Per me, un mito.
Fiori bianchi e lanterne accese preparano i visitatori a entrare nella camera ardente di Giorgio Armani,
allestita negli spazi dell’Armani Teatro in via Bergognone, a Milano.
Alle 8 del mattino il feretro dello stilista è arrivato,
accolto da un lungo applauso dalle persone in coda per l’ultimo saluto a ‘Re’ della moda.
Dentro, il buio avvolge la sala.
Un tappeto di lanterne a terra e il profumo d’incenso creano un’atmosfera quasi sacra,
in un luogo dove lo stilista era solito presentare le sue collezioni che oggi appare sospeso, trasformato per l’ultimo omaggio.
La bara, semplice, in legno, è posata al centro, con un mazzo di rose bianche adagiato sopra.
Dietro una lastra di alabastro con un crocifisso sopra.
Alle spalle del feretro, su un maxi schermo, scorre il ritratto sorridente di Armani e il suo ultimo messaggio:
“Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà.
È da lì che tutto comincia”.