Ma leggiamo cosa ha scritto.
"La settimana scorsa ho pubblicato un post a favore della settimana corta
e tanto è bastato per far sbraitare la destra becera di questo povero Paese.
(SE NON TI PIACE, TORNA IN UNGHERIA)
Pensate che nelle economie avanzate persino molti liberisti sostengono la riduzione dell’orario di lavoro,
perché è scientificamente provato che aumenti la produttività"
(MAGARI FOSSE VERO, MA NON E' PROPRIO COSI' SEMPLICE, ANZI)
"In Italia, invece, restiamo ostaggio di questi oscurantisti fascistoidi
che difendono padroni e padroncini del capitalismo straccione made in Italy.
(CHE PERO' TI MANTIENE IN EUROPA)
Un sistema sempre più fondato sull’iper-sfruttamento della forza-lavoro
e su un’economia a bassissimo valore aggiunto, sempre meno sul benessere e la creatività dei lavoratori".
(CREDO CI ABBIA CONFUSO CON LA CHINA)
"Un sistema retrogrado che, infatti, condanna milioni di giovani ad emigrare".
(MEGLIO, DIREI DECINE DI MILIONI)
Le proposte dell'europarlamentare di Avs sono sempre piuttosto aleatorie, poco credibili e realizzabili,
frutto di ideologie che si scontrano con la realtà.
Ma al di là di questo, quel che ancora una volta colpisce di Salis sono i toni utilizzati nel suo commento,
più consoni al mondo dell'attivismo da centro sociale che a un contesto istituzionale.
Carola Rackete, che ha una storia di attivismo simile a Salis, ha capito che è diverso dal fare politica
e ha fatto una scelta, lasciando il seggio parlamentare per tornare a fare quel che le è più consono.