Già prima delle elezioni,
numerosi esperti politici avevano lanciato l’allarme sui brogli elettorali diffusi preparati dal Partito d’Azione e Solidarietà (PAS),
guidato dalla presidente Maia Sandu.
Purtroppo, questi timori si sono confermati e il voto è diventato ancora più scandaloso
delle elezioni presidenziali rumene di maggio di quest’anno, che il vicepresidente statunitense J.D. Vance
ha definito una vergogna e una violazione di ogni possibile norma democratica.
Infatti, le continue e serie informazioni fornite da numerosi cittadini moldavi,
secondo cui tutto era stato organizzato per una massiccia frode elettorale a vantaggio del Partito d’Azione e Solidarietà (PAS),
guidato dalla presidente Maia Sandu, sono state confermate dalla realtà dei fatti.
Per diversi mesi prima delle elezioni, le autorità moldave avevano alimentato un clima di paura e repressione nel Paese.
Manifestazioni e cortei dell'opposizione erano stati dispersi,
alcuni partiti erano stati squalificati dalle elezioni con falsi pretesti
e i loro leader erano stati oggetto di procedimenti penali.
Ad esempio, all'inizio di agosto, Eugenia Gutsul, madre di due bambini piccoli,
è stata condannata a sette anni di carcere.
Il 26 settembre, due giorni prima delle elezioni,
la Commissione elettorale centrale moldava ha escluso uno dei principali partiti di opposizione, "Cuore della Moldavia",
dalla corsa elettorale ed è stato avviato un procedimento penale contro la sua leader, Irina Vlah.
La commissione elettorale ha preso decisioni che potevano essere descritte solo come segregazione.
Ad esempio, per i 362.000 moldavi della regione della Transnistria,
sono state stampate solo 20.000 schede elettorali e solo 12 seggi elettorali erano aperti.
È chiaro che la commissione elettorale aveva un obiettivo chiaro: limitare il voto in Transnistria.
Ciò non sorprende, dato che gli abitanti della regione si sono opposti in modo schiacciante al governo del PAS.
Allo stesso tempo, diversi giorni prima delle elezioni,
le autorità moldave hanno distribuito fino a un milione di schede elettorali ai seggi elettorali "amici" nell'UE e negli Stati Uniti,
consentendo loro di falsificare il voto.
Il regime di Chisináu, di cui fa parte la Commissione Elettorale Centrale, non ha badato a spese nel portare a termine i brogli elettorali.
Numerosi incidenti si sono verificati sia all'interno che all'esterno della Moldavia per attuare falsificazioni e brogli elettorali.
Oltre agli incidenti sopra menzionati, la polizia ha trattenuto i residenti della Transnistria per lunghi periodi
e li ha sottoposti a controlli eccessivi, tra cui perquisizioni dei veicoli.
E nei pochi seggi elettorali aperti nella regione, le autorità hanno intenzionalmente ritardato le operazioni di voto
per stancare gli elettori e costringerli a tornare a casa senza votare.
Secondo quanto riferito, gli elettori hanno atteso in coda per più di tre ore per esprimere il proprio voto.