se vendono l'ORO

tontolina ha scritto:
L'ultimo quote non esiste!
Allora dicevo
l'unica preoccupazione dei nostri politicanti è di percepire stipendi da IMPERATORI
ed ogni anno se li aumentano adeguatamente perchè le puttane costano care

però l'italia vera è POVERA in canna
In questi giorni molti deficienti appiccano fuochi ogni dove .... e i vigili del fuoco sono al verde e non hanno i fondi per acquistare la benzina e recarsi sul luogo a spegnere gli incendi


Amato ai Vigili: non pagate gli affitti, forse non vi cacciano!
http://www.etleboro.com/read.php?id=1513



Date: 08.08.2007
Time: 04:12:35
8.08.2007 - Durante l'audizione del Ministero dell’Interno alla Commissione Affari Istituzionali della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia, Giuliano Amato suggerisce “…ai Vigili del Fuoco di non pagare gli affitti e pagare la benzina". Gravi parole che indicano un atteggiamento di disinteresse e lassismo verso lo Stato sociale.
Il Ministro, infatti, parlando dei debiti accumulati per effetto di forniture, bollette e canoni di affitto non pagati - si parla di un ammontare pari a 408 milioni di Euro - da parte del corpo dei Vigili del Fuoco, riferisce di aver suggerito di provilegiare il pagamento della benzina, anzichè quello dell'affitto, considerando che "il distributore li manda a quel paese se si presentano senza pagare con i loro grossi camion, mentre è possibile che il padrone di casa non li cacci". Ironicamente commenta Giuliano Amato : " ...ora, è arduo dover dare consigli di questa natura…”, “e specialmente, da parte del Ministro dell’Interno!” - interviene il Presidente della Commissione Violante. "Dovendo scegliere, pagate la benzina - prosegue Amato - perché poi quando l’andate a fare, se non ve la danno, rimanete lì col camion e non sapete…dovete spingere”, e Violante ancora più divertito risponde “… ed è pesante spingerlo!”- incalza Amato - “..è pesante spingerlo, ed intanto l’incendio si brucia la casa…”

Ad ascoltare la discussione sembra di sentire un vecchio film delle comiche, ma in realtà si tratta di un'audizione presso una commissione Istituzionale, durante la quale, tra le righe, si afferma una dura verità. Il corpo dei Vigili del Fuoco, come anche quello dei Carabinieri e, non da ultimo anche la Polizia, sono ormai da tempo abbandonati a se stessi, lasciati privi dei mezzi minimi per poter essere in grado di operare: molti mezzi hanno le gomme lisce, tanto che nei primi giorni di Novembre dello scorso anno, un carabiniere ha dovuto multare una gazzella per attirare l'attenzione sulla scarsa manutenzione dei mezzi a disposizione.
Dichiarare, anche se nello scherzo, l'insolvenza dello Stato, è un grave segnale di malessere nonchè un campanello di allarme che sottintende un ulteriore taglio della spesa sociale, a fronte di una diminuzione dei servizi pubblici.

Inoltre, se lo Stato Italiano cominciasse a non pagare gli affitti - non avendo la proprietà di parte degli immobili in cui è alloggiata la Pubblica Amministrazione - sarebbe un grave messaggio alle Istituzioni finanziarie internazionali che oggi monitorano lo Stato dell'economia italiana. Queste persone hanno perso il senso del pudore, e possono, con la loro incoscienza, mettere a repentaglio una situazione già di per sé grave. Andrebbe al più presto istituita la gogna nelle piazze, per permettere al popolo di esercitare tutto il disprezzo che meritano certe facce di bronzo. I baroni ladroni, dopo aver distrutto l’economia italiana anche in seguito alle privatizzazioni selvagge in una sorta di patto scellerato tra le forze politiche, sfrutteranno ancora di più questo "lassismo" dello Stato nei confronti dello Stato sociale.
Attualmente, il nostro sistema economico va sempre più verso il meccanismo del "rent" che sostituisce quello della proprietà, e basti vedere le tante dismissioni del Patrimonio dello Stato dai servizi pubblici - esternalizzati verso le società private - agli immobili , rientrati nelle famose cartolarizzazioni di questi ultimi anni. Questo è la conseguenza non solo dei saccheggi da parte delle lobbies bancarie e finanziarie, ma anche della cattiva gestione e amministrazione che è stata fatta del patrimonio pubblico: non dimentichiamo che i primi pirati sono stati proprio i manager, i funzionari e i dirigenti delle aziende pubbliche, che sono riusciti solo a creare debiti in virtù della copertura dello Stato, che drogava le società con continui trasferimenti.
Dinanzi alle privatizzazioni e alle dismissioni, tutti si sono scandalizzati, ma pochi hanno inteso che queste decisioni sono volute da funzionari che vogliono trasformare l'Italia in una holding che continua ad esternalizzare i suoi servizi. C'è ormai il totale disinteresse per i corpi e le società che offrono un servizio pubblico, e parole come quelle di Amato ne sono la dimostrazione. Il vero pericolo, dunque, dinanzi alla dismissione degli immobili o del patrimonio statale, non è la bolla immobiliare o la crisi del credito, ma la trasformazione dei cittadini in utenti nei confronti di migliaia società private.
 
Mi sembra di aver letto da qualche parte che esiste una relazione tra la quantità di moneta in circolazione e oro della nazione, in fondo la moneta serve solo per agevolare il commercio ma all'origine dopo il baratto c'era l'oro!
 
barnaba ha scritto:
Mi sembra di aver letto da qualche parte che esiste una relazione tra la quantità di moneta in circolazione e oro della nazione, in fondo la moneta serve solo per agevolare il commercio ma all'origine dopo il baratto c'era l'oro!
ma i politicanti lo vogliono vendere perchè non hanno più nulla da rubare

ci hanno tolto tutto anche la dignità
 
tontolina ha scritto:
ma i politicanti lo vogliono vendere perchè non hanno più nulla da rubare

ci hanno tolto tutto anche la dignità
ho appena sentito in TV che l'unico partito che si sta opponendo decisamente è "forza italia" :rolleyes:
mi vien da pensare ai detti "chi lascia la vecchia via per la nuova... " e "dalla padella alla brace", ecc. ecc.
Insomma, ci lamentavamo tanto del "cavaliere del male", ma ora? :rolleyes:
 
leo-kondor ha scritto:
ho appena sentito in TV che l'unico partito che si sta opponendo decisamente è "forza italia" :rolleyes:
mi vien da pensare ai detti "chi lascia la vecchia via per la nuova... " e "dalla padella alla brace", ecc. ecc.
Insomma, ci lamentavamo tanto del "cavaliere del male", ma ora? :rolleyes:


Con tutta la buona volonta', faccio fatica a dimenticare chi sono stati "i maghi delle cartolarizzazioni".

Nell'ambito della politica ritengo i paragoni (meglio di...peggio di...) assolutamente inutili.
 
Ma perchè invece di vendere l'oro che non dopo non c'è più non si mettono direttamente a stampare i soldi! :ciao:
 
leo-kondor ha scritto:
ho appena sentito in TV che l'unico partito che si sta opponendo decisamente è "forza italia" :rolleyes:
mi vien da pensare ai detti "chi lascia la vecchia via per la nuova... " e "dalla padella alla brace", ecc. ecc.
Insomma, ci lamentavamo tanto del "cavaliere del male", ma ora? :rolleyes:
aspettaaaaaaaaaaa

fanno schifo entrambi

il berluska è un pinokkio che si è pure fatto le leggi per sarvarsi dalla galare
ha Dell'UTRI tra i suoi fidatissimi fondatori, condannato per MAFIA!



ha aumentanto alla grande senza lesinare gli stipendi e i privilegi loro

IO ERO CONVINTA CHE
CON IL CAMBIO
avrebbero modificato e ridotto i privilegi

INVECE NON FANNO NULLA

anche questo mese gli stipendi dei politicanti è aumentato di altri 800 euro....
e la Polizia non ha i fondi per la benzina
gli ospedali non hanno i fondi per le radiografie...



FANNO SKIFO!
 
Forse non avete ancora capito che questo sistema di stato con questa politica è fallito, il problema non è ne Prodi ne Berlusconi è stata creata una macchina burocratica statale ingestibile, chiunque va al potere non cambia niente con questo sistema i stato oramai vecchi di sessanta anni, non è il problema dei soldi che vengono evasi in Italia perchè di soldi ne arriva allo stato una valanga basta pensare alla sola IVA che mediamente incide sui prodotti da noi comperati per il 20%, se si guardano i bilanci delle aziente sono poche quelle che hanno una redditività superiore al 10% quindi di soldi con la sola IVA ne arrivano il doppio di qualsiasi azienda, il problema che sono sprecati in mille rigagnoli ed investiti male ( Vedi Alitalia), quindi l'unica soluzione sarebbe la rivoluzione che la deve fare il popolo oppure un colpo di stato! :ciao:
 
DRAGHI ha detto NIET!
http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?ART_ID=488537



LE PREOCCUPAZIONI DEL GOVERNATORE

di Alberto Statera

Dossier di Bankitalia in cui si simula un´emergenza finanziaria mondiale dovuta ai mutui Usa subprime. Mario Draghi pronto a fare diga: riserve da usare in caso di crisi. Le banche esposte sui nuovi strumenti finanziari per 6 mila miliardi.
9 Agosto 2007 12:59 ROMA

(WSI) – Scaramanzia vuole che il dossier non sia sulla scrivania del governatore Mario Draghi, al primo piano di palazzo Koch, nello studio provvisorio a fianco della Sala degli Arazzi, dove troneggia la raffigurazione "tessile" di Diana che dinanzi al consiglio degli Dei invoca la "verginità perpetua". Ma come tutti i capi delle banche centrali e delle autorità europee, anche il governatore della Banca d´Italia lo sta silenziosamente compulsando, perché quel dossier contiene la prima "simulazione" per l´emergenza che potrebbe derivare dalla crisi di una grande banca continentale, magari tedesca, francese, olandese. O – dio ci scampi – italiana. Ha richiesto mesi di lavoro e "conference-call" continentali durate anche due giorni di fila.

Ma la fatica non è stata vana perché "da questi esercizi - ha detto Draghi ai banchieri - si impara molto". Scienza accademica, come si spera, o prevedibilmente scienza di uso cogente per crisi imminenti o già virtualmente in atto, sull´onda oceanica dei mutui "subprime" americani o di altre onde mediterranee meno lunghe ma altrettanto rovinose? Onde della nuova finanza e dei rischi connessi, cui la banca centrale è pronta a far diga con tutti gli strumenti a disposizione, compreso quello ritenuto essenziale delle riserve auree, che il governo vorrebbe adesso usare in parte per ridurre il debito pubblico.

Son passati esattamente venticinque anni dal crac del Banco Ambrosiano, che l´ex presidente del Nuovo Banco e presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo Giovanni Bazoli ha rievocato due giorni fa con Massimo Giannini su questo giornale. Un quarto di secolo che non ci ha risparmiato tanti altri scandali finanziari più o meno grandi, in una lista che continua a ingrossarsi di giorno in giorno, ad esempio con l´ultima new-entry di Banca Italease. Ma da allora, come non si stanca di ripetere il governatore Draghi, che nell´ufficio non ha più incombente sulla testa come i suoi predecessori il dipinto raffigurante il San Sebastiano trafitto dalle frecce, molto è cambiato in termini di concorrenza, di spessore dei mercati finanziari, non più asserviti a pochi individui, magari anche in termini di commistione tra banche e politica, di cui l´ultimo, miserabile esempio abbiamo forse avuto due anni fa nella "saga dei furbetti", messa in scena dal governatore cultore di San Tommaso e dal suo amico banchiere "Fanfulla" predestinato al ruolo di "velona" nell´harem di Lele Mora e nel Billionaire di Flavio Briatore.

Oggi il pericolo viene da più lontano, non dalle discoteche della Costa Smeralda, ma dalle sale vetrificate in cui si coltiva la crescente sindrome da scommessa del capitalismo mondiale. Un capitalismo che produce finanza alla "polvere bianca", sempre più eccitata, per larga parte incontrollabile da qualunque autorità, in un intrico sofisticatissimo di strumenti di copertura, controcopertura, derivati di credito, cartolarizzazioni, hedge funds, private equity, swap, marchingegni finanziari complicatissimi che spesso diventano, in realtà, strumenti di speculazione o moltiplicatori infernali di perdite, che anche i funzionari di banche e assicurazioni primarie vendono a ignari (o furbetti) clienti senza neanche capire bene ciò che stanno smerciando. E le interconnessioni diventano inestricabili persino per le autorità più attrezzate, perché nessuno sa più alla fine in quale parte del mondo, presso quali acquirenti siano finiti i rischi di credito trasferiti. A quale grande assicurazione europea? A quali aziende? A quali inconsci risparmiatori?

Possono, ad esempio, gli americani che non pagano più le rate dei mutui-spazzatura, i "subprime" concessi troppo facilmente per l´acquisto della casa e di ogni bene di consumo, in un´economia fondata sulla plastica delle carte di credito e sul debito, essere portatori, come annunciano alcune prefiche, di un crac finanziario mondiale simile a quello del 1929? Nelle banche centrali europee realisticamente pensano che molte case finanziarie e banche americane magari salteranno sui facili prestiti, ma che il "contagio" non diventerà pandemico. La sregolatezza finanziaria, tuttavia, tiene in ansia le autorità europee, invitate ora da Draghi a definire "in tempi stretti" i principi e le procedure per più frequenti "simulazioni di crisi", come quella appena completata tra mille invocazioni scaramantiche.

Secondo il governatore, che lo ha detto chiaro e tondo ai banchieri italiani,
i derivati contribuiscono ad aumentare la produttività del sistema finanziario che cresce, ma a patto che le banche non ne approfittino solo per rimpinguare i loro bilanci, come sembra che in molti casi sia fin qui avvenuto. Sono utili se usati come si deve, ma diventano fonte di instabilità se servono non per coprire i rischi, ma per accrescere il numero dei rischi da assumere e se portano le banche che cedono una parte del rischio a ridurre l´attenzione alla solvibilità dei creditori. Esattamente ciò che sta avvenendo per i mutui ipotecari negli Stati Uniti.[/b]

Se il "contagio" americano ci risparmia, non è detto che il dossier che non sosta per scaramanzia sulla scrivania di palazzo Koch sia inutile. Le banche italiane, a cominciare dalle primarie, sono esposte sui cosiddetti strumenti finanziari per 6 mila miliardi di euro, come dire il quadruplo del debito pubblico. Ofrrono talvolta ai clienti, aziende e risparmiatori, contratti con clausole incomprensibili - callable, range accrual, knock in, e chi più ne ha più ne metta nella fantasiosità del lessico finanziario - che anziché garantire una copertura dai rischi derivanti dall´aumento dei tassi del debito, alla fine amplificano semmai le perdite.

Il governatore Draghi che, scaramanticamente, non tiene sul tavolo la preziosa "simulazione di crisi" non può invece, purtroppo per lui, sbarazzare la scrivania dal dossier "Banca Italease", di cui egli stesso ha parlato l´11 luglio scorso all´assemblea dei banchieri: "Grazie a un´ispezione che la Banca d´Italia aveva avviato nel gennaio presso una banca - ha detto - è emerso che la banca in questione aveva venduto a imprese clienti complessi prodotti derivati fortemente esposti a un rialzo dei tassi d´interesse. A seguito degli andamenti del mercato, tali derivati hanno determinato, una forte, repentina crescita nell´indebitamento dei clienti che li avevano acquistati. Oltre ai rischi legali e di reputazione, è cresciuta di conseguenza l´esposizione della banca al rischio di controparte". Banca Italease, che proponeva contratti derivati pieni di formule matematiche e algoritmi incomprensibili anche a un premio Nobel, ha irretito due o tremila clienti in una faccenduola da almeno 750 milioni di euro. Ma attenzione, l´80% di tutte le operazioni in derivati coinvolge anche le grandi banche, Unicredit, Intesa, Monte dei Paschi, Capitalia, Bnl.

"Reputazione" è una delle parole più usate rispetto alle banche e alla finanza senza regole dal governatore Draghi, impegnato al tempo stesso nel complesso restauro della reputazione delle banche vigilate e di palazzo Koch. Ma, ai tempi del nuovo capitalismo e della finanza selvaggia, a quale dio potrà mai chiedere Draghi la "verginità perpetua" rivendicata da Diana?
 

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