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Ma veramente, non c'è un limite alla demenza.

Per la prima volta due robot umanoidi si sono affrontati su un ring in un incontro di kickboxing.

Il match, disputato a Hangzhou durante la China Media Group World Robot Competition Series,
ha visto sfidarsi “AI Strategist” e “Energy Guardian” di fronte a una folla esultante.

Il combattimento tra robot, che si sono scambiati pugni, ginocchiate e mosse di arti marziali,
è durato tre round e si è concluso con la vittoria di “AI Strategist” per KO tecnico.

L’evento non è stato solo spettacolo, ma una vera e propria vetrina delle potenzialità della robotica e dell’intelligenza artificiale in Cina,
con il coinvolgimento di ingegneri, programmatori e aziende high-tech.
 
Ogni nazione ha i suoi radical chic, ma il risultato è sempre lo stesso .......puzza dim.......sotto il naso.

La storia che sta andando in scena a Cambridge, prestigioso quartiere di Boston, è anche questo.

È il braccio di ferro, reale e simbolico, tra il presidente degli Stati Uniti e l'università di Harvard.

È lo scontro tra democrazia populista e aristocrazia intellettuale, solo che non tutto va dato per scontato.
 
Cosa accade se i grandi atenei per conformismo o pigrizia mentale o per un comunque pericoloso ruolo di polizia delle idee
si mettono a censurare tutto ciò che appare scomodo o non ortodosso?

Non è solo una risposta intollerante verso gli intolleranti,
perché il limite a Boston e dintorni viene fissato molte e molte miglia dentro i confini della democrazia.

Si zittiscono tutti quelli che non seguono la dottrina ufficiale.

Cosa accade quindi se Harvard si risveglia puritana?


È quello che svela il report 2025 del College Free Speech Rankings, firmato da FIRE e College Pulse.

Racconta di studenti che tacciono per paura,
di professori che evitano i temi scomodi,
di amministrazioni universitarie che non difendono il diritto a essere impopolari.

Non è una storia nuova, ma ora ha numeri, nomi, tendenze.

Il 17% degli studenti dichiara di non sentirsi libero di parlare almeno un paio di volte a settimana.

Il 54% dice che non si può discutere in modo aperto del conflitto israelo-palestinese.

Il 32% trova accettabile l'uso della violenza, liberal, per impedire un discorso.

Aumentano i casi di censura, le proteste che diventano interdizione, gli inviti ritirati, le piattaforme negate.

La parola, in troppe università, è un privilegio da concedere solo a chi la pensa nel modo corretto.


Il risultato è che le università pubbliche sono più tolleranti dei santuari della Ivy League.
In cima ci sono atenei pubblici come la University of Virginia, Florida State, Michigan Tech.

In fondo, come zavorre di una cultura che ha rinunciato alla tolleranza,
troviamo Harvard, Columbia, NYU, Penn, Barnard.

La mappa dei campus rivela un paradosso:

più un'università è blasonata, più sembra incapace di difendere la libertà di parola.
 
Il ragionamento non fa una grinza.
Togliere potere ad un sindacato inutile, quello dei magistrati, impegnato solo politicamente verso sinistra.

"se vengono acquisite nuove prove a carico dell’imputato,
prima che la sentenza passi in giudicato,
si deve rifare il processo ex novo.
Non inserirle nel fascicolo già formato, come avviene in appello"
.

"non puoi metter il vino nuovo nella botte vecchia.
Se ci sono nuove prove contro,
bisogna riesaminarle in contraddittorio con la difesa,
accanto a quelle a favore"
.

"il sistema attuale sottrae all’imputato il diritto a un doppio giudizio di merito.
Se il tribunale assolve e la corte condanna, puoi solo ricorrere per Cassazione per motivi di legittimità.
E il secondo giudizio di merito, colpevolezza o meno, va a farsi benedire".



Sulle dichiarazioni dell'Anm,
secondo la quale la doppia assoluzione necessita solo di una motivazione rafforzata,
il ministro Nordio ribatte:

"Proprio per niente.
E infatti l’Anm non risponde a queste obiezioni.
Si esprime per slogan".
 
Mi chiedo. Ma con quale faccia i sinistri si dichiarano contrari a questo provvedimento ?


È uno dei nodi del decreto Sicurezza che più infiammano la protesta,
e contemporaneamente uno dei risultati più rivendicati dal governo.

La norma che dà una stretta alle occupazioni abusive di case e immobili e
«finalmente» si tutelano i «più deboli» e si difende «la proprietà privata».


Il decreto da convertire in legge entro il 10 giugno
prevede misure da anni chieste da proprietari e associazioni, su tutte Confedilizia, che ne ha fatto una battaglia.

Il provvedimento introduce un nuovo reato, l'articolo 634-bis del codice penale, finalizzato al

«contrasto dell'occupazione arbitraria di immobili destinati a domicilio altrui».

Di fatto la nuova fattispecie si aggiunge al reato già previsto sulle occupazioni abusive di immobili ed aumenta le pene:
che vanno da un minimo di due anni a un massimo di sette,
rispetto alla forbice da un anno e tre anni dell'attuale articolo 633 del codice penale.

E soprattutto prevede sgomberi veloci. Il cuore della norma.
 
Dove hanno la tutela dei deboli ? Quante persone anziane si trovano la casa occupata ?
Quante persone anziane hanno paura persino ad uscire di casa ?


Scatta la procedibilità d'ufficio se il reato è commesso nei confronti di persona incapace per età o per infermità,
o se l'occupazione riguardi immobili pubblici o a destinazione pubblica.

Nel caso di abitazioni, qualora la casa occupata risulti l'unica abitazione
del denunciante, partono le procedure accelerate per lo sgombero.


Così come è già accaduto a Mestre, due giorni fa, e a Ispica,
dove la Polizia ha sgomberato un immobile occupato abusivamente da cinque tunisini,
restituendolo alla legittima proprietaria, una donna anziana.

La procedura prevista del decreto consente alle forze dell'ordine di intervenire
intimando agli occupanti il rilascio immediato dell'immobile, sempre sotto le disposizioni della Procura.

Che una volta avvenuta la riconsegna della casa al proprietario, chiede la convalida degli atti al Gip.


Finalmente difendere la proprietà privata e l'abitazione
diventa un diritto e garantire la restituzione dell'appartamento una certezza.

Iniziamo a combattere una piaga sociale
che danneggia le categorie sociali più bisognose e gli anziani».
 
Confedilizia aveva chiesto di intervenire in Parlamento
e di estendere la norma sugli sgomberi accelerati a tutti gli immobili,
garantendo la procedura non solo alle prime case,

«ritenendo essenziale tutelare in ogni situazione il diritto di proprietà.
Non vi è motivo per limitare la nuova procedura accelerata di liberazione degli immobili al caso di unica abitazione effettiva.
Fare figli e figliastri non è mai opportuno, tantomeno quando si parla di violazioni così gravi».


Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno, ha parlato comunque di una «norma rivoluzionaria.

Mai più ladri di case a danno dei legittimi proprietari, spesso soggetti vulnerabili e fragili.
 
V E R G O G N O S O

Mentre un piccolo numero di grandi multinazionali dominano il mercato dell’abbigliamento a livello globale
e realizzano miliardi di profitti ogni anno,
i lavoratori delle fabbriche nei paesi produttori di tessuti guadagnano a malapena il salario minimo,
affrontando condizioni di lavoro spesso non solo scomode ma anche pericolose.

Le stime pubblicate dalla Clean Clothes Campaign rivelano l’entità dello svantaggio dei lavoratori in questo settore.

L’organizzazione ha suddiviso il prezzo al dettaglio di una maglietta venduta a 29 euro in Europa per illustrare dove finiscono i soldi.
 
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