QUEST'ANNO IL VISCHIO ME LO SONO FUMATO

BUFFONI e noi abbiamo pagato ed ancora paghiamo per loro.


Pure Iveco veicoli stradali se ne va.


Dopo la cessione a PSA di FCA e la nascita di Stellantis

ecco che Exor e la famiglia Elkann decide di dismettere un’altra grossa fetta della storia imprenditoriale italiana.


IVECO veicoli stradali lascia l’Italia e se ne va in Cina.


Ormai è pubblica la trattativa fra FAW e CNH per la cessione di IVECO veicoli su strada e di una fetta Fpt industrial (motori industriali).

Uno dei leader in Europa che se ve va.

Per ora l’offerta non è ancora sufficiente, ma ci sono altre società che si sono fatte avanti ed i 4 miliardi richiesti da CHN saranno raggiunti.


I sindacati hanno cercato delle certezze, ma nel momento stesso in cui la testa del gruppo non fosse più in Italia
le sue fabbriche non sarebbero che delle “Fabbriche cacciavite”, cioè impianti da aprire e chiudere a piacimento,
a seconda della domanda o della convenienza a rimanere nel paese.


Alla fine i lavoratori non sono un problema di Exor.


Che cosa se ne va ?

tutta la produzione dei veicoli industriali, leggeri e pesanti,

ed anche la produzione dei pullman e dei mezzi trasporto persone

sia una parte dei motori industriali.



Cosa resta ?
Restano New Holland,

mezzi movimento terra ed edilizia

e Iveco Defence,

cioè tutto quello che, almeno in teoria, non dovrebbe circolare per strada.


Mezza Iveco, se ne va in Cina, quella forse più storica, quell che percorre le nostre autostrade.


Naturalmente gli Advisor finanziari sono felicissimi:
comunque era prevista una scissione fra CHN e Iveco, con una quotazione separata,
ma vendere con un utile è meglio che portare in borsa.

Poi festeggiano anche perchè Exor esce ancora di più dal settore automotive e dalle attività industriali:
in generale, quello che ha reso ricca ed importante la famiglia Agnelli viene dismesso e distrutto.


Il fallimento di una bella fetta dell’imprenditoria italiana,

troppo avida per poter essere effettivamente ancora di qualche utilità all’Italia ed a se stessa.
 
Riporto anche qui l'articolo.

Il rapporto tra popolo e potere (o poteri) non è mai stato idilliaco,
e storicamente le conflittualità sono sempre state mediate da quelli che oggi definiremmo corpi intermedi,
ovvero religioni, tribuni del popolo, mafie, sacerdoti, maghi, sindacalisti…partiti politici.

Va detto che il potere ha sempre cercato di comprare i rappresentanti dei corpi intermedi, quanto meno d’addomesticarli.


Inutile ribadire che la storia dei popoli è diversa, ma presenta comunque similitudini.

Negli ultimi duecento anni le aristocrazie storiche hanno pian pianino ceduto lo scettro a quelle tecnologico-finanziarie.

Il rapporto tra popolo e nuovi padroni del potere è stato comunque calmierato da corpi intermedi
come chiesa, sindacati e partiti politici (negli ultimi settant’anni si sono aggiunte le organizzazioni internazionali).


Ma oggi siamo ad una svolta epocale, ad una resa di conti, tra popolo e potere.


Questo perché il potere non ha più bisogno del popolo, degli esseri umani.



Il potere non ha più bisogno di braccia che lavorino nei campi o nelle fabbriche,

e nemmeno di tanti addetti alle manutenzioni edili ed urbane,

troppi sono anche insegnanti ed impiegati, pericolosi gli autonomi dediti ad artigianato e commercio.

Questi ultimi rappresentano per il potere l’insidiosa classe che potrebbe azionare l’ascensore sociale,

tentando la prevaricazione economica nei riguardi del potere consolidato.


Per bloccare ogni tumulto, quindi evitare che vengano insidiati i poteri,

è stato siglato un patto di stabilità tra i gruppi mondiali che detengono il potere.


Il patto tra poteri
(amministratori di gruppi finanziari, multinazionali tecnologiche ed industria della sicurezza) prende il nome di “Great Reset”,

ed è stato siglato al Forum di Davos circa vent’anni fa, nel 2001: durante quell’appuntamento, dal titolo “Global information technology report”,

si definirono a Davos le basi del “Great Reset”.



Il 2 gennaio 2021, Maurizio Blondet ha pubblicato un estratto dell’Economist (settimanale di Sir Evelyn de Rothschild)

in cui si acclarano i postulati di quello storico accordo di Davos:
ovvero

- soppressione della proprietà privata,

- limitazione della mobilità dei popoli,

- limiti al lavoro creativo ed individuale,

- introduzione della moneta elettronica per scongiurare risparmio individuale ed accumulo di danaro fuori dal controllo dei sistemi bancari,

- rafforzamento delle norme di sicurezza al fine di controllare l’agire degli individui.


Norme e metodiche che, i potenti di Davos hanno fatto digerire alle politiche nazionali come antidoto alla distruzione del pianeta.


In pratica la salvaguardia del Pianeta verrebbe garantita con la schiavitù dei popoli.


Nicoletta Forcheri
ha già documentato la mitica riunione di Davos sulla web-tv ByoBlu,
determinando l’ira del conformismo mediatico italiano:

non dimentichiamo che gran parte dei giornalisti italioti gradivano essere ospiti negli alberghi di Davos.



Nel 2016 il piano del Forum di Davos viene illustrato dall’Istituto Mises
: ovvero

diviene di dominio pubblico la volontà del potere di abolire la proprietà privata.


Il titolo di quel rapporto (e programma) è
No privacy, no property: the world in 2030 according to the Wef”.


Quindi entro il 2030 i potenti della terra contano d’aver convinto tutti gli stati del pianeta
ad abolire per legge la proprietà di alloggi e strumenti di produzione.

In questo progetto del potere si rivela provvidenziale la pandemia da Covid,

- che sta di fatto agevolando la criminalizzazione del lavoro umano (valutato come primo fattore d’inquinamento),

- del turismo di massa e

- della socializzazione umana in genere.


La pandemia sta anche favorendo il depauperamento del risparmio individuale di coloro che non sono parte del sistema:

ovvero tutti gli individui che non lavorano per entità statali e multinazionali.


Perché il Great Reset prevede che debbano essere chiuse tutte le attività individuali artigianali e commerciali,

e per favorire l’accordo unico tra grande distribuzione e commercio elettronico.


Obiettivo dei signori di Davos è far decollare il reddito universale (la “povertà sostenibile”) entro il secondo trimestre 2021:

sarebbero proprio artigiani e commercianti a dover per primi abbandonare le rispettive attività per piegarsi ad un programma di “povertà sostenibile”.



La pandemia s’è rivelata fondamentale per l’opera di convincimento al non lavoro.


“Oltre la privacy e la proprietà” è una pubblicazione, per il World economic forum, dell’ecoattivista danese Ida Auken
(dal 2011 al 2014 ministro dell’Ambiente della Danimarca, ancora membro del Parlamento danese)
e parla d’un mondo “senza privacy o proprietà”:

immagina un mondo in cui “non possiedo nulla, non ho privacy e la vita non è mai stata migliore”.


L’obiettivo è entro il 2030 (scenario di Ida Auken) che

“lo shopping e il possesso sono diventati obsoleti, perché tutto ciò che una volta era un prodotto ora è un servizio.

In questo suo nuovo mondo idilliaco, le persone hanno libero accesso a mezzi di trasporto,

alloggio, cibo e tutte le cose di cui abbiamo bisogno nella nostra vita quotidiana”.



I poteri si sono inseriti in questi disegni utopici e, per fare propri tutti i beni dei popoli,
hanno elaborato la trappola della “povertà sostenibile”, il reddito di base garantito.


Antony Peter Mueller (professore tedesco di Economia) sottolinea che questo progetto va oltre il comunismo più estremo.


“L’imminente esproprio andrebbe oltre anche la richiesta comunista – nota Mueller –
questa vuole abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione, ma lascia spazio ai beni privati.
La proiezione del Wef afferma che anche i beni di consumo non sarebbero più proprietà privata (…)
secondo le proiezioni dei “Global future Councils” del Wef, la proprietà privata e la privacy saranno abolite nel prossimo decennio.
Le persone non possederanno nulla. Le merci sono gratuite o devono essere prestate dallo Stato”.


“La proprietà privata è di ostacolo al capitalismo”, afferma l’Economist nel suo elogio alle politiche del Forum di Davos.


L’Fmi (Fondo monetario internazionale) ha sposato il programma del Forum di Davos,

infatti è partito il programma mondiale di reset del debito:

in cambio gli stati con maggiore debito pubblico sarebbero i primi a dover garantire ai poteri

che i cittadini perdano per sempre la proprietà privata di qualsiasi bene.



E chi gestirebbe i beni confiscati?

Le élite, che pensano di risolvere il problema abolendo mondialmente la proprietà privata,

hanno già predisposto un unico fondo planetario che controlli i diritti sui beni e terreni.


L’idea, davvero utopica, veniva per la prima volta paventata da George Soros nel 1970,

due anni dopo la sua invenzione degli “hedge fund”:

il cosiddetto “sistema finanziario buono” che convinse moltissimi hippie sessantottini a trasformarsi in yuppies finanziari di successo.



Ora che il pianeta è ancor più bruciato dai debiti, gli stessi tentano di reinterpretare Karl Marx e Friedrich Engels,
e questa volta lo fanno raccontandoci che c’è in “dispotismo asiatico buono”
e che poggia sull’“assenza della proprietà privata…chiave della pace per i popoli”.


Un particolare, non secondario per noi italiani, è che ai passati Forum di Davos era ospite fisso Gianroberto Casaleggio
(fondatore dell’omonima azienda che controlla i 5 Stelle):

ne deriva che, su noi italiani potrebbe abbattersi la sperimentazione d’abolizione della proprietà privata.

Un programma che partirebbe certamente con una modifica costituzionale:

del resto l’Unione europea chiede da almeno un decennio che lo stato ponga limiti alla libertà privata in Italia

(circa l’80 per cento dei cittadini italiani vivono in case di proprietà).


Ecco che i pignoramenti europei, che dovrebbero colpire i proprietari anche per minimi importi,

agevolerebbero la transizione delle proprietà italiane verso un fondo immobiliare europeo.


Poi la carestia e la mancanza di danaro che decollerebbero entro luglio 2021 (interruzione programmata delle catene di rifornimento)

darebbero alla società la grande instabilità economica utile alla svendita dei beni ai grandi gruppi finanziari:

i “compro casa” (collegati alle grandi finanziarie) stanno affacciandosi al mercato insieme ai “compro oro”.


Di fatto, i potenti della terra stanno riportando l’orologio della storia al tempo di sumeri, babilonesi ed egiziani pre-ellenistici:
quindi a prima che il diritto romano desse certezza alla proprietà privata.

Quest’ultima garantiva la libertà dei cittadini, la loro non sudditanza verso un unico padrone,
era meritocratica perché costruita da colui che lavorava e risparmiava.


Ecco perché lo scrivente condivide le parole (e l’appello) di Maurizio Blondet:

“Ciò che viene venduto al pubblico come promessa di uguaglianza e sostenibilità ecologica è in realtà un brutale assalto alla dignità umana e alla libertà”.



Del resto, il discorso di buon anno di Angela Merkel non lascia spazio a fraintendimenti:

la potente tedesca ha detto che necessita colpire giudiziariamente i pensatori complottisti,

istituendo un reato europeo di negazionismo che permetta di punire

chi critica verità processuali, giudiziarie, finanziarie e scientifiche.


La proprietà privata, ed il lavoro libero ed individuale, danno all’uomo libertà e lo sottraggono all’omologazione ordinata dai potenti.


L’Occidente sta accettando supinamente una dittatura
da cui è difficile sortire,
perché sicurezza informatica, forze di polizia (eserciti e security di multinazionali),
magistratura e governi sono illuminati dai potenti di Davos.

Ed i potenti gestiscono il potere come la propria fattoria,
parafrasando il dittatore paraguaiano Alfredo Stroessner:

in Paraguay le forze dell’ordine giuravano fedeltà al potere.


Quest’ultima è consuetudine in tutte le multinazionali, le stesse che oggi stanno subentrando al controllo degli stati democratici.
 
Perché il 7 gennaio?


Bisogna tener presente che nel 1582 papa Gregorio XIII
decise di modificare il vecchio calendario introdotto da Giulio Cesare, chiamato in suo onore giuliano.

Per questo motivo i giorni tra il 5 ed il 14 ottobre 1582 furono cancellati e quindi il nostro 25 dicembre diventa il 7 gennaio.


La data del 7 gennaio non è dovuta a una volontà “scismatica”, ma per un mero motivo di calendario.

«La maggior parte delle chiese ortodosse di tutto il mondo utilizzano il calendario giuliano,
creato sotto il regno di Giulio Cesare nel 45 a.C., e non hanno adottato il calendario gregoriano,
proposto dal latino papa Gregorio di Roma nel 1582»,

ha spiegato l’Archimandrita Christopher Calin, decano della cattedrale ortodossa russa.

Il Natale anche gli ortodossi lo festeggiano solo che nel loro calendario in uso questa data cade sul “nostro” 7 gennaio
(per cui l’Epifania per loro diventa la Vigilia di Natale, ndr)
 
TRECCANI. demènte agg. e s. m. e f. [dal lat. demens -entis, comp. di de- con valore privativo e mens «mente»]. –
Affetto da demenza: reparto per dementi; un vecchio, una vecchia demente.
Nel linguaggio com., pazzo, privo di senno, stolto,
anche come titolo d’ingiuria o spreg.: taci, sei un povero demente!


Il cosiddetto "decreto Natale" (decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172)
e il decreto-legge 5 gennaio 2021, n. 1, dispongono,
per il periodo compreso tra il 24 dicembre 2020 e il 10 gennaio 2021,
l’applicazione su tutto il territorio nazionale delle misure previste per:


  • le zone rosse, nei giorni 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre 2020 e 1°, 2, 3, 5 e 6 gennaio 2021;
  • le zone arancioni, nei giorni 28, 29 e 30 dicembre 2020 e 4, 9 e 10 gennaio 2021;
  • le zone gialle, nei giorni 7 e 8 gennaio 2021, nei quali vige anche l'ulteriore divieto di spostamento tra Regioni e Province autonome.

Di seguito le faq principali sulle disposizioni in vigore dal 21 dicembre 2020 al 10 gennaio 2021.

Cliccando sul calendario è possibile visualizzare ulteriori FAQ, relative alle disposizioni settoriali che si applicano nei singoli giorni, distinti tra "gialli", "arancioni e "rossi".

La sezione faq tiene conto esclusivamente delle misure introdotte da disposizioni nazionali.

Le Regioni e le Province autonome possono adottare specifiche ulteriori disposizioni restrittive, di carattere locale,
per conoscere le quali è necessario fare riferimento ai canali informativi istituzionali dei singoli enti.

Faq specifiche sugli spostamenti fino al 15 gennaio 2021



Quali sono le regole sugli spostamenti fino al 15 gennaio? Sarà consentito andare a trovare amici o parenti?

Cosa si intende con i termini “residenza”, “domicilio” e “abitazione”?

Se si va a casa di parenti o amici, nel rispetto dei limiti e degli orari previsti dalla normativa, si deve comunque rispettare il cosiddetto “coprifuoco”? O si può rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione in qualsiasi momento?

Io e il mio coniuge/partner viviamo in città diverse per esigenze di lavoro (o per altri motivi). Sarà possibile per me o per lui/lei raggiungerlo/a?

Visto il divieto di spostarsi tra Regioni differenti, in vigore fino al 15 gennaio, se lavoro in una Regione e sono residente in un’altra e il mio coniuge/partner lavora in una terza Regione, potrà raggiungermi nella mia città di residenza?

Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti nella nostra seconda casa, in un’altra Regione, entro il 20 dicembre. Io dovrò tornare al lavoro, nella Regione di provenienza, per alcuni giorni. Potrò tornare da loro entro il 15 gennaio?

I miei genitori, anziani ma in buona salute, vivono in una Regione diversa dalla mia. Posso andare a trovarli?

Visto il divieto di spostamento verso Regioni diverse, i genitori separati/affidatari possono recarsi in un’altra Regione, per andare a trovare i figli minorenni, o per portarli con sé alla propria residenza/domicilio/abitazione, nel rispetto dei provvedimenti del giudice o degli accordi con l’altro genitore? E possono recarsi all’estero per gli stessi motivi?

Ho dei parenti non autosufficienti che vivono in casa da soli, in un altro Comune/Regione, e ai quali periodicamente do assistenza. Potrò continuare a farlo anche con l’attuale divieto di spostarsi tra Regioni diverse? Potranno venire con me anche il mio coniuge/partner e i nostri figli?

In base alle disposizioni in vigore, è consentito recarsi in un’altra Regione per turismo?

Come posso sapere se uno dei miei spostamenti rientra tra quelli ammissibili per “motivi di necessità”?

In caso di accertamento di una violazione alle disposizioni che non ritengo motivato, come posso far valere le mie ragioni?

Fino al 15 gennaio, in quali casi è possibile spostarsi nella seconda casa?
 
Leggete bene.

Nel comune posso fare visita al parente.

Fuori comune non posso fare visita al parente.

Perchè il virus viaggia con me solo se vado fuori comune.


il 9 e il 10 gennaio
si applicano in tutto il territorio nazionale le maggiori restrizioni previste per le “zone arancioni”.

Tra le 5.00 e le 22.00, sarà possibile spostarsi liberamente all’interno del proprio Comune,
quindi anche per andare a far visita a parenti e amici.

Non sono previsti limiti al numero degli spostamenti all'interno dello stesso Comune o del numero di persone che si spostano.

Gli spostamenti verso altri Comuni e in altri orari saranno invece consentiti solo per motivi di lavoro, salute o necessità,

quindi non per fare visita a parenti o amici.
 
Però.....c'è sempre un però.

Anche in questi casi il virus non mi segue. Rimane a casa.


  • È possibile spostarsi tra diversi Comuni e/o Regioni per partecipare alle esequie di parenti stretti?
  • Il DPCM 3 dicembre 2020 conferma la possibilità, prevista dal DPCM 3 novembre 2020,
  • di partecipare alle cerimonie religiose con le dovute misure organizzative e di prevenzione e sicurezza,
  • volte a contenere i possibili contagi e nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle relative confessioni (allegati da 1-7 al citato DPCM).
  • La partecipazione a funerali di parenti stretti (per tali potendosi ragionevolmente ritenere almeno quelli fino entro il secondo grado)
  • o di unico parente rimasto, sempre nel rispetto di tutte le misure di prevenzione e sicurezza,
  • costituisce causa di necessità per spostamenti, anche tra aree territoriali a diverso rischio
  • e con discipline differenziate per il contrasto e il contenimento dell'emergenza da Covid-19.

  • È possibile accompagnare o andare a prendere in un altro luogo (abitazione privata, stazione, aeroporto, supermercato, struttura sanitaria etc.)
  • un familiare non convivente o un amico che non sia dotato di automobile o che comunque non possa, anche temporaneamente,
  • utilizzare un mezzo privato per muoversi, ma che deve compiere uno degli spostamenti consentiti?
  • Sì. Nel caso in cui un familiare non convivente o un amico non disponga di un mezzo privato, non abbia la patente di guida o non sia autosufficiente,
  • è consentito accompagnarlo da o verso la propria abitazione, anche tenuto conto dell’esigenza di limitare quanto più possibile l’utilizzo di mezzi pubblici
  • e comunque nel rispetto di quanto previsto per l'utilizzo dei mezzi privati (si veda la faq apposita).
  • Resta inteso che la giustificazione di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli,
  • potrà essere fornita con l’autocertificazione o con altro mezzo idoneo.
 
Nel più completo silenzio dei media, i decreti legge non vengono convertiti in Legge.


COMUNICATO

Mancata conversione del decreto-legge 20 ottobre 2020, n. 129, recante: «Disposizioni urgenti in materia di riscossione esattoriale.». (20A07069) (GU n.316 del 21-12-2020)
COMUNICATO

Mancata conversione del decreto-legge 8 settembre 2020, n. 111, recante: «Disposizioni urgenti per far fronte a indifferibili esigenze finanziarie e di sostegno per l'avvio dell'anno scolastico, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19». (20A06067) (GU n.279 del 9-11-2020)
COMUNICATO

Mancata conversione del decreto-legge 16 giugno 2020, n. 52, recante: «Ulteriori misure urgenti in materia di trattamento di integrazione salariale, nonche' proroga di termini in materia di reddito di emergenza e di emersione di rapporti di lavoro». (20A04296) (GU n.204 del 17-8-2020)
COMUNICATO

Mancata conversione del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 29, recante: «Misure urgenti in materia di detenzione domiciliare o differimento dell'esecuzione della pena, nonche' in materia di sostituzione della custodia cautelare in carcere con la misura degli arresti domiciliari, per motivi connessi all'emergenza sanitaria da COVID-19, di persone detenute o internate per delitti di criminalita' organizzata di tipo terroristico o mafioso, o per delitti di associazione a delinquere legati al traffico di sostanze stupefacenti o per delitti commessi avvalendosi delle condizioni o al fine di agevolare l'associazione mafiosa o con finalita' di terrorismo, nonche' di detenuti e internati sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, nonche', infine, in materia di colloqui con i congiunti o con altre persone cui hanno diritto i condannati, gli internati e gli imputati.». (20A03670) (GU n.172 del 10-7-2020)
COMUNICATO

Mancata conversione del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, recante: «Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19.», del decreto-legge 8 marzo 2020, n. 11, recante: «Misure straordinarie ed urgenti per contrastare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell'attivita' giudiziaria.» e del decreto-legge 9 marzo 2020, n. 14, recante: «Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all'emergenza COVID-19.». (20A02431) (GU n.112 del 2-5-2020)
 
Il governo, con la legge di Bilancio 2021, ha incrementato le prestazioni economiche favore degli Statali, aumentando la dotazione a loro favore.

Cosa sarebbe successo se avesse trattato allo stesso modo i lavoratori autonomi colpiti dal Covid?

Avrebbe stanziato per loro una somma pari a 250 miliardi!

Questo secondo la CGIA di Mestre.


Si tratta di una provocazione, ma calcolata in modo corretto,
fatta dalla CGIA di Mestre confrontato gli stanziamenti a favore degli Statali con quanto fatto a favore dei lavoratori autonomi colpiti dal Covid-19.

Considerando i lavoratori dello stato centrale e delle amministrazioni locali
lo Stato ha aumentato le disponibilità di ben 6,7 miliardi rispetto a quanto stanziato nel 2018.

Si tratta di un incremento del loro reddito del 26%.


Secondo stime prudenziali il fatturato delle aziende italiane si è contratto per ben 200 miliardi a causa del covid-19.

Partendo da questo dato e volendolo integrare sulla base delle stesse cifre concesse ai lavoratori dipendenti
si ottiene la cifra complessiva di oltre 250 miliardi.

Attualmente lo stato ha assegnato ai lavoratori autonomi solo 29 miliardi di compensi diretti,
divisi in una platea di 5 milioni di lavoratori fra artigiani e lavoratori autonomi.


Solo un minuscolo primo passo, senza ancora incidere sul vero danno causato dalla crisi.

Bisogna aumentare e fortemente le risorse per i lavoratori autonomi,
ma non togliendoli a quelli dipendenti che, ovviamente, compiono il loro dovere.



Secondo il capo dell’Ufficio Studi dell CGIA di Mestre queste risorse dovrebbero invece provenire dl Cashback:

“Un provvedimento, questo, che assume sempre più i contorni di una vera iattura.


Nei prossimi 2 anni, infatti, costerà alle casse dello Stato quasi 5 miliardi di euro

che scandalosamente regaleremo alle persone più ricche.


Risorse, invece, che sarebbero da utilizzare per sostenere le tante partite Iva

che a causa del Covid e delle chiusure imposte per decreto rischiano di abbassare definitivamente la saracinesca.”
 
Abbiamo avuto occasione di leggere l’ultima bozza del PNRR,
il piano che dovrebbe applicare in Italia in Recovery Fund, cioè, senza ironia,
il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.


Una banalità


Il piano di per se porterebbe 20 miliardi in più d’investimenti,
il raddoppio delle spese nella sanità (che, miracolosamente diventano un po’ più importanti)
e un po’ più d’investimenti nel turismo.

Qualcuno avrà fatto notare che spendere 3% nel turismo, quando se ne ricavano il 12-14% del PIL.


Però ci sono alcuni punti che , realmente ci riportano al passato,
a quel magnifico “Piano Juncker” che nel 2013 fu presentato
ed avrebbe dovuto costituire la rinascita dell’Unione
e che, alla fine, fu il più risibile intervento di Politica Economica del nuovo millennio.


Un progetto che non conseguì praticamente nulla, pur partendo con premesse enormi.



Che cosa ci fa ripensare a quel momento?

La citazione del termine “Leva”.


Il PNRR può prevedere, in alcuni ambiti
(politiche industriali per le filiere strategiche, miglioramento dei servizi turistici e infrastrutture di ricettività, economia circolare, housing sociale),
l’utilizzo di strumenti finanziari che consentano di attivare un positivo effetto leva sui fondi di NGEU
per facilitare l’ingresso di capitali privati (equity o debito), di altri fondi pubblici
o anche di una combinazione di entrambi (blending) a supporto delle iniziative di investimento.




In realtà le linee guida del privato e del pubblico divergono fortemente:

il pubblico ha delle linee guida,

se va bene, di carattere macroeconomico di crescita,

se va male di carattere demagogico/ideologico (“Cambiamento climatico”, “Parità di genere” , etc).

Si tratta di criteri diversi, ovviamente.


Quindi i risultati saranno i seguenti:

  • i privati NON Interverranno negli investimenti, e non ci sarà nessun effetto leva, quindi di crescita ulteriore;
  • i privati subentreranno, ma a condizioni dominanti rispetto al pubblico.
  • Praticamente i soldi pubblici andranno ai privati per farli partecipare.

Molto raramente vedrete programmi europei senza il cofinanziamento.

Alla fine è questo il modo con cui l’Unione non incrementa la propria efficienza
(se no distribuirebbe in modo semplice ed a livello capillare),
ma favorisce l’elite finanziaria e spesso le imprese zombie.


Non è mica finita:


In questa prospettiva, l’intervento pubblico può assumere la forma di una garanzia su finanziamento privato
oppure di una copertura dell’eventuale prima perdita dell’investimento azionario finalizzato alla realizzazione di specifici progetti.
Tale modalità di impiego delle risorse del RRF consente di ottenere un volume complessivo d’investimenti superiore a quello che si avrebbe con le sovvenzioni.



Quindi, come scritto prima,

alla fine i soldi del PRFF andranno nella migliore attività dell’Italia e dell’Europa:

rendere , nel medio periodo, le perdite pubbliche e gli utili privati.


Ancora più significativi i risultati economici:

si spendono 220 miliardi (tutto incluso, in teoria, su 7 anni, compreso InvestEU) ,

si ottiene, a fine periodo , un aumento del PIL del 3%.



Se ne spenderebbero, in teoria, il 14% a dati previsti 2020, per ottenere una crescita del 3% .


A furia di spesa vincolata alle finalità UE

si è raggiunto un livello d’inefficienza inimmaginabile perfino per il mondo sovietico.


Ed il bello è che tutti ne sono contenti e ne godono.
 
Gli effetti del “pensiero debole”

che inducono a obnubilare la ragione di masse intere

fino a rinnegare i fondamenti stessi della virologia,

come ad esempio il fatto che l’immunità naturale è migliore di qualsiasi vaccino,

portano molti dottori a vaccinarsi anche se sono già immuni per avere preso il virus e averlo sconfitto.




Si può parlare anziché di immunità di gregge, di follia di gregge?


Questo è il punto molto interessante e pertinente trattato da RadioRadio
nell’intervista di una psichiatra e di un virologo,
e questo è il punto che lascia sgomenti tutti coloro ai quali è rimasto un briciolo di raziocinio:

il vedere con sgomento l’assenza completa di logica nei nostri concittadini condizionati ad arte dalla paura, che sragionano completamente.


Il “pensiero debole” è quel riflesso di massa gregario

che fa conformare i più alle follie di gruppo

pur di non entrare in disaccordo con il gruppo di cui fanno parte,

vuoi per conformismo,

vuoi per pigrizia

vuoi per paura di ritorsioni “sociali” come il licenziamento o quant’altro.


Debolezza, appunto.



Questo è il meccanismo chiave che ci avrebbe dovuto far capire, nello studiare la storia,
il come si sia potuti arrivare ai campi di sterminio e alle deportazioni di massa,
un meccanismo mai capito né studiato, ma conosciuto e manipolato ad arte dall’elite mondiale.


Questa conoscenza è la chiave per uscire dall’incantesimo mortifero,

o dalla realtà autoavverante che stiamo vivendo grazie ai riti, ai mantra, ai meme,

che quella stessa elite, attraverso i media e il pensiero debole diffuso, utilizzano per ipnotizzare le masse.



Con successo .

 

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