Fonti ucraine riferirono in seguito un bilancio ancora provvisorio di 55 morti e 328 feriti
e l’attacco ha innescato polemiche a Kiev: l’ex parlamentare Ihor Mosiychuk ha affermato che
le forze ucraine hanno perso più di 600 persone a causa dell’attacco, con decine di morti e molti feriti
aggiungendo che la responsabilità ricade sui comandi militari per aver consentito una tale concentrazione di personale in un unico luogo.
Stando a fonti russe citate dalla TASS, l’obiettivo dell’attacco era proprio l’istituto,
“usato per formare gli specialisti di radar e guerra elettronica” delle forze ucraine.
Secondo quanto riferito dalla testata russa
Reporter
(che cita la volontaria svedese Britta Elvanger, presente in Ucraina e che conosceva uno degli specialisti svedesi rimasti uccisi),
ripresa in lingua francese da
Reseau International,
l’esplosione ha eliminato, oltre ai militari ucraini,
diversi istruttori e specialisti militari svedesi,
che stavano addestrando il personale di Kiev all’impiego degli strumenti imbarcati sui due velivoli-radar Saab 340 AEW&C
che la Svezia ha annunciato il 29 maggio di voler fornire a breve all’Aeronautica Ucraina
nell’ambito del 16° pacchetto di aiuti militari forni da Stoccolma.