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Ahahahahah non male.

LVMH Moët Hennessy - Louis Vuitton, Société Européenne, together with its subsidiaries, operates as a luxury goods company worldwide.

The company offers :

wine and spirit products under the Ao Yun, Ardbeg, Armand de Brignac, Belvedere, Bodega Numanthia, Chandon, Cheval des Andes, Château Cheval Blanc, Château Galoupet, Château d'Yquem, Château d'Esclans, Cloudy Bay, Colgin Cellars, Dom Pérignon, Domaine des Lambrays, Eminente, Glenmorangie, Hennessy, Joseph Phelps, Krug, Mercier, Minuty, Moët & Chandon, Newton Vineyard, Ruinart, SirDavis, Terrazas de los Andes, Veuve Clicquot, Volcan de mi Tierra, and Woodinville brands;

fashion and leather products under Barton Perreira,Berluti, Celine, Christian Dior, Fendi, Givenchy, Kenzo, Loewe, Loro Piana, Louis Vuitton, Marc Jacobs, Moynat, Patou, Pucci, Rimowa, and Vuarnet brands;

perfumes and cosmetics products under the Acqua di Parma, Benefit Cosmetics, Cha Ling, Fenty Beauty by Rihanna, Fresh, Givenchy Parfums, Guerlain, KVD Beauty, Kenzo Parfums, Loewe Perfumes, Maison Francis Kurkdjian, Make Up For Ever, OLEHENRIKSEN, Officine Universelle Buly, and Parfums Christian Dior brands.

It also provides watches and jewelry under the Bvlgari, Chaumet, DANIEL ROTH, Fred, Gérald Genta, Hublot, L'Epée 1839, Repossi, TAG Heuer, Tiffany & Co., and Zenith brands;

selective retailing under the 24S, DFS, La Grande Épicerie de Paris, Le Bon Marché Rive Gauche, Samaritaine, and Sephora brands.

In addition, the company offers french business and cultural news publications under the Les Echos group brand;
high end yachts under the Feadship brand;
hotels and hospitality activities under the Cheval Blanc and Belmond brands;
and other activities under the Connaissance des Arts, Cova, Investir, Jardin d'Acclimatation, Le Parisien, Paris Match, and Radio Classique brands.

LVMH Moët Hennessy - Louis Vuitton, Société Européenne was founded in 1365 and is headquartered in Paris, France.
 
Il Green Deal è stato presentato come una necessità scientifica incontestabile,
con l'urgenza climatica utilizzata per giustificare trasformazioni economiche e sociali radicali.

Tuttavia, quando le priorità politiche sono cambiate con l'evolversi del contesto geopolitico,
la stessa urgenza scientifica è diventata improvvisamente negoziabile.

Il passaggio dal Green Deal europeo al programma ReArm Europe (o come è stato ribattezzato)
illustra perfettamente la natura strumentale della "cattura scientifica".

Fino al 2022, il cambiamento climatico era presentato come l'emergenza assoluta,
che richiedeva sacrifici economici immediati e trasformazioni sistemiche.

La climatologia era invocata per giustificare ogni misura, dalla tassazione del carbonio alle restrizioni sulla mobilità.


Con l'escalation del conflitto ucraino, le priorità sono cambiate.

Improvvisamente, un piano da 800 miliardi di euro per il riarmo europeo è diventato prioritario,
nonostante l'evidente incompatibilità tra obiettivi di decarbonizzazione e massiccia espansione dell'industria bellica.

La produzione di armamenti è notoriamente una delle attività più inquinanti e carbon-intensive,
ma questa contraddizione è stata semplicemente rimossa dal discorso pubblico.
 
La scienza-segno (il simulacro mediatico) non ha protestato per questa inversione di rotta.

In alcuni casi l'endorsement della scienza-segno al piano di riarmo europeo è stato clamoroso,
come nel caso di Elena Cattaneo , che ha prestato esplicitamente la propria autorità scientifica per legittimare questa transizione.

La cattura della scienza si inserisce in un processo più ampio di tecnicizzazione della politica,
che ha sottratto al controllo democratico alcuni ambiti fondamentali della vita collettiva: economia, istruzione, sanità.


Il risultato è che i cittadini possono ancora votare,
ma le loro scelte sono limitate a variazioni marginali di politiche
già predeterminate da organismi tecnici non eletti.


Qualsiasi proposta di politica economica alternativa viene immediatamente liquidata non attraverso il confronto democratico,
ma mediante l'appello all'autorità tecnica: "non si può fare, lo dicono i parametri europei".
 
In Italia il governo Monti rappresentò un momento cruciale nella normalizzazione di questa logica.

Presentato come una ineludibile necessità tecnica per "salvare" l'Italia,
ha di fatto sospeso la democrazia per implementare politiche economiche
che nessuna maggioranza elettorale avrebbe mai approvato.


Politiche economiche che hanno provocato una contrazione dolorosissima dell'industria italiana,
fosse ad alto o basso contenuto inoovativo.


L'aspetto più significativo non è stata tanto l'esistenza di questo governo tecnico,
quanto la sua accettazione come modello normale e auspicabile.

La famosa dichiarazione di Monti secondo cui "l'espressione campagna elettorale mi fa un po' ribrezzo"
rivela una mentalità per cui
il confronto democratico
è visto come un fastidioso ostacolo alla gestione self styled razionale del potere.
 
Furono i precedenti che normalizzarono l'idea
che esistano questioni "troppo importanti" per essere affidate al voto popolare.

Da allora, ogni volta che serve implementare politiche impopolari,
si evoca lo "spirito del governo tecnico" o si minacciano le reazioni dei "mercati".


La strategia di svuotamento democratico si completa
con il trasferimento di sovranità a strutture sovranazionali non elettive.


Organismi come la BCE, la Commissione Europea, il FMI, OMS
non rispondono a nessun elettorato, ma sono istituzioni politiche
che prendono decisioni che finiscono col determinare la vita
di centinaia di milioni di persone.



Le necessità di coordinamento internazionale
sono state progressivamente sostituite dalle istanze di politica interna e internazionale.
 
Le microplastiche possano, una volta ingerite, provocare effetti spiacevoli.

L'infettivologo parte da lontano per arrivare alla sua conclusione:

"Sapete che acqua ci va nelle bottigliette di plastica, o nelle bottiglie di plastica?
Nel 64 per cento è la stessa acqua del rubinetto che potete avere a casa vostra,
magari con un piccolo filtro che permetta di renderla più buona".


Il professore prosegue:

"Ma quanto sta questa acqua all'interno della bottiglia di plastica?
Mediamente tra 1 e 5 anni, spesso sta su piazzali al sole.


La plastica in qualche modo va ad alte temperature e quindi particelle di plastica arrivano anche all'interno dell'acqua".

Se l'uso è periodico
"rischiamo di bere in una settimana una quantità pari a una carta di credito,
è come se ci mangiassimo una carta di credito in plastica".
 
Ma cosa succede al nostro organismo con tutte queste microplastiche?

"Creano infiammazione".

Il discorso dell'infettivologo scende quindi nel pratico:

"È chiaro che se siamo in un posto in giro non possiamo che usare la bottiglietta di plastica,
ma non usiamo le bottigliette di plastica tutti i giorni della nostra vita anche a casa".


Ecco le alternative allora:

"Usiamo l'acqua del rubinetto e soprattutto, se possiamo scegliere,
scegliamo sempre il vetro che è certamente meglio della plastica
e non rilascia le microparticelle che, ricordiamo, fanno infiammare tutto l'organismo", conclude.
 
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