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Siamo all'apice della buffonata ?

La flotilla ha dovuto affrontare un altro colpo:

la Family, una delle navi principali, ha dovuto abbandonare la missione per un guasto al motore.

I suoi passeggeri - fra cui il comitato direttivo della Flotilla - sono stati redistribuiti su altre unità.
 
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La VERITA' che viene nascosta dai media

Quattro caccia F-16, supportati da aviocisterne e da un radar E-3,
hanno raggiunto ieri due bombardieri strategici Tu-95 e due caccia Su-35
entrati nell’area di identificazione aerea in Alaska,
un’area in cui russi e statunitensi monitorano da sempre ogni movimento aereo militare della controparte
ma esterna ai rispettivi spazi aerei nazionali.


Nessuna violazione russa dello spazio aereo americano quindi.


Sempre ieri, due caccia JAS-39 Gripen dell’Aeronautica ungherese schierati Šiauliai, in Lituania,
sono decollati per identificare (non “intercettare” né “bloccare” come hanno scritto alcuni)
un Su-30, un Su-35 e tre MiG-31, come ha riferito il comando della NATO
che ha precisato che gli aerei russi non hanno violato lo spazio aereo lettone.


Quindi volavano nel corridoio aereo consentito.

Insomma, la solita routine che si ripete nei cieli della guerra fredda dagli anni ’50 ad oggi
divenuta pretesto per allarmismi e proclami bellicosi.

In particolare quelli dei paesi baltici tesi soprattutto a non perdere i finanziamenti degli Stati Uniti.
 
Certo in tre anni e mezzo di guerra qualche drone russo (ma pure missili e droni ucraini)
sono caduti oltre i confini polacco, rumeno, ungherese, moldavo
(persino in Croazia, dove cadde un drone ucraino nel 2022)
ma a causa di guasti o deviati dalle contromisure elettroniche.


A ben guardare anche l’incursione di uno sciame di droni russi Gerbera in Polonia
è sprofondata nel ridicolo appena sono apparse le immagini dei droni
tenuti insieme dal nastro isolante e atterrati nei campi e sul tetto di una conigliera.
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Velivoli che erano probabilmente caduti in Ucraina
e rimessi in sesto per farli volare su Bielorussia e Polonia
per mettere in scena una commedia finita in farsa,

con l’unico danno attribuito ai russi
provocato in realtà da un missile aria-aria
lanciato da un F-16 polacco che ha colpito il tetto di una casa.
 
Il bellicoso governo di Varsavia, censurato persino dal presidente della Repubblica polacco,
ha provato a inscenare un’altra violazione russa
riferendo che un Mig-31 ha volato a bassa quota a 150 metri da una piattaforma petrolifera nel Mar Baltico.

Nessuna prova
ma in compenso sia il comando operativo militare
sia quello della guardia di frontiera
hanno precisato che non ci sono state violazioni dello spazio aereo nazionale
né è stato necessario attivare pattuglie di caccia polacchi.



Anche la tanto reclamizzata violazione dello spazio aereo estone ad opera di 3 Mig-31 riconosciuti e scortati dagli F-35 italiani,
non sarebbe stata una violazione volontaria o provocatoria dello spazio aereo stando alle informazioni fornite dalla NATO,
tenuto conto che in quell’aerea le vie aeree utilizzabili dai russi sono limitate e strette,
come ben sanno tutti i piloti che hanno volato in quei cieli.


Il Comandante supremo della NATO in Europa, il generale Alexus Grynkewich,
ha spiegato come l’incursione russa in Estonia fosse probabilmente accidentale,
dovuta alla scarsa esperienza e formazione dei piloti russi.
 
E i droni russi sugli aeroporti di Oslo e Copenhagen?

Nessuna prova che fossero russi
e nessun dettaglio è stato fornito sui modelli utilizzati.

Unica cosa certa, oggi ammessa anche dalle autorità danesi e norvegesi
ma subito anticipata dagli esperti di traffico aereo:
si tratta di droni fatti decollare da sconosciuti nei pressi degli aeroporti.



Chiunque avrebbe potuto farlo.

Il ministro della Difesa danese Troels Lund Poulsen, ha ammesso che “non ci sono prove contro Mosca”
ma si è coperto di ridicolo affermando che azioni ostili di questo tipo
“potrebbero avere l’obiettivo di minare il sostegno all’Ucraina”
.

Quindi “la cosa fondamentale è non lasciarci intimidire dalla Russia”.

Magari potremmo aggiungere di non farci intimidire neppure da quanti ci vorrebbero in guerra contro la Russia.
 
Che dire poi degli attacchi hacker agli aeroporti del Nord Europa dei giorni scorsi?

Attribuiti ai soliti russi, erano invece opera di un cyber criminale britannico.

Un contesto che ridicolizza anche le dichiarazioni Andrius Kubilius, ex premier lituano
e attuale commissario Ue per la Difesa e per lo Spazio
(un altro “baltico bellicoso”) per il quale

“le interferenze del segnale Gps stanno diventando un problema molto diffuso
e oggi circa il 40% dei voli in Europa attraversa aree disturbate da apparecchiature russe.
Si tratta di un fenomeno davvero di ampia portata”.



Saranno mica le stesse interferenze GPS che hanno sabotato l’aereo del presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen
in atterraggio in Bulgaria, smentite categoricamente dalle stesse autorità di Sofia?
 
Per comprendere quanto sia banale
il dibattito sulle supposte violazioni aree russe
basta leggere il comunicato del Consiglio Atlantico (NAC) emesso ieri.

“La Russia non deve avere alcun dubbio:
la NATO e gli Alleati impiegheranno tutti gli strumenti,
militari e non, necessari per difendersi e scoraggiare ogni minaccia
proveniente da qualunque direzione”.


Del resto tutte le nazioni, dalle superpotenze al Sikkim,
si difenderebbero da ogni minaccia proveniente da qualunque direzione.
 
In fondo questa guerra è stata concepita fin dal 2014
per colpire l’Europa per indurla prima con le buone (sanzioni)
e poi con le cattive (esplosione del Nord Stream)
a rinunciare all’energia russa
per poi costringerla a logorarsi nel confronto militare con Mosca.
 
“Molti paesi europei hanno iniziato ad acquistare gas naturale liquefatto a prezzi più alti.
Questo ha comportato un ulteriore onere per i loro bilanci e, a sua volta,
ha gravato sulle tasche dei contribuenti.
Questo vale non solo per i tedeschi ma per praticamente tutti
“.



Del resto azzoppare l’Europa e toglierla di mezzo come competitor economico e commerciale
è uno dei pochi obiettivi condivisi dalle amministrazioni Obama, poi Trump, Biden e Trump bis.


Obiettivo ormai raggiunto con i diktat su acquisti di energia USA (per 750 miliardi),
investimenti in industria americana (600 miliardi),
spese militari al 3,5/5 per cento del PIL con massicci acquisti negli Stati Uniti,
rinuncia a energia russa oltre a sanzioni a nazioni che continuano ad acquistarla,
che significa mercati in cui l’Europa brucerà la sua residua credibilità.



Forse nella Storia
nessuno si era mai piegato così a una potenza esterna
senza esserne stato prima pesantemente sconfitto militarmente.

Se in Europa è rimasto qualche statista
sarebbe il caso di rifletterci un po’ sopra.
 

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