SOLITAMENTE SEGUO UNO SCHEMA: (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Nessun dorma, state svegli e pronti a farvi sentire, visto che chi dovrebbe farlo sembra dormire, nelle braccia di Morfeo
l’Italia rischia di morire e mai come ora l’allerta non solo deve salire ma trasformarsi in un appello per evitare un drammatico scapicollo.


Insomma stiamo navigando tra Scilla e Cariddi e ci hanno messo in mano a un comandante e un equipaggio
che non sarebbero stati capaci neanche di attraversare una piscina perché non solo non hanno i gradi né la scuola,
ma anziché a salvare il paese pensano a salvare il posto e la poltrona.


Parliamo chiaro sono mesi che navighiamo allo sbando, a zig zag, per tentativi ridicoli e approssimativi,
con decreti sbagliati e anticostituzionali, con annunci e smentite, con scontri e ricatti nella coalizione, s
enza strategia e senza visione della crisi e della sua dimensione.


Basterebbe pensare ai discorsi di Giuseppe Conte, al tormentone, a riascoltarli attentamente tra il primo e l’ultimo non c’è un solo filo di coerenza,
non c’è uno straccio di legame e conseguenza, ognuno è opposto all’altro, contraddittorio, concavo e convesso all’occasione.


Siamo passati dalla rassicurazione che in Italia il covid sarebbe stato poco o niente al blocco totale,
dall’annuncio che eravamo preparati alla disperazione emergenziale,
dai 3 miliardi per contrastare la crisi alle centinaia di miliardi per tutti,
dalla garanzia che non ci sarebbe state dimenticanze ed esclusioni a un dpcm pieno di sbagli, chiacchiere e illusioni.


Siamo passati dagli annunci trionfali sui successi per il next e il recovery come fossero approvati
all’incontro di ieri con la Angela Merkel che testimonia l’esatto contrario, difficoltà, tempi lunghi
e soprattutto condizioni da paese sottomesso e al guinzaglio per le imposizioni.


Siamo passati dall’arroganza degli annunci sul modello italiano seguito ovunque,
all’evidenza che altrove si è fatto l’opposto a partire dall’economia,
dal fondo perduto erogato in tutti i paesi alla rapidità e semplicità degli interventi,
dal blocco fiscale che gli altri hanno fatto all’abolizione di vincoli e adempimenti,
insomma del nostro modello non si è seguito un tubo come era logico che fosse.


Per farla breve a risentire i discorsi di Giuseppe Conte ci si accorge che l’unica attenzione è stata quella dell’uso delle parolone,
della prosa suggestiva verso il popolino, come faceva la chiesa quando recitava la messa in latino per elevarsi rispetto all’ignoranza del comune cittadino.


Su tutto il resto solo contraddizioni, smentite e cambiamenti, perché dopo l’annuncio nella stessa coalizione sono partite sempre minacce e prese di distanza,
dal Mes alla scuola, dalle chiusure alle riaperture, dalle mascherine ai guanti, dall’Alitalia alle autostrade, dal fisco all’uso dei finanziamenti,
dalla sanatoria degli illegali alla chiusura dei bacini portuali, tutti contro tutti.


Tanto è vero che conte ha dovuto ritrattare e smentire in continuazione sotto il peso dei contrasti nella coalizione,
persino sulla task force e su Vittorio Colao, sulle figuracce dell’Inps, sugli accordi in Europa,
sul prolungamento dell’emergenza nazionale, sulle dimensioni delle erogazioni, un caos.


Eppure nel mentre questo governo non solo ha bruciato 80 miliardi scontentando tutti,
ma sta portando il paese ad un pil negativo del 12% e a un rapporto col debito che viaggia al 170%, una follia.


Pensate voi stavano nei guai col rapporto a gennaio del 130 figuriamoci al 170, con l’aggravante che di qui all’autunno per via della incapacità nei dpcm,
delle tasse che nessuno potrà pagare, delle regole demenziali sulle riaperture, una infinità di attività salteranno in aria
e partiranno centinaia di migliaia di licenziamenti, ecco perché giustamente da Confindustria in giù sono tutti furibondi.


Come se non bastasse sono ripartiti a iosa gli sbarchi di clandestini immigrati, arrivano a migliaia incontrollati,
molti infettati e ammalati per essere ammassati dove la gente giustamente per paura non li vuole e protesta,
si infuria mentre il governo insiste al posto di impedire con un blocco navale.


Insomma si dorme mentre l’Italia è governata da una maggioranza che si sapeva ci avrebbe rovinati persino prima che il virus ci fosse,
e che dopo la pandemia è peggiorata per incapacità, ignoranza, incoscienza e arroganza, nel senso letterale,
perché non è in grado di capire, conoscere, valutare e contrastare la tragicità della crisi.


Per obbedire all’Europa che mai ci ha amati, e vuole imporci le politiche al posto del nostro parlamento sovrano e obbligarci a non votare,
perché sia chiaro è la Ue che ha messo come condizione l’impedimento che al governo vada il centrodestra, ci stiamo rovinando con le nostre mani.


Siamo governati da chi non ha fatto uno straccio di strategia per reperire risorse indipendentemente dalla Ue
a partire da una revisione della spesa e degli sprechi verso il segmento privato ridotto alla fame, ad invarianza di bilancio,
da chi non ha pensato ad una riforma chiacchiere a parte,
da chi pensa mettere più Stato come se avesse dimostrato di essere un buon imprenditore anziché il contrario, e poi chi paga, con quali soldi che non c’è una lira?


Siamo governati infine da chi mortifica la democrazia e limita le nostre libertà garantite dalla carta ad ogni piè sospinto pur di tenerci sotto botta e sotto paura,
pur di mantenersi al potere magari per sempre, pur di impedire la scelta popolare, pur di condizionarci allo sfinimento e all’impotenza
per non cambiare maggioranza, che piaccia o nò siamo in allarme democratico.


Ecco perché diciamo sveglia italiani, nessun dorma, stiamo allerta, perché la democrazia come l’economia vanno difese sempre,
i sacrifici per la libertà, il sudore per le attività, la fatica per la produzione e l’occupazione, la possibilità di scegliere e cambiare liberamente
sono una conquista del paese e della costituente, lo dice la storia e lo vuole la gente dal nord al sud.


Quella stessa gente che a sentirla racconta di voglia di rinascita e ripresa, di voglia di libertà d’iniziativa,
di lavoro e ricostruzione di una nazione al lumicino, racconta infine di una voglia d’impegno senza fine
al posto di una fine senza impegno, viva la libertà, viva la democrazia, viva il pluralismo,
viva le libere elezioni e soprattutto viva L’Italia, se lo merita eccome, nessun dorma.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Oggi Rutte, che è primo ministro di una nazione democratica, comunque la pensiate, in cui il Parlamento è sovrano,
si è rivolto ai rappresentanti del popolo per parlare di Recovery Fund, e , come ci presenta Reuters,
le sue parole non sono state quell’inno alla gioia ed alla solidarietà europea che Conte ed i Piddini desiderano.


Mark Rutte ha dichiarato di essere pessimista riguardo alle possibilità di raggiungere un accordo sul proposto Recovery Fund,
o Next Generation EU in occasione di un vertice UE che inizierà venerdì prossimo l’ennesimo di questa lunga manfrina.


“Le risposte dietro le quinte delle nostre proposte non mi fanno sperare sulle possibilità di raggiungere un accordo“,
ha detto Rutte nel dibattito al parlamento olandese.



Rutte ha affermato questo a seguito dei vari colloqui con i leader europei, compreso Conte,
che hanno cercato di convincerli a superare la loro opposizione alle proposte per un fondo da 750 miliardi di euro sostenuto da Francia e Germania.

Attenzione che i metodi della UE sono stati piuttosto mafiosi , giungendo a minacciare la cancellazione delle favorevoli clausole di carattere fiscale.

Rutte ha comunque confermato di essere contrario all’idea di rendere disponibile gran parte del fondo sotto forma di sovvenzioni,
a meno che i paesi non trovino un modo per garantire che le riforme economiche promesse in cambio del denaro vengano effettivamente promosse.


“I sussidi dovrebbero comportare condizioni molto rigide, questo è l’unico modo
“, ha affermato Rutte.

“Non sarei in grado di spiegare come possiamo concedere sovvenzioni senza promesse di riforme serie
e modi per assicurarci che effettivamente avvengano. Ma non credo che questa idea sarà accettata “.


Ricordiamoci che l’Olanda è il paese che, pro capite, contribuisce di più all’Unione,
anche se poi la letterale pirateria fiscale che le viene concessa costituisce uno strumento per ripagare, indirettamente il suo impegno verso la Commissione.

Praticamente, con una specie di tacito accordo, viene permesso ai Paesi Bassi di “Rubare” fiscalmente agli altri
pur di contribuire un po’ di più ai bilanci, ma anche questa corda si può tendere sino ad un certo limite , soprattutto dal punto di vista politico
.

Perchè, al contrario dell’Italia di Conte e dei suoi stati di emergenza, i Paesi bassi sono un paese democratico e Rutte deve rispondere al suo parlamento.

Non è che in europa si inventeranno qualche forma di commissariamento degli stati, soprattutto mediterranei, per far fronte alle richieste di Rutte?

Non è che domani ci troviamo una troika, magari sotto nome diverso, ma sempre con la stessa finalità?


Come si dice Berlusconi in fiammingo?

Dobbiamo chiederglielo, visto che ha trasferito li la sede di Mediaset……………
 

Val

Torniamo alla LIRA
Perchè questa insistenza di Conte sull’imposizione dello Stato di Emergenza sino a Gennaio 2021 ?


Ora da gennaio 2020 il nostro prode Giuseppi Conte viene a godere dei poteri totali ed assoluti legati al potere d’emergenza.

Questo ha portato ad un progressivo svuotamento di tutti gli organi democratici, Parlamento in testa,
fenomeno accentuato, aggiungiamo noi, da un lato da un’informazione serva,
dall’altro lato dalla liquefazione del teorico difensore della Costituzione, cioè il presidente della repubblica.



Ora il trucco di Conte e dei suoi accoliti per riuscire a salvarsi è duplice:


  • da un lato si cerca di coivolgere tutti i poteri fino a ieri inaccettabili.
  • Di Maio parla con Gianni letta per attrarre Forza Italia a fare la riserva della maggioranza,
  • ma poi si va a cena con Mario Draghi, con la Von Der Leyen etcc.
  • non c’è potere contro cui il Movimento 5 Stelle si sia battuto che invece ora non venga accarezzato, blandito ed adulato;

  • dall’altro si ricorre al prolungamento dello Stato di emergenza, per contrastare i sommovimenti sociali
  • che sicuramente ci saranno nel prossimo autunno, avviandoci ad una strada di dittatura teoricamente illuminata.

Intanto a cosa serve lo stato di Emergenza ?

A Blandire i poteri forti.

L’incontro con Gianni letta è servito per guidare la scelta in AGICOM, l’autorità per le comunicazioni tanto cara a Mediaset.

Tra l’altro i decreti emergenziali contengono al loro interno delle STRANE norme
che riducono la pubblicità destinata alle radio e TV locali ed alla RAI, a favore , chissà come mai,
dei grandi network come LA7 e Mediaset.

Inoltre anche per Benetton ci sono dei fatti che Conte può spiegare, e non saprà spiegare,
dato che il Ministro De Micheli ai trasporti già il 13 marzo scorso sollecitava una rapida decisione a Conte sulle autostrade,
affermando di avere tutti i dati.


Invece Conte ha rinviato e rinviato.



Insomma alla fine Conte desidera solo manovrare tutti e tutto per i propri scopi, e non ha scrupolo,
con i Cinque Stelle , di diventare strumento di quelli che una volta disprezzava.

L’ìmportante è la sedia
 

Val

Torniamo alla LIRA
Prolungare l’emergenza non solo non ha senso, ma vorrebbe dire anche mandare un messaggio sbagliato all’estero.

E’ il pensiero di Matteo Bassetti, primario di infettivologia dell’ospedale San Martino di Genova.

“Io guardo non solo a casa nostra ma anche in altri paesi europei.

Nella prossima settimana nessun paese europeo sarà più in stato di emergenza"

ha detto Bassetti a L’aria che tira estate su La7, rispondendo alla domanda del conduttore se avesse senso una eventuale proroga dello stato di emergenza.



"E’ evidente che il Covid-19 ha rappresentato un’emergenza sanitaria soprattutto per il sistema ospedaliero”,

ha proseguito Bassetti nel suo intervento,

“quello che ci ha messo in grande ansia a febbraio-marzo era il fatto di trovare il posto a tutti quelli che stavano male.


Oggi quegli stessi reparti che sono stati ben organizzati sono vuoti e rimarranno vuoti a lungo,
pronti per eventualmente per i nuovi casi che ci saranno a ottobre-novembre.

Se avere gli ospedali vuoti vuol dire essere in una emergenza sanitaria, io francamente non lo penso”.


L’infettivologo spiega inoltre il danno che si rischia di fare all’immagine dell’Italia
con un eventuale prolungamento dello stato di emergenza senza che ce ne siano i presupposti:

Stiamo creando un’informazione non corretta del nostro Paese, all’estero pensano che le cose siano tutt’altro che a posto.

Quando Spagna, Portogallo o Francia, paesi con ondate simili alla nostra, sono già usciti da questo stato di emergenza
e noi invece continuiamo a decretarlo, è chiaro che l’informazione che arriva fuori non è quella corretta.

I colleghi stranieri mi dicono “come mai siete ancora in emergenza?“.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Dopo il mezzo fallimento, peraltro previsto, del vertice tra Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel,
sarebbe il caso che qualcuno incominciasse a preoccuparsi di quanto potrebbe avvenire nelle prossime settimane
se l’illusione alimentata dalle assicurazioni del Governo di un poderoso Recovery Fund
capace di far ripartire l’economia del Paese bloccata dalla pandemia del coronavirus
dovesse svanire con la fine dell’estate e l’avvicinarsi di un drammatico autunno.

Una eventualità del genere non sarebbe soltanto una dimostrazione inequivocabile della inadeguatezza dell’attuale esecutivo,
diventando l’occasione non rinviabile per la sua liquidazione, ma potrebbe diventare anche un comodo pretesto
per i partiti della maggioranza di scaricare sui sovranisti europei alleati di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni
la responsabilità dei mancati aiuti all’Italia e cogliere l’occasione per interrompere una esperienza governativa
che minaccia di portarli ad un comune disastro elettorale e passare la patata bollente di una crisi economica incontrollabile ad altre forze politiche
su cui si scaricherebbe il peso sempre più gravoso della gestione di un Paese in rotta con l’Europa e privato di qualsiasi fonte di aiuto.


Molti collegano questa ipotesi drammatica con il colloquio avuto da Luigi Di Maio con Mario Draghi
e con le sempre più insistenti voci sulla eventualità che il Governo giallorosso possa essere sostituito,
in nome dell’emergenza provocata dal mancato Recovery Fund, da un Governo di unità nazionale
presieduto dall’unico leader italiano in grado di ricucire con l’Europa, Mario Draghi,
ormai condannato al ruolo di salvatore in extremis di una patria che da sola e nelle mani degli inadeguati non sappia più a che santo appellarsi per salvare la pelle.


Dopo i giallorossi, allora, ci aspetta un Governo multicolore in cui entrino tutti i partiti presenti in Parlamento
e magari un pezzo del Movimento Cinque Stelle pronto a scindersi dal resto del partito per giocare la carta identitaria del movimentismo delle origini?


Fantapolitica o ipotesi realistica, l’interrogativo è sufficiente per prendere atto del baratro a cui ha condotto l’Italia la classe politica degli improvvisati e dei dilettanti allo sbaraglio.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Basterebbe guardarsi attorno per vedere che siamo l’unico paese al mondo a riunire in notturna così spesso,
tanto il cdm quanto i vertici della maggioranza, per risolvere e mediare i temi più scottanti della settima potenza del pianeta.



Se non fosse vero sarebbe materia da psicanalisi, da copione di un film di fantascienza o di un romanzo d’appendice,
eppure coi giallorossi è diventata una realtà che solo da noi può essere accettata e sopportata.


Anche perché a dirla tutta, questa maggioranza che nel paese è minoranza chiara,
già fatica di giorno a ragionare e partorire soluzioni, figuriamoci la notte
quando con alle spalle il peso delle ore precedenti, la stanchezza irrompe e offusca i ragionamenti.



Tanto è vero e lo sappiamo che dai vertici notturni tra leader per non parlare di quelli dei ministri,
sono usciti fino ad ora i salvo intese, i nulla di fatto, decreti posticci e soluzioni più simili a pasticci.


Oltretutto non si capisce il motivo per cui si scelga la notte anziché il giorno,
quando a mente fresca la testa funziona meglio a dispetto dello sbadiglio,
a meno che il cervellone che organizza l’agenda del governo voglia solo tenere lontano dai ministri l’orecchio lungo dei giornalisti.


Sia come sia la coalizione più di sinistra della storia, il governo più abborracciato di sempre,
l’esecutivo delle seconde file messo in piedi a forza solo per impedire che la democrazia del voto facesse il corso naturale
è abituato alla notturna come cerimonia rituale.


Anche stanotte infatti s’è riunito per affrontare il problema di autostrade, delle concessioni,
delle estromissioni dei fratelli Benetton dopo la tragedia del ponte, col risultato da definire,
salvo intese e fuori programma di rimettere di nuovo lo Stato a comandare per evitare ogni futuro dramma.



Ebbene che da parte del gruppo aziendale Benetton ci siano stati errori gravissimi è chiaro,
la magistratura prima o poi farà giustizia, speriamo,
ma che lo Stato imprenditore sia una garanzia di efficienza e sicurezza è una balla colossale che solo i comunisti possono affermare.


Insomma potremmo fare un elenco sterminato di aziende di stato diventate carrozzoni,
mangia soldi, utili solo a sistemare amici, trombati e tromboni, dunque non è la presenza dello stato a garantire,
ma la precisione dei contratti, la verifica degli adempimenti e delle regole d’ingaggio,
l’accertamento costante della qualità nella gestione e manutenzione di una concessione.


Si chiaro anche i privati ne hanno combinate, utilizzando privilegi, finanziamenti pubblici per mettere in piedi aziende
che poi per mala gestione sono andate storte, ma anche qui a dirla tutta lo stato ha sbagliato
perché anziché lasciarle fallire come succede ovunque o le ha salvate o rilevate.


Quanto ci siano costati troppi salvataggi è una follia,
così come una follia costano tante aziende rilevate sull’orlo del fallimento
e che dopo anziché meglio sono andate peggio con la differenza che essendo ormai statali non saltano in aria ma pesano un’eresia sui conti pubblici.


Quella dei salvataggi e dell’intervento per rilevare aziende decotte e malgestite è una caratteristica italiana,
vittima dello statalismo e dell’assistenzialismo cattocomunista che imperversa da decenni,
i famosi accordi sottobanco fra Dc e Pci, col risultato che la spesa e il debito pubblico sono finiti fuori controllo.


Altrove nel mondo occidentale, le aziende nascono e muoiono, se vanno male si lasciano fallire, banche comprese,
solo in casi eccezionali e rari interviene lo stato per aiutare o rilevare,
da noi al contrario il pubblico è sempre intervenuto con costi stratosferici in molti casi diventati strutturali,
insomma basterebbe pensare a quanto ci sia costata negli anni la Fiat per dritto o per rovescio.


Per non parlare delle municipalizzate e di una infinità di partecipate territoriali che ci siamo messi in collo
e che rappresentano quanto di meno redditizio e produttivo possa esserci,
ecco perché lo statalismo e l’assistenzialismo dei giallorossi fa paura, perché rappresenta il male e non la cura.


Sia come sia vedremo come finirà su autostrade, come sull’ex Ilva, su Alitalia, su molte banche a proposito delle quali basterebbe pensare al Mps
e ai costi in tasse e debito che ci portiamo addosso per aver coperto impicci a più non posso,
di certo non è questa la strada di un governo attento e liberale che pensi allo sviluppo, alla crescita e all’incremento della produttività generale.


Insomma torniamo sempre lì, alla cultura, alla matrice, quella dei giallorossi è comunista,
cattocomunista con l’aggiunta dei grillini fanatici cinesi e di Nicolás Maduro,
ecco perché con loro non può esserci futuro, quella matrice è stata l’origine del male economico sociale dell’Italia,
del socialismo reale che ha storto l’albero fino a piegarlo come vediamo.


Delle due l’una o ci mettiamo l’animo in pace di essere condannati al fallimento oppure reagiamo,
resistiamo e chiediamo a viva voce il voto democratico per la libertà di scelta e il cambiamento.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Mark Rutte non cede, con gli altri austeri, alla concessione del “Recovery fund” poi Next generation EU”,
il fondo che dovrebbe essere creato per convertire le industrie francesi, tedesche e polacche e per infinocchiare gli italiani,
ed allora la Commissione e la Merkel hanno la brillante idea di fargli trovare una testa di cavallo nel letto, nel più puro stile europeo.


Secondo quanto riporta il Financial Times Bruxelles ha in programma di perseguire gli stati membri a basso regime fiscale
sui loro vantaggiosi regimi di imposta sulle società, il tutto anche sulla spinta della crisi economica causata dal Covid-19.

La Commissione europea starebbe valutando i modi per attivare strumenti sinora non utilizzati dei trattati europei
per evitare che multinazionali ed aziende possano sfruttare i paesi a fiscalità più vantaggiosa.

Questo permetterebbe di poter agire non all’unanimità , permettendo ad ogni micro stato fiscalmente agevolato di bloccare il tutto, ma di agire a maggioranza qualificata.

Questo avverrebbe utilizzando l’art 116 del TFUE che afferma:

Qualora la Commissione constati che una disparità esistente nelle disposizioni legislative,
regolamentari o amministrative degli Stati membri falsa le condizioni di concorrenza sul mercato interno e provoca,
per tal motivo, una distorsione che deve essere eliminata, essa provvede a consultarsi con gli Stati membri interessati.


Se attraverso tale consultazione non si raggiunge un accordo che elimini la distorsione in questione,
il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria,
stabiliscono le direttive all’uopo necessarie. Può essere adottata ogni altra opportuna misura prevista dai trattati.



La disparità fiscale quindi sarebbe esaltata dal punto di vista di una violazione della parità di concorrenza
e quindi sarebbe sanzionabile a maggioranza del Parlamento Europeo e del 55% dei voti del Consiglio (15 su 27 paesi attualmente).

Questa norma è particolarmente importante perchè sarebbe un’arma puntata ad almeno un paio di paesi contrari al Recovery,
Austria e Olanda, dove l’Olanda è il capofila degli austeri e, come affermato oggi da Rutte, sarebbe ancora contraria a qualsiasi soluzione ritenuta accettabile per gli altri.


Tra l’altro domani la Corte di Giustizia della UE deve pronunciarsi sulla direttiva che impone ad Apple di pagare 13 miliardi di tasse allo stato Irlandese,
ed a questo di incassarle, per elusione fiscale ai danni degli altri Paesi UE.

Praticamente Dublino, pur avendo diritto ed obbligo a far pagare almeno le già basse imposte irlandesi,
non avrebbe mai fatto nulla per incassarle, con il risultato che ora la Commissione vuole obbligare l’Irlanda
ad incassare almeno le basse tasse dovute.

Perchè si può essere un paradiso fiscale anche ignorando o dimenticandosi di incassare.


Quanti sono i paesi colpiti?

Facciamo due conti: Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo sicuramente,

ma la norma sarebbe estensibili anche a paesi dell’est come l’Estonia o la Bulgaria che hanno dei regimi particolarmente premianti.

Non dimentichiamo poi Malta, ma sarebbe sbagliato anche non considerare, ad essere onesti, i Territori d’Oltremare Francesi.



La cosa divertente è che è proprio un olandese, Paul Tang, della sottocommissione alle imposte del parlamento europeo, uno dei più duri accusatori:

Mettere in gioco l’articolo 116 potrebbe porre fine alle pratiche sleali nei paradisi fiscali dell’UE.
È una corsa verso il basso che avvantaggia alcuni a spese del resto.
Questo è inaccettabile, soprattutto in periodi economici difficili
. ” ha affermato.


Comunque è curioso che questo tema torni in campo proprio ora, mentre si dicute del recovery Fund c
he vede i paesi bassi così fortemente allineati in una posizione opposta alla UE.

Sappiamo bene che il caso Bruxelles, non esiste….
 

Val

Torniamo alla LIRA
Vi presentiamo l’elenco completo dei testimoni, con le motivazioni per la loro chiamata a testimoniare,
presentato dal giudice Palamara presso la sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura a propria discolpa.

L’elenco è molto utile per capire quali saranno le evoluzioni del caso di fronte al massimo organo disciplinare della Magistratura. Buona lettura


SEZIONE DISCIPLINARE
Proc. n. 76/2019 R.G.C.
Udienza del 21 luglio 2020


RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE ALLA CITAZIONE DI TESTIMONI E DI COINCOLPATI NEL MEDESIMO O IN ALTRO PROCEDIMENTO DEI QUALI SARÀ CHIESTO ANCHE AI SENSI DELL’ART.495, COMMA 2, C.P.P., L’ESAME SULLE CIRCOSTANZE PER CIASCUNO INDICATE CON RISERVA DI PRODURRE DOCUMENTAZIONE ANCHE RELATIVA AD INDAGINI DIFENSIVE ESPLETATE EX ART. 391 BIS C.P.P.


Ill.mo Presidente,


nella mia qualità di difensore di fiducia del dott. Luca Palamara, chiedo la citazione dei seguenti testi (eventualmente da escutersi, come meglio specificato per taluni di essi, ai sensi dell’art. 210 cod. proc. pen.), il cui esame verterà sugli oggetti di cui all’art. 187 cod. e la cui escussione si presenta indispensabile ai fini delle prove indicate a discarico sui fatti oggetto delle prove a carico, così come previsto dall’articolo 495, comma 2, cod. proc. pen.

TESTIMONI

Con riferimento ai fatti indicati nel capo 1) lctt.X (prima parte)
  1. Gerardo MASTRODOMENICO
  2. Roberto DACUNTO
  3. Gianluca BURATTINI
  4. Fabio DEL PRETE
  5. Duilio BIANCHI
  6. Gaspare STURZO
  7. Fabrizio VANORIO
  8. Paola BALDUCCI
  9. Giovanni LEGNINI
  10. Riccardo FUZIO
  11. Giovanni MELILLO
  12. Stefano ERBANI
  13. Francesco Saverio GAROFANI
  14. Gianluigi MORLINI
  15. 15.Antonio LEPRE
  16. Corrado CARTONI

Con riferimento ai fatti indicati nel capo 1) lett. X (seconda parte)

  1. Luca TESCAROLI
  2. Ermino Carmelo AMELIO
  3. Paolo BARLUCCHI
  4. Vincenzo IACOVITTI
  5. Mario SURIANO

Con riferimento ai fatti indicati nel capo 1) lett.Y


  1. Roberta PINOTTI
  2. Raffaele SQUITIERI
  3. Paola ROIA
  4. Andrea ARMARO
  5. 26.Sergio SANTORO
  6. Franco LO VOI
  7. Antonella CONSIGLIO
  8. Rodolfo SABELLI
  9. 30.Stefano PESCI
  10. Agnello ROSSI
  11. Francesco CAPORALE
  12. Nunzia D’ELIA
  13. Sergio COLAIOCCO
  14. Lia AFFINITO
  15. Lucio ASCHETTINO

Con riferimento ai fatti indicati nel capo 1) lett.Y. 1)
  1. Claudio GRANATA
  2. Claudio DE SCALZI
  3. Domenico IELO

Con riferimento ai fatti indicati nel capo 1) lett.Y.2)
  1. Luigi SPINA ‘

Con riferimento ai fatti indicati nel capo 1) lett.Y.3)
  1. Andrea DE GIORGIO
  2. 42.Sabina CALABRETTA
  3. 43.Luciano PANZANI

Con riferimento ai fatti indicati nel capo 1) lett.Y.4)


44.Stefano FAVA
  1. Giuseppe BIANCO
  2. Erminio AMELIO
  3. Antonio FUGAZZOTTO
  4. Piercamillo DAVIGO 49.Sebastiano ARDITA
  5. Giovanni BRUNO
  6. Alberto DELLO STROLOGO
  7. Domenico IELO
  8. Paola PIRACCINI
  9. Paolo CRISCUOLI
  10. Antonangelo RACANELLI
  11. David ERMINI
  12. Riccardo FUZIO
  13. Marco BISOGNI
  14. Martina BONFIGLIO
  15. Paolo FRAULINI

Con riferimento ai fatti indicati nel capo 1) lett.Y.5)

  1. Francesco PRETE
  2. Federico CAFIERO DE RAHO
  3. Giuseppina CASELLA
  4. Giuseppina GUGLIELMI
  5. Paolo ABRITTI
  6. Franccsco MENDITTO
  7. Mara MATTIOLI
  8. Pasquale CICCOLO
  9. Luigi PACIFICI
  10. Alessandra ZINITI
  11. Giovanni BIANCONI

Con riferimento ai fatti indicati nel capo 2

  1. Nicola MANCINO
  2. Michele VIETTI
  3. Giovanni LEGNINI
  4. Davide ERMINI
  5. Cesare MIRABELLI
  6. Giovanni Maria FLICK
  7. Massimo BRUTTI
  8. Francesco GRECO
  9. Ernesto LUPO
81.Silvia DELLA MONICA
  1. Laura LAERA
  2. Giuseppe AMATO
  3. Edmondo BRUTI LIBERATI
  4. Claudio CASTELLI
  5. Carmelo CELENTANO
  6. Giovanni ILARDA
  7. Andrea ORLANDO
  8. Anna FINOCCHLARO
  9. Gianrico CAROFIGLIO
  10. Antonella MAGARAGGIA
  11. Guido CAMPLI
  12. Francesco TESTA
  13. Anna Maria MANTINI
  14. Alessandra SALVADORI
  15. Bianca FERRAMOSCA
  16. Francesco MINISCI
  17. Laura ROMEO
  18. Mariano SCIACCA
  19. Maria Antonietta TRONCONE
  20. Francesco SOVIERO
  21. Maria Vittoria DE SIMONE
  22. Roberto ALFONSO
  23. Luigi RIELLO
  24. Massimo FORCINITI
  25. Eugenio ALBAMONTE
  26. Cristina ORNANO
  27. Baldovini DE SENSI
  28. Antonia GIAMMARIA
  29. Francesco VIGORITO
  30. Aniello NAPPI
  31. Franco CASSANO
  32. Rosina ROMANO
  33. Maria Laura PAESANO
115.Silvia CORINALDESI
  1. Renato BALDUZZI
  2. Rossana GIANNACCARI
  3. Aldo MORGIGNI
  4. Alessandro PEPE
  5. Valerio FRACASSI
  6. Antonangelo RACANELLI
  7. Guido LO FORTE
  8. Antonio INGROIA
  9. Alfonso SABELLA
  10. Catello MARESCA
  11. Bruno FASCIANA
127.Salvatore DI VITALE
  1. Piergiorgio MOROSINI
  2. Emanuele BASILE
  3. Mario SURIANO
  4. Piercamillo DAVIGO
  5. Fulvio GIGLIOTTI
  6. Donatella FERRANTI

  • §§§§§§§§§§§§

  1. A) Con riferimento ai fatti indicati nel capo 1) lett.X ed in particolare alla contestazione formulata al dott. Palamara di “aver discusso nell’incontro del 9/ 5/19 della strategia da seguire ai fini della nomina oltre che con alcuni componenti del C.s.rn. anche con una persona (Luca Lotti, deputato al Parlamento nazionale) per la quale la Procura della Repubblica di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio, nel dicembre 2018, nell’ambito di una nota vicenda giudiziaria, di risonanza nazionale” si indicano i seguenti testimoni (fatte salve tutte le eccezioni in merito alla inutilizzabilità della sessione 7 progressivo n.42 RT 175/19 il cui audio è stato acquisito agli atti del presente procedimento).

Ai sensi degli artt. 187 e 495, comma 2, cod. proc. pen., il tema di prova in questione è finalizzato a dimostrare: le modalità di acquisizione della captazione dei colloqui presso l’Hotel Champagne e la totale estraneità dell’on. Lotti alla scelta del nominativo Procuratore di Roma. Più in particolare, costituiranno oggetto di esame:


– il fatto che il dott. Palamara, atteso il disposto dell’art. 11 cod. proc. pen., alla data del 13 dicembre 2017, e comunque in epoca anteriore alla informativa del 3 maggio 2018 poi trasmessa per competenza alla Procura di Perugia, era già stato oggetto di indagini nell’ambito del procedimento 44630/16 da parte della stessa Procura di Roma (cfr. verbale di sommarie informazioni di Nicola Artini del 13 dicembre 2017) e che in questo periodo, nonostante gli accertamenti, in corso era stato normalmente contattato anche da parte degli stessi magistrali titolari delle indagini di Roma c Perugia per questioni attinenti allo svolgimento delle funzioni previste dall’art. 105 della Costituzione;


– le modalità con cui sono stati registrali i colloqui presso l’Hotel Champagne ed individuati i relativi partecipanti da parte del GICO della GDF, la loro conformità, o meno, al provvedimento del PM di Perugia del 10 maggio del 2019 che intimava al Colonnello Mastrodomenico di spegnere i microfoni in occasiono degli incontri con i parlamentari;


– la circostanza che, alla data del 9 maggio 2019, la Procura di Roma aveva già compiuto le sue determinazioni riguardo alla posizione processuale dell’on. Lotti, sicché ogni interlocuzione sulla futura scelta del Procuratore di Roma non avrebbe potuto comunque influire su questo aspetto, qualunque nominativo fosse stato poi prescelto dal CSM;


– l’assoluta estraneità dell’on. Lotti agli orientamenti maturati, alla data del 9 maggio 2019, dai gruppi di Unicost e di Magistratura Indipendente sul profilo professionale ritenuto più meritevole a ricoprire l’incarico di Procuratore di Roma;


– l’autonomia del rapporto tra Fon. Lotti ed il Vice-Presidente del CSM, on. Ermini;


– l’autonomia del rapporto tra Fon. Lotti cd il dott. Garofani;


la circostanza che la conoscenza e la frequentazione tra il doli. Palamara e l’On. Lotti è avvenuta in ambito istituzionale c alla presenza anche dell’allora Procuratore di Roma;


– che i riferimenti alla vicenda Woodcock, nel corso dei colloqui registrati con il trojan, erano ricollegati a quanto accaduto in merito alle vicende penali dell’on. Lotti.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Su tali circostanze si richiede l’escussione di:


1.Gerardo MASTRODOMENICO. nella sua qualità di ufficiale di P.G. del GICO della GDF 2A sezione C.O. di Roma, attualmente Comandante Provinciale della GDF di Messina, che riferirà: sull’attività svolta nell’ambito del procedimento penale n.44630/16 RGNR della Procura di Roma relativamente alla persona del dott. Palamara (intercettazione Centofanti-Attisani; accertamenti presso Hotel Fonteverde; sommarie informazioni Nicola Artini); sulla effettiva qualifica dallo stesso rivestita nell’ambito della GDF al momento dello svolgimento delle indagini nell’ambito del procedimento penale n.6652/18 presso la Procura di Perugia cd in particolare sulle funzioni dallo stesso rivestite all’interno della Guardia di Finanza dal maggio 2018 al giugno 2019; sul contenuto della informativa del 10 aprile 2019 n. 19/1924 pag. 4 ed in particolare sugli accertamenti eseguiti nei confronti del dott. Palamara e dell’on. Ferri e sulle modalità con le quali sono stali accertati gli asseriti “elementi di opacità” nel rapporto ira i due; sulle modalità con le quali sono identificati i partecipanti all’incontro del 9 maggio 2019 presso motel Champagne; sulle ragioni per cui non sono state riportate nella informativa in questione i progressivi 8521 e 8522 KIT 120/ 19 relativamente a due conversazioni telefoniche tra il dott. Palamara e l’on. Ferri; sulle modalità di predisposizione del servizio di ascolto delle operazioni di intercettazione; sulle modalità di programmazione delle 180 registrazioni che hanno poi generato 3500 progressivi; sulle ragioni per le quali il microfono non venne spento nonostante il provvedimento del P.M. di Perugia del


10 maggio 2019 che intimava agli operanti di P.G. lo spegnimento del microfono in caso di incontri del dott. Palamara con parlamentari; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;


  1. Roberto DACUNTOnella sua qualità di M.llo del GICO della GDF di Roma, riferirà sulle modalità di configurazione delle operazioni di registrazioni nella giornata dell’8 maggio 2019; sulle modalità con cui è stata effettuata la programmazione; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  2. Gianluca BURATTINInella sua qualità di M.llo del GICO della GDF di Roma, nella sua qualità di M.llo del GICO della GDF1’ di Roma, riferirà sulle modalità di configurazione delle operazioni di registrazioni nella giornata dell’4? maggio 2019; sulle modalità con cui è stata effettuata la programmazione; sull’attività svolta nei confronti del dott. Palamara nell’ambito del procedimento 44630/16 RGNR; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  3. Fabio DEL PRETE, nella sua qualità di appuntato scelto del GICO della GDF di Roma, riferirà sulle modalità di predisposizione del servizio di intercettazione e, in particolare, sul motivo per il quale il 9 maggio 2019 non si è proceduto a staccare ilmicrofono nonostante la presenza di soggetti parlamentari; sulle modalità di individuazione degli interlocutori della intercettazione telefonica con progressivo n.8498 datata 8 maggio 2019 alle ore 19.13 c sulle modalità di identificazione dell’on. Ferri;
  4. Duilio BIANCHI, nella sua qualità di direttore di divisione IP della RCS s.p.a., riferirà sulle seguenti circostanze: sulle modalità di funzionamento del captatore informatico; sulle modalità di inizio e fine registrazione; sulle modalità con le quali venne programmato di effettuare 180 registrazioni; sulle modalità con le quali sono stati generati 3500 progressivi e sulla successione cronologica degli stessi; sulle ragioni per cui nella giornata del 9 maggio del 2019 le registrazioni si interrompono alle ore 16.02; sulle ragioni per cui alle ore 21.53 del 21 maggio 2019 la registrazione venne interrotta; sulle modalità di attribuzione dei progressivi ai singoli frammenti di conversazione, con l’interruzione di un progressivo e l’inizio di un altro e se le stesse siano derivate dal sistema o dall’operatore; sul motivo per cui la conclusione di ciascun progressivo non corrisponde alla sospensione del dialogo, ma ad una sua interruzione nonostante lo stesso proseguisse; se in costanza di giorno cd orario di attivazione, la captazione fosse ininterrotta o rimanesse non operante in presenza di assenza di conversazioni, o attività diversa sull’apparato, attivandosi solo in presenza di determinati fenomeni (fonte sonora o altro); sulle ragioni per cui in giorni ed orari di attivazione si siano verificate interruzioni nelle captazioni; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto delle incolpazioni;
  5. Gaspare STURZO, nella sua qualità di giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma riferirà sulle seguenti circostanze: sugli sviluppi del procedimento penale nei confronti dell’on. Lotti; sulla posizione processuale dell’on. Lotti alla data del 9 maggio 2019; sui rapporti intercorrenti tra il doti. Sturzo ed il dott. Palamara; su ipotetiche interlocuzioni con il medesimo, di qualsiasi natura, da parte del dott. Palamara con riferimento alla vicenda penale dell’on. Lotti; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  6. Fabrizio VANORIO, nella sua qualità di PM presso la Procura di Napoli, riferirà sulle seguenti circostanze: sulle dichiarazioni rilasciate al giornalista Dario del Porto in data 16 aprile 2017 sul quotidiano la Repubblica; sui problemi di competenza tra la Procura di Roma e la Procura di Napoli con riferimento alle vicende penali dell’on. Lotti e più in generale della vicenda Consip; sui conflitti di competenza tra la Procura di Roma e la Procura di Napoli a seguito della iscrizione dell’ufficiale del NOE Scafarto nel registro degli indagati; sulle vicende relative alla iscrizione del dott. Woodckock nel registro degli indagati da parte della Procura di Roma; sugli sviluppi del procedimento disciplinare nei confronti del dott. Woodckock; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  7. Paola BALDUCCI, nella sua qualità di avvocato penalista del foro di Roma nonché di componente del CSM 2014-2018, riferirà sulle seguenti circostanze: sui rapporti di conoscenza e di frequentazione in ambito istituzionale tra il dott. Palamara e l’on. Lotti, nonché sulla presenza in tali occasioni tra gli altri anche del Procuratore Pignatone; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  8. Giovanni LEGNINI, nella sua qualità di Vice-Presidente del CSM 2014-2018 riferirà sulle seguenti circostanze: sui rapporti di conoscenza c di frequentazione tra il dott. Palamara e l’on. Lotti nonché sulla presenza in tali occasioni tra gli altri anche del Procuratore Pigliatone; sui problemi di competenza tra la Procura di Roma e la Procura di Napoli con riferimento alla vicende penali dell’on. Lotti e più in generale della vicenda Consip, sugli sviluppi del procedimento disciplinare nei confronti del dott. Woodcock già titolare del procedimento penale relativo alla vicenda Consip c alla trasmissione a Roma degli atti relativi all’on. Lotti; sul contenuto di una conversazione avuta con l’on. Paolo Cirino Pomicino sul conto del dott. Woodcock nel periodo di svolgimento del procedimento disciplinare nei confronti dello stesso Woodcock, conversazione poi oggetto di una intercettazione ambientale nell’ambito del procedimento Consip; sulle ragioni del rinvio del procedimento disciplinare nei confronti del dott. Woodckock e del dott. Cariassi; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  9. Riccardo FUZIO, riferirà sugli sviluppi del procedimento disciplinare nei confronti del dott. Woodcock c su quanto a sua conoscenza in merito alla conversazione tra Legnini e Pomicino poi oggetto di una intercettazione ambientale nell’ambito del procedimento Consip inerente la vicenda penale dell’on. Lotti; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  10. Giovanni MELILLO, riferirà su quanto a sua conoscenza in merito agli sviluppi del procedimento disciplinare nei confronti del dott. Woodcock e sulla conversazione tra Legnini e Pomicino poi oggetto di una intercettazione ambientale nell’ambito del procedimento Consip inerente la vicenda penale dell’on. Lotti; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione

12.Stefano ERBANI, riferirà su quanto a sua conoscenza in ambito istituzionale con riferimento alle problematiche relative alla organizzazione della sezione disciplinare del CSM c alle tematiche inerenti i rinvii dei procedimenti tra cui quello relativo al dott. Woodcock; su eventuali colloqui intrattenuti con il doli. Morlini circa le audizioni degli aspiranti all’incarico della Procura di Roma; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione.


  1. Francesco Saverio GAROFANIriferirà sulla posizione processuale dcll’on. Lotti alla data del 9 maggio 2019; sui rapporti c sui colloqui intrattenuti in ambito istituzionale con fon. Lotti anche con riferimento alle vicende relative al Consiglio Supcriore della Magistratura; su quant’altro a sua conoscenza con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  2. Gianluigi MORLINI, nella sua qualità di ex componente della V Commissione del CSM, ed in qualità di incolpato ex art. 210 cod. proc. pen. riferirà sulle determinazioni del gruppo Unità per la Costituzione. Sui profili professionali ritenuti meritevoli di essere individuati per il ruolo di Procuratore di Roma, sui colloqui eventualmente intrattenuti con il dott. Erbani sulla problematica delle audizioni dogli aspiranti all’incarico della Procura di Roma; nonché su quanto altro utile ai fini del decidere;
  3. Antonio LEPRE, nella sua qualità di ex componente della V Commissione del CSM, cd in qualità di incolpato ex art. 210 cod. proc. pen. riferirà sulle determinazioni del gruppo Magistratura Indipendente. Sui profili professionali ritenuti meritevoli di essere individuali per il ruolo di Procuratore di Roma, sui colloqui intrattenuti con il doti. Moriini sulla problematica delle audizioni degli aspiranti all’incarico della Procura di Roma; nonché su quanto altro utile ai fini del decidere; nonché su quanto altro utile ai fini del decidere.
  4. Corrado CARTONI, nella sua qualità di ex componente del CSM, potrà riferire sulle determinazioni del gruppo Magistratura Indipendente. Sui profili professionali ritenuti meritevoli di essere individuali per il ruolo di Procuratore di Roma, nonché su quanto altro utile ai fini del decidere.

  • §§§§§§§§§§§§

  1. B) Con riferimento ai fatti indicati nel capo 1) lctt.X cd in particolare di “aver tenuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei colleghi che avevano presentalo domanda per il conferimento dell’ufficio direttivo di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma (ed in particolare di delineare ed approfondire le eventuali ragioni ostative alla nomina, di alcuni dei candidati asseritamente derivanti da un processo concernente il doti. Viola in corso a Caltanissetta; delineare ed approfondire, anche al fine di una loro enfatizzazione vicende relative al dott. Creazzo ipoteticamente ostative alla designazione; che il profilo professionale del candidato fosse il migliore possibile?.

Ai sensi degli artt. 187 e 495, comma 2, cod. proc. pen. il tema di prova in questione è finalizzato a dimostrare l’inesistenza di qualsiasi attività di discredito nei confronti del dott. Viola e del dott. Creazzo cd in particolare:


– la definizione, alla data del 9 maggio 2019, della posizione processuale del dott. Viola presso il Tribunale di Caltanissetta;


– l’esistenza, alla data del 9 maggio 2019, di un esposto già presentato, in via del tutto autonoma, da parte del dott. Barlucchi nella sua qualità di PM a Firenze;


la presenza, quale informazione preliminare presente nel “profilo professionale” (cd. “medaglione”) predisposto dai magistrati segretari del CSM per ciascun aspirante ad ogni incarico direttivo e semidirettivo, dell’esistenza di eventuali procedimenti, anche pregressi, di natura disciplinare o per incompatibilità ambientale;


– l’inesistenza di qualsiasi attività di discredito nei confronti dei candidati alla le modalità di realizzazione dei profili professionali nella prassi costante dell’attività della quinta commissione.


Su tali circostanze si richiede l’escussione di:


  1. Luca TESCAROLI, nella sua qualità di Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Firenze, che riferirà sul colloquio avuto con il dott. Amelio, durante la cena del 7 maggio 2019 presso la caserma dei Carabinieri “Salvo D’acquisto” in Roma via di ‘l’or di quinto, in occasione del saluto del dott. Pigliatone (progr.24 00 03 29 ore 00.33 del 9 maggio da ricollegarsi al progressivo 99 rit. 175/19 del 7 maggio 2019), relativamente ad un esposto avanzato da un sostituto della Procura di Firenze nei confronti del dott. Crcazzo; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  2. Erminio Carmelo AMELIO, nella sua qualità di sostituto procuratore della Repubblica di Roma, riferirà sul colloquio con il dott. Tescaroli durante la cena del 7 maggio 2019, presso la caserma dei Carabinieri “Salvo D’acquisto” in Roma via di Tor di quinto in occasione del saluto del dott. Pigna tono (progr.24 00 03 29 ore 00.33 del 9 maggio da ricollegarsi al progressivo 99 rii 175/19 del 7 maggio 2019), relativamente ad un esposto avanzato da un sostituto della Procura di Firenze nei confronti del dott. Creazzo; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  3. Paolo BARLUCCHI, nella sua qualità di sostituto procuratore della Repubblica di Firenze, riferirà sull’esistenza di un esposto avanzato nei confronti del dott. Creazzo; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  4. Vincenzo IACOVITTI, in qualità di funzionario responsabile della quinta commissione del CSM, riferirà sulle modalità di realizzazione dei profili professionali dei candidati agli incarichi direttivi; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
  5. Mario SURIANO, in qualità di Presidente della Commissione incarichi direttivi riferirà sulle modalità di realizzazione dei profili professionali c della realizzazione dei c.d. medaglioni ai fini della attribuzione degli incarichi direttivi; su quant’altro utile con riferimento ai fatti oggetto della incolpazione;
 
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