SE AMA LE COSE SEMPLICI NON SIGNIFICA CHE SIA UNA PERSONA SEMPLICE. CHI SI EMOZIONA PER (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Il mestiere del babbo non è certo semplice, come dimostra il lungo sfogo che Leonardo Pieraccioni
ha affidato a Facebook sulle difficoltà di fare il genitore "in questo lascivo vivere moderno".

"Signori! Siamo passati da "mio padre mi fulminava con uno sguardo" a "mio padre se dice di no lo fulmino"
- esordisce il regista - I nostri amatissimi pargoli sin dalla tenera età stanno prendendo dito, mano, braccio e cosce.
Sono i cosiddetti scatenatissimi "nativi digitali" ma mi sa che son pure "nativi" più stronzi di un tempo!
Imparano velocissimi il nostro limite di sopportazione e sanno che "alla quinta volta di fila che glielo chiedo piagnucolando" noi cediamo.
Maleducati per la nostra mancanza di fiato".

"Babbo - mi ha chiesto seria la mia - ma se io da oggi faccio tutto quello che mi dici, tu mi potresti pagare?".
La risposta doveva essere un tenero calcio nel culo alla Chinaglia e invece mi è pure scappato da ridere
- continua il post - Due giorni dopo si è lamentata perchè reo di averla portata nel "solito ristorante" due volte nella stessa settimana!
Altra pedata nel culo mancata.
Il risultato potrebbe essere che il passaggio da "simpatica bambina birichina" a "impertinente ragazzetta stronzetta" sia già scritto".

"Colleghi genitori, uniamoci! - è l'appello del regista - Se le nostre amorose e moderne spiegazioni sul vivere corretto
sono accolte da pernacchie e risatine, risdoganiamo il vecchio e caro "calcio nel culo" dei nostri nonni;
non ha mai fatto male a nessuno, anzi! Ritorniamo, in qualsiasi modo, a quei bambini educati
e felici di ricevere un balocco e non a questi che ne chiedono uno al giorno per poi scordarselo nel punto esatto di dove lo hanno scartato".
 

Val

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Ma il celebre toscanaccio se la prende anche con la cattiva abitudine di lasciare i figli
per troppo tempo incollati agli schermi dei vari device di cui sono dotati i "nativi digitali"
di oggi che, fa notare, "son pure "nativi" più stronzi di un tempo".
"E soprattutto leviamoli davanti quel cazzo di Ipad che è solo un moderno "tavor elettronico"
che mettiamo loro in mano per quando gli esauriti siamo noi", scrive Pieraccioni.

"Uniamoci, facciamolo per loro - conclude - La mia non sta a tavola più delle sue cinque penne al pomodoro.
Credetemi, gliel'ho detto in tutti i modi possibili che si rimane seduti finchè tutti non hanno finito.
La sua risposta è stata sempre alzarsi e andare a giocare.
Non ci arriva a parole perchè è nella natura ribelle di tutti i bambini fare così?

Benissimo: useró il bonus di una terapeutica pedata nel culo, di quel tempo che fù.
Un paio a semestre riorganizzeranno sicuramente quei ruoli persi in questo lascivo vivere moderno".
 

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Gli Stati Uniti - almeno una parte, almeno sui social - stanno trascorrendo il pomeriggio
a discutere della "tenuta da uragano" adottata da Melania Trump per recarsi a Houston insieme al Presidente e marito Donald.

Bomber in odore da film di guerra (qualcuno ha tirato in ballo Top Gun), pantaloni neri attillati e un paio di tacchi a spillo.
Così Melania è partita per il Texas, dove Trump era atteso oggi per una valutazione dei gravi danni che da giorni la tempesta Harvey sta infliggendo alla città.

Sui social c'è chi preferisce contestare le scelte di vestiario della signora Trump,
magari chiedendosi se una volta arrivata sul posto almeno cambierà le scarpe per un paio più comodo e "adeguato".

Chiamatela invidia.
 

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Averne così........
 

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Non capisco il perchè, ma mi giunge notizia che lì - di clandestini - non ce ne sono.

Fa discutere l'iniziativa del Sudtiroler Freiheit: distribuisce a duemila studenti
un diario scolastico in cui l'Alto Adige viene incluso nei confini austriaci e diviso dall'Italia

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"All’arrivo ad Ischia del nostro Presidente della Repubblica - attacca Raimondi -
i poliziotti in servizio con abiti civili si sono dovuti far trovare senza placca identificativa.
Siamo stanchi di essere trattati in questo modo .
Si chiede la protezione delle Forze dell’Ordine ma allo stesso tempo si vieta di mostrarsi in pubblico
complicando ancora di più il lavoro di protezione da parte del personale impiegato a tutela delle autorità".

Alcuni mesi fa aveva provocato scalpore una situazione simile, protagonista però Laura Boldrini,
"colpevole" di aver fatto "nascondere" gli agenti per evitare che la gente la vedesse con la scorta.

"Il nostro compito primario è questo - dice - Il solo fatto di vedere una persona in divisa
o con la placca identificativa tranquillizza il cittadino sentendosi sicuro e protetto.
Siamo davvero all’assurdo: non soltanto siamo costretti ad assicurare i servizi di scorta
alle massime cariche istituzionali in situazioni critiche, tra l’altro dispendiosi
sia dal punto di vista dell’impiego del personale che da quello economico,
ma la beffa è che veniamo anche considerati con superficialità e disprezzo proprio da quello Stato
che dovrebbe amarci come i propri figli e non sentirsi in disagio con la nostra presenza".
 

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Si è inginocchiato e ha pregato Allah. Poi si è alzato ed ha tirato un violento calcio contro il portone della prefettura di Reggio Emilia, sfondandolo.

Infine ha minacciato un poliziotto: "Io amo Allah", ha urlato, "Voi siete dei diavoli e io ammazzo tutti i diavoli".

L'uomo era ancora in Italia, nonostante fosse già stato raggiunto da un provvedimento di espulsione per ben quattro volte.
È stato espulso per la quinta volta.
 

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"La Boldrini non ha nulla da dire sui gravissimi stupri di Rimini commessi da un branco di vermi magrebini?".
Il post della Meloni ha mandato su tutte le furie Fassina che accusato gli italiani di stuprare più degli immigrati.

"Nella stragrande maggioranza dei casi, i protagonisti di stupri e violenze sono 'vermi italiani'".


Le statistiche criminali, anche se incomplete e in ritardo, ci dicono che quasi 4 stupri su 10 sono commessi da stranieri.
Tanti, tantissimi, ancora di più se si pensa che i non italiani rappresentano solo l'8 per cento della popolazione.
Inutile voltarsi dall'altra parte e fingere di non vedere: la realtà è lì con tutto il suo peso a travolgere facili teorie buoniste, ingenue come le favole.

Non si tratta di un atto d'accusa, ma di riflettere su un Paese che si sta slabbrando per tante ragioni,
non ultima un'immigrazione senza griglie e controlli che sta regalando frutti avvelenati.

L' indagine condotta da Demoskopika, elaborando le tabelle del Viminale, compone un quadro purtroppo inquietante:
nel quinquennio 2010-2014 il 39 per cento delle violenze sessuali è stato compiuto da stranieri contro il 61 per cento opera di italiani.

Dal punto di vista delle proporzioni qualcosa non quadra, anzi stride:
nel 2014 risiedevano nel nostro Paese 60,8 milioni di persone e di queste il 91,9 per cento era italiano
e solo l'8,1, circa 4,9 milioni, veniva da fuori.
 

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Nessuno muove un dito. A me stanno arando un campo.
Un giorno o l'altro mi decido e risolvo il problema a modo mio.
Vercurago sta a 2 chilometri e 225 metri sul livello del mare. Lecco a 214

VERCURAGO – A tu per tu con un cinghiale, è questa la disavventura di cui è stato protagonista la notte tra lunedì e martedì don Roberto Trussardi, vicario e parroco a Vercurago e Pascolo. “Un incontro ravvicinato del terzo tipo” scherza il sacerdote che ancora ride a crepapelle ripensando al grosso cinghiale che rovistava negli scatoloni in giardino.

“Stavo dormendo, era l’una di notte, mi sono svegliato di soprassalto ed ho subito pensato a dei ladri – racconta – poi in giardino ho sentito un verso come quello di un maiale, sentivo che rovistava in uno scatolone in cui metto la carta da buttare”.

Un’ incursione del tutto inaspettata per don Roberto che ha messo in fuga il grosso animale; “mi sono affacciato alla finestra ed ho abbaiato, ho acceso la luce in giardino ed ho visto che era un bellissimo esemplare di almeno 70 o 80 chili, poi sono andato a prendere il cellulare per fare una foto, ma al mio ritorno era già scappato” continua.

I tête-a-tête con i cinghiali non sono nuovi a Vercurago, pare infatti ve ne siano molti nella zona di Somasca, “so di ciclisti che ne hanno incontrati parecchi, sono soprattutto i contadini ad avere dei seri problemi – continua il don – mi hanno detto che sono già scesi in città altre volte, il mio giardino è molto grande e nel lato che dà a monte non è recintato, credo che il cinghiale fosse davvero affamato per arrivare fino a qui, ci sono anche le scuole, la palestra e la biblioteca poco distanti”.

“Un incontro molto interessante, ho fatto fatica a riaddormentarmi perché non riuscivo più a smettere di ridere” conclude don Roberto.
 

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