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Tra genio e follia 2 dicembre alle ore 11:30 ·
“Papà era povero, arrivò da emigrante a Milano e dormiva nei palazzi in costruzione. La parola povertà la conosco perché siamo stati spesso sul suo ciglio. Ci chiamavano terroni e questa cosa ci ha scatenato dentro un senso di rivalsa. Ci ha fatto dire: 'Ve la faremo vedere'. Sono cresciuto nel Bronx, tra scorribande e risse. Eravamo i ragazzi della Via Pal noi di Rozzano. I primi soldi che ricevetti mi parvero un errore perché la fortuna, ai poveri, sembra sempre uno sbaglio. Quando arrivò dalla Siae un assegno da 20 milioni mia madre mi disse 'chiama la Polizia, ti fanno la multa, non sono soldi tuoi'. Le risposi di stare calma: ‘Non chiamo un ca**o di nessuno mamma, quei soldi sono miei'. Ai miei figli dico sempre di rispettare gli altri, ma di provare a essere liberi con loro stessi e con i loro desideri”
- Biagio Antonacci