Rollover del Debito Greco – Dov’è il Vantaggio?
Un articolo di ZeroHedge - uno dei più famosi Blog americani economico-finanziari - ci mostra come il piano di rollover predisposto dai Francesi pesa soprattutto sui Greci e sui contribuenti Europei, a beneficio delle banche.
Rollover del Debito Greco ? Dov’è il Vantaggio? [ Rassegna dall'Estero n°
0 ]Cosa ne pensate?
Confesso che ho pochissimo tempo per seguire queste vicende sul forum, e ancor meno per selezionare gli articoli veramente interessanti, per cui intanto ti voglio ringraziare, e voglio anche ringraziare tommy271 e tutti i partecipanti al 3D greco per l'ottimo lavoro che state facendo.
Premetto che non ho titoli greci, nè irlandesi o portoghesi, in portafoglio, ma una cosa la devo sottolineare con forza. Sulla questione del debito sovrano periferico si sta giocando una partita che, purtroppo, avrà delle conseguenze molto importanti (in senso, ahimè, negativo) per tutti noi europei.
Sarà che sono di una generazione "vecchia" :nonno:, che ritiene che concetti come "reputazione", "fiducia", "rispetto della parola data", "coerenza", "onestà", siano le basi fondanti di quel complesso mondo che è la finanza, ma non posso sopportare questa ostinazione (soprattutto dei tedeschi, ma non solo) nel voler stravolgere le regole del gioco mentre la partita è in corso.
Mi riferisco in particolare alla ridicola questione del rollover, o come caspio lo vogliono chiamare, del debito greco, ma anche alla vergognosa e umiliante rapina a cui sono stati sottoposti gli investitori nel debito subordinato irlandese, pur senza essere incorsi in alcun default.
Per non parlare dell'insistenza con cui si parla da mesi del cosiddetto "burden sharing", quasi che la colpa sia del creditore, anche in assenza di una insolvenza del debitore conclamata, prima ancora di chi ha portato l'emittente sull'orlo del fallimento.
Ovviamente dietro questa (drammatica) situazione, dietro il palese fallimento di una intera generazione di politici europei, c'è chi ci sguazza alla grande, dalle agenzie di rating, alle grandi corporation di informazione finanziaria, fino ai grandi fondi, speculativi o no. Ovviamente quasi tutti di ascendenza anglosassone e quasi tutti in palese conflitto di interessi.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il costo del debito pubblico europeo è schizzato alle stelle (ad eccezione della Germania, che però pesa relativamente di meno in questo settore) nonostante nel suo complesso l'Europa esca da questa crisi con una situazione più gestibile rispetto, ad esempio, agli USA.
Quello del debito pubblico italiano è letteralmente esploso. Tralasciando le facili osservazioni sulla "qualità" delle misure adottate dal governo, va però sottolineato con forza che nonostante tutto siamo forse il paese del G8 che è uscito dalla crisi con il minor peggioramento dei ratios finanziari (debito/PIL, deficit, etc.). Questo, casomai, dovrebbe farci riflettere sulla incredibile occasione che abbiamo perso nel non mettere mano per tempo, da almeno venti anni
, alla situazione, per potere sfruttare la crisi a nostro vantaggio, e non rischiare di finirne travolti.
Il costo del funding delle banche europee è esploso anch'esso, per molte (soprattutto medio-piccole, soprattutto di paesi periferici) è inaffrontabile. Come se la crisi dei mutui subprime l'avessimo inventata noi, forse anche peggio.
Sono il primo ad essere convinto, e l'ho anche scritto più volte, parecchio tempo fa, che non è accettabile salvare le banche, o addirittura gli stati, a spese dei contribuenti, senza che tutti gli attori in gioco facciano la loro parte. E coerentemente da molto tempo predico di restare alla larga da emittenti traballanti, o che sono dovuti ricorrere a qualche forma di aiuto statale. Mi aspettavo che ci fosse il rischio di qualche brutta sorpresa.
Ma stravolgere le regole del gioco fino a ribaltare completamente la scala tradizionale dei creditori (azionisti, creditori subordinati, creditori chirografari, etc.), stracciando le clausole contrattuali, imponendo perdite pure in assenza di un default, credo che sia la strada maestra per mandare definitivamente a puttane il mercato europeo del credito, sovrano e finanziario in primo luogo. Con buona pace dei nostri amici anglosassoni ed asiatici, che se la stanno ridendo di cuore (e ringraziano per il regalo inaspettato).
Per questo confermo che appena mi sarà possibile cercherò di dedicarmi alla iniziativa di "lobbying" che ho proposto all'ultimo meeting nel Monferrato, cui purtroppo fino ad ora non ho potuto dare molto seguito.
Per provare almeno a spiegare a quei ministri tedeschi e finlandesi che le loro sconsiderate esternazioni, benchè foriere di qualche punto percentuale guadagnato nei consensi, rischiano di travolgere l'intero mercato finanziario europeo, e con quello le loro (supposte) solide banche ed economie.