioni, il risultato del primo trimestre 2013 e'
legato sia alla raccolta da 13,95 miliardi che fa capo alle
gestioni collettive, cioe' i fondi aperti e chiusi, (1,57
miliardi nel trimestre precedente), sia ai +6,28 miliardi
delle gestioni di portafoglio che avevano pesato molto nel
trimestre precedente quando erano in rosso per 6,5 miliardi.
Sul fronte del patrimonio, a marzo 2013 ha superato 1.230
miliardi, dai 1.194 miliardi di fine 2012.


11:04 - Fondi: raccolta I trim. balza a 20,2 mld, torna ai livelli inizio 2010 -2-
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Vero e proprio boom dei fondi aperti, i flessibili in luce

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 21 mag - Analizzando il
solo comparto dei fondi aperti, il primo trimestre dell'anno
registra un vero boom, con una raccolta da 13,9 miliardi di
euro (1,5 miliardi nell'ultimo trimestre del 2012) e un
patrimonio gestito salito da 482 a 507 miliardi di euro. In
calo la raccolta degli obbligazionari a 5,4 miliardi da 6,7,
mentre gli azionari passano da -1,09 miliardi a +741 milioni
di euro. Trimestre decisamente positivo per i flessibili,
saliti da 1 a 7,5 miliardi di raccolta. Recuperano anche i
monetari: dal rosso di 4,15 miliardi a uno di soli 40 milioni
di euro. Forte inversione di tendenza per i bilanciati che da
-94 mln passano a +1,14 miliardi. Per quanto riguarda la
domiciliazione dei prodotti, si conferma e si rafforza la
preferenza per quelli di diritto estero che hanno raccolto
oltre 12 miliardi (da 2,3 mld del trimestre precedente)
mentre quelli di diritto italiano 1,8 mld (da -778 milioni).
Sul fronte invece delle gestioni di portafoglio, che vantano
una raccolta positiva per 6,27 miliardi (-6,5 mld nel IV
trimestre 2012), deciso recupero per le gestioni di prodotti
assicurativi che segnano flussi positivi per 2,47 miliardi da
-1,1 mld. Bene anche le gestioni di patrimoni previdenziali a
+2,6 miliardi da +920 milioni nel IV trimestre 2012.
Nella classifica delle societa' per patrimonio gestito, il
gruppo Generali si conferma in cima alla lista con il 28%,
seguito da Intesa Sanpaolo (19,6%) e Pioneer (8,2%).

 
Questa la trov interessante...una volta tanto. Il che fa il paio con il taglio dei tassi Corea e Australia.

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Attenzione alla fuga di capitale del Giappone se gli investitori perdono fiducia nello yen

Di seguito pubblichiamo il commento settimanale di Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas, sull'attuale situazione macroeconomica. Per l'esperto la salita dei rendimenti dei titoli di Stato giapponesi è legata a una possibile revisione al rialzo delle stime inflazionistiche da parte della Banca centrale giapponese. Se la buona notizia è rappresentata dalla capacità mostrata negli ultimi 10 anni dal Giappone di sostenere l'alto livello di debito, la cattiva è rappresentata dal rischio di una possibile fuga di capitali qualora gli investitori giapponesi perdessero fiducia nel valor e dello yen.

Il marcato calo del mercato dei bond giapponesi avvenuto la scorsa settimana ha sorpreso molti investitori. E' probabile stimare un'ulteriore pressione sui rendimenti dato che gli investitori ritengono sempre più credibile che la banca centrale giapponese possa rivedere al rialzo stime inflazionistiche. E non possiamo escludere un rialzo dei tassi come avvenuto nel 2003 quando il rendimento a 10 anni è passato da 0,43% a 1,60% nel giro di pochi mesi.

La buona notizia per gli altri paesi sviluppati é che il Giappone ha mostrato, negli ultimi 10 anni, la capacità di far fronte ad un alto livello di indebitamento, per lungo tempo, se i tassi sono bassi. La brutta notizia è che non possiamo sapere a priori come andrà a finire la vicenda. Il rischio principale per il Giappone è una possibile fuga di capitali qualora gli investitori giapponesi perdessero fiducia nel valore dello Yen. Ma finché questo non si verifica, i tassi nipponici resteranno bassi.

Il sell-off sui bond giapponesi mette, inoltre, in evidenza che lo scenario macroeconomico, caratterizzato da abbondante liquidità, è diventato più instabile. Ad esempio, il soft patch atteso negli US, in una fase con elevata liquidità, si dimostra abbastanza positivo per il mercato equity. Il rischio è che la locomotiva americana, nei prossimi mesi, rallenti più delle attese generando un rischio deflazionistico. Tale evento sottolineerebbe come la liquidità sia insufficiente per sostenere la crescita.

Quello che sta accadendo sui mercati finanziari è molto simile a quanto accaduto negli anni '30. Durate il periodo di riduzione del debito negli USA, a seguito della grande depressione, si é constatato una graduale riduzione dei rendimenti di tutte le asset classes (cash, corporate bond, e debito sovrano in particolare).

La generalizzata diminuzione degli yelds (e la crescita dei prezzi degli asset corrispondente) ebbe fine, solamente, quando il settore privato fu in gra do di indebitarsi nuovamente sul lungo termine dopo la seconda guerra mondiale. La compressione degli yields fu meno marcata per il mercato azionario a causa della maggiore volatilità. In particolare, quando l'economia americana ricadde in recessione nel 1937 il risk premium azionario crebbe significativamente.

In conclusione, le vicende degli anni '30 mostrano che, finché la locomotiva americana non registrerà segnali di cedimento, la liquidità continuerà a comprimere i rendimenti (o a incrementare i prezzi degli asset). Si tratta, in parte, di una caratteristica di una repressione finanziaria generalizzata a tutti gli asset. Ma la storia insegna anche che la liquidità senza crescita rappresenta un equilibrio precario.


...mi pare che questo sia già inziato vedendo il loro PIL del primo trimestre e ampiamente confermato anche dai dati usciti a seguire sui vari indicatori/indici, poi chiaro che qui si fa finta di non vedere e sentire.
 
...mi pare che questo sia già inziato vedendo il loro PIL del primo trimestre e ampiamente confermato anche dai dati usciti a seguire sui vari indicatori/indici, poi chiaro che qui si fa finta di non vedere e sentire.

io credo che la liquidità stia incominciando a far paura perchè va a finire sempre sui mercati e non alla reale. Credo che ci sia molta gente al comando che si sta preoccupando.

Sanno bene che al drogato non puoi togliere l'eroina come fece Alan, alla faccia del'atterraggio morbido, ma forse daranno una strigliata al cavallo, una minaccia.

La butto li, grilletto 1 il nano, grilletto 2 riduzione acquisti.

Vediamo.
 
io credo che la liquidità stia incominciando a far paura perchè va a finire sempre sui mercati e non alla reale. Credo che ci sia molta gente al comando che si sta preoccupando.

Sanno bene che al drogato non puoi togliere l'eroina come fece Alan, alla faccia del'atterraggio morbido, ma forse daranno una strigliata al cavallo, una minaccia.

La butto li, grilletto 1 il nano, grilletto 2 riduzione acquisti.

Vediamo.


Concordo con te, qui il paziente finanza è talmente pieno di droga, antidolorifici e stimolanti che potrebbe correre come un keniano tutti i giorni e lo stiamo vedendo, il problema sta nell'effetto momentaneo e placebo di questi "farmaci" che prima o poi dovranno essere tolti e che comunque come tutte le cose esogene creano assuefazione all'organismo su cui sono applicati e, quando ti assuefi, l'effetto non è più lo stesso.


Quando parli del grilletto 1 il nano a chi ti riferisci?
 
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