SI DECiDE IN FRETTA DI ESSERE AMICI,MA L'AMICIZIA E'UN FRUTTO CHE MATURA LENTAMENTE..

Sn un po incazzato perché qui vedo parecchi cervelli decenti che pero' dimenticano a volte che dietro le sigle c'e la vita della gente... Basta con il pil... Guarda che in polonia guadagnano 300/500 euro e le Marche vendono agli stessi prezzi dell'Italia... Da molti di voi mi aspetto maggiore approfondimento...

infatti la fiat produce le 500 in polonia non certo in italia e ha il coraggio di chiedere 13/15 mila euri per una scatoletta di simmenthal, quindi non si comprano più prodotti fuori italia vogliamo far crescere il pilù, bene tu produci in italia se non produci ti metto un dazio sui tuoi prodotti:-o:-o:-o bisogna tornare all'economia reale e lasciar perdere quella delle leve e la finanza creativa, solo tornado indietro potremmo rivivere il boom degli anni 60, ma prima bisogna cacciar via sta classe politica che non serve ad un gaz se non a sperperare denaro pubblico e a difendere i loro interessi economici e personali:wall::wall:

w il profitto .. solo per il profitto ..
 
05 Novembre 2011
Analisi settimanale FTSE Mib e dintorni

Nella settimana appena conclusa il pesante arretramento dell’indice FTSE Mib che ha lasciato sul terreno un -7,85% per chiudere a quota 15.346 punti, ha interrotto il movimento di rimbalzo iniziato a fine settembre/inizio ottobre. Nel breve periodo la perdita del supporto di area 14.700 punti, estenderebbe il ribasso verso il primo target di area 14.900 prima e in successione verso i minimi di area 13.115. Solo un ritorno sopra i 17.000 punti potrebbe allontanare di nuovo le pressioni ribassiste. Se nelle settimane passate mi chiedevo su quali fondamentali si basava questo rimbalzo non riscontrandone nessuno anche se ne prendevo atto, oggi direi che siamo ritornati nella “normalità” di una situazione da allarme rosso per quanto riguarda la crisi dei PIIGS, e in particolare del nostro rischio paese, con le nostre banche che dopo gli ennesimi aumenti di capitale presto faranno a gara a chi per prima promuoverà un reverse split, questione di settimane. Siamo ormai commissariati dalla troika (fmi+bce+ue) e questo è un bruttissimo segnale. Ogni volta che uno stato ha dovuto seguire le ricette del FMI non solo ha allungato la sua agonia, ma alla fine ha dichiarato bancarotta. (Argentina docet). Suggerisco nella mia ignoranza almeno di evitare anni e anni di agonia che porteranno solo aumenti di tasse e tagli ai servizi essenziali, portando l’80% delle famiglie italiane sulla soglia della povertà, per poi arrivare lo stesso al default. Meglio tagliare subito il debito oggi (cosa peraltro che i nostri titoli di stato iniziano a scontare sempre più) e magari abbandonare la moneta unica che ormai si è rivelata la pietra tombale per tutti quei paesi col debito insostenibile. (e qui le analogie con la parità peso argentino/usd, voluta dal FMI che portò al default, si sprecano)
Le nostre banche sono piene di titoli di stato e crediti in sofferenza/inesigibili che stanno aumentando sempre più e con alle porte una nuova difficile stagione recessiva la situazione non potrà che peggiorare. Molte fondazioni (che tra l’altro avevano il pregio di aiutare il territorio) si trovano oggi col capitale azzerato o quasi rispetto a 5 anni fa e i banchieri continuano a rimanere al loro posto e ad incassare lauti stipendi. Le loro responsabilità sono pesanti, nessuno ha mai dato troppo peso al rischio paese nonostante da un anno e mezzo, cioè dal crack greco, fosse chiaro cosa ci avrebbe aspettato. Il giochetto di indebitarsi all’1-1,5% con la BCE per comprare a leva BTP ed incassare il 4-5% si è rivelato un boomerang. Solo per questo le nostre banche andrebbero tutte non solo commissariate, ma ri-nazionalizzate, cambiando i vertici e vietando per legge la leva. Invece vedo alcuni di loro che comprano pagine di importanti giornali per lanciare appelli al popolo per comprare titoli di stato. Non ascoltateli, il loro non è patriottismo, è estrema difesa dei loro interessi per continuare a mantenere lo status quo. Chi compra titoli di stato non è il salvatore della patria ma colui che continua a tenere in piedi questo sistema paese, quindi corresponsabile della situazione attuale. Buon trading e buon week end.
 
Oggi è domenica, ricordatevi di santificare la festa...:benedizione:

...Atalanta facci sognare

E' un po' vecchiotta e la sanno tutti, ma un po' di ripasso fa sempre bene soprattutto al pene....

L'uccelletto in chiesa

Era d'agosto e un povero uccelletto
ferito dai pallini di un moschetto
andò a posarsi con un'ala offesa
sulla finestra aperta di una chiesa.

Dalle tendine del confessionale
il parroco intravide l'animale,
ma, pressato da molti peccatori
che volevan pentirsi degli errori,
richiuse le tendine immantinente
e si rimise a confessar la gente.

Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
ogni fedele diceva le preghiere
una donna, notato l'uccelletto,
lo pose al caldo mettendolo nel petto.

A un tratto un improvviso cinguettìo
ruppe il silenzio nel tempio di Dio.
Rise qualcuno e il prete, a quel rumore,
il ruolo abbandonò di confessore,
s'arrampicò sul pulpito veloce
e di lassù gridò ad altra voce:
"Fratelli, chi ha l'uccello, per favore,
esca fuori dal tempio del Signore".

I maschi, un po' stupiti a tal parole,
lesti si accinsero ad alzar le suole,
ma il prete a quell'errore madornale
"Fermi!" - gridò - "mi sono espresso male,
rientrate tutti e statemi a sentire:
solo chi ha preso l'uccello deve uscire".

A testa bassa e la corona in mano
cento donne s'alzarono pian piano,
ma mentre s'affrettavan di buon ora
il prete le gridò "Ho sbagliato ancora,
rientrate tutte quante figlie amate,
ch'io non volevo dire quel che pensate".

E riprese: "Già dissi e torno a dire,
solo chi ha preso l'uccello deve uscire,
ma mi rivolgo a voce chiara e estesa
solo a chi ha preso l'uccello in chiesa".

A tal parole, nello stesso istante,
le monache si alzaron tutte quante,
quindi, col viso pieno di rossore,
lasciarono la casa del Signore.

"Santa Vergine!" - esclamò il buon prete -
"Sorelle, su rientrate, state quiete,
perché voglio concluder, sissignori,
la serie degli equivoci e di errori,
perciò, senza rumore, piano piano,
esca soltanto chi ha l'uccello in mano".

Una fanciulla che col fidanzato
era nascosta in un angolo appartato
dentro una cappella laterale,
poco mancò che si sentisse male,
quindi gli sussurrò col viso smorto:
"Te lo dicevo, hai visto, se n'è accorto!".

(Altro finale aggiunto)

Ma in un angolo ancora più appartato,
un'altra ragazza col fidanzato,
disse: "Caro, non se n'è accorto, ché io non son sciocca,
in quanto, l'uccello, lo tenevo in bocca!".



Er passero ferito
di Natale Polci

Era d'Agosto. Un povero uccelletto,
ferito da la fionna d’un maschietto,
s’agnede a riposà co ‘n’ala offesa,
su la finestra aperta d’una chiesa.



Da le tendine der confessionale,

un prete intese e vidde l’animale,
ma dato che lì fori, c’ereno nun so quanti peccatori,
richiuse le tendine espressamente,
e se rimise a confessà la gente.

Ma mentre che la massa de persone,
diceva l’orazzione
senza guardà pe’ gnente l’ucelletto,
‘n omo lo prese e se lo mise in petto…

Allora ne la chiesa se sentì,
un lungo cinguettìo: cì-cì, cì-cì…
Er prete, risentendo l’animale, lasciò er confessionale,
poi, nero nero peggio de la pece,
s’arampicò sur purpito e lì fece:

"Fratelli, chi ha l’ucello per favore
vada fora dar Tempio der Signore!".
Li maschi, tutti quanti in una vorta,
partirono p’annà verso la porta,

ma er prete, a que lo sbajo madornale:
"Fermi!", strillò "che me so espresso male…
Tornate indietro e stateme a sentì:
qua, chi ha preso l’ucello deve uscì!".

A testa bassa e la corona in mano,
cento donne s’arzorno piano piano.
Ma mentre se ‘n’annaveno de fora,
er prete ristrillò: "Ho sbajato ancora!".

Rientrate tutte quante fije amate,
ch’io nun volevo dì quer che pensate.
Io v’ho già detto e ve ritorno a dì,
che chi ha preso l’ucello deve uscì,

ma io lo dico a voce chiara e stesa,
a chi l’ucello l’abbia preso in chiesa!".
In quello stesso istante,
le moniche s’arzorno tutte quante,
eppoi, cor viso pieno de rossore,
lasciarono la casa der Signore.

(Versi conclusivi aggiunti successivamente da un gruista):

Er prete co’ la faccia imbambolata,
capì che aveva detto ‘na cazzata
e sentenziò: "Rientrate piano piano…
sorta chi adesso cià l’ucello in mano!".

Una ragazza che cor fidanzato,
stava co’ lui a sede sur sagrato,
disse impaurita, cor visetto smorto:
"Che te dicevo? A stro.nzo! Se n’è accorto!".

Ma quello che nessuno ha mai capito
è perché pure er chirichetto
s'è arzato e se n’è ito.
 
Ultima modifica:
Oggi è domenica, ricordatevi di santificare la festa...:benedizione:

...Atalanta facci sognare

E' un po' vecchiotta e la sanno tutti, ma un po' di ripasso fa sempre bene soprattutto al pene....

L'uccelletto in chiesa

Era d'agosto e un povero uccelletto
ferito dai pallini di un moschetto
andò a posarsi con un'ala offesa
sulla finestra aperta di una chiesa.

Dalle tendine del confessionale
il parroco intravide l'animale,
ma, pressato da molti peccatori
che volevan pentirsi degli errori,
richiuse le tendine immantinente
e si rimise a confessar la gente.

Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
ogni fedele diceva le preghiere
una donna, notato l'uccelletto,
lo pose al caldo mettendolo nel petto.

A un tratto un improvviso cinguettìo
ruppe il silenzio nel tempio di Dio.
Rise qualcuno e il prete, a quel rumore,
il ruolo abbandonò di confessore,
s'arrampicò sul pulpito veloce
e di lassù gridò ad altra voce:
"Fratelli, chi ha l'uccello, per favore,
esca fuori dal tempio del Signore".

I maschi, un po' stupiti a tal parole,
lesti si accinsero ad alzar le suole,
ma il prete a quell'errore madornale
"Fermi!" - gridò - "mi sono espresso male,
rientrate tutti e statemi a sentire:
solo chi ha preso l'uccello deve uscire".

A testa bassa e la corona in mano
cento donne s'alzarono pian piano,
ma mentre s'affrettavan di buon ora
il prete le gridò "Ho sbagliato ancora,
rientrate tutte quante figlie amate,
ch'io non volevo dire quel che pensate".

E riprese: "Già dissi e torno a dire,
solo chi ha preso l'uccello deve uscire,
ma mi rivolgo a voce chiara e estesa
solo a chi ha preso l'uccello in chiesa".

A tal parole, nello stesso istante,
le monache si alzaron tutte quante,
quindi, col viso pieno di rossore,
lasciarono la casa del Signore.

"Santa Vergine!" - esclamò il buon prete -
"Sorelle, su rientrate, state quiete,
perché voglio concluder, sissignori,
la serie degli equivoci e di errori,
perciò, senza rumore, piano piano,
esca soltanto chi ha l'uccello in mano".

Una fanciulla che col fidanzato
era nascosta in un angolo appartato
dentro una cappella laterale,
poco mancò che si sentisse male,
quindi gli sussurrò col viso smorto:
"Te lo dicevo, hai visto, se n'è accorto!".

(Altro finale aggiunto)

Ma in un angolo ancora più appartato,
un'altra ragazza col fidanzato,
disse: "Caro, non se n'è accorto, ché io non son sciocca,
in quanto, l'uccello, lo tenevo in bocca!".



Er passero ferito
di Natale Polci

Era d'Agosto. Un povero uccelletto,
ferito da la fionna d’un maschietto,
s’agnede a riposà co ‘n’ala offesa,
su la finestra aperta d’una chiesa.



Da le tendine der confessionale,

un prete intese e vidde l’animale,
ma dato che lì fori, c’ereno nun so quanti peccatori,
richiuse le tendine espressamente,
e se rimise a confessà la gente.

Ma mentre che la massa de persone,
diceva l’orazzione
senza guardà pe’ gnente l’ucelletto,
‘n omo lo prese e se lo mise in petto…

Allora ne la chiesa se sentì,
un lungo cinguettìo: cì-cì, cì-cì…
Er prete, risentendo l’animale, lasciò er confessionale,
poi, nero nero peggio de la pece,
s’arampicò sur purpito e lì fece:

"Fratelli, chi ha l’ucello per favore
vada fora dar Tempio der Signore!".
Li maschi, tutti quanti in una vorta,
partirono p’annà verso la porta,

ma er prete, a que lo sbajo madornale:
"Fermi!", strillò "che me so espresso male…
Tornate indietro e stateme a sentì:
qua, chi ha preso l’ucello deve uscì!".

A testa bassa e la corona in mano,
cento donne s’arzorno piano piano.
Ma mentre se ‘n’annaveno de fora,
er prete ristrillò: "Ho sbajato ancora!".

Rientrate tutte quante fije amate,
ch’io nun volevo dì quer che pensate.
Io v’ho già detto e ve ritorno a dì,
che chi ha preso l’ucello deve uscì,

ma io lo dico a voce chiara e stesa,
a chi l’ucello l’abbia preso in chiesa!".
In quello stesso istante,
le moniche s’arzorno tutte quante,
eppoi, cor viso pieno de rossore,
lasciarono la casa der Signore.

(Versi conclusivi aggiunti successivamente da un gruista):

Er prete co’ la faccia imbambolata,
capì che aveva detto ‘na cazzata
e sentenziò: "Rientrate piano piano…
sorta chi adesso cià l’ucello in mano!".

Una ragazza che cor fidanzato,
stava co’ lui a sede sur sagrato,
disse impaurita, cor visetto smorto:
"Che te dicevo? A stro.nzo! Se n’è accorto!".

Ma quello che nessuno ha mai capito
è perché pure er chirichetto
s'è arzato e se n’è ito.

Sempre belle.
 

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