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Forever Ultras Ghetto
14:23 - Vertice Ue: Hollande, decisioni su evasione siano prese entro anno
Oggi ci saranno passi avanti
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 22 mag - Le
decisioni contro l'evasione fiscale devono essere prese entro
la fine dell'anno. Lo ha detto il presidente della Repubblica
francese, Francois Hollande, arrivando nella sede del
Consiglio Ue per partecipare al Vertice straordinario
dedicato a fisco e energia. "Abbiamo a cuore - ha
sottolineato Hollande - la lotta contro tutte le fonti di
evasione, in particolare i paradisi fiscali". Secondo il
presidente francese, "piuttosto che aumentare le tasse, i
tassi, le imposte e i prelievi, sarebbe meglio andare a
cercare la materia imponibile la' dove si nasconde".
L'obiettivo del summit di oggi, ha spiegato, e' cercare delle
soluzioni di compromesso, "ci possono essere dei ritardi ma
ci sara' un momento", entro la fine dell'anno, "in cui delle
decisioni andranno prese". Inoltre, per Hollande "non si puo'
lasciare un Paese, in realta' piu' di uno, in seno all'Unione
europea essere" la destinazione di trasferimenti per motivi
fiscali. Il presidente francese ha assicurato che ci saranno
dei passi avanti nel vertice di oggi e che in ogni caso "e'
gia' molto importante che l'Europa prenda davvero in mano
tali questioni".
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 22 mag - Oltre alla
Svizzera sono coinvolti nel negoziato sulla direttiva
tassazione dei redditi da risparmio Monaco, Andorra, San
Marino e Liechtestein. Nella bozza di conclusioni resta una
sorta di ambiguita'. Da un lato si afferma che "deve essere
data priorita' agli sforzi per estendere lo scambio
automatico delle informazioni (fiscali) a livello Ue e
globale". Poi si nota semplicemente che la Commissione
europea "intende proporre emendamenti alla direttiva sulla
cooperazione amministrativa a giugno affinche' lo scambio
automatico copra un largo spettro di redditi" (dividendi,
redditi da capitale, da contratti assicurativi).
Significativamente, nell'ultima versione della bozza di
conclusioni, che non dovrebbe subire sostanziali modifiche,
non appare il riferimento alla necessita' che la Ue abbia
"posizioni coordinate" nel G8, nel G20 e all'Ocse e nelle
relazioni con i paesi terzi e le altre giurisdizioni.
Dall'altro lato si chiede che i negoziati con i paesi terzi
comincino il piu' presto possibile "per assicurare che questi
paesi continuino ad applicare misure equivalenti a quelli
nella Ue". E' evidente che se si applicano misure equivalenti
allo scambio automatico delle informazioni fiscali (per via
bancaria) lo scambio automatico non puo' essere
effettivamente uno standard globale.
Si capisce dunque perche' il cancelliere austriaco Werner
Faymann non tema di passare sotto il fuoco incrociato delle
critiche per non aver accettato nemmeno la linea
lussemburghese (il Lussemburgo ha annunciato che dal 2015
applichera' lo scambio automatico delle informazioni senza
pero' rinunciare al segreto bancario per i residenti
interni). Faymann e' soddisfatto delle conclusioni preparate
dai diplomatici e si e' dichiarato pronto a sottoscriverle
aggiungendo di essere anche pronto a compiere progressi che
pero' devono coinvolgere anche gli stati 'terzi'.
14:39 - Vertice Ue: rafforzamento norme fiscali resta ostaggio negoziati con paesi terzi -3-
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 22 mag - Poi c'e' il
capitolo del contrasto della cosiddetta "pianificazione
fiscale aggressiva", quella che consiste nello sfruttare a
proprio vantaggio gli aspetti tecnici del sistema fiscale, le
differenze nelle legislazioni accompagnate da forti divari
nel livello delle aliquote. Obiettivo: ridurre l'imposta da
pagare o addirittura a evitarla. Un classico esempio sono le
doppie detrazioni (la stessa perdita viene detratta sia nello
Stato della fonte di reddito sia nello Stato di residenza) e
la doppia non imposizione (i redditi non tassati nel primo
Stato risultano esenti nello Stato di residenza). Maestri e
sperimentati protagonisti di questi vortici fiscali sono
Irlanda, Olanda. Il Lussemburgo ha un ruolo primario come
'triangolatore' e per questo e' una meta' ambita per le
societa' multinazionali.
Il tema e' bollente, basti pensare ai casi Amazon, Google
e Apple (che si appoggia all'Irlanda). Secondo i calcoli
della Commissione europea l'evasione fiscale e l'elusione
fanno perdere agli Stati Ue almeno mille miliardi l'anno,
quasi il doppio dei deficit pubblici 2012 di tutti gli Stati
Ue, pari agli investimenti necessari per il settore
energetico europeo (l'altro tema al centro del Vertice).
C'e' grande attenzione, ma non ci saranno grandi
indicazioni concrete. Si aspetta che la Commissione proponga
una proposta entro l'anno per migliorare la direttiva sulle
societa' controllate e ridefinisca le norme anti-abuso, si
rafforzi il codice di condotta delle imprese, la Ue agisca a
livello globale per assicurare regole comuni contro
l'erosione delle basi fiscali, il trasferimento dei profitti,
l'assenza di trasparenza. In sostanza, non deve esserci
tregua sui paradisi fiscali.
Il problema che ci sono comportamenti da 'paradisi fiscali'
nella stessa Ue e il caso Apple-Irlanda lo dimostra
ampiamente. L'Irlanda, che e' pure presidente di turno Ue,
respinge a vari mittenti critiche e sospetti. In effetti
l'aggiornamento delle regole non e' illecita e questa e'
proprio la caratteristica fondamentale di tali pratiche: si
tratta di operazioni legali in senso stretto che pero', come
e' scritto nelle raccomandazioni della Commissione Ue dello
scorso dicembre, "sono tuttavia in contrasto con lo scopo
della norma".

Oggi ci saranno passi avanti
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 22 mag - Le
decisioni contro l'evasione fiscale devono essere prese entro
la fine dell'anno. Lo ha detto il presidente della Repubblica
francese, Francois Hollande, arrivando nella sede del
Consiglio Ue per partecipare al Vertice straordinario
dedicato a fisco e energia. "Abbiamo a cuore - ha
sottolineato Hollande - la lotta contro tutte le fonti di
evasione, in particolare i paradisi fiscali". Secondo il
presidente francese, "piuttosto che aumentare le tasse, i
tassi, le imposte e i prelievi, sarebbe meglio andare a
cercare la materia imponibile la' dove si nasconde".
L'obiettivo del summit di oggi, ha spiegato, e' cercare delle
soluzioni di compromesso, "ci possono essere dei ritardi ma
ci sara' un momento", entro la fine dell'anno, "in cui delle
decisioni andranno prese". Inoltre, per Hollande "non si puo'
lasciare un Paese, in realta' piu' di uno, in seno all'Unione
europea essere" la destinazione di trasferimenti per motivi
fiscali. Il presidente francese ha assicurato che ci saranno
dei passi avanti nel vertice di oggi e che in ogni caso "e'
gia' molto importante che l'Europa prenda davvero in mano
tali questioni".
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 22 mag - Oltre alla
Svizzera sono coinvolti nel negoziato sulla direttiva
tassazione dei redditi da risparmio Monaco, Andorra, San
Marino e Liechtestein. Nella bozza di conclusioni resta una
sorta di ambiguita'. Da un lato si afferma che "deve essere
data priorita' agli sforzi per estendere lo scambio
automatico delle informazioni (fiscali) a livello Ue e
globale". Poi si nota semplicemente che la Commissione
europea "intende proporre emendamenti alla direttiva sulla
cooperazione amministrativa a giugno affinche' lo scambio
automatico copra un largo spettro di redditi" (dividendi,
redditi da capitale, da contratti assicurativi).
Significativamente, nell'ultima versione della bozza di
conclusioni, che non dovrebbe subire sostanziali modifiche,
non appare il riferimento alla necessita' che la Ue abbia
"posizioni coordinate" nel G8, nel G20 e all'Ocse e nelle
relazioni con i paesi terzi e le altre giurisdizioni.
Dall'altro lato si chiede che i negoziati con i paesi terzi
comincino il piu' presto possibile "per assicurare che questi
paesi continuino ad applicare misure equivalenti a quelli
nella Ue". E' evidente che se si applicano misure equivalenti
allo scambio automatico delle informazioni fiscali (per via
bancaria) lo scambio automatico non puo' essere
effettivamente uno standard globale.
Si capisce dunque perche' il cancelliere austriaco Werner
Faymann non tema di passare sotto il fuoco incrociato delle
critiche per non aver accettato nemmeno la linea
lussemburghese (il Lussemburgo ha annunciato che dal 2015
applichera' lo scambio automatico delle informazioni senza
pero' rinunciare al segreto bancario per i residenti
interni). Faymann e' soddisfatto delle conclusioni preparate
dai diplomatici e si e' dichiarato pronto a sottoscriverle
aggiungendo di essere anche pronto a compiere progressi che
pero' devono coinvolgere anche gli stati 'terzi'.
14:39 - Vertice Ue: rafforzamento norme fiscali resta ostaggio negoziati con paesi terzi -3-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 22 mag - Poi c'e' il
capitolo del contrasto della cosiddetta "pianificazione
fiscale aggressiva", quella che consiste nello sfruttare a
proprio vantaggio gli aspetti tecnici del sistema fiscale, le
differenze nelle legislazioni accompagnate da forti divari
nel livello delle aliquote. Obiettivo: ridurre l'imposta da
pagare o addirittura a evitarla. Un classico esempio sono le
doppie detrazioni (la stessa perdita viene detratta sia nello
Stato della fonte di reddito sia nello Stato di residenza) e
la doppia non imposizione (i redditi non tassati nel primo
Stato risultano esenti nello Stato di residenza). Maestri e
sperimentati protagonisti di questi vortici fiscali sono
Irlanda, Olanda. Il Lussemburgo ha un ruolo primario come
'triangolatore' e per questo e' una meta' ambita per le
societa' multinazionali.
Il tema e' bollente, basti pensare ai casi Amazon, Google
e Apple (che si appoggia all'Irlanda). Secondo i calcoli
della Commissione europea l'evasione fiscale e l'elusione
fanno perdere agli Stati Ue almeno mille miliardi l'anno,
quasi il doppio dei deficit pubblici 2012 di tutti gli Stati
Ue, pari agli investimenti necessari per il settore
energetico europeo (l'altro tema al centro del Vertice).
C'e' grande attenzione, ma non ci saranno grandi
indicazioni concrete. Si aspetta che la Commissione proponga
una proposta entro l'anno per migliorare la direttiva sulle
societa' controllate e ridefinisca le norme anti-abuso, si
rafforzi il codice di condotta delle imprese, la Ue agisca a
livello globale per assicurare regole comuni contro
l'erosione delle basi fiscali, il trasferimento dei profitti,
l'assenza di trasparenza. In sostanza, non deve esserci
tregua sui paradisi fiscali.
Il problema che ci sono comportamenti da 'paradisi fiscali'
nella stessa Ue e il caso Apple-Irlanda lo dimostra
ampiamente. L'Irlanda, che e' pure presidente di turno Ue,
respinge a vari mittenti critiche e sospetti. In effetti
l'aggiornamento delle regole non e' illecita e questa e'
proprio la caratteristica fondamentale di tali pratiche: si
tratta di operazioni legali in senso stretto che pero', come
e' scritto nelle raccomandazioni della Commissione Ue dello
scorso dicembre, "sono tuttavia in contrasto con lo scopo
della norma".