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"S&P 500 rischia crollo -43% e da lì la ripresa sarà molto lenta"
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Commenta (0) di: WSI | Pubblicato il 19 agosto 2015| Ora 16:19
Da 659 giorni la Borsa Usa non segna correzioni superiori al 10%. Per gli esperti la festa è finita.
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Dove andrà la Borsa Usa? I calcoli di Robert Shiller
NEW YORK (WSI) - Wall Street sarebbe sempre più vicina a una correzione. Questo almeno è quanto sostengono alcuni analisti osservando una serie di fattori che ultimamente convergono verso una ritirata del mercato azionario Usa. Valori degli asset gonfiati, fondamentali dell'economia deboli, normalizzazione dei tassi di interesse sono solo alcuni dei segnali che dovrebbero mettere in allarme l'investitore.
Sono passati circa 659 giorni senza che il mercato abbia segnato un ritracciamento di almeno il 10%. Periodi come questi, nella storia del mercato azionario - suggeriscono alcuni analisti americani - non finiscono mai bene.
Per lo S&P 500 si tratta della quarta più lunga striscia positiva dal 1960. Ognuna di queste è stata sostenuta da fattori, come la bolla delle valutazioni delle società Internet del 1990 o quella del credito immobiliare del 2000, finite con un crollo verticale delle quotazioni. L'ultimo rally è il risultato delle politiche di tassi di interessi zero portati avanti dalla banche centrali.
Cosa aspettarsi dunque in questa fase di mercato? Secondo i calcoli elaborati dell'economista Robert Shiller (vedi tabella), le perdite dello S&P 500, che di solito avvengono nei 13 mesi successivi al picco, possono arrivare fino al 42%. Perdite che per essere recuperate richiedono in media 35 mesi.
Come se non bastasse, storicamente, la media annua dei rendimenti nei 10 anni successivi ai record storici si aggira intorno al 2,5%. (mt)
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Petrolio: "fase ribassista terminerà con liquidazioni a catena"
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Commenta (0) di: WSI | Pubblicato il 20 agosto 2015| Ora 09:55
Saranno scatenate dal panico, secondo il re degli investimenti Gartman, autore della newsletter più seguita dalla comunità di Wall Street.
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Secondo il guru degli investimenti Dennis Gartman la crisi del greggio non finirà presto. "Non finirà a fine anno, finirà quando finirà".
NEW YORK (WSI) - La fase ribassista del mercato petrolifero Usa continuerà ancora, prima di interrompersi con una serie di "liquidazioni aziendali" che saranno dettate dal panico.
Lo prevede il guru degli investimenti Dennis Gartman, autore della newsletter più seguita dalla comunità di Wall Street. Secondo Gartman la crisi del greggio non finirà presto. "Non finirà a fine anno, finirà quando finirà".
Lo scenario è decisamente cupo. "Segnatevelo: finirà dopo l'annuncio di cinque o sei fallimenti societari. Finirà quando ci saranno operazioni di fusione e acquisizione che interverranno", ha dichiarato all'emittente CNBC Gartman, grande esperto dei mercati finanziari con specializzazione nelle materie prime.
I futures sul greggio scambiati sul mercato Wti hanno chiuso ai minimi di oltre sei anni ieri, raggiungendo quota 40,80 dollari al barile. A influenzare negativamente gli scambi sono stati i timori per il calo della domanda, complice il rallentamento dell'economia cinese e la svalutazione massiccia dello yuan, oltre all'inatteso incremento delle scorte settimanali di barili di oro nero negli Stati Uniti.
Il greggio ha perso circa un terzo del suo valore da giugno. La produzione Usa è a una quota record e i costi di produzione sembrano attraversare un periodo di cali. L'offerta dovrebbe nel frattempo restare alta, con l'Opec che da ormai un anno che mantiene invariati i livelli di produzione nonostante un mercato saturo.