Dalla congiura ordita contro di lui al primato nella lotta all'evasione. Fino alla negazione della crisi.
Non è certo la prima volta che Silvio Berlusconi viene sbugiardato dai fatti nel corso della sua lunga storia di propaganda elettorale.
Certo è che le ultime apparizioni televisive del Cavaliere, prima a
Porta a porta, poi a
Servizio pubblico, hanno alimentato il campionario dei falsi dell'ex presidente del Consiglio.
Sulle pagine di
Repubblica è stato stilato un vero e proprio decalogo, a riassumere le incongruenze, per così dire, tra la versione di Silvio e la realtà dei fatti.
NESSUNA CONGIURA CONTRO IL CAV.Si parte dalla presunta «congiura contro il governo» che sarebbe stata ordita alle spalle dell'ex premier e per la quale il leader del Popolo della libertà
vorrebbe addirittura istituire una commissione d'inchiesta. Berlusconi, in realtà, l'8 novrebbe 201, si dimise dopo la sconfitta del suo Governo alla Camera, con il rendiconto generale dello Stato approvato con appena 308 sì, rispetto ai 316 del voto di fiducia. Fu lui stesso a commentare: «Mi dimetto per colpa di otto traditori».
L'AUTOSMENTITA SULLA BUNDESBANK. Per quanto riguarda i «nemici tedeschi», con il presunto coinvolgimento della Bundesbank, che «a luglio diede ordine a tutte le banche tedesche di vendere i Btp italiani»,
è stato lo stesso ex premier ad autosmentirsi nel corso della trasmissione di Michele Santoro. Casomai, ad alleggerrire le posizioni in Btp è stata la Deutsche bank, banca privata. che ha venduto titoli pubblici sul mercato secondario nell'aprile 2011.
LA CRISI NEGATA. C'è poi il capitolo legato alla negazione della crisi, con Berlusconi che, a inizio 2009, dichiarava «Il momento peggiore è passato, ci sono chiaro segni di miglioramento», aggiungendo due anni dopo che quella italiana era «un'economia forte». Già nel 2009, in realtà, il pil italiano era crollato del 5,5% e 9 mila ristoranti erano stati costretti a chiudere i battenti.
Falsa poi l'ostilità dichiarata nei confronti dell'Imu, pur introdotta dal suo Governo, ma mai in realtà contrastata da Angelino Alfano nel corso dei tre vertici con Mario Monti e Pier Luigi Bersani che portarono al decreto Salva Italia.
EVASORI «MORALMENTE AUTORIZZATI». Clamorosa, poi , l'affermazxione di «essere stato il premier che più ha combattuto l'evasione fiscale». Proprio lui che , nel 2004, definì «moralmente autorizzati» gli evasori ai quali «lo Stato avanzava la richiesta scorretta superiore al 50%». Senza dimenticare, nel 2008, la legge del suo governo per azzerare la norma sulla tracciabilità, con il limite all'uso del contante innalzato a12.500 euro.
Di fronte alla negazione del debito pubblico, per la quale, secondo il Cav bisognerebbe considerare l'economia sommersa, la bugia è provata: l'Istat tiene conto del sommero già dal 1987, per una quota pari al 17%.
RECORD DI DECRETI IN UN ANNO. Quando poi Berlusconi si è lamentato della necessità di riformare l'architettura politico-istituzionale per rendere più semplice la possibilità di emanare decreti, a parlare è il premier che, nel corso della legislatura 2001/2006, ne ha prodotti di più nella storia repubblicana nel solo primo anno di governo: ben 54.
Berlusconi ha ripetuto, poi, ancora una volta «di non aver mai pagato una donna per fare l'amore». Basterebbero gli atti dell'inchiesta di Napoli sulla presunta estorsione di Gianpaolo Tarantini e Walter Lavitola nei suoi confronti a smentirlo.
SMENTITA DEGLI ATTI SULLA NIPOTE DI MUBARAK. A proposito del processo Ruby, il leader del Pdl ha parlato di «diffamazione senza pari», negando di aver mai fatto riferimento alla nipote di Mubarak. Anche in questo caso, sono gli atti del processo milanese ad affermare il contrario. Infine, anche sull'uso del cellulare il Cavaliere ha detto una bugia. Ha negato di possederne uno, ma, sempre agli atti del processo Lavitola-Tarantini, fioccano ovunque telefonini e schede telefoniche, anche se spesso non intestati a lui.