L'attacco al ponte di Crimea non è avvenuto in un giorno a caso, ma nelle prime ore del 17 luglio. Proprio oggi scade l'accordo per l'esportazione del frumento dall'Ucraina. Accordo di cui la Turchia è garante e primo de facto beneficiario. La Russia era incerta se rinnovarlo, anche perché Putin non si è mai fidato del sultano, ma questo accordo di fondo era conveniente anche per la Russia, sebbene i falchi del Cremlino fossero da sempre contrari. Logicamente il presidente Putin dopo questo attacco si trova in difficoltà. Rinnovare sarebbe un atto di debolezza e difficilmente potrebbe farlo capire al sempre più numeroso partito dei falchi. Non rinnovarlo creerebbe tensioni con la Turchia,che si è detta addirittura disponibile a scortare le navi ucraine. Queste sono le solite minacce di Erdogan, ma in ogni caso la situazione per Putin non è semplice. Chi ha suggerito l'attacco al regime ucraino lo sapeva benissimo, non è solo guerra, è una partita a scacchi che può decidere le sorti del mondo.