Unipol (UNI) Silenzio

ma quanto ha incassato Unipol da questo vendita?

e il tronketto perchènon ha acquistato le olive a 2.25 com il mercato prezzava
invece di fare il furbetto?


per come la pesno io

lui se l'è cercata!

puretroppo a pagare sono gli azionisti di telecom e pirelli
 
Bnl/Unipol: aumentano indagati, c'e' anche Nattino (stampa)
ROMA (MF-DJ)--Sarebbe salito a 34 il numero degli indagati nell'ambito del nuovo filone d'inchiesta avviato dalla Procura di Roma sulle manovre del cosiddetto "contropatto" di Bnl che nel 2005 aveva resistito all'offerta del Bbva. Nell'inchiesta spunterebbero anche i nomi dell'ex capo della vigilanza di Bankitalia, Francesco Frasca, e il presidente di B.Finnat, Giampiero Nattino. Tra gli atti al centro dei controlli della procura romana, secondo quanto riportano alcuni quotidiani, c'e' anche il ruolo svolto dall'Autorita' di vigilanza della Banca d'Italia nel controllo dell'ascesa azionaria di Unipol. Secondo gli accertamenti dei finanzieri al vaglio dei pm romani, ognuno dei componenti del contropatto, pur detenendo piu' del 5% delle azioni di Bnl, non lo ha comunicato alla Consob. "In questo modo -si legge su Repubblica- le azioni avrebbero mantenuto un valore piu' basso per poi, nei piani alti degli immobiliaristi, essere rastrellate in blocco". red/vs (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. June 21, 2007 02:58 ET (06:58 GMT)
 
Beh meglio compriamo titoli buoni a prezzi interessanti...

bim, finat, caltagirone, forse italease e ipi restano rischiosi
 
sta sempre nei guai con la socia MPS

sta sempre nei guai con la socia MPS


HOPA - La Guardia di Finanza ha notificato un avviso di accertamento fiscale alla società Bell (holding di controllo di Telecom Italia nel 2001), scrivono i giornali. Bell dovrà versare fino a quasi 2 miliardi tra maggiore imposta e sanzioni. Il Corriere ricorda che tra gli azionisti di Bell c'erano Hopa, che rischia di pagare il prezzo più alto, Unipol, Antonveneta, Interbanca, Monte dei Paschi.




il colore rosso in borsa porta davvero male
 
l gruppo Unipol ha presentato i propri dati.
Il risultato consolidato ha raggiunto i 286 milioni di euro (+24,2%),
l’utile di pertinenza del Gruppo ha toccato i 260 milioni di euro (+31,9%).
In crescita del 5,1% la raccolta danni aggregata a 2.110 milioni di euro, mentre il settore vita registra una raccolta pari a 2.935 milioni di euro (-18,3%).
La raccolta diretta aggregata totale si attesta a 5.045 milioni di euro (-9,9%).

Unipol Assicurazioni
Unipol Assicurazioni S.p.A. ha fatto registrare premi diretti pari a 1.167 milioni di euro (-35,4% rispetto al primo semestre 2006), di cui 747 Danni (+5,4%) e 420 Vita (in calo del 61,8% principalmente a causa della contrazione della raccolta di prodotti di capitalizzazione). Il combined ratio del lavoro diretto risulta pari a 95,4%, in contenimento rispetto al 96,2% relativo al 30 giugno 2006.
La consistenza degli investimenti, non comprensivi della liquidità, si è attestata a 13.134 milioni di euro (+1,4% rispetto al 31 dicembre 2006). I proventi da investimenti e da impieghi di liquidità (al netto degli oneri patrimoniali e finanziari ed esclusi quelli relativi agli investimenti a beneficio di assicurati che ne sopportano il rischio ed agli investimenti derivanti dalla gestione dei fondi pensione – classe D), sono stati pari a 240,1 milioni di euro (-14,1%). Occorre segnalare che al risultato del semestre non ha contribuito il dividendo di Aurora Assicurazioni (pari a 67,6 milioni di euro nel primo semestre 2006), di cui non è stata deliberata la distribuzione, nell’ambito del più ampio progetto di riorganizzazione societaria.
Il risultato dell’attività straordinaria è stato negativo per 11,6 milioni di euro, rispetto ai +51,2 milioni di euro del primo semestre 2006 (in cui si erano verificate le plusvalenze sulle cessioni delle partecipazioni in Banca Nazionale del Lavoro e Banca Antonveneta). Il risultato economico prima delle imposte è risultato pari a 87,4 milioni di euro, in calo rispetto ai 193,4 milioni di euro dei primi sei mesi 2006 e
l’utile netto di periodo a 86,6 milioni di euro in netto calo rispetto ai 187,6 milioni al 30 giugno 2006.
 
Unipol scivola in Borsa: è «giallo» sulle perdite

di Redazione - sabato 15 settembre 2007, 07:00
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=206189



Scivolone di Unipol ieri, in Borsa. Le azioni della società assicurativa hanno ceduto il 5,2% a 2,36 euro, risultando il peggior titolo tra le blue chips di Piazza Affari, con scambi doppi rispetto al solito.
Gli operatori hanno eseguito la marea di ordini di vendite piovuti sul mercato dopo che diversi analisti avevano tagliato gli obiettivi di prezzo. E questo nonostante la buona accoglienza riservata, giovedì, ai numeri della semestrale. A far cambiare idea agli analisti è stata la vaghezza con cui il vertice del gruppo avrebbe spiegato la natura delle perdite potenziali del primo semestre, 568 milioni, annunciate ieri sugli investimenti del gruppo. Perdite che a fine agosto si sono ridotte a quota 508, ma che
mettono apprensione. Basta pensare che si riferiscono a un totale di riserve di 33 miliardi , quando nello stesso periodo un gruppo come Generali ha accusato 700 milioni di minusvalenze su riserve per 260 miliardi di euro .

Si tratta di investimenti che, se portati a scadenza e rimborsati, annulleranno il rischio perdite. Ma per il momento, a causa delle nuove norme Ias per la contabilità europea, vanno iscritte direttamente nello stato patrimoniale. E per questo sono destinate a intaccare la disponibilità di capitale in eccesso stimata dall’amministratore delegato di Unipol in 1,7-1,8 miliardi.Che così scivolerebbe a quota 1,2-1,3, salvo ricorso a indebitamento.

Questi calcoli, uniti alle incertezze sulla natura degli strumenti sottostanti all’investimento, hanno accentuato il nervosismo del mercato. Al punto che, tra i diversi analisti, ieri c’erano anche quelli che mettevano ulteriormente in dubbio l’entità del «tesoretto» (che deriva dall’aumento di capitale da 2 miliardi effettuato nell’era Consorte per lanciare l’Opa, poi abortita, su Bnl).

Per i più allarmati, infatti, alla cifra di Salvatori andrebbero anche sottratti anche i 600 milioni di prestiti subordinati che andrebbero conteggiati «extra» tesoretto.
Per altri analisti le perdite potenziali si sarebbero pericolosamente moltiplicate a partire da marzo: fino ad allora erano contenute entro i 100 milioni.
E questo potrebbe far pensare a prodotti «sospetti» che, nell’estate dei mutui subprime, renderebbe la situazione ancor più grave.

Nella tarda giornata di ieri il vertice del gruppo avrebbe tranquillizzato il mercato spiegando a molti analisti E NON AGLI AZIONISTI che i prodotti in questione altro non sono che obbligazioni ad alto rating, il cui andamento di prezzo è correlato negativamente all’aumento dei tassi avvenuto in questi ultimi mesi. [è la crisi di liquidità ha colpito]
Una correlazione che non presenterebbe particolari anomalie. Se così è, e se le assicurazioni del gruppo hanno colto nel segno, si assisterà già da lunedì a una ripresa delle quotazioni del titolo.
In ogni caso c’è da aspettarsi che le prossime mosse di Unipol - siano esse riferite a un jumbo-dividendo per rimborsare il capitale, piuttosto che a un’ipotesi di integrazione con la Banca Popolare di Milano, tornata d’attualità - saranno attentamente passate dal mercato al setaccio.
 
Unipol punta a una fusione con Pop Milano,dice Salvatori a Sole
http://it.biz.yahoo.com/21102007/58-65/unipol-punta-fusione-pop-milano-dice-salvatori-sole.html

Quotazioni

Banca Popolare Milan...
PMI.MI
10.56
+0.00%


Unipol SpA
UNI.MI
2.46
-1.21%



MIB 30 Migliori & Peggiori



MILANO (Reuters) - Il presidente di Unipol Carlo Salvatori punta a una fusione con Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) . Lo ha detto oggi Salvatori in un'intervista al Sole 24 Ore.


"Siamo convinti che il nostro modello è vincente e che un merger potrà dare un valido contributo a tutti e due i partner", ha detto Salvatori.


Unipol (Milano: UNI.MI - notizie) ha fatto sapere venerdì scorso di aver comunicato a Popolare Milano l'interesse ad avviare un dialogo per un progetto industriale di bancassurance con l'assunzione di un impegno reciproco di trattative esclusive.


Le due società non sono state al momento raggiungibili per un commento.
 
NON SI SALVA NESSUNO
http://www.investireoggi.it/economia/scalata-unipol-a-bnl-gli-indagati-sono-31-p558465.html

Scalata Unipol a Bnl: gli indagati sono 31


Quella progettata da Unipol su Bnl, nel luglio 2005, fu una scalata occulta.
Per i magistrati di Milano, l'operazione fu organizzata dai vertici dell'impresa assicurativa di Legacoop eludendo la legge sull'Opa con «atti di manipolazione » del mercato e con la «diffusione di false notizie concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo dell'azione ordinaria Bnl».

A conclusione delle indagini condotte dal sostituto procuratore di Milano Luigi Orsi, con i pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, risultano indagate 31 persone e 14 società. Nel 415 bis notificato ai difensori ritroviamo le menti della scalata: l'ex presidente e l'ex amministratore delegato di Unipol, nell'ordine Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, l'attuale direttore generale Carlo Cimbri e l' allora presidente di Holmo (controllante di Unipol) Pierluigi Stefanini, poi succeduto a Consorte.

Nella lista spiccano anche i nomi dei "contropattisti", cui faceva capo il 26,78% di Bnl: da Franceso Gaetano Caltagirone ideatore del contropatto, che si opponeva al patto ufficiale tra Bbva,
Generali e Dorint a Vito Bonsignore, Danilo Coppola, Giulio Grazioli, i fratelli Lonati, Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto, tutti immobiliaristi. E accanto a loro ritroviamo Crédit Suisse First Boston, Deutsche Bank e Nomura, le banche
che avevano rilevato quel pacco azionario di Bnl in veste di fiduciarie, per trasferirlo a Unipol.

Parte di quel 26,78% fu parcheggiato nella Hopa di Emilio Gnutti, nelle cooperative socie di Holmo (Adriatica, Estense e Nova Coop presieduta da Fabrizio Gillone), nonché nella Talea di Alessandro Ghibellini e nella Sias di Marcellino Gavio, tutti a loro volta indagati. E indagati sono anche Popolare Italiana, il suo ex amministratore delegato Gianpiero Fiorani e il suo ex direttore generale Gianfranco Boni; Carige e il suo presidente, Giovanni Berneschi; Bper e il suo amministratore delegato, Giovanni Leoni; Popolare di Vicenza e il suo numero uno, Giovanni Zonin, con l'allora amministratore delegato Divo Gronchi, oggi direttore generale della stessa banca dopo essere passato per la presidenza di Bpi.

Tutti questi istituti, segretamente, avevano rastrellato con Unipol il 24,128% di Bnl che, con la quota rilevata dal "contropatto", consentiva a Consorte di disporre di circa il 51% della banca già prima dell'annuncio dell'Opa. Consorte, Sacchetti e Cimbri con Fiorani e Boni si legge nel 415 bis «da un lato negoziavano con i contropattisti...l'acquisto delle azioni Bnl da questi detenute nell'ambito di una trattativa che, al 7 luglio 2005, già individuava in Unipol il reale acquirente; dall'altro,non essendo Unipol autorizzata a superare la soglia del 10% (sino al 15 luglio 2005) e del 15% (il 15 luglio) del capitale di Bnl e non avendo i mezzi per lanciare immediatamente e da sola l'Opa totalitaria, prendevano accordi con soggetti disponibili ad intestarsi nell'interesse di Unipol le quote dei contropattisti e che si sarebbero palesate al mercato il 18 luglio 2005».

Regista dietro le quinte fu Banca d'Italia: l'ex governatore AntonioFazio e l'ex capo della Vigilanza Francesco Frasca, che Orsi considera addirittura gli istigatori della scalata. Brandendo l' «italianità» delle banche e con il sostegno di Fiorani, Fazio e Frasca avrebbero promosso e assecondato «esecutivamente » l'Opa.Essi si adoperarono perché il controllo di Bnl, da cui il Banco di Bilbao era a un passo, passasse a una società che non disponeva dei requisiti necessari per il buon esito dell'Offerta. Prova ne sia che Bankitalia finì per negare l'autorizzazione a Unipol, nel gennaio 2006, per mancanza dei requisiti prudenziali di adeguatezza patrimoniale.

Ieri il Gip di Milano Clementina Forleo ha consegnato alla Procura i testi delle telefonate che erano intercorse tra alcuni politici (tra cui l'attuale ministro degli Esteri,Massimo D'Alema) e alcuni degli indagati della fallita scalata del 2005. Saranno i pm a decidere se iscrivere i nomi di questi politici nel registro degli indagati, rendendo così utilizzabili le intercettazioni in sede processuale.

4 marzo 2008 - da www.ilsole24ore.com
 

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