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Russia-Cina: accordo di scambi commerciali senza il Dollaro
Contro le notizie censurate: DOPPIA BORDATA DA PUTIN. Nasce BancaBrics con 100 MLD di dotazione. L’India inizia integrazione nella SCO (Shanghai Cooperation Organization)
Nessuno deve aver fatto leggere al presidente Obama il recentissmo docuemnto del Pentagono sulla strategia militare nazionale, dove la Russia è indicata come il nemico da abbattere (insieme alla Cina, ma con questa si cercherà di andare d’accordo) non perché minacci gli Stati Uniti, ma perché mantiene la sua indipendenza dai famosi valori dell’Occidente…e ciò implica un pericolo esistenziale per la superpotenza. Document: 2015 U.S. National Military Strategy - USNI News
EFFETTO DOMINO: cosa comporta la svalutazione dello Yuan?
Scritto il 12 agosto 2015 alle 10:15 da Danilo DT
Perfettamente in linea con le nostre previsioni. Il segnale dato ieri ai mercati dalla PBoC non era casuale e nemmeno “una tantum”. La Banca Centrale Cinese continua imperterrita nella sua “svalutazione competitiva” dello Yuan Cinese (alias vera “guerra valutaria”) e quindi, dopo il taglio dell’1,9% di ieri, oggi Pechino ha ridotto di un altro 1,62% la banda di oscillazione giornaliera dello yuan, già scesa ieri ai minimi da tre anni.
I motivi della nuova “guerra valutaria” già li sapete: frenata economica oltre le aspettative, flussi di capitali se ne vanno, fiducia in diminuzione. In questo ambito non centra il trend delle borse. Infatti qui non si interviene con un QE mirato, bensì si vuole agire direttamente sul buon vecchio motore economico del paese: l’Export. Si voleva trasformare il modello economico cinese? Sicuramente si ma SENZA perdere crescita del PIL. Quindi meglio (per Pechino) svalutare e alimentare la crescita economica.
Il messaggio che ci ha lanciato la Cina in questi ultimi mesi è molto chiaro. Loro non temono il confronto. Il focus è sulla loro situazione e poco importano gli equilibri globali. E al fine di mantenere lo status quo, si è disposti a tutto: tagliare le riserve obbligatorie delle banche (alimentando ulteriormente il monte dei debiti), inondare il mercato anche azionario, mettendo forti restrizioni sullo stesso (vedi cosa è successo a Shanghai nelle scorse sedute), operare sul mercato dei cambi per svalutare.
Il grafico che vi propongo mette a nudo come è stato “sconvolto” il mercato del forex di breve periodo Cross Yuan Cinese vs USD
Impressionante? Se visto nel breve termine si ma se guardiamo il grafico di lungo periodo ci rendiamo conto che in fondo la PBoC ha fatto ancora ben poco… Cross Yuan Cinese vs USD lungo periodo
La Cina, per farla breve, punta il dito sul rafforzamento del dollaro USA (non dimentichiamo che lo Yuan cinese era ancorato al Dollaro con una rivalutazione progressiva) come causa del rallentamento dell’export. Quindi bye bye accordi. Ora la Cina guarda alla crescita prima ancora che agli accordi. Conseguenze: palese la tensione diplomatica con gli USA che di certo non gradiranno la cosa e che potrebbero rispondere. Ma in che modo? Alzando i tassi? Bell’autogol. Non farebbero che alimentare il gioco della Cina. E difatti guardate che combinano i rendimenti dei titoli governativi USA. Bond USA: rendimenti in discesa
E oltre ai govies, anche le materie prime ne risentono della spavalda guerra valutaria messa in atto dai cinesi.
E ulteriore conseguenza sono gli effetti sui paesi emergenti, in particolar modo quelli limitrofi. I vicini che soffrono la guerra valutaria
Lasciamo poi perdere i titoli azionari dei beni di lusso, compreso il ramo auto. Tutti coloro che esportano in Cina, conseguentemente, avranno degli effetti negativi.
“If this is the beginning of a new phase in Beijing’s
currency policy, it would be the biggest development in the
currency world this year”
Si teme che questa guerra valutaria soprattutto per le valute emergenti. Ma per fortuna, noi qui abbiamo allertato i lettori da MESI sui rischi presenti proprio su questi mercati, dal punto di vista valutario, obbligazionario e anche azionario.
Scrive il FMI (e non una banca commerciale) As bad as things are for emerging-market currencies, China is about to make them a whole lotworse. Its devaluation of the yuan risks a new round ofcompetitive easing that may send currencies from Brazil’s realto Indonesia’s rupiah tumbling by an average 30 percent to 50percent in the next nine months, according to investor andformer International Monetary Fund economist Stephen Jen.Volatility measures were already signaling rising distressin emerging markets even before China’s shock move. An index of anticipated price swings climbed above a rich-world gauge at theend of July, reversing the trend seen for most of the past sixmonths.(Source)
Avete letto bene. Rischio svalutazione per monete come rupia indonesiana e Real brasiliano che può arrivare anche al 50%. Discorso simile anche per altre valute, citate nell’articolo, come Rand sudafricano e tutte le valute di quei paesi esportatori di commodity.
Strategists surveyed by Bloomberg anticipate declines in 19 of the 31 leading emerging-market currencies by the middle of next year, with those from Latin America and Eastern Europe seen as the biggest losers.
Huh, direi che il mercato e gli analisti hanno preso una piega fin tropo pessimistica. Segnale che forse (la storia insegna) si sopravvaluta il problema? Intanto però per precauzione meglio mantenere la prudenza, con la convinzione che, come DETTO, il problema non è la Grecia, non è la FED ma è la CINA. Riproduzione riservata
2 days ago 1.34K Views4 Comments4 Likes
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