Albatros
Utente Spoglia Seniòrite
Passi per Lehman Brothers che fino allo scorso anno era una delle più grandi banche al
mondo. Ma chi spiegherà ai risparmiatori il motivo per cui a garantire la loro polizza c'è una sconosciuta banca islandese, oggi sull'orlo del fallimento? Il nuovo pericolo per i possessori di index linked sembra arrivare proprio dalla fredda Islanda. Così se i risparmi bancari sono salvi, grazie al fondo di garanzia e agli altri interventi messi in campo dal Governo sui bond, sul risparmio assicurativo continuano ad esserci sempre più incognite.
Tra i più colpiti dalla crisi in corso ci sono proprio i possessori di polizze Vita index linked. Si tratta di contratti assicurativi che prevedono normalmente la garanzia della restituzione dei premi versati alla scadenza, oltre a eventuali rivalutazioni ottenibili nel caso in cui un determinato indice o paniere di titoli si dovesse rivalutare. A garantire la
restituzione del capitale non è però la compagnia assicurativa che propone il prodotto, ma un terzo soggetto: l'emittente dello zero coupon che sta alla base del funzionamento di questo contratto.Il dissesto di Lehman che figurava come controparte di numerosi prodotti assicurativi ha già messo a rischio le posizioni di oltre una settantina di index linked collocate da svariate compagnie italiane. Ora la storia sembra ripetersi anche con altre polizze, finora almeno una trentina (ma l'elenco si allungherà nei prossimi giorni), per le quali le compagnie non sono più in grado di indicare quotazioni. A porre la garanzia sui prodotti finanziari in questo caso ci sono tre istituti di credito islandesi, Glitnir, Landsbanki Islands e Kaupthing Bank che, dopo essersi
pesantemente indebitate a breve termine e aver investito a medio lungo termine, sono finite in amministrazione controllata a causa delle difficoltà incontrate nel rifinanziamento sui mercati internazionali.
Le sorti dei possessori di obbligazioni e index sono legate all'incerto futuro del Paese e al piano di salvataggio in questi giorni allo studio. Formalmente le tre banche non sono ancora in default ma nel frattempo l'Isda (International swaps and derivatives association) ha dato disposizioni di trattare i Cds (credit default swap) come se si fosse verificato un default, anche se tecnicamente le tre banche non sono ancora insolventi. Il rating è sceso a D e i bond in circolazione vengono acquistati a prezzi intorno a 10%-20% del nominale.
L'allarme su alcune di queste polizze la Consob l'aveva già lanciato lo scorso maggio, quando suggerì ad alcune compagnie collocatrici di index "islandesi" di inserire un avviso sul proprio sito internet, analogo a quello diffuso nei giorni scorsi per il crack Lehman, in cui si annunciava il peggioramento della situazione finanziaria delle banche garanti delle polizze. Allora i risparmiatori avvisati avrebbero potuto riscattare a quotazioni senz'altro più vantaggiose.
Oggi, anche volendo, l'operazione non è più realizzabile, almeno temporaneamente, visto che molte delle index linked in questione non sono più in grado di calcolare un prezzo operativo e i possessori non hanno dunque la possibilità di disinvestire. Gli agenti di calcolo delle compagnie, che di fatto si impegnano a ricompare il titolo a determinati prezzi, nella situazione molto confusa in cui versa la finanza islandese, non sono in grado di definire le valorizzazioni e chi fa prezzo, come Aurora, ha polizze scese al 10 o al 20% del nominale.
gli istituti che hanno venduto index link garantite da ste banche islandesi sono
CARIPARMA CREDIT AGRICOLE
INTESA S PAOLO
e altre le sue sopra sono certo...
mondo. Ma chi spiegherà ai risparmiatori il motivo per cui a garantire la loro polizza c'è una sconosciuta banca islandese, oggi sull'orlo del fallimento? Il nuovo pericolo per i possessori di index linked sembra arrivare proprio dalla fredda Islanda. Così se i risparmi bancari sono salvi, grazie al fondo di garanzia e agli altri interventi messi in campo dal Governo sui bond, sul risparmio assicurativo continuano ad esserci sempre più incognite.
Tra i più colpiti dalla crisi in corso ci sono proprio i possessori di polizze Vita index linked. Si tratta di contratti assicurativi che prevedono normalmente la garanzia della restituzione dei premi versati alla scadenza, oltre a eventuali rivalutazioni ottenibili nel caso in cui un determinato indice o paniere di titoli si dovesse rivalutare. A garantire la
restituzione del capitale non è però la compagnia assicurativa che propone il prodotto, ma un terzo soggetto: l'emittente dello zero coupon che sta alla base del funzionamento di questo contratto.Il dissesto di Lehman che figurava come controparte di numerosi prodotti assicurativi ha già messo a rischio le posizioni di oltre una settantina di index linked collocate da svariate compagnie italiane. Ora la storia sembra ripetersi anche con altre polizze, finora almeno una trentina (ma l'elenco si allungherà nei prossimi giorni), per le quali le compagnie non sono più in grado di indicare quotazioni. A porre la garanzia sui prodotti finanziari in questo caso ci sono tre istituti di credito islandesi, Glitnir, Landsbanki Islands e Kaupthing Bank che, dopo essersi
pesantemente indebitate a breve termine e aver investito a medio lungo termine, sono finite in amministrazione controllata a causa delle difficoltà incontrate nel rifinanziamento sui mercati internazionali.
Le sorti dei possessori di obbligazioni e index sono legate all'incerto futuro del Paese e al piano di salvataggio in questi giorni allo studio. Formalmente le tre banche non sono ancora in default ma nel frattempo l'Isda (International swaps and derivatives association) ha dato disposizioni di trattare i Cds (credit default swap) come se si fosse verificato un default, anche se tecnicamente le tre banche non sono ancora insolventi. Il rating è sceso a D e i bond in circolazione vengono acquistati a prezzi intorno a 10%-20% del nominale.
L'allarme su alcune di queste polizze la Consob l'aveva già lanciato lo scorso maggio, quando suggerì ad alcune compagnie collocatrici di index "islandesi" di inserire un avviso sul proprio sito internet, analogo a quello diffuso nei giorni scorsi per il crack Lehman, in cui si annunciava il peggioramento della situazione finanziaria delle banche garanti delle polizze. Allora i risparmiatori avvisati avrebbero potuto riscattare a quotazioni senz'altro più vantaggiose.
Oggi, anche volendo, l'operazione non è più realizzabile, almeno temporaneamente, visto che molte delle index linked in questione non sono più in grado di calcolare un prezzo operativo e i possessori non hanno dunque la possibilità di disinvestire. Gli agenti di calcolo delle compagnie, che di fatto si impegnano a ricompare il titolo a determinati prezzi, nella situazione molto confusa in cui versa la finanza islandese, non sono in grado di definire le valorizzazioni e chi fa prezzo, come Aurora, ha polizze scese al 10 o al 20% del nominale.
gli istituti che hanno venduto index link garantite da ste banche islandesi sono
CARIPARMA CREDIT AGRICOLE
INTESA S PAOLO
e altre le sue sopra sono certo...