QUESTO E' IL PERIODO IN CUI GENTE CON LA T-SHIRT CAMMINA ACCANTO A GENTE CON IL PIUMINO ED ENTRAMBI

DANY1969

Forumer storico
CERCANO DI CAPIRE CHI E' IL PIRLA :d:
Buona settimana a tutti :)
Fate attenzione oggi :abbocca::d:

Weekend trascorso a Rimini con gitarella a San Marino;)... volevo fotografare il "World Trade Center":melo: .. ma ero in auto e mio marito non si è fermato :-x:d:
Così ho dovuto optare per i soggetti classici :d:
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Ciao Dany. Due te li ho trovati subito.


Il presidente della Commissione Europea prova a usare toni pacati - del resto le Europee sono ormai dietro l'angolo - ma non risparmia stoccate al Belpaese.

In particolare sulla crescita "praticamente a zero" nonostante le misure messe in piedi dal governo Conte
e che, nelle intenzioni dell'esecutivo, dovrebbero far ripartire i consumi.
"Riteniamo che la crescita dell'Italia arriverà solo allo 0,2%, cioè a zero", ha detto senza mezze misure Juncker,
"È una sorta di stagnazione e ciò farà sì che i problemi dell'Italia non possano che crescere.
Il governo italiano cerca di prendere provvedimenti che permettano, crede il governo, all'Italia di riprendere a crescere.
Voglio crederci ma non ne sono certo. Bisognerà dunque che siano applicati strumenti che permettano all'Italia di riavviarsi".

Juncker non usa però le parole del Fondo monetario internazionale (Fmi) secondo cui l'Italia
rappresenta un rischio per l'economia globale: "La crescita italiana è in ritardo rispetto all'Europa da 20 anni a questa parte",
ma dire che è un rischio è un'esagerazione, malgrado il debito pubblico sia preoccupante".

Non mancano le frecciatine sui migranti: "Noi della Commissione abbiamo aiutato molto l'Italia", rivendica Juncker
, "A noi non piace tanto che l'Italia dica: 'quelli parlano e non fanno nulla'. Non è vero!
Abbiamo appoggiato l'Italia per almeno un miliardo, di euro, non di lire.
La Commissione ha proposto un sistema di riassegnazione dei rifugiati, ma non tutti i Paesi rispettano la norma giuridica
sulla cui base gli Stati membri hanno raggiunto un accordo. La nostra solidarietà con l'Italia è totale".

E sulla Tav va in pressing: "L'Europa concede 888 milioni circa di euro per cofinanziare la Tav", ha spiegato,
"Desidererei che la costruzione di questa galleria si facesse. È assai importante per ragioni economiche,
per ragioni sociali e per ragioni ambientali. Nel 2010 solo l'8,8% delle merci sono state trasportate su ferro.
Se questa galleria si costruisse, il 40% delle merci sarebbero trasportate su ferro".

Inevitabile anche un riferimento, seppur indiretto, al sovranismo a poche settimane ormai dal voto.
Si parte dall'Ungheria: "me ne frego perdutamente che Orbán conduca una campagna contro di me", ha detto,
"Mi preoccupo che vada verso un nazionalismo rivolto contro gli altri, che non ammette sul proprio territorio degli sventurati,
perché i rifugiati sono degli sventurati". Poi ha fatto un discorso più generale:
"Credo che si debba descrivere il sovranismomoderno in modo accurato", ha detto,
"Vi sono sovranità nazionali che non critico; io amo le nazioni, le storie, i paesaggi, la cultura, la diversità
e bisogna rispettare questi fatti nazionali, ma oltre l'identità nazionale bisogna tener presente l'identità europea
. L'Europa, domani, cosa sarà? L'Europa è il continente più piccolo, ciò di cui gli europei non si rendono conto
perchè ritengono di essere ancora padroni del mondo (e non lo sono mai stati), ma ogni volta che qualcuno
ha voluto farsi padrone del mondo ha fallito e quindi bisogna evitare questa visione postcoloniale dell'influenza europea".
 
....e questo è il terzo.

Luciano Spalletti scatenato al termine di Inter-Lazio
. Il tecnico di Certaldo ha prima analizzato il ko contro i biancocelesti, immeritato,
e ha poi attaccato Icardi all'ennesima domanda sull'ex capitano argentino:
"Quella di stasera è una sconfitta pesante contro una concorrente diretta.
Abbiamo condotto a larghi tratti la partita, non siamo stati fortunati in avvi
o e abbiamo preso gol alla prima occasione, quando noi avevamo creato prima i presupposti.
Poi loro hanno potuto fare la partita che preferiscono e ci hanno trovati impreparati un paio di volte.
La querelle Icardi? Fa divertire voi. Lui per come si è comportato deve stare fuori,
devono giocare gli altri. Siete voi giornalisti che create la novella".

Spalletti è poi entrato in tackle e ci è andato giù in maniera pesante:
"Poteva giocare 10'? No, poteva giocare anche un tempo. Ma c'è da stare in uno spogliatoio.
All'interno di un gruppo bisogna avere credibilità, io ce l'ho da 22 anni credibilità con i miei giocatori.
Gli eventi sono sotto gli occhi di tutti: hanno parlato ex calciatori e mi sembrano chiare le cose".

Infine, l'ex allenatore della Roma ha poi smontato l'attaccante di Rosario:
"Non è che senza Icardi non si va in Champions: Mauro è qui da anni, quante volte l'Inter è andata in Champions?
Sarebbe umiliante anche per i tifosi fare una trattativa per convincere uno a mettersi la maglia dell'Inter.
L'ho detto ieri: lui doveva stare fuori stasera e tornare alla prossima. Mauro fa la differenza?
La differenza la fanno Cristiano Ronaldo e Messi, non Icardi. La vera forza della squadra è la disciplina e la professionalità.
Ne abbiamo perse di partite uguali con Mauro in campo, e allora?".
 
Hanno eletto il segretario nello stesso giorno, l’ultima domenica di marzo.
Due congressi che sembrano uscire direttamente dalla Prima Repubblica quelli dei socialisti e dei repubblicani.

Sono sopravvissuti a Tangentopoli, che ne ha decapitato vertici e leader a colpi di arresti e avvisi di garanzia.
Ma anche al ventennio berlusconiano che li spaccati, assorbendoli a corrente alternata:
a un certo punto gli ex socialisti alla corte dell’ex premier non si contavano più,
ma anche Giorgio La Malfa guadagnò il Parlamento con il Pdl.
E adesso si riuniscono a Roma, in piena Terza Repubblica, o presunta tale.

Dopo la liquidazione del partito storico – nato nel 1892 – travolto da Mani Pulite, e la scissione in due nel 1994,
da un decennio i nipotini di Pietro Nenni hanno definitivamente rotto con le ambiguità, posizionandosi a sinistra con la guida di Riccardo Nencini.
All’ultimo congresso hanno ricevuto persino la visita del segretario del Pd, Nicola Zingaretti,
e hanno eletto alla quasi unanimità (un’astensione) il nuovo segretario: è Enzo Maraio, consigliere regionale in Campania.
“Possiamo essere tutti d’accordo che in questo congresso si è sancita la centralità del Psi nel centrosinistra.
La presenza di Zingaretti e di Della Vedova come ospiti a questo congresso non era scontata.
Spero però che la stagione della vocazione maggioritaria del Pd sia stata messa in soffitta.
La logica di coalizione deve essere plurale e rispettosa di tutte le storie: su questa sfida Zingaretti poteva essere più coraggioso”,
ha detto il neosegretario, sedendosi sulla poltrona che fu di Bettino Craxi.
Curiosamente Maraio viene eletto nell’anniversario numero 32 di quello che è probabilmente il più celebre congresso del Psi:
il 31 marzo del 1987 si apriva a Rimini la convention ospitata dal finto “tempio greco”, creato da Filippo Panseca, noto architetto turbo craxiano.
Tre mesi dopo i socialisti sfondarono il 14% alle politiche: fu un record. Altri tempi.
Oggi Maraio può contare sull’appoggio del segretario uscente Nencini.
“Il Psi apre un nuovo ciclo. Sono orgoglioso di passare il testimone nel segno di una continuità, di una storia, che ha reso l’Italia più libera e più civile”,
ha detto l’ex viceministro del governo di Matteo Renzi. Ma cosa si è deciso al congresso del Psi?
“È emersa forte l’esigenza di rimanere nell’alveo del Pse, dove siamo collocati storicamente.
Quindi, diventerebbe molto più problematico ragionare su un’alleanza con +Europa che, a livello europeo, sta in una casa diversa.
Siamo aperti a qualsiasi sfida, ma nel rispetto del Psi, della nostra storia”, dice Maraio, pensando già alle Europee.

Molto più moderato l’umore dalla parte dei Repubblicani, che invece possono ancora vantare
il simbolo originario con l’edera nell’emblema, risalente al 1895.
Gli eredi di Giovanni Spadolini – ma qualcuno su facebook rilancia persino Giuseppe Mazzini – hanno rieletto
“a grandissima maggioranza” Corrado De Rinaldis Saponaro. Autore solo due giorni fa di una “nota politica”
al vetriolo pubblicata sul sito del partito, ma inspiegabilmente ignorata dalla stampa.
L’obiettivo di De Rinaldis Saponaro? Lo stesso dei Repubblicani di un secolo fa:il Papa.
“Il pontefice – scrive il segretario – può ricevere o non ricevere chi più preferisce,
ma se la ragione dei suoi incontri riposa sulla coincidenza del pensiero del suo interlocutore con quello della Chiesa
e presupponesse che il suo interlocutore dovesse rimettersi interamente al pensiero della Chiesa abbandonando il proprio,
la Chiesa rinuncerebbe al suo ecumenismo per scoprirsi integralista. Nel caso in cui fosse un uomo di Stato
a dover rinunciare alle sue convinzioni per essere ricevuto del santo padre, ci troveremmo di fronte
ad un’ingerenza inaccettabile per uno Stato laico, oltre che ad una violazione palese del Concordato”.
Dunque, alla fine del lungo preambolo che inneggia alla laicità dello Stato, ecco il cuore della questione:
“Vogliamo sperare che le notizie relative ad un eventuale incontro fra il ministro Salvini ed il pontefice, siano infondate“.
Nessuna replica: né dal leader della Lega e neanche da Papa Francesco.

Per tornare alla cronaca, la notizia più fresca emersa dall’ultimo congresso
è l’ascesa nel partito dei repubblicani di Ravenna, che hanno ottenuto in direzione 5 membri su 35,
compreso il vicesegretario: è Eugenio Fusignani, vicesindaco della città romagnola.
D’altra parte Ravenna è l’unica città dove il Pri ha eletto qualcuno in consiglio comunale negli ultimi anni.
Fallimentare, invece, l’intesa con Ala di Denis Verdini alle politiche. Fusignani ha dunque le idee chiare per il futuro:
“È per me motivo di grande orgoglio questa nomina che da un lato consolida il lavoro fatto in questi mesi e anni a Ravenna
e dall’altro dà mandato al partito e a me come vicesegretario nazionale vicario con delegato agli enti locali di ricostruire il partito partendo dalle città”.

La soglia di sbarramento è lontana anni luce: il Pri, però, sembra pronto a resistere all’ennesima eventuale sconfitta.
Arriverà anche la Quarta Repubblica, ma Repubblicani e Socialisti rimarranno su piazza.
 
Andiamo bene...in quantità e qualità.

Papa Francesco sta per ricevere, all'interno di un'udienza privata, alcuni sostenitori del mondo e della causa Lgbt.

Lo ha rivelato Il Fatto Quotidiano
. Il che, poche ore dopo la conclusione della due - giorni scaligera, quella organizzata dalle sigle pro life e pro family,
non può che suscitare dubbi e perplessità dalle parti dei tradizionalisti.

Soprattutto tenendo in considerazione questo particolare:
il pontefice argentino, riguardo al discusso Congresso mondiale delle famiglie, si è limitato a dichiarare di non essersene occupato,
aggiungendo di concordare sulla "sostanza", ma non sulle "modalità".
Così come aveva fatto, qualche giorno prima, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin.

Alcuni hanno interpretato quelle parole, tanto quelle di Francesco quanto quelle del 'ministro degli Esteri' della Santa Sede,
come una presa di distanza. Altri hanno posto l'accento su come il papa e le alte gerarchie ecclesiastiche, in fin dei conti,
si siano dette d'accordo. La Chiesa cattolica nella città veneta era rappresentata in minima parte,
erano presenti il vescovo Zenti e pochi altri, e le azioni, nelle "cose vaticane", contano sempre più delle parole.

Sono le tempistiche a suggerire la tesi secondo cui Jorge Mario Bergoglio abbia deciso
di lanciare un messaggio alle sigle organizzatrici della kermesse. Non dovrebbero essere previste udienze con gli attivisti di Verona.
Nell'agenda dell'ex arcivescovo di Buenos Aires, invece, c'è spazio per incontrare coloro che sostengono
l'equiparazione delle unioni tra omosessuali al matrimonio. Alla fine del meeting, a cui dovrebbe partecipare pure un noto giudice e professore argentino
, il vescovo di Roma - dicono da più parti - procederà per mezzo di un discorso che è già stato definito "storico".
Il papa si è sempre dimostrato molto fermo sulla bioetica, ma non si è certo distinto per l'indisponibilità a dialogare con chi,
pur trovandosi in condizione di peccato, è alla ricerca di Dio.

Le dietrologie già si sprecano: l'estate scorsa, grazie pure al memorandum di mons. Carlo Maria Viganò,
è tornata d'attualità la questione della lobby gay, che Joseph Ratzinger aveva dichiarato di aver sconfitto.

Il summit straordinario sulla prevenzione degli abusi ai danni dei minori e degli adulti vulnerabili ha permesso ai cardinali conservatori
di criticare il pontefice per non aver aperto una discussione sulla proliferazione della "agenda omosessualista".

Il Congresso mondiale delle famiglie di Verona, insomma, potrebbe lasciare con sè degli strascichi dottrinali
Il Santo Padre, nel frattempo, incontrerà in udienza attivisti ascrivibili al mondo Lgbt.
 
Novità sulle visite fiscali. Adesso l'Inps apre un contatto diretto tra lo stesso istituto di previdenza sociale e il datore di lavoro.


Come riporta Italia Oggi, i pareri dell'Inps sull'assenza dei lavoratori in caso di visita fiscale
saranno consultabili online da parte dei datori di lavoro. L'Inps, con un messsaggio rilasciato la scorsa settimana,
ha comunicato la nuova funzionalità per il sito online che permette ai datori di lavoro, usando il Pin predisposto per l'accesso,
di consultare alla voce "Richiesta Visite Mediche di Controllo" gli esiti delle visite fiscali sui lavoratori in malattia.

Inoltre, sempre i datori di lavoro con questo sistema potranno controllare anche le visite di controllo che vengono predisposte
da parte dello stesso ufficio dell'istituto di previdenza sociale. Nel portale è presente poi una nuova opzione
che introduce una vera e propria novità nel panorama delle visite fiscali.

Il datore, cliccando sulla voce "consulta verbale giustificabilità", può ettenere il documento in Pdf
sul parere sanitario dell'Inps che di fatto giustifica l'assenza del lavoratore in caso di mancata visita fiscale.

Questa nuova funzionalità del sito Inps abbatte comunque un passaggio per il lavoratore.
Il dipendente infatti ha l'obbligo di consegnare una copia del parere Inps al proprio datore di lavoro in formato cartaceo.
Con questo nuovo si sistema verrà a mancare questo tipo di obbligo che permette di abbreviare i tempi e di affidare la procedura al sito Inps.
 
Alla Camera è pronto il testo che di fatto andrà a rivoluzionare il Codice della strada.
Nel corso dei lavori parlamentari spuntano già alcuni aggiustamenti al testo.

C'è una grande novità: gli scooter 125 potranno circolare sulle autostrade e sulle tangenziali.
Cade dunque una delle limitazioni inserite nel codice della strada che distingueva l'Italia dal resto dei Paesi dell'Unione.
Su questo fronte c'è già un accordo tra Lega e Movimento Cinque Stelle che è arrivato anche in Commissione Trasporti.

Il duello però prosegue sull'aumento dei limiti di velocità. La Lega ha infatti chiesto un innalzamento del limite a 150km/h,
il Movimento invece vorrebbe mantenere i 130 km/h. La Lega tiene il punto e per trovare un'intesa con i grillini
potrebbe cedere sul fronte delle strade extraurbane.
Qui il limite di velocità potrebbe abbassarsi su alcuni tratti come previsto , ad esempio in Francia.

Cambiano invece le sanzioni per chi viene sorpreso col cellulare alla guida.

La sospensione della patente va da sette giorni a un mese. Si estende fino a tre mesi in caso di recidiva.

Le multe però in questo caso sono salate: si va da un minimo di 422 euro a un massimo di 1.697 euro.

Rivoluzione anche sul fronte parcheggi: gratis per i disabili mentre spunteranno le strisce rosa per le donne in gravidanza.

Sul fronte bici invece decideranno le amministrazioni comunali che dovranno predisporre i piani per gli spazi ad hoc ai semafori.
Resta sempre di competenza comunale la possibilità di concedere il transito contromano alle due ruote.
Poi entrano sul campo nuovi limiti per mezzi pesanti per quanto riguarda il trasporto eccezionale e il sovraccarico.

Infine viene cancellato l'obbligo di usare i fari anabaglianti fuori dai cnetri abitati anche di giorno.
 
E' da un bel po' di tempo che non vedevo il barometro segnare 980

Piogge persistenti.

Calo nevicate nel pomeriggio a 600/800 metri nelle vallate.

Pericolo valanghe grado 3
 
Giovanni Tria è riuscito nel miracolo di unire Lega e M5s facendoli insorgere all’unisono
contro la nomina della sua consigliera Claudia Bugno nel board di StMicroelectronics.

La scelta, non condivisa con entrambi i partiti della maggioranza,
ha fatto partire telefonate e rimbrotti da entrambe le parti: dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti fino ai vertici massimi del M5S.
Anche Giuseppe Conte è infuriato.

La società italo-francese il 27 marzo scorso ha sottoposto all’assemblea degli azionisti
che si terrà il 23 maggio ad Amsterdam “la nomina di Claudia Bugno, in sostituzione di Salvatore Manzi,
in qualità di membro del Consiglio di Sorveglianza” con scadenza 2022.

Claudia Bugno, 43 anni, è da sette mesi consigliere di Giovanni Tria.
In questi ultimi tempi è diventata la donna forte del ministero dell’Economia.
Probabilmente Tria ha sottovalutato la delicatezza politica della scelta e non ha concordato il nome con nessuno.
Il M5S è sul piede di guerra perché considera strategica quella società.
StMicroelectronics ha fatturato 9 miliardi e 666 milioni nel 2018 con utili di 1,3 miliardi di dollari.

La società è quotata a Milano, Parigi e New York, impiega 46 mila persone e ha 100 mila clienti come Apple, Samsung, Huawei e Bosch.

Produce i prodotti a semiconduttore, cioé microchip per automobili, computer e telefonini intelligenti.
La società è controllata da una holding olandese (che ne detiene il 27,52 per cento, il resto è flottante)
a sua volta controllata alla pari dai governi italiano e francese.

La governance non a caso è duale: un managing board composto da un solo membro, cioé l’amministratore delegato,
con un comitato di sorveglianza di 9 membri: 3 nominati dall’Italia, 3 dalla Francia, 3 indipendenti.
Dal 2005 al 2018 l’amministratore è stato Carlo Bozotti.
Proprio quando i rapporti tra i due Paesi si sono fatti tesi a seguito della vittoria dei ‘rivali’ di Macron,
ecco il cambio: ora l’amministratore delegato si chiama Jean-Marc Chery.
L’uscita del membro del Consiglio Salvatore Manzi, nominato ai tempi di Renzi,
era vista dalla maggioranza come un’occasione per inserire una persona di fiducia.
Invece Tria ha puntato in gran segreto sul nome di Claudia Bugno,
che vanta una grande esperienza ma in lidi lontani dal mondo a Cinque Stelle.

Partita come assistente parlamentare nel 1999,
dal 2003 al 2009 era in Promos della Camera di Commercio di Milano.
Il marito di Claudia Bugno, Andrea Chevallard, è amministratore delegato di Tinexta,
società che eroga servizi telematici, quotata al mercato Star di Milano e controllata tramite Tecnoholding dalle Camere di Commercio.
Nel 2015 è stata amministratrice del Comitato promotore della candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024
con la benedizione degli amici Luca Cordero di Montezemolo, Giovanni Malagò e Matteo Renzi.
Montezemolo poi la portò in Alitalia dove è stata vicepresident public affairs per due anni.

Già dirigente del ministero dello Sviluppo economico, era finita nel mirino del M5s per il suo curriculum ‘sbianchettato’ ad agosto,
al momento della nomina come consigliera del ministro. Sul sito non era citato il suo passaggio,
dal febbraio 2013 al febbraio 2015, nel consiglio di amministrazione di Banca Etruria, anche ai tempi di Pierluigi Boschi vicepresidente.

Nonostante fosse stata solo un consigliere indipendente il direttorio della Banca d’Italia il primo marzo 2016
le ha irrogato (insieme a una ventina di sindaci e amministratori) una sanzione di 121 mila e 500 euro.
Bugno ha impugnato alla Corte d’appello e al Tar che si dichiarava incompetente ma poi il Consiglio di Stato i
l 9 ottobre scorso ha preso atto che la Corte d’Appello non si era ancora pronunciata
e ha rimesso al Tar di nuovo perché decida nel merito. Chissà come è finita.

Comunque, a prescindere dall’esito, a leggere i blandi requisiti richiesti per essere membri del consiglio di sorveglianza della ST Microelectronics
non ci dovrebbero essere problemi. Abbiamo chiesto alla dottoressa Bugno e al Mef un commento ma non abbiamo avuto risposta.

I vertici del M5S hanno fatto pressioni su Tria perché ripensasse alla nomina.
Il problema è che il dado è tratto. All’ordine del giorno dell’assemblea di maggio della società c’è la nomina di Claudia Bugno.
Nei corridoi del ministero si dice che Tria avrebbe proposto alla dottoressa la presidenza di Consip se dovesse rinunciare.
L’incarico in Stm però è una grande rinuncia, non tanto per la retribuzione più o meno pari a quella attuale da 75 mila euro al ministero,
ma perché Stm è una società strategica, partecipata da due Stati e quotata su tre mercati, un trampolino di lancio per nuovi incarichi.
 
Tria Tria, capisco che tu guardi alle competenze....ed hai ragione.

Ma una che mi sbianchetta il curriculum.........cosa potrebbe fare in futuro ?
 

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