Gruppo merck sospende anti tumorali in grecia
Colpo in testa ai malati di cancro: la tedesca Merck Serono sospende un farmaco salvavita perché la Grecia paga in ritardo
Chissà se il prode giovane Matthias Zachert (classe 1967 di Bonn), amministratore delegato della farmaceutica tedesca Merck Serono va fiero della sua decisione. Dirà che non si poteva fare altrimenti, che le industrie devono vendere e non regalare, ecc, ecc, ecc. Ma il fatto brucia, ed è la notizia che l’azienda tedesca ha sospeso le forniture di erbitux, un antitumorale di nuova generazione, agli ospedali greci per la buona ragione che Atene non paga perché non ha i soldi. Fin qui la notizia.
Cominciamo col dire che l’erbitux (la molecola si chiama
cetuximab) è un farmaco miliardario che, nel 2010, ha fatturato la bella cifra di 1700 milioni di dollari. Che è in giro da qualche anno ed è somministrato (in certe condizioni) ai malati di cancro del colon-retto (che sono tantissimi), della testa e collo (che sono meno) e, da un po’, anche a quelli del polmone (ma su questo c’è discussione) Lo dico non per entrare nei dettagli medici, ma per far capire di quale blokbuster si tratti. Vende, ha venduto e venderà tantissimo.
Allora, mi chiedo, non si poteva fare qualcosa perché lo avessero anche i greci?. L’azienda tedesca fa sapere che sì, i greci potranno averlo se se lo vanno a comprare in farmacia: in Italia il costo della terapia è di circa 1000 euro alla settimana.
Ma, e già sento levarsi le ole di sdegno, chi deve provvedere i malati greci posto che Atene i soldi non li ha perché è sotto il torchio dell’Europa guidata dalla tedesca Merkel? Il baldo Zachert? Nel migliore dei mondi possibili, certo che sì. Ma in questo mondo, se lo fa Zachert viene defenestrato e sostituito con un altro più cattivo.Inutile predicare: le farmaceutiche vendono farmaci per fare profitti, e se non fanno profitti smettono di provvedere i farmaci.
Perché, invece, non pensare che se è l’Europa che sta guidando il treno del sanamento della Grecia, debba essere l’Europa a trovare una soluzione. Magari obbligando Merck Serono a vendere sottocosto i medicinali salvavita e costruendo dei fondi perché non siano i malati di cancro a pagare il casino che combinano e hanno combinato politici ed economisti.
Perché, credetemi, questa pensata del golden boy di Bonn, non sarà l’ultima. I farmaci antitumorali di nuova generazione costano una montagna di soldi e man mano che la crisi avanza, magari meno brutalmente, le aziende sceglieranno di venderli a chi può pagarseli. D’altra parte, già l’anno scorso (nel settembre del 2011) Roche aveva annunciato di voler sospendere la fornitura dei farmaci agli ospedali greci che non pagavano.
Ora tocca ai greci: sotto il tacco dell’Europa e delle troike devono tagliare la sanità. Sarebbe bene che l’Europa e le troike parlassero con le loro industrie e che li convincessero che un farmaco che fattura da almeno tre anni sui 1500 milioni di dollari, magari ai greci si può dare a prezzo di costo. Visto che gli altri europei lo pagano a prezzo pieno, ben caro.
E il bello è che i farmaci non sono, diciamo, come le auto: quasi ovunque e certamente in tutta Europa li pagano i governi o le grandi istituzioni assistenziali. Chissà cosa succederebbe se le agenzie chiudessero i rubinetti alle farmaceutiche che non vogliono capire che un antitumorale non è come la Coca Cola, se mettessero loro i bastoni tra le ruote, preferissero i farmaci di altri, mandassero ispettori a raffica a verificarne l’operato….