Reddito Universale (1 Viewer)

nagual

mondo patafisico
Sesta puntata:

Scacco | Not | NERO

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Nel 1976 Baudrillard aveva intuito che solo la morte sfugge al codice del Capitale. Lungamente rimossa dalla scena dell’espansione illimitata, ora la morte si ripresenta all’orizzonte. Nell’epoca digitale e neoliberale l’astrazione finanziaria ha dato scacco alla società. Poi è arrivato il bio-info-psico-virus, una concrezione materica proliferante che ha dato scacco all’astrazione del Capitale.

Ora inizia una nuova partita.

Come nel film di Bergman dove il nobile cavaliere Antonius Block, di ritorno dalla crociata incontra la Morte che lo aspetta sulla spiaggia di un mare tempestoso. Intorno, nelle terre del Nord, imperversano peste e disperazione, e Antonius sfida la Morte a una partita di scacchi, e la Morte acconsente al rinvio. Così ora all’orizzonte del nostro secolo si disegnano i colori dell’estinzione, e la partita a scacchi può cominciare. Le daremo il nome di un’opera teatrale di Samuel Beckett in cui Nagg e Neil stanno nel bidone della spazzatura, mentre Hamm è cieco e non può camminare.

Per vincere questa nuova partita, mi pare, occorrerebbe fare due semplici mosse, o forse tre: redistribuire la ricchezza prodotta dalla collettività, garantire a ciascuno un reddito sufficiente per menare un’esistenza frugalissima, abolire la proprietà privata, investire tutto nella ricerca, nell’educazione, nella sanità, nei trasporti pubblici. Semplice, no? Purtroppo non credo che siamo all’altezza, voglio dire noi, il genere umano. Semplicemente il genere umano non è all’altezza della situazione, c’è poco da fare. E come dice Pris, la replicante di Blade Runner: siamo stupidi, moriremo. Non è il caso di farne un dramma.
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nagual

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Nathalie Kitroeff racconta sul New York Times che l’ambasciatore americano in Messico fa pressione perché le fabbriche del Nord messicano, che riforniscono il ciclo dell’auto yankee, riprendano a lavorare nonostante il contagio, nonostante le misure di confinamento decise dalle autorità del paese che sta sotto la minaccia costante del muro di Trump.

Christopher Landau, questo è il nome dell’ambasciatore, ha detto che se il Messico non risponde alle esigenze nordamericane perderà le commesse che fanno andare avanti quelle fabbriche. È l’ambasciatore del paese che abbiamo considerato leader dell’Occidente, del paese a cui si sono ispirate le riforme imposte con la forza delle armi e della finanza negli ultimi quarant’anni. Ma è legittimo nutrire la speranza che questo paese non sopravviverà alla catastrofe che lo sta travolgendo. La miseria, la disoccupazione, la depressione, la violenza psicotica, la guerra civile presto lo frantumeranno, lo stanno già frantumando. Purtroppo prima di scomparire l’impero psicotico americano userà, o tenterà di usare, la forza devastante di cui il suo esercito è comunque depositario.

È per questo, non per gli effetti del coronavirus, che l’estinzione della civiltà umana sulla Terra è al momento la prospettiva più probabile. Dopo cinque secoli è difficile non vederlo: l’America è stata il futuro del mondo, e ora l’America è l’abisso in cui il mondo pare destinato a scomparire."

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Inizia la fase 2?

Per l'America non so per noi sembra di sì.
Suvvia, preparate i carciofi e gli orataggi da tirarmi addosso che è questo il destino delle Cassandre.

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nagual

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"Anche noi vogliamo ripartire, come no – ripartire le ricchezze, gli edifici sfitti, il denaro accumulato con lo sfruttamento del lavoro. Diario della pandemia, ultimo atto"

Ora dovrebbe stare a noi non trasformare la psicodeflazione in una mortifera depressione.

Ripartire! | Not | NERO
 

nagual

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Nella primavera del 2020 abbiamo assistito a una globale crisi di panico la cui causa era solo occasionalmente legata alla pandemia, e in modo più profondo dipendeva dallo stress psichico di una società costretta a lavorare in condizioni precarie competitive e miserevoli, oltre che dallo stress fisico di un organismo debilitato dall’inquinamento dell’aria e dei linguaggi.

Se non si fossero imposte le misure di confinamento, il virus avrebbe ucciso molte volte di più – dunque viva il lockdown.

Ma quel che occorre contenere e debellare non è soltanto il virus che scatena reazioni in alcuni casi estremamente dolorose e talora letali. Quel che occorre debellare è anche l’inquinamento sistematico dell’ambiente, lo stress da competizione economica e da iperstimolazione elettronica. E questo non lo faranno i medici e non lo farà un vaccino. Dobbiamo farlo noi, con la lotta di classe. Warren Buffett aveva ragione quando diceva che la lotta di classe non è affatto finita, semplicemente l’hanno vinta loro, gli sciacalli. Questo era ieri, ma adesso è domani. La lotta di classe riprende, e questa volta gli sciacalli sono disorientati, almeno quanto noi.

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nagual

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Come suggerisce Andrea Grop in un messaggio che ho subito condiviso, la parola d’ordine è: ripartire. Anche noi vogliamo ripartire, come no. Vogliamo ripartire le ricchezze che sono state privatizzate, vogliamo ripartire gli edifici sfitti di proprietà di un ente finanziario, vogliamo ripartire il denaro accumulato con lo sfruttamento del lavoro. La parola d’ordine è: ripartizione, esproprio, socializzazione dei mezzi di produzione, reddito garantito per tutti senza distinzione di sesso, di credo religioso e di provenienza geografica.

Vedrete che fra un anno quasi tutti capiranno che se non si espropriano gli espropriatori la maggioranza della gente come me e come te finirà in miseria nera, e morirà male. Ed è meglio morire bene, piuttosto che morire male.

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