Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

Le banche dell'Eurozona avevano in bilancio attivi per un totale di 29.500 miliardi a fine 2012 che, pur in calo dell'11,6% rispetto al 2008 (-2,8% rispetto al 2011), rappresentano oltre tre volte il pil dell'area sempre nel 2012. E' quanto si legge nel rapporto diffuso dalla Bce sulle strutture del settore bancario dell'area dell'euro, nel quale l'Eurotower sottolinea i numerosi problemi che dovra' risolvere nella valutazione dei bilanci dei principali gruppi bancari dell'euro in vista del trasferimento delle competenze per la vigilanza bancaria alla Bce a fine 2014. Buona parte dell'aggiustamento, precisa il rapporto, ha avuto luogo nel 2009 attraverso una riduzione di numero degli istituti di credito, ristrutturazioni e chiusure almeno in alcuni Paesi. L'attivita' di fusione e acquisizione (M&A) nel settore bancario e' diminuita ulteriormente nel 2012, soprattutto in termini di valore delle transazioni e con un focus di nuovo sulle operazioni domestiche. L'andamento degli indicatori della capacita' bancario, scrive la Bce, segnalano un uso piu' efficiente delle risorse nel settore. Il rapporto, ha commentato Vitor Constancio, vice-presidente della Bce, "e' un importante passo in avanti nel capire i cambiamenti del settore bancario dell'area dell'euro su base aggregate. Rappresenta una valida base di partenza per il lavoro che stiamo facendo sulla via per diventare il nuovo supervisore unico dell'Eurozona".
:mumble::eeh:
 
Nella globalizzazione le citta' possono diventare una delle leve dell'economia. La loro configurazione, il tessuto che le compone, sono strumenti di crescita, non solo peculiarita' sociali. La capacita' di stimolare talenti, di far circolare idee, di attirare capitali e tecnologia sono componenti essenziali alla qualificazione urbana. Una citta' dinamica, attraente, efficiente e internazionale e' uno stimolo alla crescita; basti pensare al ruolo di Londra per i servizi, pur in un paese che ha perso da anni la specializzazione manifatturiera. Per questo aspetto, Pechino ha un ruolo impreciso, un presente contraddittorio, un futuro incerto. La sua centralita' nella Cina e' indiscutibile. Da millenni ormai ne e' il centro politico e culturale. Nella civilta' cinese e' il perno imprescindibile dell'intero paese. Sarebbe tuttavia riduttivo confinarla in un contesto solo amministrativo e intellettuale. La sua dimensione industriale e' grande, la concentrazione di fabbriche e' imponente. Shanghai e' probabilmente la capitale imprenditoriale della Cina, Guangzhou quella manifatturiera, ma Pechino non puo' certamente essere assimilata a Washington, Canberra od Ottawa. Le sue Universita' sono le migliori del paese, anche se i corsi sono ancora quasi esclusivamente in cinese. Piu' della meta' delle 500 multinazionali dell'elenco di Global Fortune ha investito in uffici o impianti nella capitale. Molte di esse vi hanno trasferito il proprio headquarter. La rete infrastrutturale ha avuto un'accelerazione impressionante, anche a causa delle Olimpiadi del 2008. All'inizio del millennio Pechino aveva 2 linee metropolitane che si sviluppavano per 55 km. Oggi le linee sono 16 e la distanza coperta e' arrivata a 456 km, il piu' esteso reticolo sotterraneo al mondo. Il suo aeroporto internazionale e' ora il secondo al per traffico passeggeri, mentre una dozzina di anni fa non era tra i primi 30. Le comunicazioni urbane sono in incessante costruzione, per facilitare il trasporto dei cittadini. La capitale e' la citta' piu' popolosa della Cina con piu' di 20 milioni di abitanti. Colpisce la velocita' dell'esplosione demografica. Nell'ultimo decennio gli abitanti sono cresciuti del 42%, rispetto all'analoga percentuale del 6% dell'intera Cina. Ancora piu sorprendente e' la composizione della popolazione: ormai piu' di un terzo e' immigrato dalle campagne. Si tratta dell'aspetto piu' eclatante dell'urbanizzazione del paese. Proprio in questi anni recenti e' avvenuto un sorpasso epocale: per la prima volta nella storia della Cina la popolazione delle citta' ha superato quella delle campagne. Pechino ha dunque sulla carta tutti i requisiti politici, economici e culturali per diventare una citta' globale, equilibrata tra crescita, importanza e prestigio. I passi in questa direzione sono stati importanti; tuttavia alcuni nodi non sono stati sciolti. La citta' non ha assunto ancora la fisionomia internazionale che il suo ruolo richiede. L'inglese e' certamente piu' diffuso, ma ancora decisamente poco utilizzato. In via generale, le aziende straniere lamentano nuove restrizioni che hanno rimpiazzato in senso opposto la disponibilita' ad accoglierle dei decenni precedenti. I centri di ricerca crescono ma non riescono ad attirare gli scienziati in maniera stabile e continuativa. La vivibilita' ha avuto un forte arretramento con il traffico e l'inquinamento che ha raggiunto livelli oramai insopportabili, tali da costringere numero famiglie di stranieri a rientrare nel loro paese. Per Pechino non si tratta soltanto di rispettare gli standard riconosciuti a livello internazionale, ma di capitalizzare sugli innegabili successi che ha finora registrato. Cio' comporta riconsiderare un modello di sviluppo imperniato sulla produzione, su una crescita simbolizzata da acciaio, cemento, e ciminiere. La capitale e' chiamata a un ruolo per lei finora sconosciuto: migliorare gli aspetti intangibili, scoprendo - seppure in ritardo - che esiste un valore economico anche nella qualita' della vita.
 
L'euro ha reagito ad alcuni punti tecnici..... ed a dati macro non brillantissimi...
 

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le obbligazioni dei periferici oggi reagiscono su livelli importanti... rialzando il rendimento...
 

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le materie prime ci diranno se il prossimo futuro sarà inflazionistico deflazionistico o reflazionistico...
 

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Anche il movimento dell'oro ci dirà quale scenario vogliono disegnare i mercati...
 

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Se rimangono sempre ligi, 600/800 di MIB in quetsa ottava sono ancora possibili ma non si può non notare come il movimento non sia portato da volumi, e adesso pure con gli americani e che la volumetrica sul BTP dice tutt'altro e da tempo.

Per completare sarebbe un rifasamento completo con gli USA che viaggiano regolari.
 
Questo è il grafico più importante da monitorare...
importante per sapere quale livello di inflazione futura stima il mercato, giusto?:mumble:

Certo che a vedere i grafici il gold, inserito nel contesto delle commodity in genere, non è il + volatile come osservano tanti commentatori.
 

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