Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

la pensano diversamente...

Il rally di Wall Street non si fermerà. Lo sostengono gli specialisti di Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) , che si aspettano l’indice S&P 500 a quota 1.900 a fine 2014 e 2.100 nel 2015, mentre lo Stoxx Europe 600 salirà nello stesso periodo da 360 a 380, grazie alla ripresa economica che si concretizzerà il prossimo anno. Ecco a loro parere dieci temi forti del 2014.
1)Pil in crescita del 3% . Negli Stati Uniti i consumi sono stati raffreddati nel 2013 dalla pressione fiscale, ma quando quest’ultima diventerà meno pesante la domanda privata e gli investimenti delle aziende potranno tornare a crescere a un ritmo sostenuto. E’ quello che succederà nel 2014 negli Usa, con il Pil atteso in aumento del 3%, e nel Regno Unito. Anche in Eurolandia arriverà la ripresa (+1%), ma a un ritmo diverso nei vari Paesi.
2)Tassi a zero . Le banche centrali del G4 continueranno a mantenere i tassi di interesse vicini allo zero per un lungo periodo di tempo, in un quadro di bassa inflazione e alta disoccupazione. La combinazione di politiche espansive e accelerazione della crescita saranno favorevoli per le azioni e gli altri asset a rischio, mentre freneranno un rapido aumento dei rendimenti a lungo termine.
3)Continua la corsa delle borse. Grazie alla congiuntura più favorevole, il rally dei listini azionari potrà continuare, sebbene i multipli borsistici siano superiori alla media, trainato dall’aumento degli utili. Non si può però negare il fatto che il risk-premium delle azioni sia su livelli elevati, a fronte di rendimenti reali dei Treasury storicamente molto bassi. E se lo scenario dei tassi dovesse salire più rapidamente di quanto il mercato si aspetta, l’impatto sulle borse sarebbe negativo. Queste considerazioni sono valide anche per l’Europa, dove il risk premium è maggiore, così come lo spazio di miglioramento dei margini reddituali.
4)Scende la volatilità. L’aumento del Pil previsto nel 2014, che sarà comunque inferiore alla media, e l’inflazione sotto controllo porterà a una minore volatilità dei mercati rispetto a quest’anno, con la conseguenza che sarà più difficile applicare in maniera efficiente strategie di carry, soprattutto nei mercati dei cambi, senza correre un forte rischio.
5)Le banche centrali controcorrente. Nel 2013 le banche centrali di alcuni mercati emergenti hanno già stretto le redini del credito e nel 2014, a mano a mano che la crescita Usa sarà più evidente, il focus si sposterà sui Paesi che andranno in questa direzione. Nel G10 i primi ad alzare i tassi saranno Nuova Zelanda, Norvegia e Svezia nella seconda metà del 2014, mentre l’Australia si muoverà controcorrente, con un nuovo taglio all’inizio del prossimo anno. Il Giappone manterrà invece una politica espansiva, così come Eurolandia, dove la deflazione potrebbe essere più forte delle attese.
6)L’impatto sulle valute. Nel 2012-2013 alcuni Paesi, come Norvegia, Svizzera, Israele, Canada e in misura minore Nuova Zelanda e Svezia, hanno beneficiato di alti afflussi di liquidità che hanno portato a un aumento eccessivo del mercato immobiliare e/o del credito. Ma nel 2014 quando la crescita ripartirà, le banche centrali di questi Paesi, che hanno finora tollerato i segnali di pericolo, dovranno rivalutarne i rischi e considerare le mosse più opportune, visto che per molti di loro il mix ideale sarebbe rappresentato da tassi maggiori e valute più deboli.
7)Emergenti sotto pressione. Se il 2013 è stato un anno difficile per Paesi emergenti, nel 2014 le pressioni su questi mercati continueranno ad essere molto forti, anche se il mix micidiale di revisione al ribasso delle aspettative sul pil cinese e timori legati all’effetto del tapering Usa non si ripeteranno con la stessa intensità. Dal punto di vista degli investitori, le azioni sono meglio posizionate rispetto ad altri asset, mentre quelli più a rischio sono le valute.
8)In evidenza Est (Other OTC: ECPCY - notizie) e Centro Europa. I mercati emergenti che beneficeranno dell’aumento della crescita dei Paesi sviluppati sono quelli dell’Est e Centro Europa (Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria), mentre il calo dei prezzi delle commodity renderà vulnerabili Sud Africa e Cile. In generale sono meglio posizionati i Paesi con politiche economiche credibili, come Brasile e India, rispetto a quelli che evidenzieranno un aumento degli squilibri (Turchia).
9)Commodity più deboli. I prezzi delle materie prime, in particolare dei metalli industriali e dell’oro, sono destinati a scendere. Gli esperti della banca d'affari Usa si aspettano nel 2014 i cali più sostenuti (intorno al 15%) per oro, rame, ferro e soia, mentre il petrolio si manterrà stabile, anche se ci sono rischi di ribasso.
10)Occhio alle borse asiatiche . Dopo la drastica revisione al ribasso delle previsioni sulla crescita cinese e la brusca frenata del Pil a metà del 2013 (7,5%), nel prossimo anno le condizioni sono mature per una leggera ripresa delle economie e dei mercati asiatici, soprattutto di quelli azionari.
 
la pensano diversamente...

Il rally di Wall Street non si fermerà. Lo sostengono gli specialisti di Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) , che si aspettano l’indice S&P 500 a quota 1.900 a fine 2014 e 2.100 nel 2015, mentre lo Stoxx Europe 600 salirà nello stesso periodo da 360 a 380, grazie alla ripresa economica che si concretizzerà il prossimo anno. Ecco a loro parere dieci temi forti del 2014.
1)Pil in crescita del 3% . Negli Stati Uniti i consumi sono stati raffreddati nel 2013 dalla pressione fiscale, ma quando quest’ultima diventerà meno pesante la domanda privata e gli investimenti delle aziende potranno tornare a crescere a un ritmo sostenuto. E’ quello che succederà nel 2014 negli Usa, con il Pil atteso in aumento del 3%, e nel Regno Unito. Anche in Eurolandia arriverà la ripresa (+1%), ma a un ritmo diverso nei vari Paesi.
2)Tassi a zero . Le banche centrali del G4 continueranno a mantenere i tassi di interesse vicini allo zero per un lungo periodo di tempo, in un quadro di bassa inflazione e alta disoccupazione. La combinazione di politiche espansive e accelerazione della crescita saranno favorevoli per le azioni e gli altri asset a rischio, mentre freneranno un rapido aumento dei rendimenti a lungo termine.
3)Continua la corsa delle borse. Grazie alla congiuntura più favorevole, il rally dei listini azionari potrà continuare, sebbene i multipli borsistici siano superiori alla media, trainato dall’aumento degli utili. Non si può però negare il fatto che il risk-premium delle azioni sia su livelli elevati, a fronte di rendimenti reali dei Treasury storicamente molto bassi. E se lo scenario dei tassi dovesse salire più rapidamente di quanto il mercato si aspetta, l’impatto sulle borse sarebbe negativo. Queste considerazioni sono valide anche per l’Europa, dove il risk premium è maggiore, così come lo spazio di miglioramento dei margini reddituali.
4)Scende la volatilità. L’aumento del Pil previsto nel 2014, che sarà comunque inferiore alla media, e l’inflazione sotto controllo porterà a una minore volatilità dei mercati rispetto a quest’anno, con la conseguenza che sarà più difficile applicare in maniera efficiente strategie di carry, soprattutto nei mercati dei cambi, senza correre un forte rischio.
5)Le banche centrali controcorrente. Nel 2013 le banche centrali di alcuni mercati emergenti hanno già stretto le redini del credito e nel 2014, a mano a mano che la crescita Usa sarà più evidente, il focus si sposterà sui Paesi che andranno in questa direzione. Nel G10 i primi ad alzare i tassi saranno Nuova Zelanda, Norvegia e Svezia nella seconda metà del 2014, mentre l’Australia si muoverà controcorrente, con un nuovo taglio all’inizio del prossimo anno. Il Giappone manterrà invece una politica espansiva, così come Eurolandia, dove la deflazione potrebbe essere più forte delle attese.
6)L’impatto sulle valute. Nel 2012-2013 alcuni Paesi, come Norvegia, Svizzera, Israele, Canada e in misura minore Nuova Zelanda e Svezia, hanno beneficiato di alti afflussi di liquidità che hanno portato a un aumento eccessivo del mercato immobiliare e/o del credito. Ma nel 2014 quando la crescita ripartirà, le banche centrali di questi Paesi, che hanno finora tollerato i segnali di pericolo, dovranno rivalutarne i rischi e considerare le mosse più opportune, visto che per molti di loro il mix ideale sarebbe rappresentato da tassi maggiori e valute più deboli.
7)Emergenti sotto pressione. Se il 2013 è stato un anno difficile per Paesi emergenti, nel 2014 le pressioni su questi mercati continueranno ad essere molto forti, anche se il mix micidiale di revisione al ribasso delle aspettative sul pil cinese e timori legati all’effetto del tapering Usa non si ripeteranno con la stessa intensità. Dal punto di vista degli investitori, le azioni sono meglio posizionate rispetto ad altri asset, mentre quelli più a rischio sono le valute.
8)In evidenza Est (Other OTC: ECPCY - notizie) e Centro Europa. I mercati emergenti che beneficeranno dell’aumento della crescita dei Paesi sviluppati sono quelli dell’Est e Centro Europa (Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria), mentre il calo dei prezzi delle commodity renderà vulnerabili Sud Africa e Cile. In generale sono meglio posizionati i Paesi con politiche economiche credibili, come Brasile e India, rispetto a quelli che evidenzieranno un aumento degli squilibri (Turchia).
9)Commodity più deboli. I prezzi delle materie prime, in particolare dei metalli industriali e dell’oro, sono destinati a scendere. Gli esperti della banca d'affari Usa si aspettano nel 2014 i cali più sostenuti (intorno al 15%) per oro, rame, ferro e soia, mentre il petrolio si manterrà stabile, anche se ci sono rischi di ribasso.
10)Occhio alle borse asiatiche . Dopo la drastica revisione al ribasso delle previsioni sulla crescita cinese e la brusca frenata del Pil a metà del 2013 (7,5%), nel prossimo anno le condizioni sono mature per una leggera ripresa delle economie e dei mercati asiatici, soprattutto di quelli azionari.


anche ammesso che siano in buona fede (:lol:), ovvero che puntano davvero a questo anche per distribuire le sole ad altri, mi domando se la bolla può sostenersi così a lungo ancora. Se ho capito bene le dinamiche di queste ultime ad un certo punto tuto diventa instabile e basta una piccola perturbazione per causare il crash. L'ultima volta ci hanno lasciato le penne anche nomi illustri (vedi Lehman Brother) che evidentemente sono stati sorpresi...
 
scrivo una considerazione sul Copper che magari interessa. Non so se qualcuno di voi lo trada, ma in ogni caso è (credo) un buon indicatore di ripresa.
A me risulta che:
1) è in corso un ciclo a 5 anni (nominali)
2) siamo nella fase di chiusura (quindi short)
3) il 24 giugno è iniziato un nuovo annuale
4) l'annuale in corso si sta girando negativo (almeno secondo i miei indicatori). La conferma definitiva la avremo solo alla rottura del minimo dell'annuale.
5) se sarà così avremo una accelerazione brutale del ribasso, che mi aspetterei nei prox mesi.

Stante questa analisi (se permarrà la correlazione tra questa materia prima con l'andamento economico) non promette benissimo per la presunta ripresa...


Grazie foo:up:...lo guardavo nel wknd scorso e anche io sono più per un proseguimento del movimento short che per un'inversione, come area di arrivo avrei individuato area 2,6-2,7 per i prox mesi.

Poi che una discesa del rame abbia ancora valore di correlazione con l'andamento economico non lo so, un po' di smalto e affidabilità l'ha perso...come del resto molte altre cose e correlazioni varie.
 
La deflazione non e' in vista nell'Eurozona. Cosi' Ewald Nowotny, membro del Direttorio della Bce e governatore della Banca centrale austriaca. "Quello che vediamo e' che le prospettive di inflazione sono ben ferme. Abbiamo una inflazione bassa, ma non una deflazione. Non vedo prospettive di deflazione". Parlando a margine di una conferenza della Banca di Francia a Parigi, Nowotny non ha poi voluto commentare sulla possibilita' di un ulteriore allentamento della politica monetaria da parte della Bce. Nel suo intervento al convegno Nowotny ha anche detto di aspettarsi che le nuove regole Basilea III sul capitale delle banche spingeranno l'Europa verso maggiori finanziamenti sul mercato. "L'abbiamo gia' visto in Germania e in Austria, dove vi e' stato un importante aumento nei corporate bond", ha concluso.
 
la pensano diversamente...

Il rally di Wall Street non si fermerà. Lo sostengono gli specialisti di Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) , che si aspettano l’indice S&P 500 a quota 1.900 a fine 2014 e 2.100 nel 2015, mentre lo Stoxx Europe 600 salirà nello stesso periodo da 360 a 380, grazie alla ripresa economica che si concretizzerà il prossimo anno. Ecco a loro parere dieci temi forti del 2014.
1)Pil in crescita del 3% . Negli Stati Uniti i consumi sono stati raffreddati nel 2013 dalla pressione fiscale, ma quando quest’ultima diventerà meno pesante la domanda privata e gli investimenti delle aziende potranno tornare a crescere a un ritmo sostenuto. E’ quello che succederà nel 2014 negli Usa, con il Pil atteso in aumento del 3%, e nel Regno Unito. Anche in Eurolandia arriverà la ripresa (+1%), ma a un ritmo diverso nei vari Paesi.
2)Tassi a zero . Le banche centrali del G4 continueranno a mantenere i tassi di interesse vicini allo zero per un lungo periodo di tempo, in un quadro di bassa inflazione e alta disoccupazione. La combinazione di politiche espansive e accelerazione della crescita saranno favorevoli per le azioni e gli altri asset a rischio, mentre freneranno un rapido aumento dei rendimenti a lungo termine.
3)Continua la corsa delle borse. Grazie alla congiuntura più favorevole, il rally dei listini azionari potrà continuare, sebbene i multipli borsistici siano superiori alla media, trainato dall’aumento degli utili. Non si può però negare il fatto che il risk-premium delle azioni sia su livelli elevati, a fronte di rendimenti reali dei Treasury storicamente molto bassi. E se lo scenario dei tassi dovesse salire più rapidamente di quanto il mercato si aspetta, l’impatto sulle borse sarebbe negativo. Queste considerazioni sono valide anche per l’Europa, dove il risk premium è maggiore, così come lo spazio di miglioramento dei margini reddituali.
4)Scende la volatilità. L’aumento del Pil previsto nel 2014, che sarà comunque inferiore alla media, e l’inflazione sotto controllo porterà a una minore volatilità dei mercati rispetto a quest’anno, con la conseguenza che sarà più difficile applicare in maniera efficiente strategie di carry, soprattutto nei mercati dei cambi, senza correre un forte rischio.
5)Le banche centrali controcorrente. Nel 2013 le banche centrali di alcuni mercati emergenti hanno già stretto le redini del credito e nel 2014, a mano a mano che la crescita Usa sarà più evidente, il focus si sposterà sui Paesi che andranno in questa direzione. Nel G10 i primi ad alzare i tassi saranno Nuova Zelanda, Norvegia e Svezia nella seconda metà del 2014, mentre l’Australia si muoverà controcorrente, con un nuovo taglio all’inizio del prossimo anno. Il Giappone manterrà invece una politica espansiva, così come Eurolandia, dove la deflazione potrebbe essere più forte delle attese.
6)L’impatto sulle valute. Nel 2012-2013 alcuni Paesi, come Norvegia, Svizzera, Israele, Canada e in misura minore Nuova Zelanda e Svezia, hanno beneficiato di alti afflussi di liquidità che hanno portato a un aumento eccessivo del mercato immobiliare e/o del credito. Ma nel 2014 quando la crescita ripartirà, le banche centrali di questi Paesi, che hanno finora tollerato i segnali di pericolo, dovranno rivalutarne i rischi e considerare le mosse più opportune, visto che per molti di loro il mix ideale sarebbe rappresentato da tassi maggiori e valute più deboli.
7)Emergenti sotto pressione. Se il 2013 è stato un anno difficile per Paesi emergenti, nel 2014 le pressioni su questi mercati continueranno ad essere molto forti, anche se il mix micidiale di revisione al ribasso delle aspettative sul pil cinese e timori legati all’effetto del tapering Usa non si ripeteranno con la stessa intensità. Dal punto di vista degli investitori, le azioni sono meglio posizionate rispetto ad altri asset, mentre quelli più a rischio sono le valute.
8)In evidenza Est (Other OTC: ECPCY - notizie) e Centro Europa. I mercati emergenti che beneficeranno dell’aumento della crescita dei Paesi sviluppati sono quelli dell’Est e Centro Europa (Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria), mentre il calo dei prezzi delle commodity renderà vulnerabili Sud Africa e Cile. In generale sono meglio posizionati i Paesi con politiche economiche credibili, come Brasile e India, rispetto a quelli che evidenzieranno un aumento degli squilibri (Turchia).
9)Commodity più deboli. I prezzi delle materie prime, in particolare dei metalli industriali e dell’oro, sono destinati a scendere. Gli esperti della banca d'affari Usa si aspettano nel 2014 i cali più sostenuti (intorno al 15%) per oro, rame, ferro e soia, mentre il petrolio si manterrà stabile, anche se ci sono rischi di ribasso.
10)Occhio alle borse asiatiche . Dopo la drastica revisione al ribasso delle previsioni sulla crescita cinese e la brusca frenata del Pil a metà del 2013 (7,5%), nel prossimo anno le condizioni sono mature per una leggera ripresa delle economie e dei mercati asiatici, soprattutto di quelli azionari.

faccio notare che il punto 2 secondo me è per loro cruciale al fine di distribuire tutte le sole che hanno in corpo. Devono stanare i buoi e i fondi con i soldi dei buoi per distribuire su questi livelli o sopra
 
Prima di andare a mangiare devo dire che sul Mib ho già degli eccessi ribassisti, i primi, mentre su SPX, DJ, Nasdaq e DAX ho degli accessi rialzisti, quindi iper opposto.

Adesso però ho una Londra debole, così come il CAC; insomma direi che che c'è dello sballamento in giro, parecchio.

Per riallineare il tutto ci vorrebbe un bel ritracciamento rapido e violento, qualche dì, altrimenti la situazione rimarrà sempre molto confusa per me, molto. A me serve che si muovano e di forza, sopra o sotto poco importa basta che lo facciano.

Buon pranzo.
 
Grazie foo:up:...lo guardavo nel wknd scorso e anche io sono più per un proseguimento del movimento short che per un'inversione, come area di arrivo avrei individuato area 2,6-2,7 per i prox mesi.

Poi che una discesa del rame abbia ancora valore di correlazione con l'andamento economico non lo so, un po' di smalto e affidabilità l'ha perso...come del resto molte altre cose e correlazioni varie.

:up:, si ormai le correlazioni trovano il tempo che trovano, tutto è manipolatissimo. Tra l'altro mi risulta che Goldman Sachs, anzi Sucks, controlli il mercato del rame per cui...
A 2.6 ci arriva "sicuramente" , ma mi chiedo se la trend che ha retto i minimi pluriennali farà ancora da attrattore.... è ben più in basso. !.75 :eek:
Boh bisogna prendere il tempo giusto e poi gestire bene la posizione fino a dove vogliono andare. Sembra anche esserci un H&S riba che hanno parecchio sporcato che sarebbe anche compatibile con questo target. Ora abbiamo fatto la pullback sulla neck che guarda caso sta facendo da resistenza...
 
Prima di andare a mangiare devo dire che sul Mib ho già degli eccessi ribassisti, i primi, mentre su SPX, DJ, Nasdaq e DAX ho degli accessi rialzisti, quindi iper opposto.

Adesso però ho una Londra debole, così come il CAC; insomma direi che che c'è dello sballamento in giro, parecchio.

Per riallineare il tutto ci vorrebbe un bel ritracciamento rapido e violento, qualche dì, altrimenti la situazione rimarrà sempre molto confusa per me, molto. A me serve che si muovano e di forza, sopra o sotto poco importa basta che lo facciano.

Buon pranzo.

per ora, e sottolineo per ora non è ancora allarmante sul MIB. sul grafico 1h, siamo ancora dentro il canale della forhetta di andrews di cui parlavo un paio di giorni fa, tra l'altro il bordo superiore del canale è praticamente coincidente con la mm a 200 h che di solito su questo TF contiene i rimbalzi, finchè non li rompono io sto tranquillo :rolleyes:
 

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