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Rovesciato dai militari il presidente del Gabon, Ali Bongo. Era uno dei leader africani più vicini all'anglosfera e alla Francia. Di questo passo, l'establishment globalista non avrà più nulla in Africa.
 

Rovesciato dai militari il presidente del Gabon, Ali Bongo. Era uno dei leader africani più vicini all'anglosfera e alla Francia. Di questo passo, l'establishment globalista non avrà più nulla in Africa.
Meno "merdeurs" francesi ci sono in giro, meglio è.
 
Imputato Roberto Vannacci, in piedi!

Già: ma in base a quale accusa penalmente rilevante?

Per ora, nessuna.

Allora, si rimetta pure comodo, Signor Generale.

Lei, al momento, è solo un caso umano o, al limite, un caso ridicolo.
Perché, in buona sostanza, sul suo conto,
a proposito del pamphlet “Il Mondo al contrario” da Lei autoprodotto, manca l’analisi,
come direbbero i vetero-marxisti.

Quindi, meglio precisare, scanso equivoci, quali siano gli ambiti “oggettivi” della discussione relativa,
prendendo in esame le possibili vere (e non presunte) violazioni da parte del suo autore
di norme formali e/o di comportamenti deontologici che regolano la vita degli apparati pubblici nel nostro Paese.


La prima delle questioni fondamentali che riguardano il caso Vannacci è di capire
(e di perimetrare conseguentemente) quali siano, all’interno di un’istituzione dello Stato,
i margini di libertà d’opinione
dei suoi “clerk”, ovvero dei suoi pubblici funzionari civili e militari.

La risposta è ovvia: in termini di comportamenti e di libertà di opinione
è ammissibile tutto ciò che non è espressamente vietato da leggi e regolamenti



Che cosa accade sul piano etico e della libertà di opinione
per tutte quelle materie non soggette a sanzioni di legge espressamente previste?


Per esaminare l’attuale epifenomeno mediatico del caso Vannacci
si deve in primis decidere se il suo libro, per il merito trattato,
coinvolga l’istituzione di appartenenza e fino a che punto.

Occorre, quindi, accertare se vi sia stata violazione del codice deontologico,
e se l’iniziativa personale e del tutto privata del Generale
abbia creato pregiudizio all’immagine esterna dell’amministrazione di appartenenza.


Per evitare la guerra politica mediatica e del tutto strumentale che si sta svolgendo sulla figura del Generale Vannacci,
sarebbe stato sufficiente che la firma in calce all’opera avesse riportato un nome diverso:
quello cioè di un cittadino comune, libero di esprimersi come meglio crede,
rispondendo esclusivamente di persona a eventuali calunnie e diffamazioni contenute nel testo.


Se questo fosse stato il caso, allora si poteva prendere parte alla battaglia per la libertà d’opinione
senza alcun complesso di “golpe strisciante”, che invece può essere sostenuto da chi strumentalizza
(in particolare a sinistra) la vicenda del Generale Vannacci.


Allora, facciamo così: fingiamo che il pamphlet l’abbia scritto tale e quale un’altra persona,
in modo da dire chiaramente le seguenti cose sul piano generale.

Innanzitutto: che cosa dice la Costituzione italiana a proposito di “dittatura del pensiero unico” che, poi, è il politicamente corretto?

Che risulta, di fatto, una forma di comunismo, per cui è un mainstream mediatico
e senza volto a decidere che cosa è corretto dire, i vocaboli ammissibili da utilizzare,
e quali invece da esecrare e condannare.


Marginalizzando così i loro autori,
condannati senza l’adozione di alcun provvedimento formale che ne dimostri la colpevolezza,
in modo da escluderli da incarichi pubblici, dalle cattedre di insegnamento
e dalle redazioni di giornali e periodici di stampa e della radiotelevisione, come oggi avviene in tutto l’Occidente.


Quando determinate minoranze (in particolare quelle Lgbtq+)
si costituiscono in lobby per la conquista dell’influenza e del potere mediatico e politico di una società,
a questo punto è lecita la contendibilità assoluta della rappresentanza dal punto di vista della lotta politica.

Solo in tale, preciso contesto, allora, certi argomenti della tesi socio-politica di Vannacci
possono essere ripresi anche in toni accesi, come si farebbe con un ritorno del Movimento Futurista alla Marinetti
che, per fortuna, agli inizi del XX secolo, poté veicolare il suo dirompente messaggio rivoluzionario
senza problemi e ritorsioni penali di sorta.


Perché, meglio dirlo francamente: esiste e non può essere soppressa
una maggioranza silenziosa che la pensa su certi temi
“esattamente” come il Generale.

E, per questo, gode degli stessi diritti di quelli che la pensano all’opposto,
come i politically correct.



Lo dice la Costituzione, che non vale mai a senso unico.
 
Questo è quello che accade qui da noi, grazie ai sinistronzi.


E' già stato individuato rintracciato e fermato l'autore dell'omicidio di Calolzio,
ovvero l'uomo che ha accoltellato Malcolm Mazou Darga.

Si tratta di un 25 enne cittadino italiano originario del Burkina Faso.

Il giovane è stato ferito nel pomeriggio di ieri, martedì 29 agosto 2023,
sulla banchina della stazione di Calolziocorte ed è morto all'ospedale.

Subito gli agenti della Polfer e della Questura hanno avviato le indagini
per stringere il cerchio intorno all'autore della brutale aggressione,
avvenuta per altro sotto gli occhi della madre della vittima,
e nel giro di poche ore sarebbero venuti a capo del caso.

Subito infatti le forze dell'ordine hanno individuato un sospettato
che però non è stato trovato a casa e tantomeno sul posto di lavoro.

Successivi accertamenti hanno consentito di individuarlo nella casa della fidanzata
dove è stato sottoposto ad un provvedimento di fermo emesso dall’Autorità Giudiziaria con l’accusa di omicidio volontario.​

E all'alba di oggi le forze dell'ordine hanno trasferito la persona sospettata di aver ferito mortalmente
il giovane originario del Burkina Faso in una sorta di agguato avvenuto in pieno pomeriggio, in un luogo pubblico.

Il presunto omicida, nato nel 1998, cittadino italiano e originario del Burkina Faso,
terminate le formalità di rito è stato poi portato in carcere a Pescarenico.

Restano da capire il movente, la dinamica e il ruolo di eventuali altre persone coinvolte in un omicidio
che ha sconvolto la comunità calolziese per l'efferatezza e l'assurdità delle circostanze.
 
"L’omicidio avvenuto ieri alla stazione di Calolziocorte è un episodio preoccupante e gravissimo.

Siamo di fronte a extracomunitari ( LEGGASI CLANDESTINI) che non esitano ad uccidere un connazionale,
almeno così sarebbe emerso dalle indagini, accoltellandolo in pieno giorno in una stazione ferroviaria.

Un omicidio che sarebbe quindi maturato all’interno di un gruppo etnico
sulle cui motivazioni è necessario fare chiarezza al più presto.

L’episodio riporta ancora una volta con urgenza alla ribalta il tema dei tanti extracomunitari (LEGGASI CLANDESTINI)
che arrivano in Italia e si dedicano a delinquere:


spaccio,
aggressioni,
furti,
rapine
e anche omicidi come in questo caso.

Bande etniche che pensano di agire indisturbate e impunite sul nostro territorio.

La stessa Procura Antimafia ha più volte segnalato la preoccupante escalation della mafia multietnica”.
 
Una dichiarazione ovvia......ma qualcuno la contesta :

“Se vai a ballare, tu hai tutto il diritto di ubriacarti.

Ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi,
magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche
perché poi il lupo lo trovi”.
 
Sinceramente fatichiamo a comprendere le polemiche scatenatesi intorno a questa considerazione
che ci sembra di buon senso, quasi ai limiti del banale e che in verità andava estesa anche ai ragazzini
(maschi) vittime delle gang.

In realtà, il sospetto è che ci siano due motivazioni che agitano il retropensiero dei censori.

La prima è inconfessabile: Giambruno per i detrattori è il compagno di Giorgia Meloni,
ergo va attaccato su tutto, come se certe affermazioni le facesse il capo del Governo
e non un privato cittadino che di mestiere fa il giornalista.


La seconda è più ideologica e riguarda quel modo utopico di concepire la libertà tutto gauche
che prescinde da qualsiasi considerazione di ordine pratico.


Secondo costoro, una donna ha tutto il diritto di ubriacarsi in discoteca e di perdere i sensi
senza che nessuna bestia travestita da essere umano si sogni di abusarla.

La qual cosa in teoria è anche giusta, se non fosse che la teoria
si scontra con una realtà tristemente zeppa di stupratori, violenti e assassini con cui tocca fare i conti.

E allora la considerazione più ovvia non è quella di discettare sul mondo ideale
perché, mentre noi predichiamo pene severe, educazione nelle scuole, prevenzione e la mano pesante dello Stato,
in pratica le nostre figlie sono in pericolo e devono difendersi adesso.

E allora il consiglio più ovvio da dare è quello di evitare lo sballo
e aprire gli occhi onde non dover incorrere in una bestia che possa segnare la tua esistenza a vita,
indipendentemente da tutti i bei discorsi che vengono fatti dopo
e da tutti i pistolotti sulle libertà della donna che vengono fatti prima.


È un suggerimento di buon senso
,
così come può esserlo quello dei corsi di difesa personale
o quello di essere sempre in compagnia quando si tratta di situazioni potenzialmente pericolose.

Non è assolutamente un modo per scusare gli aggressori,
per dire che se la donna non sta attenta “se l’è cercata”
o per normalizzare una pratica beduina
.

Purtroppo, come dice Giambruno, i lupi esistono.

Fare dei papponi ideologici su un fenomeno odioso e pericoloso
come può essere la violenza sulle donne è da stupidi.
O da gente in mala fede.



Da certi rapper che cianciano di violenza e droga,
a taluni altri youtuber che fanno danni inenarrabili,
passando per i ragazzi che riempiono le cronache nere di questo Paese,
siamo di fronte ad enormi apparati digerenti (e riproduttivi)
che vincono il loro buco nero interiore soddisfacendo degli istinti bestiali.
 

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