Regolo, Genio e la guerra

Come noterete i vostri post rappresentano lo spaccato di tutta la realtà dei trader. C'è chi ne avrà beneficio della guerra borsisticamente parlando e chi invece perderà a prescindere dalla direzione che prenderà il mercato. Questo perchè la guerra viene vista o come la fine dello stato di tensione che ha fatto scendere i mercati in questi giorni o come l'inizio di un nuovo stato di instabilità ed un probabile allargamento del conflitto. Nessuno potrà stabilire a priori la direzione del mercato a meno che gli istituzionali non abbiano già un piano prestabilito ed in tal caso solo loro avranno la meglio insieme a qualche pesciolino che casualmente si sarà trovato dal verso giusto. Che dire dei nostri sistemi? Sicuramente non rappresentano la sfera di cristallo ed anche loro potrebbero farci guadagnare o perdere allo stesso modo di una moneta lanciata in aria. Anticipare l'uscita o, per i più temerari addirittura l'inversione, nei momenti cruciali secondo me rappresenta sicuramente un un'ulteriore variabile lasciata al caso che si va a sommare a tutto il resto, tanto vale rispettare i segnali fino in fondo.
Non trascuriamo poi una cosa molto importante, cioè il fattore tempo. Infatti proprio in virtù del fatto che si debba aspettare il giorno successivo per cambiare posizione il tempo rappresenta un ottimo filtro per quei movimenti parossistici ed inutili che avvengono nell'intraday nei momenti così tragici.
 
Visto che non c'è uniformità di opinioni sul movimento che prendaranno gli indici allo scoppio della guerra, sarebbe interessante confrontare la reazione degli indici l'altra volta.

Qaulcuno è in grado di postare un grafico che và dal 2/8/90 (invasione) al 17/1/91 (inizio bombardamenti) fino al 3/3/01 (resa degli iracheni) ?
 
robimo ha scritto:
Visto che non c'è uniformità di opinioni sul movimento che prendaranno gli indici allo scoppio della guerra, sarebbe interessante confrontare la reazione degli indici l'altra volta.

Qaulcuno è in grado di postare un grafico che và dal 2/8/90 (invasione) al 17/1/91 (inizio bombardamenti) fino al 3/3/01 (resa degli iracheni) ?


iraq.jpg
 
Issue ha scritto:
robimo ha scritto:
Visto che non c'è uniformità di opinioni sul movimento che prendaranno gli indici allo scoppio della guerra, sarebbe interessante confrontare la reazione degli indici l'altra volta.

Qaulcuno è in grado di postare un grafico che và dal 2/8/90 (invasione) al 17/1/91 (inizio bombardamenti) fino al 3/3/01 (resa degli iracheni) ?


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stavolta non fara + 5% il primo giorno di bombardamenti per poi scendere nelle prime settimane e salire definitivamente dopo.

Credo che salirà lentamente fino a fine conflitto per poi stabilizzarsi o scendere un pò.

Ma forse alla fine Saddam si ritira prima con un bel salvacondotto e tanti soldi in un bel paradiso fiscale.
 
Dal Wall street Jurnal

''SADDAM NON SI FERMERA' SE NON LO FERMIAMO NOI''

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5 Febbraio 2003 16:35 NEW YORK (Costanza Rizzacasa)

''L'Iraq possiede, nasconde e continua a costruire armi di distruzione di massa, ha provati legami con il terrorismo e sta giocando al gatto col topo con gli ispettori sul disarmo''.
Lo ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza dell'Onu il Segretario di Stato USA, Colin Powell, presentando finalmente quelle che gli Stati Uniti avevano pubblicizzato come ''le prove decisive contro Saddam Hussein''.

Come anticipato dalla Cnn, pero', Powell ha precisato che, a causa della delicatezza dei contenuti, ''gli Stati Uniti non possono fornire in questa sede tutte le prove contro l'Iraq''. Secondo la Cnn, l'amministrazione Bush avrebbe deciso all'ultimo momento di non dare all'Onu tutte le informazioni di cui e' in possesso. Alcune di queste informazioni verranno presentate in una sessione ristretta del Consiglio, che fara' seguito a quella pubblica, altre non verranno fornite affatto.

Powell ha fatto ascoltare a un'assemblea che appariva via via piu' scettica una registrazione su nastro contenente, a suo dire, una conversazione tra un generale e un colonnello dell'esercito iracheno intercettata dall'intelligence USA e relativa a materiale sospetto.

Il Segretario di Stato USA ha parlato anche di importanti documenti distrutti dal regime di Saddam e ha mostrato al Consiglio foto via satellite di alcuni bunker in cui sarebbero nascosti missili e armi chimiche e biologiche. ''Gli iracheni hanno gas nervino e preparano la bomba atomica'', ha detto commentando le foto.

''L'Iraq continua a perseguire la politica di evasione e inganni che ha praticato per anni'', ha dichiarato Powell, sottolineando che Saddam ''tiene in pugno gli ispettori ONU, lanciando loro continue intimidazioni e trattandoli come spie''.

''La risoluzione 1441, approvata all'unanimita' da questa assemblea, era l'ultima chance per Saddam - ha aggiunto il Segretario di Stato USA -. Il dittatore iracheno non si sta affatto disarmando ed e' quindi in violazione materiale dei provvedimenti presi dal Consiglio, motivo per cui va punito.

Le prove da noi presentate oggi sono certe e inconfutabili: quanto ancora dobbiamo aspettare? - ha chiesto un Powell ormai esasperato al Consiglio di Sicurezza -. Gli Stati Uniti ne hanno le tasche piene. Saddam non si fermera' se non lo fermiamo noi''.

Questa mattina, il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, aveva invitato gli americani e il mondo intero ''a prendere nota con molta attenzione'' del rapporto di Powell. Il mondo ne ha preso nota.
 
ECCO CHE COSA PENSANO I MERCATI DI POWELL

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5 Febbraio 2003 18:55 NEW YORK (WSI)

Ecco le reazioni degli esperti di mercato al discorso del Segretario di Stato USA, Colin Powell, sulla situazione irachena:
Stuart Schweitzer, chief global strategist di J.P. Morgan Fleming Asset Management
''Una svolta nella crisi irachena, in una direzione o nell'altra, e’ senz'altro un fattore positivo per i mercati azionari. La chiarezza e’ proprio cio’ che e’ mancato agli investitori fino ad oggi''.

Charles Payne, analista di mercato di Wall Street Strategies
''Il Segretatio di Stato non ha solo rafforzato il punto di vista degli USA, ma ha ricordato all’ONU quale sia la sua missione, quale il suo statuto e quali le decisioni prese sull'Iraq''.

Peter Cardillo, chief strategist di Global Partner Securities
''Il discorso di Powell dovrebbe rafforzare la coalizione anti-Saddam. Non allontanera’ la possibilita’ di un conflitto, ma al contrario la aumentera’''.

Alan Ackerman, market strategist di Fahnestock & Co.
''Abbiamo finalmente visto delle prove concrete sull'atteggiamento dell'Iraq in relazione alla risoluzione ONU. Il velo di incertezza e' stato sollevato e la maschera di inganni sta venendo alla luce''.

John Kornitzer, fund manager di Kornitzer Capital Management
``Non ci sono piu' dubbi. Powell ha presentato un quadro molto convincente sulle trame di Baghdad. Saddam Hussein e' ingannevole, disonesto e non sta rispettando i suoi obblighi. Ha sempre mentito al pubblico e al mondo intero''.

Art Hogan, chief market analyst di Jeffries and Co.
''Il discorso di Powell ha aiutato i mercati perche' ha eliminato l'incertezza sulla situazione irachena. Ma consiglio agli investitori di non muoversi fino a quando non avremo nuove indicazioni su un possibile conflitto''.
 

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