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Sepe: «Crisi come una guerra mondiale L'assenza di sostegno porta ai suicidi» - Il Mattino
NAPOLI - «I suicidi sono la conseguenza dell'assenza di sostegno, del mancato rispetto, dell'assenza di valori». Questa la denuncia del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe all'indomani del suicidio di un 63enne all'esterno del Santuario di Pompei.
Una morte come quelle che sembrano accadere ormai tutti i giorni, tutte accomunate dalla stessa causa: la crisi economica che sta colpendo lavoratori e imprenditori. La massima autorità della Chiesa napoletana lancia un monito a tutte le istituzioni affinchè «ognuno, nel rispetto del proprio ruolo, si assuma le propri e responsabilità» e chiede «che alla gente vengano date risposte per evitare di arrivare a conseguenze estreme».
Non è la prima volta che il cardinale Sepe interviene sul tema. Il primo monito già lo scorso 5 maggio quando un 72enne di Pozzuoli aveva tentato di uccidersi perchè aveva ricevuto una cartella esattoriale dal Fisco. In quell'occasione il cardinale, che è anche presidente della conferenza episcopale campana, aveva parlato di «morti bianche che sono una tragica realtà davanti alla quale non possiamo rimanere impassibili».
Finora la Campania conta, in poche settimane, cinque suicidi, cinque vittime della crisi che oggi il cardinale non ha esitato a paragonare a «una guerra mondiale che coinvolge non solo i popoli, ma le singole persone».
Secondo l'analisi della massima autorità della Chiesa napoletana, la crisi che stanno vivendo non solo la Campania e l'Italia, ma l'intera Europa è causata «dall'individualismo e dall'egoismo che anima politica ed economia», colpevoli di «agire solo nell'interesse di pochi e per il profitto».
Ma dalle parole del cardinale non solo denuncia anche ricette per uscire da questo difficile momento che si può superare «riscoprendo l'altro e il rispetto reciproco». Nella strada da percorrere, «fondamentale» è il ruolo della formazione dei giovani e delle comunità che deve passare anche attraverso l'operato della Chiesa che, secondo il cardinale Sepe, facendo un "mea culpa", «non ha fatto quanto doveva e si è arroccata nel recinto ecclesiastico».
Il compito, la missione che la Chiesa deve svolgere, secondo Sepe, «è di educare le comunità al rispetto delle regole, al pagamento delle tasse, ad assumere comportamenti civili». Un cambio di passo e di attenzione da parte di tutte le istituzioni, Chiesa compresa, è l'appello lanciato dall'Arcivescovo di Napoli che invita tutti «a ricostruire una cultura sociale, politica ed economica ricostruendo le vertebre, l'ossatura fondata su valori veri».
NAPOLI - «I suicidi sono la conseguenza dell'assenza di sostegno, del mancato rispetto, dell'assenza di valori». Questa la denuncia del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe all'indomani del suicidio di un 63enne all'esterno del Santuario di Pompei.
Una morte come quelle che sembrano accadere ormai tutti i giorni, tutte accomunate dalla stessa causa: la crisi economica che sta colpendo lavoratori e imprenditori. La massima autorità della Chiesa napoletana lancia un monito a tutte le istituzioni affinchè «ognuno, nel rispetto del proprio ruolo, si assuma le propri e responsabilità» e chiede «che alla gente vengano date risposte per evitare di arrivare a conseguenze estreme».
Non è la prima volta che il cardinale Sepe interviene sul tema. Il primo monito già lo scorso 5 maggio quando un 72enne di Pozzuoli aveva tentato di uccidersi perchè aveva ricevuto una cartella esattoriale dal Fisco. In quell'occasione il cardinale, che è anche presidente della conferenza episcopale campana, aveva parlato di «morti bianche che sono una tragica realtà davanti alla quale non possiamo rimanere impassibili».
Finora la Campania conta, in poche settimane, cinque suicidi, cinque vittime della crisi che oggi il cardinale non ha esitato a paragonare a «una guerra mondiale che coinvolge non solo i popoli, ma le singole persone».
Secondo l'analisi della massima autorità della Chiesa napoletana, la crisi che stanno vivendo non solo la Campania e l'Italia, ma l'intera Europa è causata «dall'individualismo e dall'egoismo che anima politica ed economia», colpevoli di «agire solo nell'interesse di pochi e per il profitto».
Ma dalle parole del cardinale non solo denuncia anche ricette per uscire da questo difficile momento che si può superare «riscoprendo l'altro e il rispetto reciproco». Nella strada da percorrere, «fondamentale» è il ruolo della formazione dei giovani e delle comunità che deve passare anche attraverso l'operato della Chiesa che, secondo il cardinale Sepe, facendo un "mea culpa", «non ha fatto quanto doveva e si è arroccata nel recinto ecclesiastico».
Il compito, la missione che la Chiesa deve svolgere, secondo Sepe, «è di educare le comunità al rispetto delle regole, al pagamento delle tasse, ad assumere comportamenti civili». Un cambio di passo e di attenzione da parte di tutte le istituzioni, Chiesa compresa, è l'appello lanciato dall'Arcivescovo di Napoli che invita tutti «a ricostruire una cultura sociale, politica ed economica ricostruendo le vertebre, l'ossatura fondata su valori veri».