Solo col Centro Sinistra c'e' speranza (4 lettori)

Rapisarda

Forumer storico
accoacco ha scritto:
e pensare che la consideravo da tanto tempo un esule...........lei ha tempi molto lunghi di valutazione, quindi dimostra molta incertezza, va a finire che invecchierà in italia.....riguardo ai governi, considerata la sua incoerenza, lei sicuramente non è un esempio da seguire salutissimi da accoacco


No, a dire il vero ho un affare immobiliare che probabilmente mi terrà impegnato per almeno tutto il 2008...
Poi cmq non avendo uno spasmoso bisogno di soldi posso permettermi di stare a guardare il mercato anche anni, senza frustrazioni alcune...
Non sono un esempio da seguire è vero. Ma ho mai detto a qualcuno di farlo? :D
 

accoacco

Nuovo forumer
Rapisarda ha scritto:
No, a dire il vero ho un affare immobiliare che probabilmente mi terrà impegnato per almeno tutto il 2008...
Poi cmq non avendo uno spasmoso bisogno di soldi posso permettermi di stare a guardare il mercato anche anni, senza frustrazioni alcune...
Non sono un esempio da seguire è vero. Ma ho mai detto a qualcuno di farlo? :D


Sig. Rapisarda, il discorso sta tutto nella sua INCOERENZA.
prendendo lo spunto da quello che a suo tempo lei aveva affermato.

Tutto quello che scrive non ha niente da vedere con l'argomento, in modo particolare l'immobiliare,che ci doveva risparmiare, a noi poveracci.

Salutissimi da accoacco
 

Rapisarda

Forumer storico
accoacco ha scritto:
Sig. Rapisarda, il discorso sta tutto nella sua INCOERENZA.
prendendo lo spunto da quello che a suo tempo lei aveva affermato.

Tutto quello che scrive non ha niente da vedere con l'argomento, in modo particolare l'immobiliare,che ci doveva risparmiare, a noi poveracci.

Salutissimi da accoacco


se se :lol:

Il mio è un discorso di coerenza... appena potrò mi farò qualche anno la... poi quando la cosa non mi andrà più ed avrò trovato di meglio da fare e affari via via più grossi deciderò di cambiare, mica sono un sinistro alla ricerca si una sinistra spintarella da parte del sindacatazzo o sindacatuccio (a seconda se vogliamo vederlo come dispregiativo o vezzeggiativo) :lol:

sei spassoso ed intelligente quasi quanto gajardo, mi piacciono davvero le persone furbe ed acute come voi. :)

Sfortunatamente non ho le vostre stesse capacità e caratteristiche :rolleyes: ma ringrazio fortemnte il cielo per non avermele date :lol:
 

accoacco

Nuovo forumer
solo col centro sinistra c'è speranza

[qu


ote="Rapisarda"]L'ultimo quote non esiste![/quote]
non mi dilungo oltre con lei Sig. Rapisarda,
perchè si è molto evidenziato che quello che scrive oggi.....
potrebbe benissimo essere smentito domani....


P.S. auguri per i suoi eventuali affari immobiliari

salutissimi da accoacco
 

Rapisarda

Forumer storico
Re: solo col centro sinistra c'è speranza

accoacco ha scritto:
non mi dilungo oltre con lei Sig. Rapisarda,
perchè si è molto evidenziato che quello che scrive oggi.....
potrebbe benissimo essere smentito domani....



azzz detto così sembra mi stia descrivendo come uno dei tanti uomini sinistri al governo :-o
 

Rapisarda

Forumer storico
Il nuovo movimento ha una sinistra assonanza con un'altra cosa... vabbè per lo meno non sono stato io a votarli :rolleyes:




Progetto Prc, Pdci, Sd e Verdi uniti nella «sinistra arcobaleno»
Nasce la Cosa rossa. Spariti falce e martello
«Perderemo voti». Ma Diliberto: io li salverò

ROMA—Per far nascere la «Cosa rossa» cinquemila militanti si sono messi in marcia per oltre un chilometro dall’ingresso fino al padiglione 10 della nuova Fiera di Roma. Sembrava una moderna edizione del «Quarto Stato» di Pellizza da Volpedo, lungo cammino nella speranza. Ieri è nata la «Cosa rossa», ma in realtà è morta, perché non si chiamerà così la federazione di Rifondazione, Comunisti italiani, Sinistra democratica (Mussi) e Verdi. Si chiamerà «la Sinistra l’arcobaleno ». Ieri, al padiglione 10, c’è stato il primo passo, affrettato dall’operazione Partito democratico e da una ipotetica legge elettorale che penalizza le piccole forze. Clima vivace e pratico, fra il banco dei «popoli zapatisti» e quello per firmare contro l’anidride carbonica e nove workshop su lavoro, laicità, disarmo, clima, migranti, criminalità, innovazione.

Oggi sarà la giornata ufficiale, i discorsi, la Carta dei valori. «Comincerò parlando di lavoro — dice Franco Giordano, segretario di Rifondazione comunista — parlando della tragedia di Torino perché contiene tutti i nostri temi, bassi salari, straordinari, sfruttamento...». Tutti chiedono a Giordano che si fa con il governo e lui la prende larga: «La costruzione di questo nuovo soggetto a sinistra mette in secondo piano la questione del governo ». Rifondazione ha aperto, con l’intervista di Bertinotti, martedì scorso, la questione del ritorno all’opposizione. Bertinotti lo ha rispiegato venerdì sera a un convegno di partito: «La collocazione tra governo e opposizione non può essere predeterminata». Poi, ieri pomeriggio, da Modena, il passo indietro a sorpresa, il viatico al governo a completare la legislatura.

Il tema «governo», alla Fiera di Roma, resta fra quelli che dividono. Paolo Cento, verde e sottosegretario, scruta però i cinquemila di ieri e vede soprattutto gente «di movimento »: «Per molti di loro Padoa- Schioppa non è peggio di Paolo Cento. Abbiamo passato giorni a parlare dell’intervista di Bertinotti, qui non se ne fa parola...». Ma oggi nella Carta dei valori, anche su pressione dei Verdi, si scriverà che la nuova forza politica è «pronta ad assumersi oggi e domani responsabilità di governo». Nella stessa Carta si parlerà di «adesioni» e non di iscrizioni, in modo da lasciare ancora molto spazio alle formazioni originarie. Oggi, oltre ai quattro segretari, parlerà Nichi Vendola, governatore della Puglia e candidato di Bertinotti per guidare, un giorno, questa Sinistra arcobaleno unita. E parlerà Gianfranco Amendola, già pretore d’assalto, candidato leader dei Verdi.

Non ci sarà quasi certamente Ingrao, autore di una «scandalosa» intervista sabato alla Stampa («Meglio una fusione di una federazione») e di un’altra intervista oggi a Liberazione più morbida nei toni. Manderà un messaggio, lui che è il «nonno» di tutta la sinistra. Ci sarà Bertinotti, silente. Ieri, nulla di rosso nelle sale. Oggi, esposizione del nuovo simbolo, con l’abbandono di falce e martello. Nel sito Internet dell’assemblea sono decine i commenti delusi («tradimento », «perderemo molti voti», «dice mia nonna che era meglio arlecchino dell’arcobaleno », «peggio del simbolo del Pd»). Diliberto rassicura, i simboli originari dei partiti non sono scomparsi: «Falce e martello debbono restare ».

Andrea Garibaldi
 

Rapisarda

Forumer storico
Marameo :D


dal Corriere della Sera di oggi, 13 dicembre 2007

E alla fine la Camera tagliò i tagli
I deputati sopprimono il tetto agli «stipendi d'oro» dei manager pubblici

di Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella

Taglia, taglia, scusate il bisticcio, stanno tagliando i tagli. L'ultimo a essere soppresso è stato il tetto agli «stipendi d'oro». Passato al Senato, è stato cancellato alla Camera. Anzi, d'ora in avanti i «grand commis» pubblici potranno guadagnare anche di più. Alla faccia di tutte le promesse intorno al bisogno di sobrietà. E di tutti gli italiani che faticano ad arrivare a fine mese.
Eppure, dopo tante retromarce nella sbandierata moralizzazione avviata solo per placare l'indignazione popolare, pareva che almeno questo principio fosse acquisito: chi lavora per la sfera pubblica (dai ministeri alle Regioni, dalle aziende di Stato alle municipalizzate) non deve avere buste paga, liquidazioni e pensioni troppo alte. Per mille motivi.
Perché le nomine sono spesso dovute non alle capacità professionali ma alle amicizie giuste. Perché in cambio di certi appannaggi non viene chiesta talora efficienza ma piuttosto «gentilezze» al partito di riferimento. Perché nel mondo privato, tirato in ballo a sproposito, chi guadagna molti soldi deve anche render conto agli azionisti del proprio operato (nei Paesi seri) e non mangia contemporaneamente a due greppie: i contratti deluxe del libero mercato e le sicurezze del sistema pubblico.

Ed ecco che Palazzo Madama aveva approvato, all'articolo 144 della Finanziaria, le seguenti regole: «Il trattamento economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali (...) agenzie, enti pubblici anche economici, enti di ricerca, università, società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica nonché le loro controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura nel territorio metropolitano, non può superare quello del primo presidente della Corte di cassazione». Cioè 275 mila euro l'anno. Chiaro?
Chiarissimo: il limite valeva per tutti (tutti) gli stipendi pagati con soldi pubblici. Compresi «i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, i presidenti e componenti di collegi e organi di governo e di controllo di società non quotate, i dirigenti».
E se per trattenere Fiorello o strappare Gerry Scotti a Mediaset la Rai fosse costretta a offrire più della concorrenza? Previsto anche questo: «Il limite non si applica alle attività di natura professionale e ai contratti d'opera» se si tratta di «una prestazione artistica o professionale indispensabile per competere sul mercato in condizioni dì effettiva concorrenza ».
E se invece si trattasse di strappare alla concorrenza non un cantante ma un grande manager che sul libero mercato potrebbe guadagnare tre, quattro o cinque volte di più? Anche queste eccezioni erano previste. Come eccezioni, però.
Le nuove regole infatti, diceva l'articolo 144, «non possono essere derogate se non per motivate esigenze di carattere eccezionale e per un periodo non superiore a tre anni». Di più: dovevano ottenere la firma del capo del governo e rientrare «nel limite massimo di 25 unità. Corrispondenti alle posizione di più elevato livello di responsabilità». Riassumendo: solo venticinque altissimi dirigenti pubblici in tutto il Paese e per un periodo limitato (quindi niente pensioni d'oro e niente liquidazioni stratosferiche) potevano guadagnare più di 275 mila euro l'anno. Tutti gli altri, sotto. E guai a chi faceva il furbo perché ogni contratto doveva d'ora in avanti essere trasparente. Di più: «In caso di violazione, l'amministratore che abbia disposto il pagamento e il destinatario del medesimo sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte l'ammontare eccedente la cifra consentita».

Non bastasse, l'articolo fortissimamente voluto soprattutto da Massimo Villone e Cesare Salvi, autori del libro «I costi della democrazia», metteva un altro candelotto sotto i privilegi di certi boiardi di Stato: il divieto del cumulo di poltrone, a meno che non accompagnato da una robusta decurtazione delle prebende.
Insomma: una piccola grande rivoluzione. Che per la prima volta cercava di mettere ordine in un sistema che negli ultimi anni aveva lasciato i cittadini basiti davanti a casi clamorosi. Come quello di Giancarlo Cimoli, che guadagnava alle Ferrovie circa 1,5 milioni di euro l'anno e se ne andò, per andare a guadagnarne 2,7 all'Alitalia, con una liquidazione per «raggiungimento risultati » (il pareggio) di 6,7 milioni.
O del suo successore Elio Catania, che per un paio di anni alle Ferrovie (lasciate con un buco di 2 miliardi e 155 milioni) incassò una buonuscita di 7 milioni. O ancora quello di Massimo Sarmi che alle Poste prende un milione e mezzo di euro l'anno cumulando le buste paga da amministratore delegato e di direttore generale.
Per non dire di certi arbitrati, compensati con parcelle da capogiro. Tre per tutte? Quella spartita (in tre) dal collegio guidato dall'ex presidente del Consiglio di Stato Mario Egidio Schinaia (1,4 milioni), quella finita al collegio presieduto dall'avvocato dello Stato Giuseppe Stipo (1,3 milioni per due verdetti), quella incassata dal collegio pilotato da Marcello Arredi, capo del dipartimento Infrastrutture stradali del ministero delle Infrastrutture e presidente nel 2006 di un collegio incaricato di regolare una controversia fra l'Anas e l'Impregilo: 1,2 milioni. Soldi in più, oltre lo stipendio. Potevano i potentissimi Grand Commis accettare una sforbiciata del genere? No.
E così, subito dopo l'approvazione in Senato, talpe sapienti hanno cominciato a rosicchiare l'articolo 144, a partire dai trattamenti alla Banca d'Italia, comma per comma, riga per riga. Risultato: la Commissione Bilancio della Camera, tra le proteste di una pattuglia di indignati guidata da Villone, ha praticamente fatto saltare tutti, ma proprio tutti, i punti centrali. E a meno che non intervenga il governo, tutto continuerà come prima. Anzi, peggio. Perché il messaggio all'opinione pubblica, dopo tante promesse, è uno solo: marameo.

Lo stesso marameo che, dalle bianche spiagge di Bali, lanciano agli italiani i componenti della affollatissima delegazione italiana al vertice mondiale sul clima: 52 persone. Dicono Alfonso Pecoraro Scanio e il suo staff che altre delegazioni sono ancora più numerose. E che l'altra volta, a Montreal, l'allora ministro Altero Matteoli si portò perfino due agenti di scorta. Sarà.
Ma ci restano alcune curiosità: come mai, nel mucchio, oltre a tre rappresentanti del Comune di Milano, due della Regione Lazio, un assessore della Toscana e l'assessore all'Ambiente della Campania Luigi Nocera, riemerso per l'occasione dai cumuli di immondizia napoletana, ci sono solo due sindacalisti della Cgil e della Uil e nessuno della Cisl? Possibile che nessuno della Cisl, con una collana di orchidee al collo, avesse da dire qualcosa sul pianeta?
 

Rapisarda

Forumer storico
con l'illusione che la sinistra ci regali almeno un natale di speranza faccio i miei migliori auguri a tutti compreso alle persone che hanno sinistramente votato :D
 

tontolina

Forumer storico
sono convinta che nel mondo non ci sia nè la destra nè la sinistra
ma solo caste privilegiate di politicanti, sindacati e giornalisti cartacei o televisivi finanziati con i soldi dei tartassati

e chi come quelli della lega cavalcano il dissenso lo fanno solo per avere i voti e sedere sugli scranni della casta ed avere gli stessi strapoteri

per quelli di AN poi... basta ancor meno ... a loro è sufficiente un po' di COCA, una velina da trombare ed uno pseudo Re

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2509&parametro= economia
 

tontolina

Forumer storico
tontolina ha scritto:
sono convinta che nel mondo non ci sia nè la destra nè la sinistra
ma solo caste privilegiate di politicanti, sindacati e giornalisti cartacei o televisivi finanziati con i soldi dei tartassati


http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2509&parametro= economia

mi ero dimenticata della casta dei baroni universitari, anche questa ben intrecciata ai politicanti.
Ovviamente i veri cervelli sono obbligata a fuggire all'estero perchè in italia non hanno appoggi politici ma solo la loro intelligenza... e non è la prima volta che sono pure insigniti del premio Nobel


Tanto che il professore ordinario di Morfologia umana è laureata in lettere, e ha vinto il concorso con una sola pubblicazione all'attivo, su una rivista minore e per giunta ancora in stampa al momento del concorso.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Piu-che-scienziati-fannulloni/1918267&ref=hpsp


Più che scienziati fannulloni

di Daniela Minerva e Valentina Murelli

Fanno pochi lavori di valore. Sono spesso inoperosi. Se non assenti.
Demotivati. E anche malpagati. Viaggio tra i ricercatori delle università italiane
Il suo fascino ce l'ha, messo proprio dentro le mura della più grande università europea; a due passi da quel pregiato istituto di Fisica dove aleggia ancora lo spirito della mitica scuola romana (gli eredi di via Panisperna, per intenderci). Ma provate a entrarci dentro la sede di Antropologia del Dipartimento di Biologia animale e dell'uomo dell'Università di Roma La Sapienza: tre piani di cemento dove regna sovrano il silenzio. Provate ad aprire le porte, chiuse, per lo più, ma tutte con il nome di chi dovrebbe abitarle, corrispondente a uno stipendio erogato dal ministero dell'Università e della ricerca (Miur). Insomma: non c'è niente di più lontano da questo edificio semivuoto, un po' ammuffito e con i corridoi sporchi, dall'idea che abbiamo della scienza. Tanto che il professore ordinario di Morfologia umana è laureata in lettere, e ha vinto il concorso con una sola pubblicazione all'attivo, su una rivista minore e per giunta ancora in stampa al momento del concorso.

Intendiamoci, nessuno vuole dare la croce in testa a questo professore di Morfologia, di certo una degnissima persona che di certo nei prossimi anni pubblicherà tantissimo, né a questa deserta sede di Antropologia. Luoghi come questo ce ne sono centinaia nei campus italiani o nella miriade di istituti del Cnr sparsi nella Penisola.

Guardando in faccia uno a uno gli scienziati italiani scopriamo centinaia di ricercatori che ricercano davvero assai poco. Più burocrati che geniacci, vecchi e scarsamente retribuiti, se confrontati alle medie europee (vedi il link al grafico), poco produttivi e selezionati spesso sulla base di baronie più che di merito. Vivacchiano senza mezzi, ma anche senza idee, dando sempre la colpa ai pochi soldi e al 'sistema dei baroni'. Lamentandosi molto. E forse a ragione, perché è vero che i finanziamenti non ci sono ed è vero che il sistema di cooptazione della comunità scientifica è una palude in cui il merito sembra raramente essere il criterio dirimente nella scelta di chi deve andare a occupare un posto in ateneo. Ma una domanda sorge legittima: quanti dei pochi soldi destinati alla scienza nel nostro Paese vanno a pagare stipendi e benefit che con la scienza non c'entrano nulla? E quante sono le Aree di ricerca del Cnr da cui arrivano ben pochi contributi alla modernizzazione del Paese?


A Napoli, nella nuova sede del Cnr, poca la gente in giro. In compenso ci sono, come ormai in quasi tutti i presidi del principale ente di ricerca italiano, una serie di servizi dedicati alla pubblicizzazione: un Servizio di promozione della ricerca e sviluppo, ma al telefono non risponde nessuno, e uno di attività divulgative che ha prodotto una serie di video naturalistici locali con un paio di sconfinamenti, uno in Calabria e uno alle Isole Svalbard. Se questo è il trend non stupisce che soltanto il 6 per cento dei brevetti registrati dal Cnr trovi uno sbocco industriale e diventi licenza a fronte dell'89 di quelli registrati dal Mit, il Massachusetts institute of Technology, come ha raccontato l'economista bocconiano Stefano Breschi.

Ma che il Cnr sia nei guai lo riconoscono gli stessi dirigenti del primo ente di ricerca italiano. Altre, invece, sono le pretese dell'accademia che difficilmente accetta di essere esaminata. Eppure se il Cnr piange, l'università non ride. E persino in un luogo di eccellenza come Pavia, al dipartimento di Biologia animale, ha occupato un posto assai ambito una signora che negli ultimi 17 anni ha prodotto solo cinque lavori di ricerca di nullo impatto scientifico. Per avere un'idea del tipo di lavoro che, anche, si fa in quell'istituto: c'è persino qualcuno che dichiara di occuparsi di "misurare l'area del piede dei gasteropodi (le lumache), dopo averne acquisito l'immagine con uno scanner e attraverso un programma informatico fatto fare su misura". Magari a noi profani sembra una questione di lana caprina, ed è invece un dettaglio fondamentale. Ma se così fosse le temibili banche dati internazionali lo registrerebbero.
(24 dicembre 2007)
 

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