Val
Torniamo alla LIRA
Monsignor Antoine Audo non ha peli sulla lingua e per sua stessa ammissione è abituato a parlare secondo il dettato evangelico «sì sì, no no».
Eccellenza, qual è la situazione ad Aleppo? La settimana scorsa il bombardamento degli ospedali, ogni giorno nuovi attacchi...
«La situazione è drammatica: la città divisa in due, a ovest i governativi e a est i ribelli asserragliati nella città vecchia. L'80% della popolazione è senza lavoro. E i bombardamenti durano da mesi. Ma sull'ospedale vorrei dire una cosa: bisogna fare attenzione, i media occidentali parlano di Siria solo quando attacca l'esercito di Assad. Quando sparano i ribelli non ne parla nessuno. Venerdì scorso i gruppi armati dell'opposizione hanno bombardato una moschea facendo 250 fra morti e feriti. Ne avete sentito parlare?»
Ci sono due pesi e due misure?
«Certo: per l'Occidente Assad uccide i bambini e i pediatri, mentre i ribelli islamisti sono degli angeli»
Cosa servirebbe per liberare la città?
«Un intervento boots on the ground, per spazzare via queste milizie. Ma è impossibile».
Perché?
«La Turchia è a 40 km dalla città, ogni giorno manda nuovi combattenti».
Chi paga per tutto questo?
«I soldi vengono dall'Arabia Saudita, i miliziani sono armati e addestrati in Turchia».
Quindi la coalizione che combatte Isis in realtà finanzia la jihad?
«Esattamente. Questa guerra è organizzata per interessi economici e strategici ad alti livelli da Usa e Israele, secondo un accordo ben orchestrato. Ma sono loro dietro tutto: hanno i loro interessi, che difendono tramite intermediari come la Turchia, l'Arabia, il Qatar»
Sono parole molto pesanti.
«Eppure sono rapporti geopolitici chiari. I nodi sono due: la volontà di Israele di sopravvivere e quella statunitense di imporre la propria supremazia economica. Questi obiettivi sono intrecciati e per raggiungerli si punta a dividere gli avversari. Guardi cosa hanno fatto con Saddam e cosa hanno provato a fare con Assad».
Eccellenza, qual è la situazione ad Aleppo? La settimana scorsa il bombardamento degli ospedali, ogni giorno nuovi attacchi...
«La situazione è drammatica: la città divisa in due, a ovest i governativi e a est i ribelli asserragliati nella città vecchia. L'80% della popolazione è senza lavoro. E i bombardamenti durano da mesi. Ma sull'ospedale vorrei dire una cosa: bisogna fare attenzione, i media occidentali parlano di Siria solo quando attacca l'esercito di Assad. Quando sparano i ribelli non ne parla nessuno. Venerdì scorso i gruppi armati dell'opposizione hanno bombardato una moschea facendo 250 fra morti e feriti. Ne avete sentito parlare?»
Ci sono due pesi e due misure?
«Certo: per l'Occidente Assad uccide i bambini e i pediatri, mentre i ribelli islamisti sono degli angeli»
Cosa servirebbe per liberare la città?
«Un intervento boots on the ground, per spazzare via queste milizie. Ma è impossibile».
Perché?
«La Turchia è a 40 km dalla città, ogni giorno manda nuovi combattenti».
Chi paga per tutto questo?
«I soldi vengono dall'Arabia Saudita, i miliziani sono armati e addestrati in Turchia».
Quindi la coalizione che combatte Isis in realtà finanzia la jihad?
«Esattamente. Questa guerra è organizzata per interessi economici e strategici ad alti livelli da Usa e Israele, secondo un accordo ben orchestrato. Ma sono loro dietro tutto: hanno i loro interessi, che difendono tramite intermediari come la Turchia, l'Arabia, il Qatar»
Sono parole molto pesanti.
«Eppure sono rapporti geopolitici chiari. I nodi sono due: la volontà di Israele di sopravvivere e quella statunitense di imporre la propria supremazia economica. Questi obiettivi sono intrecciati e per raggiungerli si punta a dividere gli avversari. Guardi cosa hanno fatto con Saddam e cosa hanno provato a fare con Assad».