Recessione 2008 (1 Viewer)

tontolina

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Recessione 2008-DEPRESSIONE 2009

OBAMA NON VEDE ANCORA LA LUCE


Il rapporto fra Obama e Berlusconi sembra destinato a peggiorare...

Berlusconi continua a dire che tutto va bene, che si devono acquistare titoli in borsa e si deve consumare...Obama ieri ha ribadito: L'ECONOMIA, PRIMA DI MIGLIORERE, E' DESTINATA A PEGGIORARE


Berlusconi in settimana ha dichiarato che vorrebbe mettere sotto controllo Internet, Obama ha detto che Internet e la banda Larga devono essere sviluppate e lasciate libere di progredire.



Berlusconi E' TROPPO LEGATO ALLE LOBBY DI POTERE ITALIANE. Se vorrà continuare a governare con successo dovrà cominciare a cacciare via il vecchiume dalle banche, dalle assicurazioni e dai centri di potere legati a tariffe dello stato e al controllo dell'Authority.
L'Italia va riformata. Berlusconi NON è, per ora, l'uomo nuovo (ne tantomeno Veltroni).
BERLUSCONI DEVE MANDARE A QUEL PAESE ALMENO UN CENTINAIO DI PERSONE CHE SONO ORAMAI RIDOTTI A PARASSITI DELL'IMPRESA ITALIA.
Pubblicato da consulenza finanziaria di Mercato Libero a domenica, dicembre 07, 2008
 
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tontolina

Forumer storico
IL 24 ORE VI AVVISA. NON COMPRATE DEBITO PUBBLICO CON SCADENZA LUNGA!!!

Isabella Bufacchi, brava giornalista del Sole 24 ore, domenica avvisa che il 2009 sarà un anno difficilissimo per il debito pubblico. Migliaia di miliardi di nuove obbligazioni dovranno essere sottoscritte dagli investitori...

Mercato libero ve lo dice da circa dieci giorni. Non comprate titoli del debito pubblico con scadenze superiori ai 12 mesi.

Gli stati VI VOGLIONO FREGARE.
Non ha senso ricevere un tasso di remunerazione molto basso...davanti a un rischio così' alto...

Gli stati indebitati cercano di far sottoscrivere montagne di debito a tassi d'interesse bassi. NON CI RIUSCIRANNO.

Il debito è eccessivamnete alto e richiede tassi di remunerazione molto elevati!!


Pubblicato da consulenza finanziaria di Mercato Libero a domenica, dicembre 07, 2008
 

tontolina

Forumer storico
IN RITARDO IL PIANO PER SALVARE L'ECONOMIA. PAROLA DI KRUGMAN
NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 08.12.2008 11:24
Il piano di salvataggio per l'economia arriva in ritardo. Ne è convinto Paul Krugman, vincitore del premio Nobel 2008 per l'Economia, secondo il quale i politici sono probabilmente troppo lenti per affrontare la crisi finanziaria globale, ma accoglie con favore la scelta fatta da Barack Obama per il segretario del Tesoro.
Krugman dubita che il settore automobilistico Usa sopravviverà a lungo termine, ma che ce la farà nel breve termine. L'economista ritiene che i semplici meccanismi di produrre un salvataggio dell'economia mondiale sono molto difficili. Il ritmo con il quale le cose stanno peggiorando è così elevato che è difficile come possano trovarsi le misure per il salvataggio.
"Anche con la miglior comprensione possibile non potrebbero trovarsi abbastanza velocemente da evitare una grande quantità di danni - ha aggiunto Krugman - sono molto preoccupato da come potrebbe essere il prossimo anno".

da http://www.trend-online.com/?stran=izbira&p=irs&id=202214
 

tontolina

Forumer storico
CRISI, LA LOBBY OLIGARCHICA DI CUI NON DOBBIAMO FIDARCI



di Alfonso Tuor
Sono riusciti a convincere il mondo che salvare il settore bancario equivarrebbe a salvare l'economia. Non ha funzionato.
Ora sembrano spingere per allentare ogni argine alla spesa pubblica per poter ancora giustificare altri aiuti statali.
Attenti che...


Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – L'economia statunitense a novembre ha perso 533.000 posti di lavoro, si tratta del maggior calo in un mese dal dicembre 1974 (602.000). Il tasso di disoccupazione è passato dal 6,5% al 6,7%, il più elevato dal 1993. Lo ha comunicato il Dipartimento del lavoro statunitense. La perdita di 533.000 posizioni lavorative è nettamente superiore alle stime degli economisti che avevano preventivato la perdita di 335.000 unità. È stato inoltre rivisto in peggio il dato di ottobre con una perdita di occupati salita di 80.000 unità a 320.000 unità.
Nemmeno i più pessimisti avrebbero potuto prevedere la rapidità e l'ampiezza dell'attuale recessione.

Le notizie, che si succedono a ritmo incalzante, assomigliano sempre più ad un «bollettino di guerra».
L'ultima in ordine di tempo giunge dagli Stati Uniti: nel solo mese di novembre sono stati persi 533mila posti di lavoro. Dall'inizio dell'anno, ossia nell'arco di 11 mesi, ne sono andati in fumo 1.91 milioni.



La situazione in Europa non è migliore, come dimostrano i tagli dei tassi di interesse annunciati giovedì scorso dalla BCE e dalla Banca d'Inghilterra e da quella di Svezia. Gli interventi di banche centrali e governi, che si sono susseguiti negli ultimi mesi, non producono risultati significativi e oggi il mondo è sull'orlo di una nuova Grande Depressione.

Per evitare di cadere in una spirale deflazionistica, gli Stati Uniti hanno chiaramente scelto di usare tutti i mezzi a loro disposizione. Ancora ieri il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, non ha escluso che la FED, che oramai è diventata una banca onnipresente, possa stampare dollari a ritmi ancora più sostenuti e mettersi ad acquistare i titoli del debito pubblico americano. La scelta americana è comprensibile: per gli Stati Uniti la caduta dei prezzi avrebbe conseguenze devastanti.
Infatti il debito accumulato da famiglie, imprese, Stato federale e dallo stesso Paese crescerebbe rispetto a redditi in calo e ad entrate fiscali in forte diminuzione. Il rischio di una caduta del valore del dollaro e dell'inflazione (o anche dell'iperinflazione), come oramai viene ripetutamente scritto, appare accettabile, poiché la tendenza all'aumento dei prezzi possiede la «virtù» taumaturgica di erodere lo stock del debito.


L'Europa segue per il momento la politica della Germania di Angela Merkel e della Bancacentrale europea, che invitano a non bruciare tutte le cartucce. Questa linea è sempre più avversata da Francia e Gran Bretagna, che invocano invece una politica monetaria più aggressiva e pacchetti fiscali di rilancio dell'economia più consistenti. La posizione tedesca e quella della Bce hanno una loro legittimità.
Innanzitutto, non è certo che pacchetti fiscali di rilancio dell'economia producano gli effetti desiderati. I modesti risultati dei numerosi piani di rilancio varati negli ultimi venti anni dal Giappone rafforzano questi dubbi. Inoltre, la maggior parte dei Paesi europei (l'Italia è un'eccezione) dispongono di ottimi leggi sociali, che dovrebbero limitare l'impatto – pur molto doloroso – della crisi soprattutto per i ceti meno favoriti.
In secondo luogo, ed è il punto più importante, i deficit pubblici sono destinati ad aumentare per il calo delle entrate fiscali e l'aumento delle spese sociali. Dato che molti Paesi europei (come l'Italia, la Grecia e il Portogallo) hanno già consistenti debiti pubblici, il varo di dispendiosi pacchetti fiscali di rilancio farebbe esplodere i loro disavanzi pubblici e soprattutto incrinerebbe la credibilità dei titoli obbligazionari grazie ai quali gli Stati si finanziano. Vi sono già alcuni segnali.

Se la sfiducia dei risparmiatori dovesse intaccare anche i titoli statali, le conseguenze sarebbero enormi. Per i Paesi di Eurolandia si prospetterebbe un conflitto tra Paesi risparmiatori (Germania, Olanda, ecc.) e quelli più indebitati, che metterebbe in pericolo anche la stessa Unione monetaria. Per i Paesi non appartenenti all'area euro, come la Gran Bretagna, si metterebbe in discussione lo stesso valore della moneta. Il governo tedesco teme che interventi avventati non producano risultati apprezzabili, ma solo una gravissima crisi monetaria. Dato che il mercato dei capitali è la nuova linea del fronte di questa crisi, per Berlino l'imperativo categorico è che la credibilità dei titoli pubblici non venga incrinata.
Queste considerazioni assumono maggiore forza, ed è il secondo punto, per la consapevolezza che la riduzione dei tassi della Bce permetterà la diminuzione dei tassi ipotecari, dando fiato alle famiglie del Vecchio Continente, ma non si tradurrà in una diminuzione del costo del denaro per le imprese. Infatti per le piccole e medie imprese l'accesso al credito bancario rimane molto arduo e per le grandi imprese il finanziamento tramite l'emissione di obbligazioni societarie è possibile solo a tassi proibitivi.
Il risultato è evidente: l'aumento del costo del denaro crea una miscela esplosiva per società che già devono fare i conti con una contrazione delle vendite.

In queste condizioni, rischia di non essere sbagliata la decisione di conservare delle cartucce per evitare che vada in fumo il bagaglio di competenze accumulato nel corso dei decenni dall'industria europea, che rappresenta la vera ricchezza del Vecchio Continente.


In terzo luogo, le famiglie e le imprese europee non sono indebitate come quelle americane (io:fanno eccezione Eni Enel Atlantia Telecom Italia). Anzi, in Europa, sebbene negli ultimi anni sia diminuito, vi è ancora un consistente tasso di risparmio. Quindi intaccare i risparmi sarebbe pericoloso sia economicamente sia politicamente. Tutto ciò induce a sostenere che la posizione del governo tedesco e della BCE abbia solide motivazioni, non tenute in sufficiente considerazione da coloro che le criticano e che invocano interventi più incisivi.




Tra questi ultimi spiccano alcuni esponenti del mondo finanziario AGLOSASSONE e i grandi giornali europei che a loro fanno riferimento. Costoro sono riusciti negli ultimi mesi a convincere il mondo che salvare il settore bancario equivarrebbe a salvare l'economia. In queste operazioni di salvataggio sono state bruciate centinaia di miliardi senza che gli Stati chiedessero nemmeno il cambiamento dei manager che avevano provocato il disastro.

Ora costoro, consapevoli che questi salvataggi non hanno turato le voragini nascoste nei bilanci delle banche che dirigono, sembrano spingere per allentare ogni argine alla spesa pubblica per poter ancora giustificare altri aiuti statali. Occorre che Governi e Parlamenti europei riflettano attentamente prima di seguire questi consigli e occorre che tutti si ricordino che questa gravissima crisi non è il frutto di un destino cinico e baro, ma di un'oligarchia finanziaria che ha retto le sorti del mondo negli ultimi anni.
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http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=649714
 

tontolina

Forumer storico
ma non solo le banche sono la causa diretta di questo disastro

ci sono anche gli hedge fund che tradotto per significa Fondi Per i Ricchissimi della terra che si sono indebitati per 20 volte il PIL mondiale
da
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=12939
Sto per parlare di economia, ma si tratta di un discorso molto astratto. Nel senso che , in caso di fallimento degli Hedge Funds, fallimento che tanti cominciano a vedere all'orizzonte, veramente saremmo in una crisi al buio.

Vediamo di dare qualche astratto di questi numeri. Gli Hedge funds hanno creato pseudo-valore per una cifra che e' 20 volte il PIL del mondo.

Esatto. Il PIL DEL MONDO. Si sono inventati soldi per cifre pari a 20 volte un anno di PIL di tutto il mondo. Lo hanno fatto crescendo "lentamente" ma inesorabilmente, pagando premi di miliardi di dollari all'anno ai loro dirigenti (si', avete letto bene: miliardi di dollari di compenso) e specialmente, piano piano hanno inquinato ogni cosa.

Hanno comprato titoli di stato di ogni nazione, detenendo quantita' imbarazzanti del debito pubblico di ogni stato.

Hanno comprato, realizzando guadagni, azioni, futures, qualsiasi cosa, monete comprese.

Il meccanismo di base di un Hedge Fund e' quello del "venture capital", cioe' del capitale ad alto rischio.

Il numero di soci di un fondo non puo' superare i 99, ma l'investimento minimo obbligatorio e' altissimo: si tratta quindi di una via di mezzo tra una massoneria e un club privato che accetta solo ricchissimi.

A cosa e' dovuto il loro successo? E' dovuto a due cose:

1) Il rendimento di un Hedge Fund e' svincolato dai mercati di riferimento. Giocando con i paradossi come quello di Parrondo, giocando spesso e volentieri in perdita, manipolando i prezzi grazie ad una massa di capitale enorme, essi possono realizzare dividendi anche quando il mercato sta crollando. In Italia, come altrove, hanno il privilegio di poter vendere apertamente al ribasso, per far abbassare il valore di qualcosa.

2) I soci in gioco sono spesso coinvolti nelle medesime aree di investimento in cui gioca il fondo, cosa che permette loro di fare "predizioni" migliori e come se non bastasse la quantita' di dollari che hanno a disposizione puo' effettivamente rendere autoavverante le profezie: se un fondo annuncia di voler entrare in Alitalia mettendoci 30 volte il suo debito (1), le azioni Alitalia schizzano in alto. Di conseguenza, posso creare la profezia "Alitalia sta per crescere", avverare la profezia annunciando l'ingresso nel capitale, godendo della stabilizzazione del mercato di riferimento. Oppure possono annunciare il ritiro, giocando in perdita.

Insomma, il potere degli Hedge Funds deriva principalmente dal fatto di muovere cifre tali da influenzare il mercato nella direzione voluta, QUALSIASI mercato, e in parte dal fatto di essere delle massonerie selettive, per uomini ricchissimi.

Ma non e' questo il punto: il vero punto e' il dato numerico: 20 volte il PIL mondiale.

Questo significa essenzialmente che non c'e' nulla da fare. E' come se un pianeta con la massa di Giove si dirigesse verso la terra: non abbiamo strumenti per fermarlo. E lo stesso per gli Hedge Funds. Non ci sono strumenti.

Anche mettendo insieme tutti gli stati del mondo in uno sforzo straordinario, non si riuscirebbe a scalfire la massa di cartaccia nella quale bot, monete, azioni, si trasformerebbero.

Di fronte a noi c'e' un gorgo spaventoso, grande venti volte l'economia mondiale. Qualsiasi cosa possa succedere, dopo un eventuale fallimento di questi fondi nulla potra' piu' essere come prima.

Ci sono tantissime variabili macroeconomiche in gioco.

1. Gli Hedge hanno investito spessissimo in titoli di stato da usare come titoli di riferimento "risk-free". Direttamente o indirettamente, il loro fallimento blocchera' le aste dei debiti pubblici. Non importa che una nazione abbia il 30% del PIL di debito il 106%: se l'asta va deserta, il paese va in default oppure stampa soldi. In caso di fallimento di qualche Hedge, i governi sovrani accetteranno di andare in default pur di restituire soldi ad entita' gia' fallite, prive di eserciti, e peraltro eticamente discutibili di fronte agli elettori e ai cittadini? Difficile.
2. Gli Hedge hanno spesso speculato sui mercati forex. Con cifre mostruose, assorbendo parte delle mostruose inflazioni del mondo, quali l'indice M3 del dollaro, per dirne una. Nazioni militarmente possenti accetteranno un disastro economico provenire da questi enti, o faranno leggi ad hoc per annullare i debiti con gli Hedge funds?
3. Gli hedge hanno speculato nel mondo dei futures, specialmente sulle materie prime. Oggi che il petrolio e' crollato, triliardi di dollari stanno tornando in circolo perche' ai compratori di petrolio non serviranno piu'. Gli Hedge stanno realizzando ancora scommettendo al ribasso sui futures, cosa che produce il ribasso perche' loro ne detengono quantita' impressionanti. Ovviamente ad un certo punto i produttori non avranno convenienza a vendere ad un prezzo cosi' basso, e si aprira' una forbice tra futures e prezzi. Ed i futures diventeranno carta straccia. Paesi esportatori, grandi importatori, paesi molto commerciali accetteranno di avere le economie in ginocchio pur di rispettare i contratti futures, o li renderanno invalidi con leggi ad hoc?
4. Fondi pensionistici. Gli Hedge funds hanno, mediante fondi di fondi, o fondi di fondi di fondi, investito o reinvestito in fondi pensionistici. I paesi con dei welfare gestiti dallo stato rimarranno a guardare (eccetto quando a loro volta i fondi pensione non rinnoveranno piu' i loro titoli di stato). Nazioni come gli USA si possono permettere di perdere quasi tutto il loro sistema pensionistico? Esiste la possibilita' politica di mettersi contro cosi' tanti elettori?

Insomma, non riesco a vedere niente che uno stato sovrano possa fare, in caso di fallimenti, se non legiferare la nullita' di qualsiasi debito nei confronti dei falliti. Ma questo farebbe saltare la stragrande maggioranza delle convenzioni e dei trattati in materia di finanza.

Si tratta di qualcosa di simile ad un anno zero. Con la differenza che il disastro e' di tali proporzioni da non intravvedersi nessuna soluzione.

Lesson We Learnt?

Boh. In generale, sarebbe opportuno che i valori stampati NON superassero il valore del PIL mondiale. Ma e' un sapere che conta poco, perche' bisognerebbe disciplinare tutte le nazioni del mondo. Figuriamoci.

Potremmo dire che la creazione di valore cartaceo dovrebbe essere monopolio delle banche centrali, ma anche questo serve a poco. Piu' volte la FED ha stampato soldi per andare incontro ai problemi degli speculatori. Quindi, neanche le banche centrali sono una garanzia. E poi, lo dite voi agli svizzeri che devono comandare le banche, quando sono le banche a comandare gli svizzeri?

Potremmo dire che la globalizzazione abbia fallito, ma gli Hedge sono stati un fenomeno anglosassone. Che colpa ne hanno, che so io, i paesi africani?

Qualsiasi cosa diciamo, il problema vero e' che nessuno sta proponendo qualche cosa, qualsiasi cosa, nel caso falliscano gli Hedge. Anche gli analisti che provano a pensarci sopra, non fanno altro che sciorinare consigli generici.

Insomma, potrebbe cadere il cielo. Non sara' la fine, ma sicuramente sara' un nuovo inizio.

Di che cosa, onestamente non lo sa nessuno.

Se sentite dire che e' fallito un Hedge, fate scorta di cibo e comprate un'arma.
Magari non servira'. Nel caso...

Uriel
Fonte: www.wolfstep.cc
Link: http://blog.wolfstep.cc/index.php?subaction=showfull&id=1228557214&archive=&start_from=&ucat=48,53&
06.12.2008


(1) Per un fondo si tratta di una cifra piccolissima.
 

tontolina

Forumer storico
IL 24 ORE VI AVVISA. NON COMPRATE DEBITO PUBBLICO CON SCADENZA LUNGA!!!

Isabella Bufacchi, brava giornalista del Sole 24 ore, domenica avvisa che il 2009 sarà un anno difficilissimo per il debito pubblico. Migliaia di miliardi di nuove obbligazioni dovranno essere sottoscritte dagli investitori...

Mercato libero ve lo dice da circa dieci giorni. Non comprate titoli del debito pubblico con scadenze superiori ai 12 mesi.

Gli stati VI VOGLIONO FREGARE.
Non ha senso ricevere un tasso di remunerazione molto basso...davanti a un rischio così' alto...

Gli stati indebitati cercano di far sottoscrivere montagne di debito a tassi d'interesse bassi. NON CI RIUSCIRANNO.

Il debito è eccessivamnete alto e richiede tassi di remunerazione molto elevati!!


Pubblicato da consulenza finanziaria di Mercato Libero a domenica, dicembre 07, 2008

da http://zen-lento.blogspot.com/2008/12/lultima-bolla-i-titoli-di-stato.html

07dic
L'ultima bolla, i titoli di stato

oops ! Zen lento tags: Economia, Politica e Società
Incremento annuale del debito in Usa
secondo le presidenze



Da due mesi non è cambiato praticamente nulla. L'azionario (tranne il caso italiano) è ai medesimi livelli di due mesi fa, segnando un bottom possibile di periodo, e le materie prime colano costantemente a picco dopo la speculazione selvaggia degli ultimi 4 anni.

In realtà qualcosa avviene e sul fronte economico: le notizie peggiori si susseguono incessantemente, prime tra tutte la disoccupazione crescente e il blocco degli ordini e dei trasporti e la contrazione ovunque dei consumi che fanno crescere lo spettro della deflazione. Come già in Argentina, poi in Giappone nel 2002, ora anche in USA si stampano monete locali.

Ma c'e' un altro fatto importante che segnala l'avvio di una fase nuova . I titoli sovrani degli stati a lungo hanno raggiunto nuovi massimi, qualcuno sostiene che la Fed in Usa li compra. Negli Usa questo si traduce in un rendimento zero nei titoli a 3 mesi, e del 3% per i trentennali. In altre, imprecise, parole ci vogliono 33 anni per raddoppiare nominalmente il capitale investito, un P/E di 3,3. In Europa non è molto diverso.
E' la nuova, ultima, definitiva bolla dell'era moderna.

Questo è indicativo di come l'orizzonte dell'investimento si allunghi, di come di fatto la percezione sia quella di una "economia di guerra" da prestito quasi irredimibile e di come le cose volgano in modo del tutto simile al Giappone dell'inizio anni '90. I governi con risolutezza, o con titubanza caritatevole come in Italia, si preparano a varare misure straordinarie attingendo al debito pubblico che già ha superato il PIL (che decresce ovunque). La situazione è ovviamente peggiore là dove al deficit pubblico si cumula quello privato, come negli USA (dove consolidato dei deficit gemelli è ben sopra il 200 % del PIL).

Si apre così una finestra per i governi per l'emissione di titoli a servizio del debito crescente, a tassi bassi, e c'è da credere che l'anno prossimo le nuove emissioni nel mondo saranno assai elevate e assumeranno la connotazione di debiti forzati, poi l'inflazione potrà riprendere il suo corso e la rincorsa dei prezzi (e dei tassi al rialzo) riprenderà anche grazie alla ormai chiara tendenza a stampare moneta come ormai è palese in USA. Un rafforzamento più accentuato e temporaneo del dollaro, piuttosto governato, forse sarà il segnale del punto di arrivo temporaneo e di svolta.

Una sana inflazione è ora considerata una necessità ineluttabile, anche se le bocche restano cucite e lo spettro (soprattutto europeo) degli anni bui è storia guardata con terrore. Il tasso BCE è al 2,5 %, il medesimo del 2003 e tra i più bassi di sempre.

Negli anni '80 e ancor più negli anni '90 il paradigma del "meno stato e più mercato" intendeva spostare il debito verso i privati (USA, Inghilerra) nella speranza ideologica che i privati sarebbero stati più oculati ed efficienti della burocrazia. Questa ideologia (tutt'ora in auge tra i nipotini di Bush come mostrano le soluzioni raffazzonate di Silvio Berlusconi impegnato a fare shopping) in realtà non ha fatto che accrescere due debiti, spingendo sull'accelerazione monetaristica della propensione al consumo ; da qui deficit crescenti verso l'estero e in primis verso i paesi emergenti , drogata da tassi d'interesse artificiosamente bassi. I tassi di interesse sono costantemente diminuiti dal 1981 in poi , praticamente trent'anni e ora sono nei pressi dei minimi storici e ancora verranno tagliati un po'. Erano troppo alti allora, son troppo bassi da più di dieci anni.

Il paradigma monetraista, nella sua variante ideologica, è morto insieme ai fallimenti più o meno mascherati delle banche, ma ancora non è stato dichiarato cadavere e occorrerà attendere un prima che scompaia definitivamente dalla testa delle classi dirigenti e del parlar comune. Ha prodotto la più vistosa disuguaglianza e concentrazione di redditi dell'era moderna (profitti in poche mani, debiti aggiuntivi in moltissime) e il percorso inverso (la redistribuzione dei redditi) richiederà non pochi sforzi politici in occidente e molte scosse che pochi saranno disposti a trangugiare (aumento della tassazione in forma diretta o indiretta).

L'unico vantaggio, per così dire, è che la situazione è comune ad oltre la metà del globo e quindi i confronti , la rincorsa a metterci le pezze sarà relativamente più agevolata o giustificabile presso il proprio elettorato. Mal comune mezzo gaudio.

Per tutto il prossimo anno , se si hanno risparmi, stare investiti sul monetario a breve e iniziare ad accumulare sul tasso variabile o indicizzato all'inflazione e ai tassi d'interesse di durata più lunga (5/7 anni). Non è un granchè vista con gli occhi del passato e del presente, ma è la cosa più sicura se si attende una ripresa dell'inflazione.
Alla larga, lontanissimi, dal reddito fisso pluriennale (bund, Btp, o quant'altro ) , perchè con l'alzarsi dei tassi (inevitabile) e dell'inflazione perderanno valore.

L'orto e animali di bassa corte rimangono un piacevolissimo e redditizio hobby, per qualcuno una necessità.
 

tontolina

Forumer storico
della serie... gli economisti sono come le mutande che vanno bene per tutte le occasioni.....

da http://cobraf.wallstreetitalia.com/forum/coolpost.php?topic_id=6416&reply_id=129830

  • 09 Dicembre 2008 09:29
  • Da noi politici e lobbisti riescono a fare quel che gli pare perchè hanno a disposizione un eccesso di teorie economiche a supporto , che prescindono dalla natura e dai bisogni umani. Teorie indiscutibili e da venerare .
    Se devono delocalizzare ti presentano la teoria X a sostegno , teoria griffatissima, che dimostra che addirittura ti conviene anche per la salute dato che ci sono meno fabbriche in giro.
    Se vogliono immigrati a basso costo hanno un'altra teoria economica a disposizione che ti fa capire che è a tuo vantaggio . Se proprio non ti convinci ricorrono alla scomunica o allo storico che ti dice che anche gli ostrogoti emigravano , ma non si capisce che nesso ci sia con gli ostrogoti.
    Se ti devono fregare con i derivati ti presentano un Nobel che ti spiega che fanno calare il rischio.
    Se speculano sul petrolio dicono che conviene perchè così in proporzione costa meno il solare.
    Se dici che vuoi uno stipendio più alto hanno l'economista che ti dice che è meglio basso ma con prodotti loro cinesi che ti fanno risparmiare.
    Se le case raddoppiano ti spiegano che non è inflazione ma aumento del tuo patrimonio e che puoi spendere come un matto.
    Se vuoi più libertà nel lavoro e nell'iniziativa ti dimostrano keynes alla mano che solo lo stato ti tira fuori dalle secche e ha delle buone iniziative .
    Se vuoi meno tasse hanno l'economista che ti dice che vanno solo redistribuite ma naturalmente vanno prima incassate tutte dallo stato , che poi ci pensa lui.
    Se vuoi frenare i prodotti sottocosto cinesi hanno la teoria economica che il dazio è nocivo e che come contadino devi produrre un pomodoro che costi 10 volte meno e che sia migliore . Se non ci riesci entra nell'orbita statale e fai il bidello o vai a montare pannelli solari, cinesi.
    Comunque una teoria economica a supporto la si trova in qualsiasi caso , anche se devono salvare i banchieri e i manager dell'auto giurassica ; a quel punto diventano entità di utilità sociale , anche se la sensazione era di dannosità sociale : se gli dai i tuoi soldi ti spiegano che entro poco ci guadagni , specie se a gestirli sono quelli che hanno prodotto il crack .
 

tontolina

Forumer storico
da http://www.effedieffe.com/content/view/5542/183/

La manipolazione del prezzo dell'oro (Parte II) Seeking Alpha 09 dicembre 2008
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La Federal Reserve si è imbarcata nella più grande produzione di carta moneta della storia, e l'economia mondiale non ha ancora risentito dei suoi effetti. Per impedire che questa sovrapproduzione di dollari causasse un'immediata iperinflazione, questi dollari freschi di stampa sono stati temporaneamente congelati nelle riserve del sistema bancario, invece di essere distribuiti per l'uso generale. Tale congelamento è stato realizzato con svariati metodi "creativi".

Primo fra tutti : il numero di "accordi di riacquisto inverso" è salito ad un controvalore di 97 miliardi di dollari . Un "accordo di riacquisto" è un metodo con obbligazioni limitate grazie al quale la Fed aumenta la fornitura di denaro pagando dollari per collaterali dei debiti. I collaterali, in questi casi, sono le obbligazioni tossiche dei prestiti inesigibili delle quali le banche vogliono disfarsi. Il contante entra nel sistema e, teoricamente, stimola l'economia perchè rifornisce le banche di denaro col quale far accendere prestiti e mutui.

Un "accordo di riacquisto inverso" produce invece l'esatto opposto : è un metodo per ridurre la fornitura di denaro vendendo alle banche delle obbligazioni e di converso tirando via dal sistema il contante. In questo caso quindi, la Fed ha dato alle banche del contante in cambio di obbligazioni malate su mutui inesigibili, poi si è ripresa indietro il medesimo contante vendendo alle banche nuovi titoli del tesoro appena ricevuti dal Tesoro USA. La Fed, in cambio, ha acquistato questi nuovi T-bills [ titoli del tesoro , ndt ] con dollari stampati di fresco. Alle banche, così liberate dalle posizioni malate, si è permesso di trasferire sui contribuenti quello che era un loro rischio privato. Questo meccanismo avvantaggia i bilanci delle banche privatizzando i guadagni delle banche stesse e socializzandone le perdite.

Nel medesimo tempo, il Tesoro USA è stato molto impegnato a vendere titoli del Tesoro freschi di stampa a tutti quelli sufficientemente pazzi da comperarseli. In gran misura, i matti stanno oltreoceano ed anche se alcuni risiedono in questa nazione, la vendita di questi Titoli di Stato ha prodotto sostanzialmente l'entrata nel paese di divise estere. Alle banche sono poi stati offerti tassi interessanti sui depositi a riserva e non a riserva collocati presso la Fed.

Questo è molto probabilmente frutto di una tacita combine grazie alla quale prima è stato prestato del denaro alle banche e poi è stato loro permesso di ridepositare questo contante, sostanzialmente fresco di stampa, presso la Fed sotto la voce “Reserve balances with Federal Reserve Banks”. Tale "categoria" di depositi è schizzata dagli 8 miliardi di dollari del settembre 2008 ai 578 miliardi di dollari del 28 novembre 2008 [ un incremento del 7.225% in due mesi !, ndt ].

Il 9 ottobre 2008, la Federal Reserve ha iniziato a pagare gli interessi sui depositi presso le Banche della Federal Reserve, ed il tasso overnight è sceso ben al di sotto del tasso federale "ufficiale" di sconto. Contemporaneamente, i tassi pagati dalla Fed sui depositi richiesti sono solo uno 0,1% inferiori al tasso di sconto federale e sui depositi volontari solo uno 0,35% meno del tasso federale di sconto.

Analogamente, le banche USA possono effettuare operazioni speculative di trading con singole nazioni se basato su dollari, col che vengono eliminate dal mercato ulteriori quote di dollari freschi di stampa. Le banche accendono prestiti presso la Fed, poi ridepositano il medesimo denaro e guadagnano il differenziale sui tassi; inoltre possono depositare i nuovi dollari freschi di stampa in una categoria nota come "Depositi con le Banche della Federal Reserve , diversi dai reserve balances." Anche questa categoria di depositi, in modo simile, incamera interessi, e nello stesso intervallo di tempo [settembre - 28 novembre, ndt], è passata da depositi per 12 miliardi di dollari a depositi per 554 miliardi di dollari [ un "misero" incremento del 4.616% !, ndt ].

I depositi potrebbero essere di fatto utilizzati per prestiti erogati direttamente dalla Fed a richiedenti nel mercato aperto, ma ad un livello di rischio talmente alto che nemmeno i cow-boys senza freni che guidano le banche private americane se la sentono di correre.

Ciò detto, la maggior parte delle banche centri di investimento monetario in America non evitano certamente di correre rischi, nemmeno ora. Perchè mai personaggi che sono stati salvati grazie a folli decisioni dovrebbero diventare rischio-fobici ? Sono comunque rimasti insolventi e, eccetto per i finanziamenti a rischio limitato con accordo di riacquisto dalla Fed, preferirebbero comunque evitare la cattiva pubblicità e non finire insolventi sulle obbligazioni verso la Fed. A parte l'iniezione di dollari freschi di stampa ricevuta dalla Fed e del recente trasferimento di tutti i rischi ai contribuenti, non hanno liquidità propria con la quale erogare prestiti. Ed è per questo semplice motivo che non ne erogano. Nel caso, sarà la Fed ad erogare direttamente prestiti ed a caricarsi di tutto il rischio, utilizzando il sistema bancario privato solo come intermediario per la consegna materiale del credito.

Comunque, attualmente, la Fed desidera tenere congelati i dollari freschi di stampa fino a che il Tesoro USA non avrà concluso la maggior parte della sua attività di finanziamenti; lo scopo è quello di permettere al Tesoro di ottenere denaro in prestito a tassi molto bassi. La Fed vuole immettere dollari nel sistema, ma al tasso minimo necessario per impedire che ì'indice Dow Jones rimanga sotto quota 8.000 per un periodo significativamente lungo. Proprio ora, la maggior parte degli interventi sono finalizzati semplicemente ad impedire che le leggi bancarie USA impongano ipso facto la chiusura della maggior parte delle banche primarie.

L'estensione delle manipolazioni effettuate dall'attuale Federal Reserve annebbia la mente. La quantità di dollari congelati raggiunge attualmente l'importo di 1.200 miliardi di dollari; ciò significa che il credito della Fed è fin'oradi fatto cresciuto solo di circa il 10% negli ultimi due mesi e mezzo, invece di quel 150% che appare superficialmente sui fogli dei bilanci della Fed. La rimanenza è congelata temporaneamente. Nel luglio scorso, il Tesoro USA ha venduto miliardi di euro tramite l'ESF ( Exchange Stabilization Fund ), e ritengo abbia costituito un congelamento di dollari "derivati" grazie al pagamento degli interessi, forse in Euro, ai centri monetari bancari esteri. Era l'inizio della salita del dollaro iniziata a partire dal 15 luglio scorso.

A quel tempo ritenevo, con buona ragione, che gli USA avrebbero girato alla larga dalle speculazioni sui cambi e che avrebbero chiuso in pochi mesi le eventuali operazioni ancora aperte. Avevo sottostimato Ben Bernanke. All'opposto, la Fed ha agito in modo da costituire linee di scambio delle divise con numerose nazioni straniere, sotto la forma di forniture di dollari. Questo bisogno di dollari è nato in parte come conseguenza dell'operazione della Fed di congelamento degli Eurodollari in luglio, ed in parte come effetto delle numerose insolvenze nel credito che hanno causato vendite nei mercati mobiliari e merci per un controvalore di 2.500 miliardi di dollari, dato che gli operatori avevano esposizioni di 50 a 1 e si sono ritrovati costretti a coprire obblighi contratti a garanzia di insolvenze di crediti per un controvalore di circa 50 miliardi di dollari.

In verità, la Fed aveva bisogno di divise estere più di quanto le banche centrali estere non avessero bisogno di dollari. La Fed sta usando le sue nuove risorse in divise estere in parte per controllare il tasso di cambio del dollaro ed in parte per garantirsi che le obbligazioni del salvataggio USA siano vendute ai prezzi più alti possibili e con il costo a lungo termine più basso possibile. Chiunque acquisti titoli del Tesoro [ USA, ndt ], sul lungo periodo non potrà che perdere una fortuna.
 

tontolina

Forumer storico
Analista russo predice il declino e la disgregazione degli USA

Daily Paul 26 novembre 2008
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Un importante analista politico russo ha affermato che il terremoto economico negli Stati Uniti ha confermato le sue previsioni a lungo termine secondo cui la nazione sta andando incontro ad un collasso, dopo il quale si dividerà in parti separate.

Il professor Igor Panarin ha dichiarato quanto segue in una intervista pubblicata Lunedì dall'autorevole quotidiano IZVESTIA: "Il dollaro non è garantito da niente. Il debito estero del paese (gli USA, ndt) è cresciuto a valanga, anche se nei primi anni '80 non c'era alcun debito. Nel 1989, quando ho fatto la mia prima previsione, aveva già superato i due trilioni di dollari. Ora ammonta a piu' di 11 trilioni di dollari. Si tratta di una piramide che puo' solo collassare."

L'articolo in cui Parin ha espresso le sue tremende previsioni per l'economia degli USA, fatte a partire da una conferenza internazionale in Australia 10 anni fa, in un momento in cui l'economia appariva forte, sta guadagnando credito in forza degli avvenimenti dell'ultimo anno.

Interrogato su quando l'economia americana avrebbe collassato, Panarin ha detto: "Sta già collassando. A causa della crisi finanziaria, tre delle cinque più grandi e più antiche banche di Wall Street hanno già smesso di esistere, e due sono sopravvissute a stento. Le loro perdite sono le più grandi della storia. Ciò a cui assisteremo sarà un cambiamento del sistema di regolamentazione finanziaria su scala globale: l'America non sarà più l'arbitro del mondo finanziario."

Riguardo a chi potrebbe prendere il posto degli USA nella regolamentazione dei mercati mondiali, Parin ha detto che "due paesi potrebbero assumere questo ruolo: la Cina, con le sue vaste riserve, e la Russia, che potrebbe svolgere il ruolo di regolatore nella zona Euroasiatica."

Alla domanda sul perché preveda la separazione degli Stati Uniti, ha risposto: "per tutta una serie di motivi. In primo luogo, i problemi finanziari negli USA peggioreranno. Milioni di cittadini hanno perso i loro risparmi. I prezzi e la disoccupazione sono in aumento. General Motors e Ford sono sull'orlo del collasso, e questo significa che città intere rimarranno senza lavoro. I Governatori stanno già insistentemente chiedendo fondi al governo federale.

L'insoddisfazione è in crescita, e al momento è placata solo dalle recenti elezioni e dalla speranza che Obama riesca a fare un miracolo.

Ma entro la primavera sarà evidente che i miracoli non esistono."

Panarin ha anche citato il "vulnerabile assetto politico", "la mancanza di una legislazione nazionale unificata", e "le divisioni interne alle classi dirigenti, che sono diventate chiare nelle attuali condizioni".

La sua previsione è che gli Stati Uniti si divideranno in sei parti:
-la costa del Pacifico, con la sua crescente popolazione di origine Cinese,
- il Sud, con gli ispanici,
-il Texas in cui proliferano i movimenti per l'autonomia (il Texas ha anche il petrolio, ndr),
-la costa Atlantica, che ha una mentalità differente dal resto della nazione,
-i cinque stati centrali più poveri con la loro ampia fetta di popolazione Nativa Americana,
-e gli stati settentrionali, sotto la forte influenza canadese.

Panarin ha addirittura suggerito la possibilità (da parte della Russia) "di riprenderci l'Alaska: dopo tutto è stata concessa solo in affitto."

Panarin, 60 anni, è docente all'Accademia Diplomatica del Ministero Degli Esteri Russo ed ha pubblicato diversi libri sulla guerra delle informazioni (lett. "information warfare", ndt).

Traduzione e adattamento per EFFEDIEFFE.com a cura dell'ing. Carlo Antonelli

http://www.effedieffe.com/content/view/5412/183/
 

tontolina

Forumer storico
ecco un aritcolo che mette in evidenza il peccato originale che ha generato questa recessione
in detto articolo si legge:
Consideriamo, come termine di paragone, che il PIL degli Usa ammonta a circa 14 Trilioni di $, ossia 14 mila miliardi di $. Ebbene i Derivati, finto denaro, circolanti nel mondo, sconosciuti a quasi tutti, ammontano a circa 100 anni di produzione totale negli Usa. SI ! Avete capito bene ! Circa 1.400 Trilioni di dollari !
E' proprio questa "Bomba atomica finanziaria dei Derivati" che ha iniziato a scoppiare, approssimativamente il 25 luglio 2007, portando casualmente con se' all'attenzione mondiale la questione della punta dell'iceberg, di entita' decisamente ridotta a paragone. E cioe' quella dei mutui concessi in Usa a clienti finanziariamente inadatti all'impegno di comprare casa. Una questione minore, utilizzata a meraviglia per distrarre il mondo dal problema vero.
da
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5338

I DERIVATI E LA RIVOLTA DI GRECIA
Data: Martedi 9 Dicembre 2008 (19:00)
Argomento: Economia

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DI FRANCESCO CASELLI
Comedonchisciotte

I contratti Derivati sono una scadente e velleitaria imitazione dei contratti assicurativi, stipulati pero' in ambiente finanziario e sprovvisti di Riserve appositamente accantonate a sostenere il rischio "pseudo-assicurativo" apparentemente assunto. Essi in genere si instaurano tra una Societa' Finanziaria ALFA, venditrice di copertura "assicurativa", ed una Societa' Finanziaria BETA, acquirente di detta garanzia.

La societa' BETA ha, per esempio, intenzione di comprare Titoli di Stato della Grecia. Per garantirsi dal rischio di perdervi denaro, nel caso tale nazione nei prossimi anni mancasse di effettuare i pagamenti, si rivolge alla collega societa' Finanziaria ALFA. La societa' ALFA fa valutare da esperti il rischio globale di inadempimento della Grecia. Dopo di che dichiara alla societa' BETA cliente che oggi 09 dicembre 2008 il prezzo di questa specie di "assicurazione finanziaria" ammonta $ 247 l'anno per ogni 10 mila $ assicurati. Siccome l'investimento e', poniamo, 650 mila $, cioe' 65 volte maggiore, la rata annuale ammontera' a 247 $ x 65 = 16.055 $

Presso di essa societa' ALFA, pertanto, la societa' BETA sottoscrive un contratto della durata, poniamo, pari a 5 anni, impegnandosi a pagare una rata annuale per 5 anni di seguito.

Con tale spesa la societa' BETA puo' ritenere di poter procedere contemporaneamente all'acquisto dei Titoli di Stato di Grecia per 650 mila $, con la convinzione di aver una certa qual protezione dal rischio di perdere il Capitale investito.

In realta' non e' affatto cosi'. La sottoscrizione di detto contratto e' niente piu' che una "scommessa finanziaria" tra due Societa' viziate, sino a qualche mese fa, dalla vita troppo facile, parassitaria, a carico di disinformati e fiduciosi investitori, non protetti affatto dalle Autorita' devolute al controllo delle transazioni finanziarie. In Italia come in Svizzera, in Gran Bretagna come in Usa: ovunque.

Infatti quel contratto non e' stabile, fissato per sempre, una volta per tutte, negli importi. La valutazione del rischio puo' cambiare praticamente ogni giorno, e cosi' il valore del contratto nelle mani delle due societa' che lo hanno sottoscritto. Esso assomiglia, pertanto, di piu' ad un titolo azionario, con la possibilita' di oscillazioni di valore rapidissime e di notevole importo. Inoltre, pur "giocando a scommettere" con i soldi dei propri investitori in senso stretto, ma anche con quelli della comunita' nazionale in senso lato, la transazione nella maggioranza dei casi e' ignota alle Autorita' di controllo. Essa non avviene nell'ambito di un Mercato Regolato. Essa rappresenta una questione "privata" tra i vertici delle due Societa', mettendo a rischio i soldi degli ignari Depositanti, pero' !

Una Societa' guadagnera' a danno dell'altra, che perdera' nel confronto specifico, ma sono i loro rispettivi Investitori e Depositanti che saranno veramente e sempre perdenti, perche' a loro e' riconosciuto un solo ruolo: rimetterci sempre.

Infatti esse Societa' riporteranno quel contratto nei loro libri contabili, con dati alterati rispetto al vero, favoriti in cio' dalla opacita' della transazione, avvenuta in assenza di ogni controllo da parte di terzi, e dalla variabilita' nel tempo del valore del contratto medesimo. Esso viene valutato in contabilita' ufficiale come fosse un "assett", un bene, un valore, come fosse denaro, una massa enorme, irreale, inesistente di denaro. Lo scopo vero di quel contratto, infatti, e' molto di piu' la creazione di denaro fittizio, a beneficio, sia pure in diversa misura, di entrambe le societa' finanziarie, che non una asserita e pretestuosa pseudo-assicurazione finanziaria.

La nullita', la speciosita', la natura truffaldina dei contratti Derivati e' sostenuta, tra i tanti, anche dal Politologo ed Economista statunitense Lyndon LaRouche Jr. Egli da anni conduce una battaglia per il puro e semplice annullamento di tutti i contratti Derivati, che invece le Finanziarie e le Banche di tutto il mondo si ostinano a ritenere provvisti di un grande e non ignorabile valore finanziario. Quel preteso valore e' costituito al 100% di USURA e di creazione FALSARIA DI DENARO.

Il ministro della Economia Giulio Tremonti e' un altro studioso, che dichiaratamente conosce, apprezza e segue la produzione scientifica di L. LaRouche Jr. Anche il nostro ministro si e' espresso da molti mesi per la cancellazione dei Derivati, come maniera per liberare l'Economia mondiale da un incubo. Egli, tuttavia, denuncia il problema ai propri Concittadini e al Mondo in maniera sibillina, oracolare, come riservata ad iniziati. Forse per timore della reazione di Finanziarie e di Banche. In effetti va riconosciuto a suo merito che tra i Politici della zona Euro egli e' uno dei pochi che si sia esposto. Tra i Politici della Sinistra italiana, poi, assolutamente nessuno ! Tuttavia il parlare chiaro ai Concittadini e' la premessa obbligatoria perche' essi comprendano ed entrino con il loro peso, specie se uniti, nella questione. In gergo calcistico si direbbe "entrare a piedi uniti sull'avversario". Purtroppo il Premier Silvio afferma da anni che "gli Italiani hanno la maturita' di dodicenni". Forse il suo Ministro della Economia accetti la valutazione. Essa puo' essere condivisa in relazione ad una parte dello Elettorato, ma e' un errore marchiano estenderla a tutti gli Elettori. Senza considerare che e' compito preciso della Dirigenza Politica di una nazione elevare, e non abbassare, il livello di conoscenze dei Cittadini. Il ministro Tremonti, pertanto, si e' qualificato come una guida efficace solo a meta' per la nostra nazione. La circostanza che solleva il morale e' che egli, tuttavia, sia pure con i citati limiti, fa una figura da Grande della Politica rispetto ai Colleghi di tutta Europa, compresi quelli delle nazioni erroneamente considerate dagli Italiani piu' blasonate della nostra, e con la puzza al naso. In conclusione un mezzo Ministro rispetto alla nullita' dei Ministri europei.

Se LaRouche, Tremonti e gli altri Studiosi fossero ascoltati, probabilmente la Rivolta di Grecia finirebbe, e la Rivolta di Italia non continuerebbe. Difatti questa appare aver gia' avuto inizio, sia pure in maniera non violenta, e per i medesimi motivi di Usura e conseguente taglio di Fondi che in Grecia. Stiamo evidentemente riferendoci alle manifestazioni di novembre per i tagli nella Scuola, come anche alla morte dell'alunno "perche' in Italia non si provvede piu' alla manutenzione degli immobili scolastici", come in lodevole completa sincerita' ha apertamente dichiarato il Commissario Bertolaso. Per la Scuola appare particolarmente terribile il taglio di Fondi nelle elementari del Meridione, con le classi portate a 30 alunni cadauna e la eliminazione dell'orario pomeridiano. Che pero' rimane se i genitori si assoggettano al pagamento di varie centinaia di Euro mensili per ogni figlio. Sicche', in un ambiente sociale spesso degradato, i bambini, che potevano rimanere al sicuro ed accuditi da personale insegnante sino alle 17:00, vengono buttati in strada alle 12:30, ove rimarranno sino a sera.

I Finanzieri ed i Banchieri, in realta', probabilmente tra se' pensano che effettivamente negli ultimi anni hanno esagerato alquanto con l'Usura. Tuttavia, follemente avidi quali sono, probabilmente ritengono e scommettono pure che basta resistere ed anche questa volta, sia pure con grande rischio e fatica, riusciranno a passarla liscia, a far accettare anche questo loro enorme passo falso ai Cittadini-Investitori. Se questi ultimi, pero', si soffermeranno ad esaminare gli importi in questione, potranno convenire che condonare ai Finanzieri questi importi e' pressocche' impossibile.

Consideriamo, come termine di paragone, che il PIL degli Usa ammonta a circa 14 Trilioni di $, ossia 14 mila miliardi di $. Ebbene i Derivati, finto denaro, circolanti nel mondo, sconosciuti a quasi tutti, ammontano a circa 100 anni di produzione totale negli Usa. SI ! Avete capito bene ! Circa 1.400 Trilioni di dollari !
E' proprio questa "Bomba atomica finanziaria dei Derivati" che ha iniziato a scoppiare, approssimativamente il 25 luglio 2007, portando casualmente con se' all'attenzione mondiale la questione della punta dell'iceberg, di entita' decisamente ridotta a paragone. E cioe' quella dei mutui concessi in Usa a clienti finanziariamente inadatti all'impegno di comprare casa. Una questione minore, utilizzata a meraviglia per distrarre il mondo dal problema vero.

Dobbiamo alla cortesia della Banca Bespoke la figura 01 seguente, che indica le quotazioni attuali dei Derivati per le Nazioni. E piu' precisamente i Derivati del tipo CDS (Credit Default Swap), ampiamente diffusi.

8-dec-12.jpg


Dicitura in alto: "Valutazione del rischio di inadempienza per nazioni, per il tramite dei prezzi dei CDS".

Dicitura in basso: "Costo per anno, per assicurare un importo debitorio di 10 mila Dollari, per la durata di 5 anni"

Nella figura 01, aggiornata al 07 dicembre 2008, la colonna di destra e' l'importo della rata al 01 gennaio 2008.
La colonna seconda da destra indica la variazione percentuale dello importo della rata negli ultimi 30 giorni.
La colonna terza da destra indica l'importo della rata al 07 novembre 2008.
La colonna quarta da destra indica l'importo della rata al 07 dicembre 2008.

Le nazioni sono indicate con un rischio crescente dal basso verso l'alto.
Quindi Germania, Giappone e Francia, cioe' quelle in fondo alla lista, sono le piu' solide ! Eppure possiamo constatare che anche tali "prime della classe" sono significativamente peggiorate in 11 mesi.
L' accelerazione del peggioramento e' in effetti preoccupante per quasi tutte le nazioni.

Ora possiamo cominciare ad approfondire la situazione dell'Italia, della Grecia, ecc.

L'Italia si troverebbe, per fortuna, nel terzo inferiore della lista. Negli ultimi 30 giorni sarebbe piuttosto sensibilmente peggiorata. A partire dal 01 gennaio 2008 il rischio si sarebbe moltiplicato per 9, ma rimarrebbe ben lontano da quello delle nazioni al top della lista. Ossia Argentina, Venezuela, Islanda, ecc.

La Grecia si troverebbe a meta' della lista. Dall'inizio dell'anno il rischio si sarebbe moltiplicato per 12. Negli ultimi 30 giorni sarebbe raddoppiato.

Invitiamo, tuttavia, ad assumere con beneficio di inventario questi dati, che invece nel mondo Finanziario mondiale costituiscono quasi articoli di fede. Le truffe falsarie ed usuraie di cui sopra sarebbero precipuamente una invenzione del mondo finanziario anglosassone, alla cui guida siede la City di Londra. La City si considererebbe il ponte di comando di un Impero Inglese, di cui essa pervicacemente non accetterebbe la fine.
La figura, in particolare, consente la presenza letteralmente abusiva nella parte bassa di UK (United Kingdom) ed Usa. Accostare la solidita' finanziaria di UK ed Usa a nazioni effettivamente solide e serie come Germania e Giappone appare una ulteriore truffa. Le prime due nazioni sono l'emblema del Parassitismo Finanziario, e quindi, in questi tempi, sono alla disperazione, sinora piuttosto ben mimetizzata. Ben diverse le ultime due, che vivono di Produzione Industriale di molto elevata Qualita'. Parassiti contro Produttori.

Una contesa che esiste, tale e quale, e del tutto irrisolta, pure nella nostra nazione. Questo "Apocalisse Finanziario", o forse vero e proprio "Apocalisse" e basta, potrebbe fornire un violento impulso al cambiamento in tali questioni irrisolte in Italia da decenni, anzi recentemente del tutto peggiorate.

In buona sostanza la Tabella va intesa, almeno in parte, anche nel senso del "Politicamente corretto". Affermazione del tutto plausibile, se si accetta che alla base del Sistema Finanziario Globale sussistano Truffa ed Usura. Se una nazione e' invisa alle due citate Potenze dominanti nel mondo finanziario, e' probabile si trovi nella lista piu' in alto di quanto meriti. Un esempio sarebbero la Russia al 4° posto e la Cina al 24°, entrambe titolari di enormi eccedenze - soprattutto la Cina - di valuta in Dollari, e quindi dirette creditrici degli Usa, abusivamente allogato nella parte bassa della figura.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Non facciamoci prendere dal panico !
Ricordiamoci almeno che questa situazione drammatica e' pur sempre la conseguenza SOLO di una TRUFFA, una dolorosa, maligna, incredibile truffa !!
Solamente la diffusione della Verita' la puo' debellare.
Per i Credenti, inoltre, la Verita' equivale a Cristo. Infatti leggiamo nel Vangelo di Giovanni, cap. 14, verso 6: "Io sono la via, la VERITA', la vita."
 
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