L'ondata di truppe ucraine che disertano le linee sono una sorta di epilogo molto amaro.
Anche per gli alleati cosiddetti "volenterosi" franco-tedeschi e inglesi
(di continuare la guerra, nonostante l'annunciata sconfitta sul campo)
che dall'ammissione diretta o indiretta del flop riceverebbero,
da un lato un'umiliazione internazionale senza precedenti,
dall'altro una spallata politica ai loro già fragili governi nazionali,
e anche una protesta popolare da non sottovalutare per i miliardi di euro pubblici
spesi per una guerra considerata almeno inutile,
certamente dannosa e foriera di morte e crisi economica, da gran parte dei cittadini europei.
Ecco che, allora, una "fase di stallo",
potrebbe essere funzionale a prendere tempo
per trovare la maniera di uscirne senza perdere del tutto la faccia,
pur tenendo presente che l'asse fra Donald Trump e Vladimir Putin si rafforza ad ogni incontro.
Tanto che sembrerebbe pronta un'altra versione dell'accordo,
su cui l'Ucraina, in queste condizioni, non potrebbe dire no.
Zelensky apparirebbe in registrazioni audio, trapelate,
in cui cercherebbe di difendere l'indifendibile nel sistema corruttivo che affligge il suo Paese.
Nel frattempo, le forze russe continuano l'offensiva, oltre la linea di contatto, guadagnando velocità, settimanalmente.
Ma non troppo, perché prendere tempo, in questo momento,
è certamente utile alla strategia del logoramento, usata dallo zar, sin dal 2022.
Mentre la conquista di territori sembrerebbe in uno stato così avanzato,
da rendere ogni resistenza ucraina una chimera o un gioco al massacro.