S’è rotto tutto, s’è frantumata l’idea che l’uomo è il valore unico e assoluto, che per salvare una vita umana vale la pena dare tutto. L’ultimo
video diffuso dall’
Isis, montato come se fosse un film, all’occidentale, con tanto di colonna sonora, mostra un
bimbo killer. Un ragazzino di
dieci anni che
ammazza due spie
russe. Glieli hanno messi in ginocchio lì. Lui è alle loro spalle, maglione scuro, pantalone mimetico. Pulito, ordinato, capello liscio e nero lungo fino a sfiorare il collo. Bello da matti. Non che conti ma è d’una bellezza incantevole. Ed è lì,
pistola carica in mano. Guarda davanti a sé, dopo essersi avvicinato alle sue vittime, e spara loro in testa. Pochi secondi. Prima l’uno, poi l’altro. Si accasciano senza vita.
Impassibile, impegnato nel seguire con lo sguardo il regista del video-propaganda. Come fossero niente, come si fa nei nostri cortili con un pallone quando ci si è stufati del gioco, scavalca i due
cadaveri. Poco dopo riappare, sorridente, e dice che da grande sarà un
combattente. Eccola lì la
frattura con ogni Dio possibile, eccolo il solco
insormontabile, ecco la
Terza guerra mondiale. Sta tutta in quel bambino bellissimo dalla voce innocente, che sorride orgoglioso e dice teneramente che sarà un terrorista. Come un bimbo meneghino potrebbe dire che vuol diventare un pompiere, esattamente in quel modo lì.
S’è rotto tutto, si sono rotte le chiacchiere boldriniane e l’illusione che quella disperazione non potesse arrivare qui. S’è rotto tutto perché dalle macerie ha fatto capolino la
disumanità e la
cultura cristiana non è pronta per accettarla e non lo sarà mai. Per questo è o noi o loro, per questo è “uccidete gli infedeli”. Perché chi nasce con l’idea che la vita umana sia tutto, che un
bambino sia intangibile, quella persona non può ammettere di
sgozzare il figlio di tre anni del vicino di casa. Non può ammettere di vendere la propria figlia perché sia sposa a otto anni. Non può. Fine.