Di famiglie in tempi di festività.
Esistono due tipi di famiglie: le famiglie corpo a corpo e le famiglie minuetto.
Nelle prime lo scontro è di casa, a volte volano parole grosse, a volte volano i bicchieri. Non si ha paura di parlare, quasi sempre ad alta voce, di discutere i ruoli, di litigare. Nelle famiglie corpo a corpo ci si ama con rancore, che è una cosa estenuante.
Nelle famiglie minuetto i ruoli sono rispettati, ci si parla con gentilezza o con durezza, ma non si trascende. I genitori sono gli adulti, i figli i bambini, anche se hanno quarant’anni. Nelle famiglie Minuetto l’amore passa attraverso i rituali: il cibo buono, lo shopping, le vacanze… ci si confronta ma mai a muso duro. A volte nelle famiglie minuetto ci sono i segreti sotto i tappeti.
Io, naturalmente, sono cresciuta in una famiglia corpo a corpo. Quelli tra pesi massimi, mia sorella la definirei un’autentica lottatrice di sumo. Il Mulino Bianco era un miraggio, noi del Mulino Bianco avevamo solo un servizio di piatti preso coi punti e tutto sbeccato. Sognavo la pace delle famiglie minuetto: la mamma che ti compra i vestiti il sabato pomeriggio, la sorella più grande che ti fa da apripista nella vita, robe così… Anni luce dai nostri psicodrammi serviti a pranzo e a cena, dalle montagne russe emotive, dall’assordante sbatter di porte.
Poi ho capito. Ho capito che c’è una sola grande differenza tra le famiglie corpo a corpo e le famiglie minuetto. Nelle prime cresci squilibrato, ma consapevole di esserlo. Nelle seconde cresci squilibrato, ma pensi che i pazzi siano sempre gli altri.
Enrica Tesio