Il discorso mattutino francamente non è stato buono, una sorta di auto celebrazione
mescolata ad una spinta talmente autoritaria
che diversi senatori si son sentiti in dovere di fargli notare la cosa.
La replica pomeridiana è stata ancora più piccata ed acida,
rigettando la responsabilità del fallimento del 110% immobiliare ,
che ora minaccia decine di migliaia di aziende, su chi lo ha scritto,
cioè sul governo Conte II, su Gualtieri, etc.
Vengono presentate due mozioni a favore di Draghi:
una di CDX, a firma Calderoli, che vuole però un cambiamento completo e brutale della sua composizione,
dall’altra parte una di CSX a firma Casini, che vuole che tutto vada avanti come ora.
Draghi mette la fiducia sulla mozione Casini, rivelandosi apertamente per quello che è: un esponente del Partito Democratico.
Quindi si sono squarciati i veli, ormai debolissimi, del “Governo di unità nazionale”
che, in realtà non era altro che un governo PD e della malefica burocrazia.
Magari qualche Forza Italia può essere tentato di fare il salto della quaglia (penso a Brunetta,Gelmini, Carfagna), ma non cambia molto.
Se avrà la maggioranza avremo un Draghi ridotto ad un Conte qualsiasi, e potrebbe dimettersi.
Se perdesse ci sarebbero le dimissioni.
Elezioni subito? Non si sa.
Comunque sarebbe un governo di transizione ed elettorale diverso.