Oggi ho portato i bambini in spiaggia per l'ultima volta, anche se il tempo non era il massimo.
E, mentre loro sguazzavano, ho abbandonato il cruciverba e mi sono messa a pensare.
Guardavo la spiaggia quasi vuota, il mare dalla tinta quasi metallica, per il cielo grigio, i bambini che si divertivano e mi sentivo malinconica.
Lo so che sono stata in vacanza una quantità di giorni incredibile, lo so.... ma ora che siamo alla fine, mi sento triste.
Domani farò le pulizie in casa e poi i bagagli. E sabato mattina presto, ripartirò per Brescia.
Porto con me i ricordi della vacanza, che sono bellissimi: i tornei di biglie e quelli fatti a casa, dopo cena, con i giochi da tavola dei bambini e che coinvolgevano tutta la famiglia (3 tornei su 4 li ho vinti io
).
La gioia di ritrovare la mia famiglia, quella che ho voluto costruirmi con tutte le forze, insieme.
A voi, forse, sembra una scemenza, ma non lo è.
Avevo un BISOGNO incredibile di essere di nuovo MOGLIE.
Moglie dell'uomo che ho scelto e che non vedo mai.
E lo sono stata. Mamma, certo. Ma anche moglie. Una moglie che FA la moglie in tutti i sensi.
E' bellissimo e io... me l'ero dimenticata
Ora spero solo che mi basti il ricordo: si apre un altro anno da mamma single.
Ho immagazzinato con cura i giorni passati in un angolo della mia memoria. Ad essi attingerò nei momenti peggiori.
Il caffè a letto e tanti tantissimi altri piccoli gesti quotidiani di premura, sostegno e affetto.
Sono i gesti che formano la routine delle coppie consolidate e io li avevo perduti.
Io mi prendo cura ogni giorni dei miei figli, di altri individui, di me stessa.
Ma mi mancava la cura rivolta ad un uomo, al MIO uomo e mi mancavano quelle piccole attenzioni che lui mi ha rivolto in questo mese abbondante.
Su altri gesti e momenti di ritrovo, sorvolo
Forse li potete immaginare.
Ma la cosa peggiore è che SO con certezza che lui, mio marito, da lunedì prossimo, inizierà a vivere male, come prima.
Io e i bambini, nella sua vita qui, abbiamo avuto un impatto micidiale.
Un po' come uno di quei vecchi carrozzoni colorati di zingari, artisti di strada di una volta, che entra in un paesino sonnolento della bassa bresciana in un nebbioso tardo pomeriggio di novembre.
Giocolieri, clown, mangiatori di fuoco, suonatori ambulanti, maghi e chiromanti, danzatori, i "trampolisti"...
Colore, chiacchiere, allegria, risate e GIOCO.
Tanto, tanto gioco.
Abbiamo colorato la casa, le giornate, abbiamo personalizzato il suo asetticissimo appartamento.
Hanno fatto la loro comparsa barattoli in cucina per lo zucchero e il caffè, disegni dei bambini, tanto disordine... il frigorifero si è riempito di verdura e frutta, il forno ha cotto teglie di frollini fatti a mano, sono arrivati i sacchettini di mentine, di liquirizia.
I miei libri hanno colonizzato gli spazi liberi in soggiorno (ho letto tantissimo: 8 romanzi, di cui 4 di V. Woolf, 4 racconti sempre della Wolf, una tragedia di Shakespeare...), i compiti delle vacanze dei bambini e i loro libri con le loro storie erano oggetto di chiacchiere quotidiane.
Io ero il capo comico del carrozzone. Mi diverto a giocare, tanto.
Qui si canta e si balla mentre si lavora in cucina, ai compiti....
Capo comico di giorno; danzatrice del ventre e incantatrice di serpenti di notte
.
Gli mancheremo, lo so.
Tanto.
Il carrozzone se ne va tutto intero, insieme a me e resta con me.
Lui non lo avrà più.
Gli ho fatto promettere di smettere di mangiare male, di farsi qualche camminata sulla spiaggia, fino a che dura il bel tempo, di curare la casa, di renderla un luogo gradevole, dove conservare i ricordi della vacanza.
L'ho implorato di tenere vivo il colore che gli abbiamo portato, almeno nella memoria e di portarlo con sé nel fine settimana, quando sarà a BS con noi.
Lui tornava sempre grigio, dalla sua casa grigia e spesso ingrigiva anche noi
Io come sto?
Io mi sento, per tenere la metafora del carrozzone, una funambula.
Cammino sulla strada del mio matrimonio con lo stato d'animo della funambula.
Determinata ad arrivare in fondo alla corda.
Misurata nei passi, attenta, con tutti i sensi all'erta.
Ma consapevole del pericolo di cascare di sotto e di farmi male, molto, molto male.
Incrocio le dita
A voi, se avete letto, grazie per la pazienza, siete speciali.