Analisi Intermarket ....quelli che.... Investire&tradare - Cap. 2

E il drogato del mercato urlò : Berni, Berni non mi mollare, non mi mollareeeeeeeeeeee
 
:ciao:


Per i mercati, il 2013 era iniziato all'insegna di un rafforzamento del sostegno da parte delle Banche Centrali (Fed in primis, con l'inaugurazione della terza fase di "Quantitative Easing"). Una politica monetaria cosi' accomodante rappresentava la risposta a un'economia ancora debole nel mondo sviluppato. Contemporaneamente, essa giustificava, in un contesto di inflazione estremamente contenuta, non solo un posizionamento costruttivo sui mercati azionari, ma anche un'esposizione obbligazionaria prudente. La sorpresa e' arrivata dagli Stati Uniti, il cui dinamismo economico e' riuscito a superare le restrizioni di bilancio (fiscal cliff e sequestration) piu' rapidamente del previsto. Cio' ha determinato l'annuncio anticipato da parte della Fed di una imminente riduzione degli acquisti di Treasury statunitensi. Da allora le performance delle diverse asset class hanno evidenziato un andamento profondamente divergente: i mercati azionari globali hanno chiuso il 2013 in rialzo del 17,5%, mentre l'indice mondiale dei mercati obbligazionari ha registrato una flessione superiore all'8%. All'interno dei mercati azionari, solo i mercati emergenti hanno pesantemente risentito della minaccia di una minore liquidita' a livello mondiale, perdendo mediamente un 7% annuo. Il 2014 inizia quindi seguendo una dinamica radicalmente diversa rispetto al 2013. Pur essendo gia' a meta' del ciclo, la crescita dell'economia statunitense e' in fase di accelerazione e ben presto sara' meno soggetta a stretta fiscale. Allo stesso tempo, i paesi emergenti e quelli europei sono oramai in una fase di stabilizzazione, dopo diversi anni di rallentamento (sebbene in proporzioni ben diverse!), mentre il Giappone prosegue con la rinascita economica. La posta in gioco per i gestori sara' quindi quella di cogliere il continuo miglioramento globale trainato dagli Stati Uniti, pur cautelandosi rispetto al conseguente rischio di una pericolosa normalizzazione dei mercati obbligazionari
Stati Uniti - La velocita' di ripresa dell'economia statunitense e' sorprendente. La crescita registrata nel 2013, sicuramente molto prossima al 2%, ha consentito di impartire una notevole spinta al gettito fiscale. Inoltre, la rinascita industriale e i passi avanti in direzione dell'autonomia energetica hanno permesso di soddisfare, in percentuale, una quota crescente di domanda interna, senza ricorrere a maggiori importazioni e riducendo contestualmente il disavanzo delle partite correnti (passato dal 6,5% del 2009 all'attuale 2%). Infine, questo slancio viene inoltre rispecchiato da un calo costante della disoccupazione. Il rafforzamento dei fondamentali dell'economia statunitense e' indiscutibile. Nella maggior parte dei settori, le societa' da noi seguite confermano un'accelerazione dell'attivita' a fine 2013. Il che fa presagire un proseguimento di tale dinamica nel 2014. Sebbene i livelli raggiunti non lascino piu' alcuno spazio per una crescita dei multipli di valutazione, e' comunque lecito aspettarsi che i mercati azionari statunitensi continuino a guidare la corsa (tanto piu' che il loro contributo positivo all'effetto ricchezza rafforza il morale dei propri consumatori). Eurozona - L'economia dell'Eurozona e' in una situazione molto diversa. Gli indici del quarto trimestre confermano che l'area chiude l'anno con una "crescita" globale prossima al -0,5% su base annua e stentera' a superare l'1% nel 2014. Il continuo processo di adeguamento nei paesi periferici ha consentito di ridurre gli squilibri, ma ha continuato a rafforzare le pressioni deflazionistiche, al punto che nel 2013 il costo di finanziamento dell'economia spagnola e di quella italiana in termini reali (inflazione inclusa) e' perfino aumentato, nonostante il calo dei tassi nominali. Di conseguenza, i mercati azionari europei sono stati impattati principalmente da fattori di adeguamento (a seguito dell'allontanamento del rischio sistemico, che ha consentito il ritorno degli investitori stranieri) e di anticipazione (attualmente, per il 2014, i mercati puntano ad una crescita degli utili delle societa' europee di circa il 15%, a fronte del -5% stimato nel 2013). Le economie europee inaugurano il 2014 con uno slancio positivo ma ancora molto dipendente dalla ripresa globale e dal sostegno della Bce, il cui intervento potrebbe rivelarsi ancora una volta necessario quest'anno
Giappone - In Giappone prosegue il programma di rivitalizzazione dell'economia. Il paese e' gia' uscito dalla deflazione (a fine anno il tasso di inflazione aveva gia' raggiunto l'1,2% annuo) e la spesa al consumo sta crescendo. Di conseguenza, e' sempre piu' verosimile che l'economia nipponica sia in grado di assorbire l'aumento dell'IVA previsto per aprile 2014. Il riposizionamento del Giappone su un percorso di crescita nominale duraturo rimane sotto osservazione, ma la performance del mercato azionario dovrebbe continuare ad accompagnare la rinascita economica del paese (dopo il +57% del 2013, pari a 'solo' il +25% in euro)
Paesi Emergenti - Per il mondo emergente e' da notare innanzitutto che il rafforzamento della domanda statunitense costituisce un'ottima notizia, e che deve essere confrontato con il rischio di un minore afflusso di liquidita'. Le prospettive di crescita economica dei paesi emergenti sono tuttavia diventate eterogenee. In Cina l'attivita' economica dovrebbe stabilizzarsi attorno al 6-7% e in India attorno al 4,5%, mentre in Messico dovrebbe accelerare significativamente (dall'1,5% al 2,7%), pur continuando a rallentare in Brasile (dal 2,3% all'1,9%). Analogamente, la solidita' di queste economie (in termini di equilibri di bilancio e commerciali, di livelli di indebitamento e di riserve valutarie) e' assai dissimile. Infine, un'analisi delle prospettive concrete di riforme strutturali costituisce un terzo livello di importanti differenze tra i vari paesi. Tutte queste differenze indicano, nel complesso, delle opportunita' borsistiche molto variabili da un paese all'altro. In questo contesto di crescita economica globale, che avvia positivamente la seconda fase di ripresa del ciclo dopo la crisi del 2008, il rischio principale risiede nei sintomi di disintossicazione che i mercati potrebbero subire nel corso della riduzione di un sostegno monetario finora straordinario. Un'accelerazione piu' brusca del previsto del ciclo economico statunitense, in particolare, potrebbe rendere i mercati obbligazionari particolarmente vulnerabili. In un secondo momento le anticipazioni di inflazione, attualmente estremamente deboli, potrebbero anche loro essere rimesse in discussione alle prime tensioni sul mercato del lavoro negli Stati Uniti. Una simile situazione costituirebbe un'ulteriore sfida per la Fed che finora e' riuscita a fissare i tassi brevi su livelli estremamente bassi
Questa analisi ci permette contemporaneamente di affrontare il 2014 con un'esposizione azionaria ancora preponderante, ma di pari passo con una gestione attiva dei rischi di un rialzo irregolare dei tassi di interesse. Una simile gestione e' gia' in atto grazie all'adozione di una serie diversificata di posizionamenti. In primo luogo e soprattutto, una duration modificata negativa ai tassi obbligazionari statunitensi (i tassi decennali hanno nuovamente raggiunto il 3%). A questo si aggiunge un approccio molto selettivo al debito corporate e sovrano dei paesi periferici europei, su scadenze brevi e medie. Infine, il posizionamento azionario e' attentamente distribuito tra i titoli ciclici statunitensi ed europei con solidi bilanci, titoli di crescita globali a forte visibilita', titoli di qualita' dei paesi emergenti poco sensibili ai rischi di tasso e titoli giapponesi esposti alla rinascita economica dell'area. A questo si aggiunge un peso preponderante del dollaro Usa nei portafogli, nella prospettiva di una crescente divergenza tra lo stato di salute dell'economia statunitense e quella dell'Eurozona (sempre fragile). STRATEGIA DI INVESTIMENTO Valute - Nel mese di dicembre, e' la valuta giapponese ad aver mostrato, ancora una volta, l'andamento piu' chiaro, proseguendo il suo percorso di svalutazione rispetto all'Euro. Dall'inizio dell'anno, lo yen ha perso quasi il 25% sulla moneta unica: le nostre posizioni sell sulla valuta giapponese, quindi, sono state quelle che hanno apportato i maggiori contributi nell'ambito delle nostre strategie valutarie. Affrontiamo il 2014 con una forte convinzione sul dollaro Usa, che dovrebbe beneficiare del differenziale di crescita e di tassi favorevole agli Stati Uniti. Pertanto la nostra esposizione al biglietto verde si attesta al 59% in Carmignac Patrimoine e al 70% in Carmignac Investissement. Un simile posizionamento strategico a favore del dollaro viene integrato dalle nostre posizioni sell sullo yen
Obbligazioni - I tassi statunitensi decennali hanno ripreso la loro ascesa in dicembre, trainati sia da una ripresa economica sempre piu' in crescita sia dall'avvio del processo di normalizzazione della politica monetaria da parte di Ben Bernanke nel corso del mese. Nel 2014, un'accelerazione piu' forte del previsto della crescita statunitense potrebbe cogliere di sorpresa gli investitori. In tale contesto, la nostra duration modificata negativa sulle obbligazioni statunitensi costituisce uno dei principali strumenti di gestione del rischio della nostra gestione globale a inizio anno. La duration modificata di Carmignac Patrimoine si attesta quindi a -1,9 mentre quella di Carmignac Global Bond a -1,1. E' tra le obbligazioni corporate che continuiamo a ricercare rendimenti interessanti, individuando settori ed emissioni in grado di offrire il miglior binomio rischio/rendimento. Per questo motivo durante il mese abbiamo rafforzato le nostre posizioni sul debito bancario europeo. La duration modificata di Carmignac Emerging Patrimoine, Carmignac Securite e Carmignac Capital Plus rimane anch'essa prudente, attestandosi rispettivamente a +0,2, +1 e +0,4
Azioni - Il rialzo dei mercati azionari, osservato nel mese di dicembre, chiude un anno favorevole per questa asset class. Piu' che il miglioramento dei risultati societari e' stata soprattutto la crescita dei multipli di valutazione a generare la performance. Riteniamo che il 2014 sara' un altro anno favorevole agli investimenti azionari, purche' il rialzo dei tassi di interessi si mantenga moderato e la crescita degli utili societari acceleri. Quest'ultima dovrebbe essere sostenuta, negli Stati Uniti, da una politica fiscale meno restrittiva. Per quanto riguarda gli altri paesi, privilegiamo sempre quelli che stanno attuando riforme per migliorare il potenziale di crescita: e' il caso del Giappone, nel mondo sviluppato, e della Cina e del Messico, nel mondo emergente. Ci posizioniamo in modo altrettanto opportunistico sull'India, dove dopo la prossima tornata elettorale potremmo assistere a una svolta radicale
Materie prime - Carmignac Commodities ha registrato una performance positiva nel mese. L'accelerazione dell'economia degli Stati Uniti (primo consumatore mondiale di energia) e l'evoluzione dell'economia cinese verso un modello basato sui consumi creano un contesto che ci induce ancora a favorire il settore dell'energia nella nostra asset allocation. La recente pubblicazione dei risultati di alcuni titoli legati ai servizi petroliferi evidenziano tuttavia l'esigenza di una maggiore selettivita'. Per questo motivo, le migliori idee di investimento per iniziare il 2014 sono da ricercare tra le societa' statunitensi di prospezione ed estrazione di gas e petrolio da scisti. L'accelerazione dell'economia globale prevista per il 2014 dovrebbe offrire anche nuove opportunita' nel corso dell'anno all'interno del settore delle materie prime
 

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