nagual
mondo patafisico
Sesta puntata:
Scacco | Not | NERO
[...]
Nel 1976 Baudrillard aveva intuito che solo la morte sfugge al codice del Capitale. Lungamente rimossa dalla scena dell’espansione illimitata, ora la morte si ripresenta all’orizzonte. Nell’epoca digitale e neoliberale l’astrazione finanziaria ha dato scacco alla società. Poi è arrivato il bio-info-psico-virus, una concrezione materica proliferante che ha dato scacco all’astrazione del Capitale.
Ora inizia una nuova partita.
Come nel film di Bergman dove il nobile cavaliere Antonius Block, di ritorno dalla crociata incontra la Morte che lo aspetta sulla spiaggia di un mare tempestoso. Intorno, nelle terre del Nord, imperversano peste e disperazione, e Antonius sfida la Morte a una partita di scacchi, e la Morte acconsente al rinvio. Così ora all’orizzonte del nostro secolo si disegnano i colori dell’estinzione, e la partita a scacchi può cominciare. Le daremo il nome di un’opera teatrale di Samuel Beckett in cui Nagg e Neil stanno nel bidone della spazzatura, mentre Hamm è cieco e non può camminare.
Per vincere questa nuova partita, mi pare, occorrerebbe fare due semplici mosse, o forse tre: redistribuire la ricchezza prodotta dalla collettività, garantire a ciascuno un reddito sufficiente per menare un’esistenza frugalissima, abolire la proprietà privata, investire tutto nella ricerca, nell’educazione, nella sanità, nei trasporti pubblici. Semplice, no? Purtroppo non credo che siamo all’altezza, voglio dire noi, il genere umano. Semplicemente il genere umano non è all’altezza della situazione, c’è poco da fare. E come dice Pris, la replicante di Blade Runner: siamo stupidi, moriremo. Non è il caso di farne un dramma.
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Scacco | Not | NERO
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Nel 1976 Baudrillard aveva intuito che solo la morte sfugge al codice del Capitale. Lungamente rimossa dalla scena dell’espansione illimitata, ora la morte si ripresenta all’orizzonte. Nell’epoca digitale e neoliberale l’astrazione finanziaria ha dato scacco alla società. Poi è arrivato il bio-info-psico-virus, una concrezione materica proliferante che ha dato scacco all’astrazione del Capitale.
Ora inizia una nuova partita.
Come nel film di Bergman dove il nobile cavaliere Antonius Block, di ritorno dalla crociata incontra la Morte che lo aspetta sulla spiaggia di un mare tempestoso. Intorno, nelle terre del Nord, imperversano peste e disperazione, e Antonius sfida la Morte a una partita di scacchi, e la Morte acconsente al rinvio. Così ora all’orizzonte del nostro secolo si disegnano i colori dell’estinzione, e la partita a scacchi può cominciare. Le daremo il nome di un’opera teatrale di Samuel Beckett in cui Nagg e Neil stanno nel bidone della spazzatura, mentre Hamm è cieco e non può camminare.
Per vincere questa nuova partita, mi pare, occorrerebbe fare due semplici mosse, o forse tre: redistribuire la ricchezza prodotta dalla collettività, garantire a ciascuno un reddito sufficiente per menare un’esistenza frugalissima, abolire la proprietà privata, investire tutto nella ricerca, nell’educazione, nella sanità, nei trasporti pubblici. Semplice, no? Purtroppo non credo che siamo all’altezza, voglio dire noi, il genere umano. Semplicemente il genere umano non è all’altezza della situazione, c’è poco da fare. E come dice Pris, la replicante di Blade Runner: siamo stupidi, moriremo. Non è il caso di farne un dramma.
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